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Questa famiglia di indici serve ad individuare quella modalità o valore del carattere che è RAPPRESENTATIVO del fenomeno allo studio cioè lo sintetizza.
A) MEDIA ARITMETICA
data la variabile statistica discreta con distribuzione di frequenze
Modalità Frequenze
X1 n1
X2 n2
. .
. .
xi ni
. .
. .
xk nk
Totale N
Essa è data da quel valore μ (mi) che lascia invariato l'ammontare totale del fenomeno, cioè
x1n1+x2n2+..+xini+..+xnnk=μN
∑xini = μN cioè μ = Σxini Media aritmetica ponderata
i=1 k
Ci= estremo superiore+estremo inferiore
Classi Frequenze valore centrale
x1-x2 n1 c1=x1+x2
2
x2-x3 n2 c2=x2+x3
2
. . .
. . .
xi-xi+1 ni ci
. . .
. . .
xk-xk+1 nk ck
totale
N
In tal caso la media aritmetica si calcola ponderando i valori centrali con le frequenze, cioè
k
μ = Σcini / N
i=1
=0 per la 1°proprietà
in definitiva
k
(xi-c)2ni= (xi- )2ni+(μ-c)2N
i=1
quindi la somma dei quadrati degli scarti da una costante c è uguale alla somma dei quadrati degli scarti dalla media più la quantità (μ-c)2N che è certamente positiva.
k k
Conclusione► (xi-c)2ni> (xi- )2ni C.V.D.
i=1 i=1
4)Proprietà traslativa
Se le modalità xi sono tutte accresciute di una quantità costante a, anche la media aritmetica sarà accresciuta della quantità a:
k k k k k
Σ(xi+a)ni = xini+a ni = xini +a ni = +a
i=1 i i i i
N N N N
5)La media aritmetica delle modalità xi moltiplicate per una costante a è uguale alla media aritmetica delle xi moltiplicata per a, cioè:
k k
(xia)ni = a Σxini = a μ
i i
N N
B) MEDIA GEOMETRICA
N n1 n2 nk N k ni
Mg = x1. x2. ..xk = xi
i=1
N N
n1 n2 nk k ni
Mg = c1.c2....ck = ci
i=1
per rendere più agevole il calcolo si usa la seguente trasformazione:
n1 n2 nk 1
Mg= x1.x2..xk N
LEGGERE APPENDICE 1
Passando ambo i membri a logaritmo
n1 n2 nk 1
Log Mg = log x1.x2.xk N
n1 n2 nk
Log Mg = log x1 + log x2 ++ log xk
N
Log Mg =n1logx1+n2logx2+...+nklogxk
N
Da cui calcolato il secondo membro dell'espressione posto pari a k il risultato si ha
Mg= 10k
PROPRIETA' DELLA MEDIA GEOMETRICA:
1)il logaritmo della media geometrica è uguale alla media aritmetica dei logaritmi delle xi;
2)è quel valore che sostituito alle modalità xi del prodotto ne lascia immutato il valore, cioè possiamo scrivere
n1 n2 nk
MgN = x1 . x2 . .. xk
3)la media geometrica è sempre minore della media aritmetica
Mg ≤μ
C) MEDIA ARMONICA
Ma = N
n1 + n2 +...+ nk
x1 x2 xk
Ma = N
c1 + c2 +...+ ck
n1 n2 nk
cioè essa è il reciproco della media aritmetica dei reciproci delle modalità.
D) MEDIA QUADRATICA
È la media aritmetica dei quadrati delle xi
Mq=Σ xi2ni
N
Mq=Σci2ni
N
E) MODA
È quel carattere che presenta la frequenza più alta, nel caso di variabile statistica discreta basterà guardare nella tabella individuando la modalità a cui corrisponde la frequenza più alta.
Nel caso di variabile divisa in classi occorre distinguere due casi:
se le classi sono di ampiezza uguale si individua la frequenza più alta e con essa la CLASSE MODALE, successivamente si procede cercando all'interno della classe modale il preciso valore della moda utilizzando la relazione seguente:
M0 = l1 + Δ1 . a
Δ1 + Δ2
Dove
l1→ estremo inferiore della classe modale
Δ1→frequenza della classe modale meno frequenza della classe precedente
Δ2→frequenza della classe modale meno frequenza della classe successiva
a→ampiezza della classe modale
ESEMPIO: calcolare la moda della seguente variabile statistica
Classi frequenze
osservando le frequenze la CLASSE MODALE è 5-8, poiché le classi non sono contigue come estremo inferiore l1 si prende 5-0,5=4,5
a=8,5-4,5=4
sostituendo si ha M0=4,5+ 13 . 4 ~ 6,86
13+9
2)se le classi sono di ampiezza diversa si calcola per ognuna la densità di frequenza di=ni/ai (frequenza fratto ampiezza), la CLASSE MODALE è quella con la densità più alta, si procede come nel caso precedente considerando le densità al posto delle frequenze.
ESEMPIO: CALCOLARE LA MODA
Classi frequenze densità
18 18/4=4,5
15 15/3=5
12 12/3=4
la classe modale è 5-7 perché presenta la densità più alta per cui applicando la formula
M0=4,5 + 5 - 4,5 . 3 ~ 5,4
(5-4,5)+(5-4)
la Moda può non essere unica
*quando è unica diremo che la distribuzione è UNIMODALE
*quando ve ne sono diverse diremo che la distribuzione è PLURIMODALE cioè BIMODALE (se ci sono 2 mode), TRIMODALE (se ce ne sono 3), etc.
F) MEDIANA
È quel valore che bipartisce la distribuzione
*se la variabile statistica è discreta
si calcola il valore N/2►se il numero di modalità è pari
N+1/2►se è dispari
si calcolano le frequenze cumulate fino al primo valore
Fi ≥ N/2 o N+1/2
la corrispondente modalità è la Mediana.
ESEMPIO: si calcoli la mediana della seguente distribuzione
Xi ni
3 15
5 30
6 18
8 40
11 22
totale 125
poiché le xi sono in numero dispari essendo N=125 calcoliamo la quantità N+1/2=125+1/2=126/2=63
cumuliamo le frequenze fino al primo valore ≥ 63:
F1=15, F2=15+30=45, F3=15+30+18=63
mi fermo perchè F3≥63 e individuo la mediana nella modalità corrispondente cioè Me=6
*se la variabile statistica è in classi con il precedente procedimento si individua la CLASSE MEDIANA, per individuare all'interno di essa con precisione la Me si utilizza la relazione
Me= le + ae ( N/2 - Fe-1 )
ne
dove:
le►estremo inferiore della classe mediana
ae►ampiezza della classe mediana
ne►frequenza assoluta della classe mediana
Fe-1►frequenza cumulata della classe precedente
G) QUARTILI
Distinguiamo tra:
PRIMO QUARTILE Q1 ►è quel valore che lascia al di sopra di esso gli N/4 della distribuzione e al di sotto gli N.3/4, in altre parole bipartisce la prima metà della distribuzione.
Il metodo di calcolo è lo stesso di quello applicato per la Mediana soltanto che si deve fare riferimento alla quantità N/4.
TERZO QUARTILE Q3 ►lascia al di sopra di esso i N3/4 della distribuzione e al di sotto gli N/4, an altre parole bipartisce la seconda metà della distribuzione.
Stesso metodo di calcolo con riferimento alla quantità
N3/4.
In relazione al concetto di quartile la MEDIANA è anche definita SECONDO QUARTILE Q2 perché bipartisce la metà centrale della distribuzione.
Si tratta di rapporti che mettono a confronto le frequenze o intensità dello stesso fenomeno in tempi e luoghi diversi.
Data una distribuzione statistica, tutte le frequenze o le intensità si rapportano con un termine comune che si definisce BASE.
Distinguiamo tra:
a)RAPPORTI A BASE FISSA ►quando la base al denominatore è sempre la stessa cioè costante. È il caso delle frequenze relative che si ottengono dividendo le frequenze assolute sempre per la stessa base N.
b)RAPPORTI A BASE VARIABILE O MOBILE►quando la base al denominatore varia da rapporto a rapporto.
Consideriamo come esempio una mutabile ciclica in cui le modalità sono espresse dagli anni di calendario e il fenomeno allo studio è ad esempio il tasso medio di inflazione π nei diversi anni, procediamo al calcolo dei due tipi di rapporti:
TEMPI INTENSITA' INDICI A BASE INDICI A BASE
FISSA VARIABILE
1990 π0 π0/π0.100 ____
1991 π1 π1/π0.100 π1/π0.100
1992 π2 π2/π0.100 π2/π1.100
1993 π3 π3/π0.100 π3/π2.100
1994 π4 π4/π0.100 π4/π3.100
1995 π5 . .
1996 π6 . .
1997 π7 . .
1998 π8 . .
1999 π9 . .
2000 π10 π10/π0.100 π10/π9.100
Nel caso dei rapporti a base fissa si evidenziano le variazioni relative avvenute rispetto alla prima modalità, nell'esempio le variazioni del tasso di inflazione rispetto all'anno di riferimento 1990.
Nel caso dei rapporti a base variabile si evidenziano variazioni di periodo in periodo nel caso in esame di anno in anno.
I rapporti statistici si distinguono in SEMPLICI e COMPLESSI.
Si conoscono diversi tipi di rapporti statistici SEMPLICI:
a)Rapporti di composizione o di parte del tutto
dati dal rapporto tra frequenza di una parte del fenomeno e ammontare totale del fenomeno.
Ad esempio: numero di occupati maschi per l'anno 78=14043, totale forza lavoro maschile del 78=14734, il seguente rapporto
14734
ci dice che nel 1978 la forza lavoro maschile era composta per il 95,3% da occupati e per il restante 4,7% da disoccupati.
b)Rapporti di derivazione
sono rapporti tra frequenza di un fenomeno e frequenza di un altro fenomeno che ne è il presupposto necessario. Esempi tipici sono: quozienti di natalità, di mortalità,.il cui presupposto è la popolazione.
c)Rapporti di durata
si usano per fenomeni collettivi che si rinnovano nel tempo con immissioni e/o detrazioni di unità statistiche, tipici esempi sono: abitanti di una nazione o di una città, depositi bancari, merce in magazzino.
Per questo tipo di fenomeni talvolta è utile calcolare la DURATA MEDIA DI PERMANENZA:
indicando con
C=consistenza media del fenomeno
U=elementi che escono
E= elementi che entrano
Il rapporto è dato da
D = C
U+E/2
Ad esempio: le quantità di caffè giacenti nei magazzini generali all'inizio e alla fine del 1977 sono state 85977 e 118498, le quantità entrate 581939 e quelle uscite 549418
D = 85977+118498 = 0,1807 anni
581939+549418
si procede così: 0,1807.365=66 giorni, cioè una partita di caffè resta in giacenza in magazzino per 66 giorni.
Analizziamo adesso i rapporti statistici complessi o NUMERI INDICI COMPLESSI.
Consideriamo il seguente problema : date s merci di un certo settore produttivo, si vogliono valutare le variazioni dei loro prezzi nel tempo.
Si costruisce una tabella di questo tipo:
righe→ tempo in anni
colonne→merci considerate
MERCI
TEMPI 1 2 ....i .........s
1990(0) p1,0 p2,0 .... pi,0 .........ps,0
1991(1) p1,1 p2,1 .... pi,1 ... ps,1
1992(2) p1,2 p2,2 ... Pi,2 ..... ps,2
. . . .. . .... .
. . . . .
(i) p1,i p2,i ... pi,i .. Ps,i
. . . . .
. . . . .
(t) p1,t p2,t . pi,t . ps,t
per studiare le variazioni dei prezzi per l'intero settore economico si procede alla TOTALIZZAZIONE degli indici semplici, i procedimenti usati sono:
a)TOTALIZZAZIONE MEDIANTE IL RAPPORTO TRA MEDIE
per ogni anno si calcola la media aritmetica dei prezzi, cioè
anno 0 → p1,0+p2,0+.+pi,0+.+ps,0
s
anno 1 → p1,1+p2,1+.+pi,1+.+ps,1
s
anno t → p1,t+p2,t+.+pi,t+.+ps,t
s
successivamente si calcolano i numeri indici a base fissa o a base variabile costruendo i rapporti tra i prezzi medi nei periodi che si vogliono prendere in considerazione.
b)TOTALIZZAZIONE MEDIANTE LA MEDIA DEI RAPPORTI
si calcolano i rapporti semplici con base fissa in modo da ottenere per ogni anno tanti rapporti quante sono le merci
anno 1→ p1,1/p1,0 p2,1/p2,0 . pi,1/pi,0 . ps,1/ps,0
anno t → p1,t/p1,0 p2,t/p2,0 . pi,t/pi,0 . ps,t/ps,0
per ogni anno si calcola la media dei rapporti
P1,1/p1,0+p2,1/p1,0+.+pi,1/pi,0+.+ps,1/ps,0 = INDICE DEI PREZZI
S AL TEMPO 1
P1,t/p1,0+p2,t/p2,0+..+pi,t/pi,0+.+ps,t/ps,0 = INDICE DEI PREZZI
S AL TEMPO t
I più noti indici dei prezzi sono:
Mette in relazione prezzi e quantità scambiate nel tempo mantenendo fissa la quantità scambiata al tempo base 0 cioè la quantità delle merci per i=1,2,.s data da qi,0
s
∑ pi,t qi,0
IL = i=1 = p1,tq1,0+p2,tq2,0+p3,tq3,0+..+ps,tqs,0
s p1,0q1,0+p2,0q2,0+p3,0q3,0+.+ps,0qs,0
∑ pi,0 qi,0
i=1
= valore monetario della produzione al tempo t
valore monetario della produzione al tempo 0
Mantiene fissa la qi,t cioè le quantità scambiate al tempo finale t
s
∑ pi,t qi,t
IP = i=1 = p1,tq1,t+p2,tq2,t+p3,tq3,t+..+ps,tqs,t
s p1,0q1,t+p2,0q2,t+p3,0q3,t+.+ps,0qs,t
∑ pi,0 qi,t
i=1
Si definisce anche Formula ideale ed è dato da
IF = IL . IP
Esercizio: si costruisca la successione di numeri indici in base fissa 1970 e la successione di numeri indici a base mobile della seguente tabella
ANNI PIL
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