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Le dimensioni del fenomeno
Dopo sette anni dal lancio dell'idea, la crescita del numero di aziende che
aderiscono all'Economia di Comunione è
stata costante, nonostante alcune imprese non abbiano confermato la loro
adesione. Questa "instabilità" aziendale, che nel 1993 era del 21% e nel 1994
era del 14%, è probabilmente dovuta in parte ad una mancanza d'informazioni ed
in parte al fatto che non erano vere aziende ma iniziative produttive
temporanee .
La distribuzione geografica delle imprese che aderiscono al progetto mostra una progressiva diffusione in tutti i continenti.
Nell'Europa occidentale e nell'America latina si conta il maggior numero d'aziende.
La concentrazione a livello geografico del fenomeno è dovuta in primo luogo al fatto che la maggior parte degli imprenditori che hanno aderito al progetto sono quelli che già conoscevano l'Ideale alla base dell'Economia di Comunione ed in conseguenza di ciò le iniziative sono più concentrate dove il Movimento è più diffuso.
In secondo luogo lo sviluppo del progetto in due realtà completamente diverse, come quella europea e quella latino americana, ci dice che questo può essere una risposta valida sia per le esigenze di un'economia matura (come il miglioramento dei rapporti umani nell'ambiente di lavoro, della qualità dei prodotti offerti e l'impegno ad assumere una maggiore responsabilità sociale) sia per quelle di un'economia meno evoluta dove c'è alta disoccupazione e povertà diffusa che spesso è accompagnata dal forte degrado morale.
A livello settoriale possiamo notare che l'area nella quale si concentrano di più le attività è quella dei servizi con 300 imprese, seguono poi le attività industriali ed in fine quelle commerciali.
In fine per
quanto riguarda la devoluzione degli utili per le finalità del progetto si
rileva che le imprese i cui soci hanno messo a disposizione parte dei loro
utili sono state, nel 1993, 84, nel
1994, 155, nel 1995, 200 ed in fine nel 1996, 300. Questi dati devono essere
letti tenendo in considerazione il fatto che molte imprese aderenti al progetto
sono di recente costituzione e che altre hanno creato nuovi posti di lavoro
o hanno effettuato trasferimenti di
know-how a favore di nuove attività.
Gli azionisti che hanno condiviso mediamente più utili sono stati quelli che operano nei paesi in via di sviluppo e questo forse perché il problema sociale è vissuto più da vicino.
Alcune realizzazioni particolari
L'idea iniziale di costituire dei poli industriali come perni sui quali far ruotare le altre iniziative ha trovato concreta attuazione nelle cittadelle del Movimento in Brasile ed in Argentina. In Brasile le industrie operanti sono già tre: la Tunica, che opera nel settore dell'abbigliamento, la Rotogine, che fabbrica grandi manufatti di plastica ed infine la Ecoar che produce detergenti per ospedali. Il polo viene gestito dalla ESPRI s.p.a. che ha un capitale sociale di 900.000 dollari sottoscritto da 1800 soci per la maggior parte piccoli azionisti. Tra questi vi sono anche abitanti delle favelas che si sono adoperati nella realizzazione di microiniziative per raccogliere i cinque dollari necessari per acquistare un'azione.
A Solingen, in Germania, è nata la "Società per la Promozione di Economia di Comunione" (la Solidar Capital) che ha come scopo quello di agevolare la fondazione di nuove aziende, in particolare nei paesi in via di sviluppo e dell'Europa orientale, mettendo a loro disposizione prestiti ad interessi molto contenuti, consulenza ed aiuto concreto nella fase della costituzione e dell'avvio. La società ha 17 soci con un capitale sociale di DM 191000.
A Milano è stata creata la "Commissione dell'Economia di Comunione" al fine di assistere le 41 aziende che aderiscono al progetto nel territorio. La commissione attualmente è composta da 13 persone tra cui due commercialisti, un esperto finanziario, alcuni imprenditori (industriali ed agricoli) ed uno studente. E' stato costituito un gruppo di lavoro che con alcune imprese sta tentando di definire il "bilancio sociale o ideale" dell'azienda. Questo bilancio dovrebbe leggere la vita aziendale alla luce dei criteri dell'Economia di Comunione in una visione più globale, che tenga cioè conto non solo della ripartizione degli utili ma anche dell'armonia dell'ambiente di lavoro, della cura dei collaboratori, della capacità di favorire la crescita del personale. Tale bilancio deve inoltre essere il risultato di una profonda comunione con gli imprenditori interessati.
Iniziative attorno il progetto
Lo spirito insito nell'iniziativa, quello cioè di voler crescere e sviluppare insieme, viene promosso non solo all'interno dell'impresa ma anche tra gli imprenditori che al progetto aderiscono. Concretamente questo è reso possibile dai numerosi incontri e congressi che a tale scopo vengono organizzati.
Il primo incontro tra imprenditori si è tenuto nel 1993 a Castelgandolfo,
con la collaborazione del Bureau internazionale di Economia e Lavoro, vi hanno partecipato 200 persone di tutto il mondo tra imprenditori ed esperti di economia.
Altri incontri sono poi seguiti nelle diverse parti del mondo, il 30 e 31 marzo del 1996, ad esempio, si sono svolti contemporaneamente due incontri, uno ad Ottmaring, in Germania, e l'altro nella cittadella Luminosa, a New York, dove l'associazione d'imprenditori "Società Nuova" è diventata una realtà giuridica insieme al notiziario EOS (Economy of Sharing) NEWSLETTER che viene da questi prodotto.
In Germania il programma prevedeva la condivisione di esperienze degli imprenditori di Economia di Comunione, una serie di relazioni sulla situazione politica, economica ed ambientale mondiale ed, in fine, sulla "economia sociale" che è alla base del sistema economico del paese.
A Milano gli imprenditore delle aziende di Economia di Comunione hanno invitato i propri dipendenti ad un pomeriggio di dialogo e di vita assieme.
Per poter poi diffondere l'Idea sono stati promossi dei congressi. In Italia il 13 aprile del 96 si è svolto a Piacenza, presso l'Aula Magna della Università Cattolica, il Convegno "Per una diversa dimensione dell'economia -L'esperienza "Economia di Comunione" .
In Colombia, a Medellin, si è tenuto lo scorso anno il secondo congresso sul "management sostenibile" promosso dall'università di Antiquia. I tre punti essenziali proposti, gli stessi ravvisati dall'ONU come proseguimento della conferenza di Rio sull'ambiente, sono stati: sradicare la povertà, cambiare il comportamento dei consumatori, cambiare i metodi di produzione. L'esperienza Economia di Comunione è stata una fonte di ispirazione teorica ed un modello applicativo a livello aziendale.
Infine l'ultimo incontro mondiale si è tenuto nel marzo del 1997 a Castelgandolfo con oltre 300 partecipanti. Il convegno su "economia di comunione" è stato preceduto da due giorni di seminario con una quarantina di esperti. A conclusione dell'incontro imprenditori di tutto il mondo hanno tracciato le linee per condurre un'impresa.
I dati riportati in questo capitolo sono tratti da i numeri 1, 2, 3 e 4 del Notiziario di Economia di Comunione, Città Nuova Editrice, Roma e da fonti interne del Movimento dei Focolari.
Per la formulazione di tale bilancio si fa riferimento alle linee per condurre un'impresa riportate nel cap. 4.
Il convegno ha avuto l'ospitalità dell'università Cattolica, espressa dal Prof. Michele Colasanto, docente di sociologia, ed è stato assunto in prima persona dal Prof. Giacomo Vaciago, docente di politica economica della stessa università e sindaco di Piacenza. Il Prof. Zamagni, docente di economia politica e preside di Economia dell'università di Bologna , è intervenuto traendo le conclusioni del convegno. Il progetto è stato introdotto al Prof. Benedetto Gui, docente di economia politica all'università di Venezia ed Alberto Ferrucci, imprenditore.
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