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La globalizzazione e i paesi emergenti: il G8 diventerà presto il G20
La Cina è l'esempio più eclatante di una globalizzazione che in pochi decenni sta trasformato le economie di paesi poveri come l'India, il Brasile o dei paesi dell'Est asiatico: Indonesia, Malesia, Vietnam ecc., da economie colonizzate al servizio delle grandi multinazionali occidentali e giapponesi, ad aggressive economie nazionali sempre più orientate verso strategie di espansione globale.
L'avvento delle nuove tecnologie informatiche, dei moderni sistemi di comunicazione e di Internet, ha enormemente facilitato lo scambio e la diffusione delle informazioni, mettendo a disposizione di tutta l'umanità l'immenso bagaglio di conoscenze scientifiche e tecniche che hanno permesso lo sviluppo industriale dell'ultimo secolo.
Le moderne tecnologie insieme a lungimiranti politiche dell'istruzione, specialmente tecnico scientifica, hanno permesso a paesi come l'India, ad esempio, di assumere un ruolo da leader nel campo dell'industria informatica. E' nota, infatti, la grande preparazione degli ingegneri informatici indiani, dapprima emigrati negli USA al servizio Microsoft, Oracle, IBM ecc. e successivamente ritornati nella madrepatria al servizio delle aziende del proprio paese.
Così come la Cina anche l'India diventerà ben presto protagonista dell'economia mondiale. Lo testimonia la sua giovane industria in rapidissima espansione ed alcune delle sue grandi imprese che hanno già assunto dimensioni planetarie, come ad esempio l'impero Tata, noto costruttore di automobili. La Tata Consultancy Services ha laboratori di design ultramoderni che sfornano progetti per conto di Toyota, Honda, Ford, spaziando dall'aeronautica allo sviluppo software.
E' stato da poco coniato il nome CINDIA, che non indica solo l'aggregato di Cina e India ma per alcuni sarà il nuovo centro del mondo dove si deciderà il futuro dell'umanità.
Conclusione:
quale futuro per l'industria occidentale?
L'industria occidentale, una volta ispiratrice e modello per i paesi emergenti, si sente improvvisamente impreparata ad affrontare la sfida che questi stanno combattendo per il predominio economico mondiale.
I moderni sistemi di comunicazione e di interscambio di informazioni, resi possibili da una informatizzazione ormai globalizzata, hanno consentito una straordinaria diffusione del sapere, permettendo a chiunque di cogliere opportunità sconosciute fino a pochi anni fa.
Tutto ciò ha contribuito ad imprimere un grande dinamismo all'evoluzione industriale in termini di nuove tecnologie, nuovi prodotti, e competitività. Salvo rari casi, Microsoft per esempio, nessun produttore di beni o servizi, può realmente pensare di godere di una posizione predominante sul mercato in virtù di una sua particolare supremazia tecnologica.
Se fino a qualche anno fa questo poteva verificarsi, oggi "l'effetto novità" si esaurisce forse ancor prima del ritorno degli investimenti, costringendo le società a proporre continuamente nuovi prodotti, individuare nuove strategie commerciali supportate da costosissime campagne di comunicazione (marketing e pubblicità).
Sono noti casi come quelli di Gillette, che propone continuamente nuovi modelli di rasoi, o della rete di abbigliamento Zara, che ha fatto del rinnovamento continuo (settimanale) delle sue collezioni la chiave del suo indiscusso successo internazionale.
E' il caso di riflettere sul concetto che chi non cambia soccombe. L'esperienza e la cultura industriale in generale, devono aiutare l'occidente a non ripetere gli stessi errori del passato, favorendo, attraverso il miglioramento continuo i processi di trasformazione.
Quali spazi rimangono allora ad un'industria, quella occidentale, il cui modello di sviluppo segna il passo rispetto al dirompente dinamismo dei paesi emergenti?
E' necessario che l'Occidente scateni una nuova rivoluzione Industriale, dove rinasca lo spirito pionieristico che determinò l'evoluzione industriale del novecento, dove la ricerca ossessiva di un'intuizione, di un'idea o di un'innovazione, diano quella spinta per cambiare di nuovo il mondo.
Linea di
montaggio Dongfeng Motor Company LtD (Cina)
Produzione
nuova Porsche Panamera. Stabilimento
di Lipsia (Germania)
Bibliografia
J.P. Womack-D.T.Jones-D.Roods, La macchina che ha cambiato il mondo
Zygmunt Bauman, Modernità e Olocausto
Yeffrey K. Liker, The Toyota Way
Federico Rampini, L'impero di Cindia
Federico Rampini, Le dieci cose che non saranno più le stesse
Thomas L. Friedman, Le radici del futuro
Jeremy Rifkin, L'era dell'accesso
Michael Lewis, The New New Thing
Ronald Gibson, Ripensare il futuro
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