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I LIMITI DI OGGI
La scienza, oggi più che mai, è ritenuta una delle branche del sapere umano più importanti. La conseguenza di tutto ciò è che ci si interroga sempre di più su quali siano le sue potenzialità, i suoi rischi, i risultati che può raggiungere, e, ovviamente, i suoi limiti . Come già detto nell'introduzione, con il concetto di limite si intende sia il passaggio ad una condizione diversa da quella considerata "normale" sia il punto massimo che si può raggiungere in un determinato ambito. Nel mondo della globalizzazione, delle nanotecnologie, dei viaggi spaziali, quali sono i limiti della scienza? Oggi l'ostacolo per eccellenza che la scienza deve "superare" quotidianamente è l'etica, o meglio la bioetica. Infatti, l'uomo degli anni duemila non è ancora pronto ad introdurre una nuova grande rivoluzione scientifica, in quanto è ancora troppo recente la teoria della relatività di Einstein che ha sconvolto il mondo e il modo di vedere ad esso. Perciò, oggi gli scienziati spesso e volentieri si trovano a discutere su quale sia il punto massimo dove può spingersi la loro ricerca, dove il loro lavoro diventa immorale o meno.
Il termine bioetica è un neologismo che si è diffuso a partire dagli anni Settanta, quando l'oncologo americano Van Rensselaer Potter lo usò per la prima volta nel titolo del suo libro " Bioethics. A bridge to the future" pubblicato nel 1971. Essa si occupa fondamentalmente di fissare una frontiera etica, appunto, da contrapporre alle grandi novità della medicina e della biologia moderna che hanno aumentato in maniera notevole la capacità di intervento dell'uomo sulla vita stessa.
Da allora questo settore di ricerca si è sviluppato e diffuso sempre di più. Questo non significa che prima degli anni '70 la questione etica non fosse mai stata dibattuta. Al contrario già nell'antichità, essa era stata affrontata. Infatti, persino la scuola ippocratica di Cos, si era cimentata nella ricerca di alcuni principi etici da porre a fondamento della loro medicina e che si possono così sintetizzare:" tendere nelle malattie a due scopi, giovare e non essere di danno". Se il termine bioetica è di origine americana, la problematica che esso sottende è più "antica". Infatti, nel periodo del processo di Norimberga, iniziato nel 1946, si cominciò a parlare della possibilità di manipolare la vita umana grazie a tecnologie sempre più sofisticate. Oggi, la bioetica si trova quotidianamente a dover affrontare problematiche difficili fra cui l'aborto, l'eutanasia, le cellule staminali ecc. Proprio per questo, si sta rendendo sempre più necessaria l'affermazione di una bioetica laica e quanto più possibile multietnica, in grado di superare le grandi differenze religiose e di tradizioni che caratterizzano i popoli del mondo. Questo tipo di etica, detta anche etica della qualità della vita, nega l'esistenza di un principio etico assoluto e si fonda su una serie di norme considerate valide ed efficaci ma in continuo adattamento ai cambiamenti della società.
Tutto questo non significa che non esista anche un tipo di etica religiosa e in particolare, per quanto riguarda il nostro paese, cattolica, la quale afferma la sacralità della vita senza alcuna eccezione. Il corpo umano è perciò inviolabile, in quanto depositario della volontà divina e il compito della medicina (piuttosto che della biologia) è la cura del corpo umano, non la sua "creazione" . Nonostante le divergenze di vedute fra la bioetica laica e quella cattolica, si sta cercando negli ultimi anni di trovare un accordo minimo.
La linea di tendenza oggi dominante si fonda su 4 principi: il primo prevede l'autonoma decisione del soggetto di cura che si esprime tramite il consenso informato del paziente. Il secondo è detto principio di beneficenza, per cui è obbligo dello specialista procurare il bene bilanciando rischi e benefici. Il terzo è il principio di non malevolenza per cui è d'obbligo evitare di causare danno o dolore. Infine, il principio di giustizia per cui è obbligo del medico essere onesto ed equo nei confronti dei pazienti.
In generale si può affermare che la bioetica sta procedendo molto cautamente, tanto è vero che ogni singola concessione che viene fatta ai ricercatori diventa subito tema di dibattiti a livello dell'opinione pubblica e non sempre ottiene consensi da parte della stessa. È il caso anche delle cellule staminali, un settore di ricerca in continuo progresso e dalle grandi ambizione ma che fatica ad affermarsi.
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