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"Lo sport: da Pelope ed Eracle.a Moggi e Galliani"




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"Lo sport: da Pelope ed Eracle.a Moggi e Galliani"










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a tempo immemorabile l'uomo,come alcuni animali tra i più evoluti, ha unito alle proprie attività quotidiane anche quelle ludiche. Dapprima come una semplice emulazione di un reale e necessario impegno fisico come la caccia o la guerra, poi come prova di abilità mediante gare disputate con precise regole che introdussero il concetto di sport.

Il bambino,infatti, fin dalla + tenera infanzia,attraverso il gioco cresce, impara e si confronta con i suoi coetanei. Appena un po' più grandi,poi, al puro esercizio fisico si unisce anche la fantasia e l'immaginazione che fanno intraprendere giochi più complessi.

L'attività fisica, quindi, impegna tanto il fisico quanto la mente in un delicato equilibrio molto importante per una corretta crescita ed un equilibrato sviluppo della personalità. Non a caso i Latini, infatti, erano fervidi sostenitori del concetto "mens sana in corpore sano" e per questo gli adolescenti venivano educati alternando l'istruzione umanistica a quella fisica,tramite esercizi,anche di ispirazione militare,che dovevano riflettere,insieme,le caratteristiche dell'individuo adulto ideale.

In questo senso si può dire che lo sport trovò la sua massima espressione nell'antica Grecia, dove ogni quattro anni si tenevano i giochi d'Olimpia, istituiti da Pelope e da Eracle.

Le Olimpiadi non erano solo un rito religioso,ma soprattutto un segno di civiltà e un messaggio di fratellanza fra tutti i popoli ellenici che,infatti, sospendevano qualsiasi conflitto armato per tutta la durata dei Giochi.

All'inizio comprendevano solo gare di corsa a piedi e lotta che duravano un solo giorno,poi vennero aggiunti altri sport. Nel luogo dove si svolgevano i Giochi sparivano le rivalità ed i contrasti,favorendo così lo scambio delle idee,il confronto delle diverse scuole di pensiero;l'evento quindi riusciva, in un certo qual modo, ad affratellare i partecipanti per tutta la sua durata. I  vincitori venivano incoronati con l'oleastro sacro e paragonati a dei e venivano loro concessi privilegi,premi e anche cariche pubbliche.

Nell'età dell'Impero romano si diffusero largamente gli spettacoli del circo con i combattimenti dei gladiatori,dando luogo ai cosiddetti sport pesanti.

Nel Rinascimento lo sport acquistò un grande sviluppo in tutte le sue manifestazioni,tanto che si fondarono diverse scuole e cominciò ad assumere le caratteristiche concettuali attuali.  

Nel 1914 è stato creato il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) col compito di disciplinare e coordinare l'attività sportiva italiana. Ancora oggi attraverso le singole federazioni sportive, che sono suoi organi tecnici e che gestiscono l'attività delle discipline olimpiche e attività sportive non olimpiche. Il CONI provvede alla conservazione, al controllo e all'incremento del 'patrimonio sportivo nazionale', governa tutti gli aspetti, agonistici e non, dello sport italiano (dall'approvazione dei regolamenti all'organizzazione delle varie gare, alla costruzione e alla manutenzione di impianti sportivi), vigila sull'attività delle federazioni e si occupa della partecipazione degli atleti italiani ai Giochi olimpici.

Organo direttivo del CONI, che ha sede a Roma al Foro italico, è il Consiglio nazionale, formato dal presidente del CONI, nominato dalla presidenza del Consiglio dei ministri, e dai presidenti delle singole federazioni affiliate, mentre a livello operativo il presidente è affiancato da una giunta esecutiva, composta dal presidente stesso, da due vicepresidenti, dal segretario generale e da sei membri eletti dal Consiglio nazionale.

A livello locale, il CONI si articola in comitati provinciali, diretti da un delegato. Alle federazioni fanno capo le varie società sportive. L'attività del CONI si finanzia attraverso il ricavato di concorsi come Totocalcio e Totogol, dai quali preleva una quota delle giocate settimanali.

Oggi il CONI fa parte degli enti pubblici diversi dallo Stato e dagli enti locali territoriali,dotato di autarchia e di autonoma personalità giuridica.

Questo organo però non gode di indipendenza ne dell'autogoverno.

Con la creazione del CONI, lo sport italiano ha fatto un notevole passo avanti,ma è nel periodo fascista che ha avuto la sua maggiore spinta propulsiva, sia dal punto di vista dello sport agonistico, sia per quanto concerne lo sport inteso come attività fisica 'per tutti'.

Fino al primo conflitto mondiale il concetto di sport e di attività fisica nel nostro Paese era molto arretrato: pochi impianti, poche strutture e, soprattutto, uno scarso livello di praticanti.

Questo era dovuto essenzialmente allo stato di arretratezza economico-sociale in cui versava il nostro paese, ma anche, in parte, al quasi totale disinteresse su di esso mostrato dallo stato liberale.

Con l'inizio degli anni Venti, in sintonia anche con quanto avveniva in altri paesi, lo sport segnò una fase di decisa crescita anche in Italia. Spingevano in questa direzione, in tutti i paesi, una generale evoluzione del costume e della socievolezza urbana ed in Italia oltre a questo anche il regime nascente. Il fascismo al potere si trovò, dunque, di fronte ad un fenomeno in grande ascesa e quasi completamente da ridefinire.

Mussolini, che sportivo non era, intuì l'importanza del fenomeno e lasciò a Lando Ferretti, un ex redattore capo de la Gazzetta, il compito di tracciarne le coordinate. Ferretti si ispirava ad una linea cultural-sportiva che vedeva nell'attività fisica 'un mezzo per migliorare l'abilità e la destrezza del corpo, temprandolo alle più ardue fatiche, in una proficua collaborazione con il mondo scientifico'.

Sostanzialmente la differenza che lo sviluppo dello sport in Italia ebbe con altre realtà Europee, si può riassumere anche con il fatto che nelle liberaldemocrazie lo stato si limitava a favorire e coordinare gli impulsi e l'attività dei singoli, nei regimi totalitari come il fascismo appunto, quest'opera di promozione veniva direttamente dall'alto, sottendendo specifiche finalità propagandistiche.

Lo sport e la sua cultura si diffusero rapidamente. In particolare, dal ventennio fascista ha avuto linfa il calcio con incentivazione e propaganda, come in nessun altro periodo storico.

E il fascismo si appropriò dei campi di gioco usandoli come strumento di consenso tra le masse , ma anche come elemento educativo per preparare la 'nazione in armi'.

Il calcio piaceva molto al regime perché esaltava lo "spirito di squadra" così Mussolini si preoccupò di svilupparne tutti gli aspetti che potevano giovare al suo governo.

Innanzi tutto, col fascismo si varò il campionato a girone unico (nel 1926); questa riforma aveva lo scopo predisposto di far sentire più uniti gli italiani, in modo da contribuire al senso di appartenenza alla nazione, ancora non molto sviluppato nel Paese.

Nel decennio successivo vennero costruiti diversi stadi, alcuni apprezzabili anche sotto l'aspetto architettonico (si veda S. Siro, per esempio); questo portò effetti benefici perché, insieme alle altre opere pubbliche, creò molti posti di lavoro in un momento di grave bisogno (ricordo infatti che ci troviamo nel periodo della grande crisi economica del '29).

Per quanto riguarda l'ingresso dell'industria nel calcio, per dare un'idea di quello che intendo basta ricordare che in quegli anni i presidenti del Milan e della Juventus sono, rispettivamente, Piero Pirelli e Edoardo Agnelli.

Di conseguenza, anche la pubblicità fece la sua prima massiccia apparizione negli stadi, l'immagine dei calciatori veniva usata per propagandare ogni sorta di beni.

A partire dal 1925 il regime fascista avviò il programma di 'nazionalizzazione' del tempo libero, dai divertimenti agli sport, il cui primo passo fu la creazione (aprile 1925) dell'Opera Nazionale Dopolavoro (OND).

La creazione dell'OND rese istituzionali le iniziative già esistenti, come i circoli ricreativi patrocinati dai sindacati fascisti sorti autonomamente nelle sedi socialiste, eliminandone il carattere politico e sopprimendo le analoghe organizzazioni antifasciste. Lo scopo primo dell'OND era inizialmente limitato alla formazione di comitati provinciali a sostegno delle attività ricreative, ma tra il 27 e il 39 da ente per l'assistenza sociale diventò 'movimento' nazionale che vigilava sull'organizzazione del tempo libero.
Le attività dei vari circoli erano suddivise, secondo un uniforme programma per tutta la nazione, in una serie di servizi sociali:

Istruzione: cultura fascista e formazione professionale;

Educazione fisica: sport e turismo;

Educazione artistica: filodrammatica, musica, cinema, radio e folklore.

Questo programma era rivolto agli ambienti urbani ed industriali; a partire dal 1929 si sviluppò anche il dopolavoro agricolo, le cui finalità convergevano nel proposito di 'non distrarre dalla terra' i contadini.

Alla fine degli anni Venti venne inoltre messo a punto un programma ricreativo femminile, che implicava un accurato addestramento per 'l'elevazione morale' delle donne nella società fascista, e corsi di pronto soccorso, igiene ed economia domestica
Dal giugno di quell'anno Mussolini istituì il 'sabato fascista', che interrompeva la giornata lavorativa del sabato alle ore tredici perché il pomeriggio venisse dedicato all'allenamento delle capacità fisiche e all'istruzione militare..

Questo impegno profuso dal fascismo per "sportivizzare" il Paese portò in pochi anni a dei risultati davvero sorprendenti.

Nell'Ottobre del 1932,infatti, nel corso del 21 Congresso della FIFA che si tenne a Stoccolma, che i delegati italiani ottennero la designazione ad organizzare nel 1934 la seconda Coppa del Mondo.

La Federazione italiana aveva coronato così un desiderio che già si era rivelato per il Mondiale del '30, sollecitata nei suoi disegni ambiziosi dal regime. Le strutture calcistiche erano a quei tempi seconde alla sola Inghilterra, la Federazione organizzata su basi funzionali e gli impianti sportivi moderni e numerosi.
L'occasione fu ampiamente sfruttata dal regime fascista che aveva compreso la rilevanza politica dell'avvenimento, ed era disposto a rischiare sul piano economico pur di conquistare prestigio in campo internazionale. Dai francobolli ai pacchetti di sigarette, tutto in Italia parla di calcio a ridosso dell'evento.

Ci fu anche un successo insperato sul piano finanziario,oltre a quello sportivo, (ricordo che fu proprio l'Italia a vincere la coppa del mondo) al quale concorsero diverse componenti come la perfetta organizzazione federale, l'aiuto tangibile dello Stato sotto forma di facilitazioni di trasporto, di esenzioni fiscali e di concessione quasi gratuita degli impianti sportivi. Importante rilevanza ebbe anche la situazione politica di quel periodo, con la raggiunta stabilità interna del regime fascista.
Il regime tentò ovviamente di sfruttare al meglio i grandi risultati sia per dimostrare come in poco tempo l'Italia fosse assurta al ruolo di grande e temuta protagonista internazionale, sia per incrementare a dismisura spirito e orgoglio nazionale.

'Le prodezze sportive - dichiarava Mussolini - accrescono il prestigio della nazione e abituano gli uomini alla lotta in campo aperto, attraverso la quale si misura non soltanto la prestanza fisica, ma il vigore morale dei popoli'.
Per 'preparare i giovani fisicamente e moralmente in guisa da renderli degni della nuova norma di vita italiana' fu appositamente creata, nel 26, l'Opera nazionale balilla, che doveva 'provvedere ad infondere nei giovani il sentimento della disciplina e dell'educazione militare., le istruzioni ginnico-sportive, l'educazione spirituale e culturale'.

E proprio uno di questi giovani balilla divenne la personalità più importante del calcio di quegli anni: si tratta di Giuseppe Meazza, che guidò l'Italia alla vittoria nel Mondiale succitato.

L'Opera nazionale balilla valse a monopolizzare, fin dalle prime classi elementari, il processo di formazione educativa dei giovani secondo il principio del 'credere, obbedire, combattere' , che tendeva a fare di ogni cittadino essenzialmente un 'soldato' , pronto a rispondere agli ordini e fedele esecutore delle direttive imposte dall'alto.

Il regime mussoliniano costituì il primo esempio di utilizzazione dell'organizzazione sportiva come strumento di propaganda,cosa che oggi accade abitualmente.

Durante il periodo fascista accadeva,però,qualcosa che oggi non potremmo mai vedere.infatti,un poeta,Uberto Saba, parlava di calcio nelle sue poesie.

Umberto Saba nasce a Trieste nel 1883 da madre ebrea e padre italiano che abbandona la famiglia prima ancora della nascita del figlio dando vita ad un drammatico conflitto che segnerà profondamente l'anima del poeta fino a condurlo a rinunciare al cognome paterno (Poli) per assumere quello di Saba.

Costretto ad abbandonare gli studi per problemi economici, Saba continua la sua formazione culturale da autodidatta.

Nel 1919 rileva una libreria che sarà il luogo in cui troverà l'ispirazione per scrivere e pubblicare nel 1921 la prima edizione del Canzoniere che sarà più volte rivisto e corretto.

La promulgazione delle leggi razziali in Italia(1938) lo costrinse a trasferirsi a Parigi e a Firenze. Dal 1950 ha inizio una serie di ricoveri per disturbi nervosi e intanto lavora ad un romanzo rimasto incompiuto, "Ernesto" che uscirà postumo. muore a Gorizia nel 1957.

L'esigenza fondamentale del rapporto onesto e semplice con la realtà e con l'arte porta Saba a individuare come nodo centrale di tutta la propria poesia l'amore per la vita, per la "calda vita" vibrante e seducente.

Questo non significa ripiegamento sulla propria vita interiore perché la vita del poeta è la vita di tutti;ed è la vita quotidiana della gente semplice e comune che popola la strada,il porto,l'osteria,lo stadio.

Naturalmente,come ogni autentico rapporto d'amore,anche quello del poeta per la "calda vita" non è privo di contrasti,anche profondi.

Al fanciullesco piacere di giocare fino in fondo s'accompagna infatti costantemente in Saba,uno sguardo adulto sulla realtà,che ne riconosce la tragedia,il dolore. Compito della poesia e del poeta sarà allora da un lato ringraziare la vita ed esprimere,dall'altro, la compassione verso ogni creatura che soffre.

L'onestà,la semplicità,l'amore per la vita anche nel dolore sono,diceva Saba, i doni del poeta in cui convivono il fanciullo e l'uomo: "Per fare o per comprendere l'arte è necessario avere conservata in noi la nostra infanzia:che tutto il processo della vita tende,d'altra parte, a distruggere."

Questi temi (giovinezza,amore per la vita) si possono trovare nelle "Cinque poesie per il gioco del calcio" ,che si trovano nella prima sezione della terza parte del Canzoniere (Parole).

Saba si avvicina al calcio casualmente, entra la prima volta allo stadio solo per accompagnarvi la figlia desiderosa di vedere la squadra di casa, la Triestina.

Fino a quel momento il poeta non aveva mai dato molto peso al calcio, anzi tutti quei tifosi che deliravano o si disperavano seguendo le evoluzioni di una sfera di cuoio lo irritavano; non riusciva a capirne il senso; ma da quel giorno per lui tutto cambiò, dentro quello stadio Saba si sentì perduto, avvolto dal calore della folla.  

Le «cinque poesie per il gioco del calcio», sono state scritte su un campetto di periferia, durante una festa popolare, per il desiderio del poeta di cantare la vita di tutti e di immettersi nelle loro emozioni.
Saba è rimasto totalmente sedotto da questo gioco che purtroppo riunisce intorno a sé tifoserie rozze e violente.

Ma il calcio non ha niente a che fare con questa gente aggressiva e brutale; come dice egli stesso, il calcio è un grande fenomeno aggregativo che ci mette (o dovrebbe metterci) in armonia con l'umanità.lo spettacolo che offre, se non degenera, è uno dei più belli e divertenti che esistano; e credo che abbia ragione quando dice che le masse si infervorano per i simboli che questo gioco esprime, più che per il gioco stesso.. Quel primo incontro di Saba col calcio è narrato in Squadra paesana;

Questa lirica ci introduce nello stadio di calcio,luogo intensamente evocativo; qui infatti il poeta si immerge nell'entusiasmo della folla con partecipazione particolarmente intensa, abbandonandosi alla seduzione della gioventù che sul campo da gioco soffre,combatte,esulta,in un tripudio di emozioni,di colori e di gloria che meglio d'ogni altra immagine incarna l'amore del poeta per la "calda vita".

Analizzando meglio la lirica si nota che essa è priva di uno schema fisso ed è quindi formata da strofe libere di endecasillabi,quinari e ternari,con frequenti rime.

Se leggiamo i primi versi "anch'io tra i molti vi saluto, rosso alabardati, sputati dalla terra natia,da tutto un popolo amati", ci accorgiamo che con quell'"anch'io" il poeta voglia sottolineare insieme la sua partecipazione ma allo stesso momento il suo distacco dagli altri componenti della folla.

Quando invece dirà  .


V'ama
anche per questo il poeta, dagli altri
diversamente - ugualmente commosso


vorrà far notare lo scarto fra il sé narrante e il sé partecipante all'evento narrato con un ossimoro, semplice ma raffinato: 'diversamente - ugualmente'. È un meccanismo non nuovo della poesia di Saba. Nel suo celebre 'manifesto' di poetica,infatti, Amai, scriveva:


M'incantò la rima fiore
amore
la più antica difficile del mondo



'Fiore/amore', 'diversamente/ugualmente'.

Il meccanismo usato, tecnicamente parlando, è quello dell'enjambement, che consiste nello stabilire un legame fra un verso è l'altro distribuendo il senso fra i due. Ma, soprattutto, l'enjambement prolunga il campo semantico dell'ultima parola del primo verso o, viceversa, carica di significato la prima parola del secondo (come, per fare qualche esempio: 'Ignari/esprimete con quello antiche cose', 'La gloria/vi dà un sorriso', 'Il vento/deviava il pallone', 'contro terra cela/la faccia').

In questo caso il movimento descritto dall'enjambement - da alcuni paragonato, figurativamente, alla traiettoria descritta da una parabola - è una chiave di lettura dell'intero gruppo delle 'Cinque poesie'.
In questa lirica,inoltre, non manca la contraddizione tipica della poesia di Saba: egli sente il bisogno di immergersi nella folla dei suoi simili (sicuramente scosso dalle discriminazioni razziali che lo vedono coinvolto),ma d'altra parte avverte comunque la distanza che lo separa appunto da questa gente.

Questa sua contraddizione è presente anche in una delle sue poesie più celebri quale "Trieste".

Infatti il poeta descrive la sua passeggiata in città non nel centro,ma in periferia. Quando però raggiunge il suo luogo solitario,si accinge a descrivere comunque quei luoghi sempre affollati e popolosi che vorrebbe frequentare,ma preferisce comunque "quel cantuccio a me fatto,alla mia vita pensosa e schiva"

Un altro tema che troviamo in "Squadra paesana" è la giovinezza,osservata dal poeta nell'energia e nella gioia dei giocatori in campo.

Al tema della giovinezza Saba associa i colori intensi della vita:il rosso dell'energia,dell'amore, e il verde della speranza illuminati dalla luce del sole quando dice " ignari, esprimete con quello antiche cose meravigliose sopra il verde tappeto,all'aria,ai chiari soli d'inverno".

Notiamo quell"ignari" che vuole esprimere appunto l'inconsapevolezza tipica degli adolescenti; le "antiche cose meravigliose" esprimono l'abilità e l'energia,da sempre le virtù cardini di ogni sport.

Il poeta era infatti rapito da quello spettacolo e continuò a scrivere liriche sull'argomento, prendendo spunto ogni volta da alcuni momenti che lo avevano colpito maggiormente; così, mentre nella prima composizione aveva espresso lo stupore personale, nella seconda, Tre momenti, descrive la gioia e la felicità dei tifosi, la cui brevità è compensata dall'immensità, e inoltre gli istanti che precedono il fischio d'inizio e il comportamento del portiere, che si rilassa quando i suoi compagni hanno il controllo del gioco, ma che diventa guardingo appena lo perdono.

Ancora il comportamento dei tifosi è il tema della Tredicesima partita scritta in occasione di uno incontro disputato a Padova del quale il poeta fu spettatore insieme a sua figlia.

Dopo aver capito che la coppia, nonostante non parli il dialetto locale, tifa per la squadra di casa, i tifosi con un atto di galanteria regalano un mazzetto di fiori alla ragazza (il clima non era quello di oggi, non si lanciavano motorini giù dalle gradinate.); Saba per ringraziarli dedica loro quella poesia, nonostante non fossero tifosi della sua Triestina, facendo leva sul sentimento di unità che lega gli spettatori.

Emblematico è invece il quarto capitolo della raccolta: è l'unico momento in cui Saba mostra una sorta di disprezzo per il calcio, anzi, piuttosto per i calciatori, che "odiosi di tanto eran superbi passavan là sotto" e "tutto vedevano, e non quegli acerbi"; gli acerbi sarebbero i ragazzini e, infatti, specialmente a loro è dedicata la poesia Fanciulli allo stadio, perché nelle loro speranze, puntualmente deluse, Saba crede di rivivere la propria infanzia. Infine c'è Goal, probabilmente la più famosa fra queste poesie di Saba a soggetto calcistico.

Tema di questa lirica sono i sentimenti contrastanti dei due portieri nel momento di un goal, appunto: il vinto, che si dispera e "contro terra cela la faccia", come a voler scomparire, e l'altro, che, obbligato a rimanere nei pali, lascia libera di vagare almeno la sua anima, alla ricerca della felicità insieme ai suoi compagni. Saba è morto nel 1957 a Gorizia.

Squadra paesana


Anch'io tra i molti vi saluto,rosso-

Alabardati,

sputati

dalla terra natia,da tutto un popolo amati.

Trepido seguo il vostro gioco.

Ignari

Esprimete con quello antiche cose

meravigliose

sopra il verde tappeto,all'aria,ai chiari

soli d'inverno.


Le angoscie

che imbiancano i capelli all'improvviso,

sono da voi così lontane! La gloria

vi dà un sorriso

fugace: il meglio onde disponga. Abbracci

corrono tra di voi,gesti giulivi.


Giovani siete,per la madre vivi;

vi porta il vento a sua difesa. V'ama

anche per questo il poeta,dagli altri

diversamente-ugualmente commosso.






Trieste


Ho attraversata tutta la città.

Poi ho salita un'erta,

popolosa in principio, in là deserta,

chiusa da un muricciolo:

un cantuccio in cui solo

siedo; e mi pare che dove esso termina

termini la città.


Trieste ha una scontrosa

grazia. Se piace,

è come un ragazzaccio aspro e vorace,

con gli occhi azzurri e mani troppo grandi

per regalare un fiore;

come un amore

con gelosia.

Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via

scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,

o alla collina cui, sulla sassosa

cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.


Intorno

circola ad ogni cosa

un'aria strana, un'aria tormentosa,

l'aria natia.

La mia città che in ogni parte è viva,

ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita

pensosa e schiva.

Tre momenti




Di corsa usciti a mezzo il campo, date

prima il saluto alle tribune. Poi,

quello che nasce poi,

che all'altra parte rivolgete, a quella

che più nera si accalca, non è cosa

da dirsi, non è cosa ch'abbia un nome.


Il portiere su e giù cammina come

sentinella. Il pericolo

lontano è ancora.

Ma se in un nembo s'avvicina, oh allora

una giovane fiera si accovaccia

e all'erta spia.


Festa è nell'aria, festa in ogni via.

Se per poco, che importa?

Nessun'offesa varcava la porta,

s'incrociavano grida ch'eran razzi.

La vostra gloria, undici ragazzi,

come un fiume d'amore orna Trieste.







In quegli anni lo sport si evolveva sempre più,cominciando a diventare simile a quello che vediamo al giorno d'oggi.

E col passar del tempo cambiarono anche le norme che regolavano le società.

Al giorno d'oggi molte sono le società sportive che possono essere di piccolissime dimensioni,ma anche vere e proprie società di capitali con titoli quotati in borsa,come lo sono per esempio la Juventus e il Milan.

Tali società sono soggette a vincoli e norme tipici delle società di capitali comuni.

Devono,per esempio, contribuire alle entrate tributarie statali mediante il pagamento delle imposte,come per esempio l'Ires; e devono anche presentare,come ogni società di capitali, il documento di bilancio.

Col decreto legislativo n. 344 del 2003,l'Ires ha preso il posto della precedente imposta sul reddito delle persone giuridiche o Irpeg.


L'Ires è un'imposta proporzionale che grava sul reddito complessivo netto delle persone giuridiche.

Come la parallela Irpef, colpisce unitariamente tutti i redditi del soggetto passivo,indipendentemente dalla loro natura e fonte.

Attualmente i soggetti passivi dell'Ires sono:

- le società di capitali

- le società mutualistiche ( cooperative,mutue assicuratrici)

- gli enti pubblici e privati istituiti per lo svolgimento di un'attività imprenditoriale (per esempio gli enti pubblici economici)

- gli enti pubblici e privati che non hanno finalità commerciali (tra questi rientrano le società sportive)

L'aliquota dell'Ires è stabilita nella misura del 32%. Nella tassazione dei redditi delle persone giuridiche non si segue,quindi,il criterio della progressività,cosa che si fa per esempio con l'Irpef.

Le società di capitali e le società a esse equiparate sono obbligate alla determinazione dell'imponibile sul quale verrà applicata l'aliquota in base alle risultanze del Conto economico.

La dichiarazione dei redditi,va presentata sul modello unifico previsto per questi contribuenti,così chiamato perché comprende anche la dichiarazione annuale Iva,la dichiarazione su redditi di capitale operate dai sostituti d'imposta e la dichiarazione Irap,deve essere sottoscritta, a pena di nullità, da un rappresentante legale (amministratore) e dal presidente del collegio sindacale se esiste oppure dall'organo di controllo. Con la dichiarazione dei redditi avviene il passaggio dal reddito di bilancio al reddito fiscale,effettuato su un apposito prospetto di raccordo contenuto nel modello per la dichiarazione fiscale dei redditi.

La dichiarazione dei redditi costituisce il principale strumento di accertamento delle imposte dirette e deve essere presentata direttamente all'Amministrazione finanziaria in via telematica: quando è predisposta da intermediari abilitati (commercialisti,ragionieri);quando il contribuente è una società soggetta a Ires o quando deve presentare anche la dichiarazione Iva;per le società soggette ad Ires la presentazione in via telematica deve avvenire entro la fine del decimo mese successivo alla chiusura dell'esercizio.

Oggi,le società sportive che sono giuridicamente anche società di capitali,devono presentare il proprio bilancio d'esercizio.

Il bilancio d'esercizio è il documento redatto dagli organi amministrativi al termine del periodo amministrativo,con cui si rappresenta la situazione patrimoniale e finanziaria dell'azienda e il risultato economico d'esercizio.

Il bilancio d'esercizio delle società di capitali svolge un'importante funzione informativa sia nei confronti dei soggetti interni (soci di maggioranza),sia nei confronti di soggetti esterni (nel caso delle società sportive sono società sponsor e piccoli azionisti). Sotto questo aspetto esso può essere considerato da un duplice punto di vista:

-come strumento di controllo dell'operato degli organi amministrativi

-come documento informativo della gestione.

Attraverso il bilancio d'esercizio l'impresa "comunica" con l'ambiente esterno diffondendo dati e notizie sulla gestione;esso costituisce la principale fonte informativa per i soggetti che hanno o che intendono avere rapporti con la società.

L'insieme dei prospetti che compongono il bilancio d'esercizio e i suoi allegati prende il nome di sistema informativo di bilancio.

Esso è quindi composto da:

-bilancio d'esercizio,formato da Stato patrimoniale,Conto economico e Nota integrativa

-relazione del collegio sindacale se tale organo è previsto e quindi se la società ha adottato il sistema di amministrazione e di controllo ordinario.

-relazione del soggetto incaricato del controllo contabile

-altri documenti idonei a fornire informazioni supplementari quali il rendiconto finanziario che tuttavia è di solito inserito nella Nota integrativa.

Le società le cui azioni sono quotate in mercati regolamentari hanno l'obbligo di redigere anche una relazione semestrale e le relazioni trimestrali,indicanti l'andamento della gestione.

Nelle società quotate il bilancio deve essere accompagnato da una dichiarazione scritta del direttore generale. Le stesse società devono inoltre trasmettere alla CONSOB,in formato digitale,notizie sugli aspetti essenziali della vita della società,tra cui i dati di bilancio,la relativa relazione dei revisori,il verbale dell'assemblea degli azionisti.

Le società di capitali sono soggette a controllo contabile mediante il quale il soggetto incaricato:

-verifica la regolare tenuta della contabilità

-verifica se il bilancio d'esercizio corrisponde alle risultanze della contabilità

-esprime con un'apposita relazione un giudizio sul bilancio d'esercizio.

Nelle società quotate in borsa il controllo contabile è esercitato da una società di revisione contabile iscritta nel registro dei revisori la quale è soggetta alla disciplina e alla vigilanza della CONSOB.

Pertanto tutte le società sportive che assumono la veste giuridica di società di capitali sono soggette al controllo contabile di una società di revisione.














   










Oggi,la pratica delle attività sportive è ormai diventata in tutto il mondo un comportamento di massa,che si riferisce, come modello imitativo,alle pubblicizzatissime e quindi conosciutissime gesta dei grandi atleti internazionali. Questi campioni,sono sempre più spesso anche testimonial e uomini immagine di grandissime aziende collegate alla pratica delle attività sportive. Non posso non citare alcune tra le più famose aziende produttrici di materiale sportivo come Nike,Adidas,Champion.

Queste grandissime aziende hanno ormai assunto il nome di imprese multinazionali o transnazionali perché caratterizzate da un sistema gerarchico di relazioni tra la casa madre e i molteplici impianti distribuiti in tutto il mondo. L'impresa multinazionale mira a unificare la gamma di prodotti a livello planetario e a fare di ogni filiale un'unità specializzata nella produzione di un particolare componente di prodotto.



La nazionalità di queste imprese è fortemente concentrata nei poli facenti capo all'America del Nord,all'Europa e all'Estremo Oriente,dove si effettuano la maggior parte degli scambi. Sono invece Paesi "produttori" (ma solo perché i prodotti vengono effettivamente fatti lì) i Paesi del Terzo mondo,come per esempio il Vietnam dove la Nike produce la maggior parte dei suoi prodotti.

Ovviamente i problemi che ne derivano sono tanti.

Innanzitutto nei Paesi sviluppati cresce l'insicurezza del posto di lavoro. Infatti sono sempre di meno le imprese che offrono posti di lavoro a tempo indeterminato anche perché molte volte l'impresa opta per la delocalizzazione verso Paesi dove il lavoro costa meno e quindi questo comporta il licenziamento dei dipendenti che lavoravano presso l'azienda.

Nei Paesi in via di sviluppo lo sfruttamento della manodopera risulta molto pesante. Gli orari di lavoro si aggirano alle 10 ore giornaliere,le condizioni sanitarie carenti e i salari restano bassi;fanno eccezioni le cosiddette tigri del Sud est asiatico (Corea del Sud,Hong Kong,Singapore e Taiwan) in cui il consolidamento dello sviluppo industriale è avvenuto ottenendo contratti di lavoro più favorevoli.


Allo sfruttamento del lavoro è associabile la piaga del lavoro minorile che interessa bambini impiegati nelle fabbriche di tessuti,di scarpe e di palloni.

Questo è l'aspetto negativo delle aziende che producono materiale sportivo e si spera che in futuro si possano avere anche nei Paesi più poveri maggiori condizioni di sicurezza e benessere al fine di impedire lo sfruttamento della forza lavoro.

Fin'ora non è stato possibile impedirlo anche se qualche passo in avanti rispetto al passato si è fatto.

Le grandi multinazionali che producono materiale sportivo non sarebbero potute nascere se lo sport non si fosse sviluppato con la stessa intensità in tutte le parti del mondo,sviluppato e non.

Alle moderne Olimpiadi partecipano quasi tutti i Paesi del mondo,presentandosi con migliaia di atleti di diverse discipline,dall'atletica ai giochi di squadra.

Ogni Paese ha così il proprio sport "nazionale>",quello seguito da tutti i cittadini,quello sport per cui ci si trova per stare insieme con le famiglie e gli amici,quello sport per cui si soffre e si gioisce.

In Italia questo sport è naturalmente il calcio che fa fermare ogni domenica milioni di persone negli stadi o davanti alle tv e che quando gioca la Nazionale,diventa il simbolo del Paese. Ricorderemo tutti la festa del 9 luglio 2006 quando l'Italia ha vinto per la quarta volta il titolo Mondiale.


Se in Italia lo sport più seguito e amato è il calcio,in Irlanda lo è il rugby.


Rugby has been played in Ireland since at least 1854 when the first club,at Trinity College in Dublin,was established.

The governing body,the Irish Rugby Football Union (IRFU),was formed in 1874. For most of its history in Ireland rugby was a totally amateur game,but since 1999 it is an "open" game,with both amateur and professional teams playing and some teams with a mixture of professional and semi-professional players.


The large professional teams in Ireland,essentially one in each of the provinces Munster,Leinster,Ulster and Connaught,primarly concentrate on the Heineken European Cup rather than on competitions within Ireland.

Rugby Union is a 32 country game,with players from both Northern Ireland and the Republic on Ireland playing on the national side.

The main event in the annual Rugby Calendar is the 6 Nations Championship held each Spring between Ireland,England,Scotland,Wales,France and Italy.

Ireland has had a patchy history in this competition,winning the Grand Slam (beating all other teams) only once in 1948 and the Triple Crown (beating Scotland, England and Wales) on six occasions,the last being in 1985.

The record in the newer European Cup is a bit better.

In Italia,molto legato allo sport e in particolare al calcio, è il gioco delle scommesse.    

L'organizzazione e l'esercizio delle scommesse sulle competizioni sportive possono essere affidati in concessione a privati che offrano adeguate garanzie di solvibilità e correttezza. Sull'ammontare delle giocate si applica un'imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse.

Ogni volta che si vuole scommettere su qualcosa,chiunque può recarsi presso un centro SNAI e puntare su un risultato.

In matematica,ed in particolare in ricerca operativa, ci sono dei problemi che fanno leva sulla probabilità.

Questi sono i problemi di scelta in condizioni di incertezza con effetti immediati.  In tali problemi le conseguenze derivano dal verificarsi di eventi non dipendenti dalla volontà di chi decide.

I dati,quindi, non sono certi ma aleatori. Essi costituiscono una distribuzione di probabilità e sono incompatibili e complementari. (al verificarsi di uno,non se ne potranno verificare altri;la somma delle probabilità di tutti gli eventi è uguale a 1).
















Per risolvere tali problemi si adotta il criterio del valor medio. Per ogni alternativa si calcola il valor medio espresso dalla seguente relazione.


M=∑ ai  pi


Si sceglie l'alternativa con valor medio maggiore se si tratta di utili e ricavi; l'alternativa con valor medio minore se si tratta di costi. La scelta quindi dipende dalle probabilità assegnate agli eventi e se le valutazioni sono fatte secondo l'impostazione soggettiva,operatori diversi possono assegnare probabilità diverse e quindi operare scelte diverse. Il discorso della probabilità fa parte anche del gioco del lotto e delle varie lotterie nazionali.

In Italia il gioco del lotto è monopolio di Stato;sono vietate,oltre al lotto privato,anche le tombole e le lotterie,salvo apposita autorizzazione e pagamento di una ritenuta alla fonte a titolo d'imposta. Il monopolio del lotto è gestito dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.

Le scommesse si effettuano puntando,con un massimo di dieci numeri,sopra una o tutte le "ruote". L'imposta risulta dalla differenza fra ciò che lo Stato paga in caso di vincita e ciò che dovrebbe pagare in base alla probabilità matematica,dedotta una quota per le spese di amministrazione.

In tal modo lo stato viene a trattenere sulla vincita una percentuale che va dal 40% circa per l'estratto semplice e l'ambo,fino a un massimo del 98% per la cinquina.

Tutto questo,dalla pubblicità alle grandi multinazionali,per finire alle scommesse,fanno oramai parte del movimento che tutti conosciamo come "sport".

Dispiace dover prendere atto di come lo sport, inteso come pratica dell'attività sportiva anche a livello agonistico,abbia perso il significato magico e religioso che aveva un tempo,per acquistarne uno commerciale e spettacolare. Forse gli atleti veri ancora avvertono le stesse emozioni di quelli di un tempo,ma l'atmosfera e gli interessi che li circondano creano spesso tensioni,rivalità e angoscie che fanno completamente dimenticare l'importanza della partecipazione, più che del risultato,in un contesto mondiale festoso che ha lo scopo di unire e non di dividere!








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