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Questo processo d'industrializzazione, quindi, ha completamente trasformato il mondo in cui viviamo. Tale rivoluzione, avvenuta in un periodo che abbraccia circa due secoli di storia, è stata vissuta in modi assai diversi.
Nel corso del XIX secolo la nascita del sistema di fabbrica sollevò, insieme a grandi speranze, anche forti elementi di preoccupazione circa le ricadute sociali di un fenomeno apparentemente incontrollabile.
Al volgere del secolo il potenziamento dei settori economici, le nuove forme d'organizzazione produttiva, la lotta per la spartizione del mercato mondiale, posero nuovi problemi e suscitarono forti tensioni, che trovarono diversa espressione nelle realtà sociali e culturali dei differenti paesi, sottoposte a ritmi evoluti accelerati.
Questa fase d'espansione, che vide un forte interesse d'artisti e letterati per il mondo dell'industria, fu seguita da un decennio di crisi, al termine del quale la società industriale parve nuovamente trasformata, tanto da spingere numerosi intellettuali, letterati e artisti ad elaborare il concetto di società post-industriale.
Nei borghi industriali che crescevano a dismisura in un caotico ammucchiarsi di miserabili tuguri dominati dalle ciminiere fumanti delle fabbriche, pullulava un'umanità che nessuno aveva in passato mai visto.
Scomparsa la figura dell'artigiano che dalla materia prima con la sua abilità da vita ad un prodotto finito, quest'umanità operaia che lavorava alle macchine con gesti ripetitivi, senza neanche il gusto di costruire veramente qualcosa, appariva agli occhi degli osservatori più attenti come una realtà mostruosa, priva come sembrava d'ogni relazione con la società del passato e forse incapace di costruire qualcosa di vero e d'umano per l'avvenire.
Molti operai delle industrie inglesi attribuivano tutti questi mali all'uso delle macchine e agli inizi del secolo XIX pensavano semplicisticamente che fosse necessario distruggere le macchine stesse per eliminare i gravi inconvenienti che li affliggevano.
Nacque allora un movimento clandestino, il cosiddetto luddismo, il quale affermava e praticava l'idea che bisognasse distruggere le macchine.
Il governo conservatore inglese, allora, giunse a stabilire la pena di morte per coloro che avessero volutamente danneggiato le macchine, e la repressione giunse di conseguenza, a forme molto pesanti.
Naturalmente il luddismo non poteva affermarsi, perché si trattava di una rozza reazione anarcoide, priva di sbocco politico; tuttavia il disagio sociale degli operai inglesi suscitò la solidarietà e i consensi d'alcuni settori dell'opinione pubblica più sensibile, e dopo il 1822, i giovani inglesi si dimostreranno più attenti ai problemi sociali e daranno l'avvio, ad una serie di riforme che molto lentamente renderanno un po' meno penose le condizioni dei ceti operai.
In conclusione, la rivoluzione, all'inizio del Novecento, a trasformato radicalmente l'etica della città, niente è più come prima: parole in libertà in letteratura; sferragliare di tram e non più di zoccoli per le strade; nuovi concetti di tempo e di spazio; un nuovo mondo, totalmente sconosciuto seppure così vicino - l'inconscio- a porre dubbi su cosa sia realmente l'uomo; il gesto creativo dell'artigiano sostituito dall'ossessiva ripetitività della catena di montaggio.
Tra le più importanti scoperte tecnologiche rinveniamo:
Fu realizzata a Londra la prima metropolitana, di 6,5 Km: era servita di motrici a vapore che scaricavano nella cassa d'acqua della caldaia il fumo per ridurre al minimo l'inquinamento in galleria.
George Brayton ideò un ciclo nel quale l'aspirazione-compressione della miscela avveniva fuori del cilindro motore. Egli realizzò un motore a scoppio alimentato da kerosene polverizzato da un getto d'aria.
L. Gauland inventa il trasformatore, con il quale fu possibile costruire grandi centrali elettriche al di fuori dei centri abitati e trasmettere a notevole distanza energia elettrica ad alta tensione.
L'italiano G. Pullino realizzò un nuovo tipo di sommergibile, il Delfino, con propulsione elettrica, primo mezzo subacqueo munito di periscopio, bussola giroscopica per navigare sott'acqua e tubo lanciasiluri. Valendosi di quest'esperienza, nel 1895, Holland realizzò il Plunger, dotato di corazzatura di 10 cm, armato di tubi lanciasiluri e un cannone a tiro rapido; era propulso da due macchine a vapore per la navigazione in superficie e da motori elettrici per i trasporti marittimi subacquei. Il Gymnote, il Delfino e il Plunger, per le loro caratteristiche, aprirono la strada ai primi veri sommergibili del XX sec..
La Dunlop produce il primo pneumatico di serie per gli autoveicoli.
La prima automobile, un veicolo a benzina a tre ruote, era stata costruita nel 1885 dall'ingegnere tedesco Karl Benz, la cui fabbrica, nel 1899, produceva duemila esemplari d'auto l'anno.
Fu applicato il motore a palloni rigidi a forma di siluro e in Germania nacquero i Dirigibili Zeppelin. Il primo dirigibile a struttura rigida si levò in volo sul lago di Costanza, segnando l'inizio di una nuova era.
I fratelli Wright fecero volare un biplano con motore a scoppio all'altezza di 3m per un tratto di 260m.
A. Lumière inizia la produzione delle lastre per le prime fotografie a colori; i primi fotocolor saranno commercializzati solo nel 1936, dalla Kodak, società che mise in commercio la prima macchina fotografica con una pellicola in celluloide.
Ci furono due importanti scoperte, il cinematografo inventato dai fratelli Lumièr, il "telegrafo senza fili" cioè la radio frutto del lavoro di un geniale italiano, Guglielmo Marconi.
Il fisico americano C. Carlson realizzò la prima fotocopiatrice.
In Italia e Inghilterra furono realizzati i primi apparecchi radiolocalizzatori, qualche anno più tardi detti radar (sigla di Radio Dectecting and Ranging).
Fu fabbricata negli U.S.A. la prima bomba atomica, usata per annientare centinaia di migliaia d'esseri umani a Nagasaki e Hiroshima, in Giappone.
Fu progettato da J. Eckert e J. Mauchly il primo calcolatore elettronico E.N.I.A.C., capostipite delle macchine che avrebbero rivoluzionato l'economia e la società degli anni successivi.
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