Scienze: la fusione nucleare
Fisica: massa ed energia nella relatività ristretta.
Fondamentale
nella storia del secondo dopoguerra fu dunque la corsa agli armamenti di USA e
URSS, i quali, nel tentativo di raggiungere una supremazia assoluta,
finanziarono ricerche verso armi sempre più distruttive. In seguito allo
sviluppo dell'uso militare dell'energia atomica, si giunse all'arma
potenzialmente più catastrofica: la bomba H, in cui le reazioni nucleari di
fusione di atomi di idrogeno comportano la formazione di atomi d'elio e,
soprattutto, l'emissione di grandi quantità di energia, similmente a quanto
accade nelle stelle. La reazione di fusione necessita di temperature
elevatissime perché vengano vinte le forze di repulsione tra gli atomi; nella
bomba H, tale temperatura è raggiunta attraverso la precedente esplosione di
una bomba atomica (a fissione). Nelle stelle, invece, una temperatura adatta
alle reazioni termonucleari viene raggiunta solo nel nucleo (le stelle hanno
origine dalla contrazione di una nebulosa interstellare: l'energia
gravitazionale che causa questa contrazione viene infatti convertita in calore
fino a quando nel nocciolo della protostella viene raggiunta la temperatura di
dieci milioni di gradi, e quindi possono iniziare le reazioni termonucleari);
nel Sole la temperatura raggiunge i 15000000 K e permette la fusione nucleare
attraverso il processo noto come catena protone-protone. Tale processo si può
dividere in due fasi: dapprima si ha la fusione di due protoni, cioè di due
nuclei di idrogeno prozio, con produzione di un nucleo di deuterio, di un
elettrone positivo e di neutrini. Quindi, il deuterio, fondendosi con un altro
protone, porta alla formazione di un nucleo di elio leggero (due protoni, ma
solo un neutrone), che unendosi ad un nucleo dello stesso tipo dà luogo alla
nascita di un nucleo di elio e all'emissione di due protoni (i quali potranno
dare vita ad altre reazioni di fusione). In questo processo, avviene una
perdita di massa, che viene trasformata in energia secondo la nota equazione
relativistica E=mc2: un corpo, disintegrato completamente, fornisce
una quantità di energia pari alla sua massa moltiplicata per il quadrato della
velocità della luce.
Tale formula fu ricavata da Einstein
in seguito all'osservazione che la massa di un corpo non è costante, ma varia
con la velocità; ciò è deducibile attraverso un semplice esempio: se un
proiettile viene sparato contro una molla, due osservatori O e O', uno facente
parte del sistema di riferimento in cui si trova la molla, l'altro in moto
rettilineo uniforme rispetto ad esso, vedranno un'identica contrazione della
molla, e quindi calcoleranno un'identica quantità di moto mv per il proiettile.
Tuttavia, secondo le trasformazioni relativistiche della velocità, O e O'
possono osservare due diverse velocità per il proiettile, e quindi dall'uguaglianza
delle due quantità di moto risulta che la massa del proiettile deve subire una
variazione. In particolare, si trova che la massa m di un corpo in movimento a
velocità v è m=m0(1-v2/c2)-1/2 (con
m0 massa a riposo del corpo). La massa di un corpo cresce dunque con
l'aumentare della sua velocità.
Da ciò Einstein dedusse che la massa è
una forma di energia. Un corpo in moto possiede infatti un'energia totale E=mc2
maggiore di E0=m0c2, che è detta energia a
riposo del corpo. E0, che è l'energia di un corpo in quiete e senza
alcuna energia potenziale, è anche l'energia che si otterrebbe disintegrando
completamente la massa a riposo del corpo. L'energia totale E=mc2 di
un corpo è quindi uguale alla sua energia a riposo sommata alle sue energie
cinetica e potenziale. Così, cambia anche il concetto di energia cinetica, che,
si scopre, non vale 1/2mv2, bensì, in assenza di energie potenziali,
E - E0.