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'Lo vedevamo correre (se la parola correre ha senso tolta dalla superficie terrestre e riferita a un mondo di sostegni irregolari a diverse altezze, con in mezzo il vuoto) e da un momento all'altro pareva che dovesse mancargli il piede e cadere, cosa che mai avvenne. Saltava, muoveva passi rapidissimi su di un ramo obliquo, s'appendeva e sollevava di scatto a un ramo superiore, e in quattro o cinque di questi precari zig zag era sparito.'
(Il barone rampante)
James Owens nacque in una piccola cittadina dell'Alabama nel 1913 da Henry e Emma Owens. Quando aveva 8 anni i suoi genitori decisero di trasferirsi a Cleveland in Ohio. Non avevano molto denaro e il padre sperava di trovare un lavoro migliore.
Quando arrivarono a Cleveland James fu iscritto a una scuola pubblica. Il primo giorno di lezione la maestra lo chiamò Jesse, da quel momento quello fu il suo nome.
Le cose a Cleveland non andavano bene come Henry e Emma avevano sperato e Jesse, nel tempo libero faceva diversi lavori: era fattorino per una drogheria e garzone presso un calzolaio.
Fu in questo periodo che il ragazzo scoprì che amava correre, questa sarebbe stata la svolta della sua vita.
A scuola incontrò Charles Riley, atleta e allenatore volontario della squadra di atletica dell'istituto. Riley cronometrò Owens in uno sprint e rimase folgorato dalla sua abilità. I due divennero amici.
Molti college e università tentarono di 'reclutare' Jesse, lui scelse la Ohio State University.
Gli Stati Uniti stavano ancora lottando contro la segregazione razziale nel 1933
e Owens fu costretto ad alcune difficili esperienze. Doveva vivere fuori dal campus con altri atleti afro-americani, quando viaggiava con la squadra era costretto a pranzare in ristoranti per soli neri. Una volta un hotel acconsentì ad ospitare gli atleti neri a patto che usassero la porta di servizio e le scale invece dell'ascensore. Poichè non ottenne nessuna borsa di studio, Jesse continuò a lavorare per pagarsi l'università. Nel 1935 , il 25 maggio, durante i campionati del Middle West, sbalordì l'intero paese.
In quello che lui definì "day of days', il giorno dei giorni, Jesse, che scende in pista all'ultimo momento perché reduce da un infortunio alla schiena, mise a segno un numero sorprendente di vittorie ed il tutto nel volgere di poche ore.
Prima nei 100, dove eguagliò il record mondiale, poi nel lungo dove con 8,13 fu il primo uomo nella storia a sfondare il limite degli 8 metri, quindi i 200 ed infine i 200 ostacoli.
Da queste premesse partì la sua avventura olimpica che lo consacrò alla storia come uno fra i più grandi atleti di tutti i tempi, esploso proprio ai Giochi che Hitler aveva strutturato come propaganda del Terzo Reich.
"Wir vollen bauen', noi vogliamo costruire, questo lo slogan dei berlinesi che misero in moto una macchina organizzativa senza precedenti.
L'XI Olimpiade venne allestita nel massimo sfarzo curando ogni minimo particolare. Il Reichsportfeld, il centro olimpico dove vengono situati gli impianti principali, sorgeva su un'area di 200 ettari dove spiccava l'Olympiastadion, un gioiello architettonico con una capienza di 100.000 posti, inoltre c'era lo stadio per il nuoto, l'arena per il pugilato ed il villaggio olimpico è composto da 150 edifici.
Con questa edizione dei giochi Hitler voleva dimostrare al mondo la superiorità della razza ariana.
Jesse aveva intenzioni diverse e alla fine molti tifosi tedeschi lo applaudirono.
Vinse i 100 metri (10.3'' record mondiale) , i 200 (20.7'' record olimpico) e il salto in lungo (8,06 m record olimpico). Fu anche l'uomo chiave della squadra di staffetta sui 400 metri (39.8'' record mondiale) che raggiunse la medaglia d'oro.
Per la 1' volta un americano vinse 4 ori alle olimpiadi in un solo giorno.
'Amo correre, è una cosa che puoi fare contando sulle sole tue forze. Sui tuoi piedi e sul coraggio dei tuoi polmoni.'
Per poter permettere una vita migliore alla sua famiglia, che nonostante i successi continuava a essere povera, Owens iniziò a correre nel circuito. Divenne molto popolare e fu premiato nel 1976 dal presidente Ford con la Medaglia dell'Amicizia. Morì di cancro nel 1980.
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