Moneta,
banche commerciali, moltiplicatore dei depositi e banca centrale
La moneta, insieme alla politica fiscale,
è un'importante determinante della produzione, della disoccupazione e
dell'inflazione in un moderno sistema economico. La moneta influenza il sistema
economico in tre tappe logiche:
- le
variazioni dell'offerta di moneta influenzano i tassi di interesse,
l'ammontare e i termini del credito;
- i tassi di
interesse e le condizioni del credito influenzano le voci della spesa che
sono sensibili al tasso di interesse;
- le
variazioni della domanda aggregata determinano variazioni della produzione
e dei prezzi di equilibrio.
Le banche sono imprese commerciali
presenti negli affari per ottenere profitti per i loro proprietari.
Un'importante funzione delle banche è quella di fornire conti correnti ai loro
clienti. Le banche moderne si sono evolute gradualmente dalle antiche botteghe
di orafo in cui venivano custoditi denaro e preziosi. Alla fine divenne pratica
generale detenere riserve inferiori al 100% a fronte dei depositi, il resto
venendo investito in titoli e prestiti per produrre interessi: nacque così il
sistema bancario con riserve parziali. Se le banche detenessero il 100% di
riserve in contanti a fronte di tutti i depositi, non ci sarebbe alcuna
creazione multipla di moneta quando venissero immesse nel sistema nuove riserve
ad alto potenziale da parte della banca centrale. Ci sarebbe soltanto lo
scambio, nel rapporto di 1 a
1, di un tipo di moneta con un altro tipo di moneta. Le banche moderne sono
obbligate, dalla banca centrale, a detenere riserve legali sui loro depositi a
vista, secondo l'ammontare dei depositi stessi. Le riserve possono essere
detenute in denaro liquido o in depositi infruttiferi presso la banca centrale.
Ogni piccola banca ha una capacità limitata di espandere i propri prestiti e
investimenti: non può prestare o investire più di quanto ha ricevuto dai depositanti;
ammettendo a titolo di esempio una riserva obbligatoria del 10%, può prestare
soltanto circa nove decimi del ricevuto. Però, mentre nessuna banca da sola può
espandere le proprie riserve nel rapporto di 10 a 1, il sistema bancario
nel suo complesso può farlo. La prima banca individuale che riceve un nuovo
milione di lire di depositi spende in prestiti e investimenti i nove decimi del
contante che ha appena acquisito. Ciò fornisce ad un secondo gruppo di banche i
nove decimi di un milione di lire in nuovi depositi. Le seconde banche a loro
volta mantengono un decimo di riserve e spendono il resto e così via. I limiti
dell'espansione dei depositi saranno raggiunti soltanto quando ogni lira delle
nuove riserve conservate nel sistema bancario finirà con il sostenere 10 lire
di depositi in qualche banca del sistema. A questo punto il sistema ha
raggiunto il tetto degli impieghi e non può creare altri depositi finché non
riceve altre riserve. Il rapporto di 10 a 1 tra l'aumentata moneta bancaria e le
aumentate riserve è detto moltiplicatore dell'offerta di moneta.
La banca centrale è una "banca delle
banche". Ha la funzione di controllare l'ammontare delle riserve bancarie,
determinando così l'offerta di moneta della nazione. Se la banca centrale
volesse rallentare il sistema economico, la successione di cinque tappe si
svolgerebbe così:
- la banca
centrale contrae le riserve bancarie;
- ciò
determina contrazioni multiple del totale dei depositi che fanno parte di
M (moneta);
- ciò fa
salire i tassi di interesse, rende il credito difficile da ottenere e
riduce il valore di mercato della ricchezza;
- tutto ciò
deprime la spesa in investimenti pubblici e privati;
- ciò infine,
dopo una diminuzione moltiplicata della domanda aggregata, frena la
produzione e i prezzi.
I principali strumenti della politica
della banca centrale sono i seguenti:
- operazioni
sul mercato aperto;
- il tasso di
sconto sui finanziamenti alle aziende di credito;
- gli obblighi
di riserva.
Usando questi tre strumenti, la banca
centrale può raggiungere obiettivi intermedi: il livello delle riserve
bancarie, i tassi di interesse di mercato e l'offerta di moneta. Tutte queste
operazioni sono rivolte verso gli obiettivi finali della politica monetaria,
per raggiungere (nella massima misura possibile) una bassa inflazione, una
bassa disoccupazione e una rapida crescita del PNL reale.
Il più importante strumento della
politica monetaria è costituito dalle operazioni di mercato aperto. La vendita,
da parte della banca centrale, di titoli pubblici nel mercato aperto riduce le
attività e le passività della banca centrale stessa, riducendo così le riserve
delle banche commerciali. Ciò ha l'effetto di ridurre la base di riserve delle
banche per i depositi. La gente alla fine si ritrova con meno M e più titoli
pubblici. Gli acquisti di mercato aperto hanno l'effetto opposto, espandendo in
definitiva M mediante un aumento delle riserve delle banche.