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Il Supermercato
Fin da piccolo sono sempre stato particolarmente
attratto dai supermercati: in questi luoghi, mi conducevano i miei genitori,
nel loro giro settimanale di spesa e per me rappresentavano il mondo delle
favole: luci, colori, corridoi dove poter correre liberamente, carrelli ricolmi
di scatole e merci più svariate, scale mobili, reparto giocattoli; tutto era
esaltante e sognavo ad occhi aperti. Ormai grande questi stessi luoghi
continuano ancora a colpirmi tanto che un domani sarei felice di farne parte
magari come direttore, manager della GDO, etc Ecco perché presento come
Tesina questo argomento e con essa cercherò di evidenziare gli insiemi che
danno luogo al supermercato.
La grande
distribuzione organizzata (abbreviata dagli addetti ai lavori in GDO)
rappresenta l'insieme di grandi gruppi (in alcuni casi multinazionali) operanti
nel settore della distribuzione al dettaglio e molte strutture distribuite sia
sul territorio nazionale che internazionale o addirittura mondiale.
I punti vendita vengono generalmente classificati dalla GDO in base alla loro
dimensione adibita ad area di vendita vera e propria cioè senza calcolare
eventuali gallerie commerciali, parcheggi, aree di ristoro e divertimento, ecc.
e in base alla profondità dell'assortimento. I canali di vendita
della grande distribuzione sono i seguenti:
Il Ministero dell'Industria definisce
il supermercato come: "un esercizio di vendita al dettaglio operante
nel campo alimentare organizzato prevalentemente a libero servizio e con
pagamento all'uscita, che dispone di una superficie di vendita superiore a 400
mq e di un vasto assortimento di prodotti di largo consumo ed in
massima parte preconfezionati nonché, eventualmente, di articoli non alimentari
di uso domestico corrente". Il primo supermercato venne aperto a New York nel
1930 e si e in Italia ebbe notevole sviluppo negli anni '60. Ha una
collocazione urbana e solitamente dispone di un parcheggio annesso. La formula
ha subito parecchie evoluzioni e, strada facendo, ha trovato risposte
differenti per ogni area di attrazione. Ecco un grafico riportante la
distribuzione dei 9742 supermercati presenti in Italia:
BIOLOGIA: Il sensorial marketing
I nostri supermercati sono pieni di
prodotti di qualsiasi genere: per lo stesso tipo di articolo esistono
più aziende produttrici in concorrenza tra loro. Le aziende quindi
devono distinguere il proprio prodotto per poterlo vendere. La qualità
della merce, la qualità del servizio, sono tuttora fattori qualitativi
indispensabili, ma sono valutati alla stregua di prerequisti
perchè il progetto globale é: 'l'intrattenimento e la spettacolarizzazione
della merce'. Questo abbaglia tutti i sensi del consumatore,
riesce a stimolarne la mente, a toccarne il cuore, e procura reazioni
coinvolgenti. L'obiettivo è dar vita ad un evento memorabile che
impegni globalmente gli individui nell'atto stesso del consumo.
Riuscire a creare la giusta atmosfera permette ad un'azienda non solo di
contraddistinguersi, ma addirittura di brillare di una luce così forte da
riverberare polvere di stelle anche sui suoi prodotti.
Una campagna pubblicitaria è pensata
e progettata per far leva sui nostri desideri inconsci, sulle memorie
d'infanzia, sui pensieri più reconditi di ciascun consumatore. Le
scelte di un consumatore non sono mai totalmente razionali, perchè dipendono da
quell'area celebrale: 'l'emisfero destro' che domina
il ragionamento irrazionale. Recenti studi neuro-scientifici hanno dimostrato
che, mentre l'emisfero sinistro è quello che gestisce le azioni razionali,
quello destro fa invece riferimento ai comportamenti irrazionali: ed è proprio
da esso che scaturiscono comportamenti dettati dall'istinto.
Facendo leva su specifiche percezioni sensoriali, le aziende
sono in grado di attivare nel consumatore riflessi, comportamenti, azioni che
lo inducono ad acquistare, guidati dal ricordo di una sensazione piacevole che,
la pubblicità, attraverso le sue immagini e le sue parole, ha indotto nel suo
cervello. Questo è studiato e racchiuso nella branca del 'marketing
sensoriale' (sensorial marketing).
Il sistema dei colori come sistema di differenzazione servono a marche e prodotti per identificarsi e distinguersi meglio. Gli studiosi hanno individuato per ogni colore i sentimenti che suscitano alla loro vista:
Rosso e arancione: effetto stimolante ed eccitante.
Ecco gli esempi di applicazione del sensorial marketing ad alcuni prodotti
molto diffusi nei nostri supermercati.
Le chances di essere intercettati e
riconosciuti dall'occhio sempre più distratto del consumatore crescono nella
misura in cui si assume un colore inedito per il proprio settore merceologico.
Nell' espositore assiepato di patatine, pop corn e simili, tra colori
fluorescenti e argentature, i prodotti San Carlo spiccano oggi immediatamente
per assoluta sobrietà cromatica: il sacchetto è bianco, mostra solo
l'immagine del prodotto scontornata e il brand name. Quasi virginali,
'pure' patatine, è praticamente impossibile non notarle.
Quanto ha lavorato il 'blu
Barilla' alla costruzione dell'idea di marca affidabile, seria,
professionale? Distintività e prestigio: su questi due aspetti
aveva giocato, non a caso, la campagna pubblicitaria intitolata appunto
'Blu' (soundtrack: Volare) negli anni '90, in uno dei momenti più bui
nella storia delle marche. Il blu del packaging diventava in quegli spot
addirittura il key benefit del prodotto Barilla: non
una pasta buona, ovvero che tiene il sugo e, soprattutto, che non
scuoce (a differenza della pasta dei discount) ma la pasta
'blu', 'quella' e non un'altra, con tutta la sua illustre
tradizione e la sua rispettabilità da 'doppio petto'. Non
funzionò: troppo astratto e sofisticato rispetto al realismo
consumerista del decennio. Barilla decise di passare a un pragmatico
confronto tra un piatto di spaghetti ammassati e sfatti e uno di spaghetti
guizzanti e al dente (Barilla ovviamente), trasposizione quasi
letterale del celeberrimo 'questo detersivo lava più bianco' e fece
centro.
La scelta cromatica per alcuni
settori non è mai totalmente libera, in quanto il nostro occhio da consumatori
si è abituato a certi colori: il mondo della cioccolata è
certamente più rosso che verde o viola, quello dei detersivi
più azzurro e bianco che arancio e giallo.
Sono queste le nuove frontiere del marketing dei colori, sempre più allusivo e intangibile rispetto ai prodotti, sempre più incuneato nei meandri psichici del soggetto-consumatore, fino a pornograficamente sfiorare - senza alcun pudore, senza nessuna mediazione - il suo fondo pulsionale più nascosto, la sua natura perversa e polimorfa.
L'occhio
è l'organo esterno della vista. L'apparato visivo è un'organo assai complesso e
di straordinaria importanza perché rappresenta il principale mezzo di
conoscenza del mondo esterno. E' costituito da diverse strutture: la
cornea è la membrana esterna trasparente che ricopre la parte anteriore; al di
sotto di essa si trova l'iride, un muscolo circolare colorato,
al centro del quale c'è un foro chiamato pupilla. L'iride può
dilatarsi o contrarsi secondo l'intensità luminosa, regolando in questo modo la
quantità di luce che entra nell'occhio. Dietro l'iride si trova una lente, il cristallino
che, grazie alla contrazione dei muscoli ciliari, può variare la sua curvatura
permettendo la messa a fuoco delle immagini.
Posteriormente al cristallino ci sono l'umor vitreo, una
sostanza gelatinosa trasparente che riempie la parete centrale dell'occhio, e
tre membrane: la retina, la coroide e la schelorotica.
La retina è formata da tre strati di
cellule, il primo dei quali è costituito da fotocettori che catturano l'energia
luminosa: queste cellule sono i coni e i bastoncelli.
I bastoncelli sono responsabili della visione notturna, i coni della
visione a colori. I bastoncelli non hanno un potere di risoluzione
elevato (la quantità di dettagli che si riesce a vedere) quanto quello dei
coni, ma sono sensibili anche alla luce fioca.
Come si vede nella figura, il secondo strato della retina è formato da cellule
bipolari di associazione, che si connettono da una parte ai
fotocettori e dall'altra alla cellule gangliari, le quali
costituiscono il terzo strato; gli assoni di queste cellule si riuniscono poi
in un fascio che esce dal globo oculare formando il nervo ottico.
Quando la luce viene catturata dalle cellule fotorecettrici, in esse si avvia
una serie di reazioni che fa cambiare la loro polarità di
membrana; il cambiamento influenza la liberazione di
neurotrasmettitori a livello delle sinapsi delle cellule bipolari. La
liberazione di neurotrasmettitori in corrispondenza di queste sinapsi causa, a
sua volta, un cambiamento nella polarità di membrana delle cellule bipolari
stesse e influenza la liberazione, da parte di esse, di neurotrasmettitori a
livello delle sinapsi con le cellule gangliari.
La retina contiene circa 125
milioni di fotocettori, mentre il nervo ottico contiene circa un
milioni di assoni di cellule gangliari, con un rapporto di 125 a 1.
Questa riduzione riguarda soprattutto i bastoncelli. L'area della retina in cui
si forma l'immagine più nitida è nota come fovea. Nella fovea
i fotocettori sono costituiti interamente da coni strettamente
ammassati. Quest'ultimi formano connessioni uno ad uno con le cellule bipolari
e le cellule gangliari; ciò fornisce una maggiore nitidezza
all'immagine.
CHIMICA: gli imballaggi
Per imballaggio si intende il
prodotto, composto di materiali di qualsiasi natura, adibito a
contenere e proteggere determinate merci, dalle materie prime ai prodotti
finiti, a consentire la loro manipolazione e la loro consegna dal
produttore al consumatore o all'utilizzatore, e ad assicurare la loro
presentazione, nonché gli articoli a perdere usati allo stesso scopo
(Decreto Legislativo 22/97, art. 35, lett. a). L'imballaggio deve rispettare
una serie di obiettivi quali: proteggere la merce, evitare furti, essere
economico, e rispettare un equilibrio tra le sue prestazioni e il suo costo,
sia dal punto di vista del materiale impiegato, sia del tempo impiegato per
realizzare l'operazione di imballaggio. Dal punto di vista ecologico è
importante che per gli imballaggi vengano usati materiali facilmente
riciclabili e nella minor quantità possibile.
Necessità |
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Inconvenienti |
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Prospettive |
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Gli imballaggi sono utilissimi
per la conservazione degli alimenti. Conservare il cibo è una
necessità che ha accompagnato l'uomo lungo tutto il corso della storia. Ai più
antichi metodi di salatura ed essiccatura, se ne sono aggiunti altri: uso di
sostanze come il grasso o lo zucchero, utili a ostacolare lo sviluppo di funghi
e batteri decomponenti. I primi esperimenti di sterilizzazione, usati dalla
seconda metà del Settecento, dettero importanza all'uso dei contenitori per
conservare i cibi. Il packaging diventò importante anche per il
trasporto di prodotti alimentari verso mete lontane: dall'iniziale
vetro si passò al metallo ferroso stagnato, meno fragile e più adatto al
trasporto e allo stoccaggio,poi all'alluminio più leggero, e che ha dato vita
ad un nuovo importante settore della produzione industriale.
Oggi si sviluppano tecnologie sempre
più innovative: il cosiddetto 'packaging attivo'
prevede l'inserimento all'interno delle confezioni di piccoli
"accessori" contenenti assorbitori (di gas o umidità) o emanatori
(di gas, come ossigeno, anidride carbonica o etanolo) che interagiscono
attivamente e continuamente con l'atmosfera interna della confezione o
con il prodotto stesso, prolungandone la conservabilità.
Esistono materiali in grado di assorbire il vapore acqueo presente sottoforma
di goccioline all'interno delle confezioni, materiali che emettono anidride
carbonica o sostanze gassose che hanno utili effetti nel contenimento dello
sviluppo microbico, composti che assorbono l'etilene che frutta e verdura
emettono con i processi di respirazione cellulare durante la conservazione. L' igiene,
il mantenimento e la sterilità dei prodotti rappresentano gli effetti
dovuti all'uso degli imballaggi.
Oggi gli imballaggi incidono fino al 30%
sul prezzo industriale di vendita degli alimenti, pesando sulle tasche
degli acquirenti piu' del prodotto in essi contenuto. I pacchi con i quali sono
confezionati i prodotti della spesa generano complessivamente 12 milioni di
tonnellate di rifiuti, il 40% della spazzatura che si produce ogni anno
in Italia. L'agro-alimentare, con oltre i 2/3 del totale, è il maggior
responsabile della produzione di rifiuti da imballaggio.
Nell'alimentare spesso il
costo economico dell'imballaggio supera quello del prodotto in esso
contenuto.
Esempi sono i fagioli in scatola dove l'imballaggio incide per il 26% sul
prezzo industriale di vendita, mentre per la passata di pomodoro in bottiglia
da 700gr si arriva al 25%, per il succo di frutta in brick al 20% e per il
latte in bottiglia di plastica sopra il 10%.
Il costo energetico risulta ancora
più alto di quello economico.
Negli Stati Uniti è stato fatto uno studio su un barattolo di mais del peso di
455gr: si è tentato di capire qual è il costo energetico che ogni singolo
componente del barattolo ha assorbito. Il mais come tale ha assorbito 450Kcal
nella fase agricola, 316 nella fase industriale. L'imballaggio del
barattolo di mais incide per 1006Kcal quindi un terzo di tutta
l'energia impiegata nella produzione del barattolo di mais è dedicata
all'imballaggio.
Altro esempio è l'imballaggio in
plastica utilizzato per la vendita di una manciata di prezzemolo tritato o 500
grammi di pomodori: per produrre un chilo di plastica si consumano 17
chili e mezzo di acqua, un po' di petrolio, una
spruzzata di zolfo, una di monossido di carbonio
e 2 chili e mezzo di anidride carbonica, che fa crescere
'l'effetto serra'. Ma ancora prima dobbiamo calcolare i costi di
estrazione del petrolio, il trasporto in raffineria, le varie lavorazioni in
fabbriche diverse ed il trasporto per ogni fase. Subito questa plastica diventa
un rifiuto e come tale bisogna smaltirla.
Veramente è lecito affermare che i prodotti diventano solo un pretesto per vendere gli imballaggi in cui sono confezionati.
Il sistema degli imballaggi per un minore costo ambientale dovrebbe essere modificato in maniera definitiva.
Le imprese stesse dovrebbero
limitare l'uso degli imballaggi a quelli puramente atti al
contenimento del prodotto. Ad esempio si potrebbero vendere i detersivi
all'interno del Tetrapak usato per i succhi di frutta per ridurre
l'inquinamento dei materiali usati oggi.
Altro metodo potrebbe essere la vendita di prodotti concentrati: diluendo i prodotti concentrati in acqua si ridurrebbe il volume dell'imballaggio e il costo associato al trasporto di essi.
Importante è eliminare sempre più le sostanze non riciclabili: per esempio non dovrebbero essere utilizzati nel commercio imballaggi costituiti da più materiali che, pur essendo tutti riciclabili, sono di difficile differenziazione.
Fondamentale potrebbe essere la standardizzazione dei materiali impiegati per gli imballaggi: i diversi tipi potrebbero essere individuati con dei marchi ben visibili in modo tale che il consumatore possa più facilmente differenziarli.
Inoltre molto importante dovrebbe diventare l'uso di materiali biodegradabili: uno di questi è il Mater-Bi® . Questo contiene materie prime rinnovabili come l'amido di mais geneticamente non modificato. Esso rispetta le seguenti caratteristiche:
Le buste di plastica usa e getta per
il trasporto dei prodotti usate dalle catene GDO sono
altamente inquinanti. Al posto di esse si potrebbero utilizzare 'buste
permanenti' da utilizzare ogni qual volta si faccia la spesa.
Anche i consumatori nel loro piccolo dovrebbero intervenire
oculatamente sui propri acquisti comprando solo prodotti contenuti in imballaggi
essenziali o privi completamente di essi.
Altra misura potrebbe essere il ricorso alla riparazione di oggetti rotti invece che l'immediata sostituzione alla minima rottura. Al momento del disfarsi di un bene durevole (mobile, televisore, vestiti) si può ricorrere al mercato dell'usato per rimettere in circolo quel prodotto.
Alcune associazioni hanno dimostrato come con piccoli avvertimenti ogni famiglia possa risparmiare ben due chili di rifiuti alla settimana . Ecco un vademecum per realizzare ciò:
Gli imballaggi sono senz'altro utili.
Incidono sull'indotto e sulla migliore qualità di vita e salute. Il problema
fondamentale è il loro migliore utilizzo in un'ottica ambientalista che rechi
vantaggi sia alla natura che alla stessa economia. Sollecitiamo sempre più la
creazione di materiali innovativi che portano con sè una forte componente di
ricerca scientifica e tecnologica. La stessa raccolta differenziata porta ad un
vantaggio economico in quanto i materiali riciclati possono essere nuovamente
immessi nel mercato e rivenduti e ciò è un bene per noi e la stessa natura.
FILOSOFIA: Karl Marx - Il Manifesto
Dopo le varie teorie del socialismo utopistico
come quella di Fourier, Owen ecc. il filosofo Karl Marx decise di elaborare,
con Engels, un: Manifesto del Partito Comunista (1948) atto a
fornire una via pratica per la realizzazione del predominio del proletariato.
In particolare Marx accusa gli utopisti di aver voluto riformare il sistema
capitalistico. Per Marx ciò è impossibile poiché il sistema si basa
sullo sfruttamento del lavoro che non lascia spazio a morale.
Il Manifesto individua una costante storica, responsabile del
dinamismo dell'intera vicenda umana: la lotta di classe, cioè
l'antagonismo fra gruppi sociali divisi da privilegi e proprietà e soprattutto
da una diversa funzione esercitata nel sistema produttivo. Questa affermazione
porta con sé alcune importanti conseguenze.
Il primato economico e politico di una classe sociale è un fatto storico, e come tale perde ogni carattere naturale e la pretesa di valere universalmente. A ogni classe dominante corrisponde un sistema di organizzazione economica e ne consegue un ordinamento politico, con la propria espressione culturale. Il sistema produttivo è quindi la struttura portante di tutti gli ordini sociali. Dai rapporti economici discende la loro giustificazione politica, le leggi che tendono a legittimarli e così pure la religione e le arti che conferiscono loro una dignità culturale: tutti questi aspetti risultano quindi derivati e secondari, come una "sovrastruttura" che dipende dall'elemento primario.
L'antagonismo tra le classi sociali, latente in ogni forma della società, esplode in certe condizioni, dando origine a fenomeni rivoluzionari: ciò accade quando lo sviluppo delle forze produttive di cui una classe subalterna è partecipatrice, entra in contraddizione con l'ordine sociale vigente.
Questo si verificò con le rivoluzioni
borghesi. La borghesia, vera forza produttiva delle nazioni moderne, ma ancora
esclusa dal potere monopolizzato dalle aristocrazie, prese coscienza della
propria centralità e si scrollò di dosso un sistema anacronistico, rivendicando
il ruolo di classe dominante.La borghesia ha dunque un ruolo storico
fondamentale in quanto protagonista di un evento rivoluzionario, e cioè la
nascita del sistema di produzione capitalistico e dei rapporti sociali che ne
derivano.
Spazzando via i residui del feudalesimo, la borghesia ha enormemente semplificato il quadro sociale, lasciando sussistere due sole classi: se stessa, detentrice dei mezzi di produzione (capitali, terre, fabbriche), e il proletariato, che possiede dolo solo la propria forza-lavoro e la vende al borghese come una merce qualsiasi.
La via per la trasformazione del sistema è affidata alla prossima fase rivoluzionaria. Ogni classe dominante genera, infatti, il proprio antagonista. La borghesia accaparrandosi ogni risorsa produttiva, accelera la proletarizzazione di tutti gruppi sociali e quindi un movimento in cui alla concentrazione delle ricchezze nelle mani di pochi corrisponderà la miseria delle moltitudini.
Questa situazione intollerabile innescherà la rivoluzione comunista, che avrà come protagonista il proletariato e getterà le basi per una società egualitaria, abolendo per sempre lo sfruttamento dell'uomo.
La rivoluzione dovrà instaurare
transitoriamente un nuovo dominio di classe, con il controllo dei mezzi di
produzione da parte del proletariato. Tale controllo eserciterà con una forma
di potere diversa dallo Stato parlamentare, che per Marx è l'espressione della
dittatura della borghesia. La dittatura del proletariato sarà
un dispotismo momentaneo, un dominio dei molti sui pochi che
avrà il compito di abolire la proprietà privata e imporre una
proletarizzazione della borghesia. Essendo le classi determinate dalla loro
posizione rispetto alla proprietà privata e ai mezzi di produzione, e lo Stato
espressione politica del dominio economico di una classe sull'altra, con la
scomparsa progressiva delle classi si creeranno le condizioni per l'eliminazione
dello Stato stesso. Nella società comunista ciascuno lavorerà in
relazione alle sue capacità e riceverà in relazione ai suoi bisogni.
FISICA: Sistemi antitaccheggio
Il problema di sempre per le catene della
Grande Distribuzione è il fenomeno dei furti, frodi o danni perpetrati
alla merce venduta. Secondo uno studio condotto dalla ditta Checkpoint
Systems (multinazionale specializzata nella produzione di sistemi per la
sicurezza e la protezione dei prodotti) i furti perpetrati in Europa
ai danni di supermercati e grandi magazzini nel corso del 2006 valgono
29 miliardi di euro, 2.618 milioni nella sola Italia.
A pagare per i furti non sono solo le grandi insegne della distribuzione, ma
anche i consumatori: al punto che ogni famiglia, in un anno,
versa un "extra" alla GDO di circa 157 euro.
Nel corso del 2007 15 Paesi hanno
registrato un aumento delle perdite dovute ai furti e sottrazioni indebite, sei
casi, tra cui l'Italia, le hanno ridotte, in altri tre casi non ci sono stati
cambiamenti di rilievo. Il tasso più basso di differenze inventariali (ovvero
le perdite dovute a furti, differenza tra la merce acquistata dalla GDO
e quella effettivamente venduta) è stato raggiunto dalla Svizzera
(0,92%), seguita da Austria (0,96%) e Germania (1,07%). La maglia nera spetta
invece a Repubblica Ceca (1,42%), Slovenia (1,40%) e Ungheria (1,38%).
Nell'Europa Occidentale, il fenomeno dei furti nella grande distribuzione è più
elevato in Finlandia e Portogallo (entrambi con l'1,34%), in Inghilterra e
Grecia (entrambe con l'1,33%), in Svezia ( 1,32%), poi Francia e Spagna (tutte
all'1,29%) e infine L'Italia (1,26%).
Il barometro rivela che il 40,6% degli oggetti più sensibili ai furti non è adeguatamente protetto. La lista dei prodotti più frequentemente rubati in Italia è: ogni cinque lamette da barba vendute, una viene rubata (22%); a ruota seguono le cartucce per stampanti (15%, 1 su 6,5) e i prodotti cosmetici (6%). Ma i beni voluttuari non sono i soli soggetti all'attenzione dei ladri, tanto che si registrano sempre più furti tra i generi alimentari e spesso di modesto valore. In grande crescita sono sottrazioni di carne e parmigiano reggiano che rispettivamente con il 5,5% e 9% di ammanchi superano prodotti da sempre gettonatissimi quali dvd, cd musicali e videogame (5,5%), ma anche bevande come vini e superalcolici, i cui furti sono passati in breve dall'1,1 al 2%. Meno rubati risultano capi di abbigliamento firmati (1,8%), telefonini (0,9%), articoli in pelle (0,45%).
Secondo lo studio di Checkpoint Systems, nonostante gli sforzi profusi, il costo delle differenze inventariali è ancora rilevante. La metà dei prodotti più sensibili ai furti rimane non protetta e i commercianti europei stanno sempre più rivolgendo la loro attenzione allo sviluppo di nuove tecnologie per la sicurezza delle merci, primo fra tutti la protezione alla fonte. In questo modo grazie alle nuove tecnologie a radiofrequenza, il circuito di sicurezza viene direttamente inserito durante il processo produttivo o di packaging risultando pressoché invisibile e molto difficile da manomettere.
Tecnologia ancora molto usata è
quella delle placche antitaccheggio magnetiche: queste placche
hanno una tecnologia molto semplice. All'interno sono presenti tre
piccole sferette di acciaio e, attiguo, un piccolo dischetto
metallico poggiato su una molla. Il disco, tramite la molla, spinge le
sferette in modo da tenerle vicine tra loro. La placca mobile ha uno 'spillone'
che si
inserisce nel foro e si infila in
mezzo alle sfere
che lo terranno fermo e lo bloccheranno in caso tentativo di estrazione. La 'disattivazione'
avviene tramite un buon elettromagnete che attira le sfere nella
direzione opposta e libera il perno da ogni blocco. Le palline all'interno
della placca antitaccheggio sono attirate dal campo del magnete esterno della
cassa, poiché sono costituite da materiale ferromagnetico.
I materiali ferromagnetici diventano
a loro volta dei magneti quando vengono immersi in un campo magnetico esterno perché, secondo
la teoria di Ampere, l'effetto del campo magnetico è quello di
orientare i momenti magnetici propri degli atomi parallelamente alla direzione
del campo stesso. Questo si fonda sul fatto che, secondo la teoria
atomica moderna, ogni atomo è costituito da un nucleo circondato da elettroni
in movimento. L'insieme di queste cariche in movimento equivale a una corrente
costante chiusa su se stessa simile ad una spira conduttrice.
L'effetto complessivo di queste correnti microscopiche all'interno dei
conduttori si neutralizza, lasciando sopravvivere solo le porzioni periferiche
delle correnti stesse. Si giunge ad immaginare un magnete come un solenoide
percorso da corrente che genera un campo di induzione magnetica.
Per descrivere cosa avviene nelle
sferette supponiamo di avvolgere un solenoide attorno ad un lungo
cilindro fatto di una sostanza ferro-magnetica. Nel nostro caso il
magnete che sblocca le placche, è rappresentato dal solenoide mentre le
sferette sono rappresentate dal cilindro ferro-magnetico. Consideriamo il campo
H del solenoide generato dal passaggio di corrente in esso, e il campo B
risultante del campo H e del campo indotto Bm nel cilindro ferro-magnetico. Per
trovare le relazioni tra H e B si usa un metodo grafico e la legge che
segue l'andamento di B(H) è rappresentata appunto dal ciclo di isteresi.
Inizialmente non facendo passare
corrente nel solenoide, il campo H = 0 e quindi B = 0.
Facendo passare corrente, B aumenta come H seguendo la curva OHm
detta Curva di Prima Magnetizzazione fino a raggiungere un valore massimo Hm
(valore di saturazione). Ora, diminuendo la corrente,
diminuisce , ma non si riproduce la stessa curva, ma la curva HmBr. Per H = 0
risulta che B = Br > 0 ; si ha una magnetizzazione
residua cioè il materiale mantiene una capacità magnetica anche senza
la presenza di un campo magnetico esterno. Nel caso delle sferette
nella placca antitaccheggio la magnetizzazione residua è quasi zero.
Invertendo ora la corrente, H diventa negativo,
e per B = 0 si ha H = - Hc detto campo
di coercizione. Infine diminuendo ancora H anche B diventa negativo
fino al valore - Hm, in cui di nuovo B è proporzionale a H e
quindi arriva al minimo assoluto. Ricominciando ad aumentare H, si ha
il ciclo chiuso. Ogni materiale ferromagnetico segue il ciclo di
isteresi: per cicli che via via sono più stretti il ciclo di isteresi
si restringe fino a ritornare a zero. Questo significa che si
può 'smagnetizzare' il materiale ferromagnetico e riportarlo
alla condizione iniziale in cui H = 0, B = 0.
INFORMATICA: Simulazione supermercato e Barecode
La file che si formano alle casse dei supermercati, rappresentano delle code su cui si svolgono le procedure di push e pop. Ecco una simulazione.
Un codice a barre è la traduzione ottica di una stringa di tipo numerico o alfanumerico che definisce ed individua una particolare entità. Tale traduzione ottica viene rappresentata mediante un'alternanza di barre verticali e di spazi.
La figura accanto rappresenta un
codice a barre 128: inizia sempre con una Quiet Zone,
cioè una zona senza barre, seguita da uno Start Code. Dopo lo
Start Code c'è la zona riservata ai dati da rappresentare. Segue
un Check Sum, uno Stop Code ed un'altra Quiet
Zone. La lunghezza fisica della parte dedicata ai
dati varierà in funzione della lunghezza della stringa da rappresentare:
non è possibile determinare a priori la lunghezza massima della zona dei dati,
ma chiaramente ci sarà un limite massimo determinato dalla grandezza del
lettore di codici.
Ogni
carattere della stringa di input viene rappresentato da una combinazione
di barre e di spazi. Questa combinazione è chiamata 'codice'.
Ci sono 106 codici, ognuno composto da una combinazione di tre barre e di tre
spazi, con un totale di 11 moduli, cioè 11 caratteri '0' ed '1'. In
corrispondenza di un '1' del codice viene disegnata una linea verticale; in
corrispondenza di uno '0' non viene disegnato nulla (si lascia linea vuota).
Comunque barre e spazi possono variare tra 1 e tre moduli di ampiezza. Nella
figura , ad esempio, il carattere 'A' ha la seguente rappresentazione:
10100011000. Anche lo Start Code, Stop Code e il Check Sum sono rappresentati
da un codice da 11 moduli.
A ciascuno dei 106 codici possono essere assegnati tre differenti caratteri utilizzando tre differenti tipi di codifica, usualmente identificati con le lettere A, B e C. Il tipo di codifica A permette la rappresentazione dei caratteri alfanumerici standard più alcuni caratteri speciali. Il tipo di codifica B permette la codificazione dei caratteri alfanumerici standard piu tutti i caratteri minuscoli ed alcuni caratteri speciali. Il tipo di codifica C include un set di 100 coppie caratteri da 00 a 99 e può essere usato per raddoppiare la densità di codifica di dati numerici.
Questa tabella riporta alcuni esempi di valore e codifica dei caratteri per i tre tipi di codifica.
Il calcolo del Check Sum è molto semplice: si devono prima trovate le somme pesate dei singoli caratteri che andranno a comporre la stringa. La somma pesata si ottiene moltiplicando il valore del carattere (riportato nella precedente tabella) per la sua posizione nella stringa. Si sommano le somme pesate e si calcola il resto della divisione del totale per 103. Se consideriamo la stringa XV45621951, ecco come si calcola il CheckSum :
Totale
= 104 + 56 + 108 + 297 + 180 + 310 + 114 + 357 = 1526
1526 103 = 14 Resto 84
CLICCANDO QUI, ecco un programma in Visual basic per la creazione di codici a barre.
INGLESE: Supermarket in America
A supermarket
is a self-service store offering a wide variety of food and household
merchandise, organized into departments. It is larger in size and has a wider
selection than a traditional grocery store and it is smaller than a
hypermarket or superstore. The supermarket typically comprises meat,
fresh produce, dairy, and baked goods departments along with shelf
space reserved for canned and packaged goods as well as for various nonfood
items such as household cleaners, pharmacy products, and pet supplies.
Most supermarkets also sell a variety of other household products
that are consumed regularly, such as alcohol (where permitted), household
cleaning products, medicine, clothes, and some sell a much wider range of
nonfood products. A larger full-service supermarket combined with a department
store is sometimes known as a hypermarket. Other services offered at
some supermarkets may include those of banks, cafés, childcare centers/creches,
photo processing, video rentals, pharmacies, and/or gas stations .
The concept of a self-service grocery store was developed by American entrepreneur Clarence Saunders and his Piggly Wiggly stores. His first store opened in Memphis, Tennessee, in 1916. The stores were a financial success and Saunders began to offer franchises.The Great Atlantic and Pacific Tea Company (A&P) was another successful early grocery store chain in Canada and the United States, and became common in North American cities in the 1920s.
According
to the Smithsonian Institution, the first true supermarket in the
United States was opened by Michael J. Cullen on August 4, 1930,
inside a 6,000 square foot (560 m²) former garage in Jamaica, Queens in New
York City. The store, King Kullen, (inspired by the fictional
character King Kong), operated under the slogan 'Pile it high.
Sell it low'. At the time of Cullen's death in 1941, there were
seventeen King Kullen stores in operation. Other established American grocery
chains in the 1930s, such as Kroger and Safeway, at first resisted Cullen's
idea, but eventually were forced to build their own supermarkets as the economy
sank into the Great Depression and consumers became price-sensitive at a level
never experienced before.
Kroger
took the idea one step further and pioneered the first supermarket
surrounded on all four sides by a parking lot. Supermarkets
proliferated across Canada and the United States with the growth of suburban
development after World War II. In the 1950s supermarkets frequently issued
trading stamps as incentives to customers. Today, most chains issue
store-specific 'membership cards,' 'club cards,' or
'loyalty cards'. These typically enable the card holder to
receive special members-only discounts on certain items when
the credit card-like device is scanned at check-out. Traditional supermarkets
in many countries face intense competition from discount retailers such as Wal-Mart
in USA, and Zellers in Canada, which typically
are non-union and
operate
with better buying power .
First Wal-Mart was opened by Sam Walton, a businessman from
Arkansas, On July 2, 1962. Within five years, the company
expanded to 24 stores across Arkansas and reached $12.6 million in sales. Wal-Mart
has been criticized by some community groups, women's rights groups,
grassroots organizations, and labor unions, specifically for its
extensive foreign product sourcing, low rates of employee health insurance
enrollment, resistance to union representation, and alleged sexism .
The proliferation of such warehouse and superstores has contributed to the continuing
disappearance of smaller, local grocery stores ,
increased dependence on the automobile, suburban sprawl because of the
necessity for large floorplates, and increased vehicular traffic and air
pollution.
Most supermarkets are similar in design and layout due to trends in marketing. Fresh produce tends to be located near the entrance of the store. Milk, bread, and other essential staple items are usually situated toward the rear of the store and in other out-of-the-way places, purposely done to maximize the customer's time spent in the store, strolling past other items and capitalizing on impulse buying. The front of the store, or 'front end'' is the area where point of sale machines or cash registers are usually located. Many retailers also have implemented self-checkout devices in an attempt to reduce labor costs.
In Hong
Kong, larger supermarkets (usually called superstores) are criticized for
selling the fresh foods traditionally available in local wet
markets, making the survival of the smaller family-run wet markets increasingly
difficult.
ITALIANO: Marcovaldo al supermarket
Il supermercato come luogo scintillante, tempio del consumismo, è descritto fiabescamente in una delle novelle racchiuse nel libro di Italo Calvino: "Marcovaldo ovvero le stagioni in città"
Il libro è composto da venti
novelle, in cui il ciclo delle stagioni si ripete per cinque volte . Il
protagonista è Marcovaldo, un manovale, personaggio buffo, di animo
semplice, padre di famiglia che tenta in mille modi di mantenere la sua
famiglia; ma tutti i tentativi di fare un po' di fortuna, di stare un pochino
meglio, nonostante tutte le buone intenzioni finiscono sempre per prendere
una piega grottesca, ovvero tragicomica.
Marcovaldo si ostina nella ricerca della Natura in una grande città di
asfalto e cemento. Ma esiste ancora la Natura? Quella che egli trova è una
Natura cittadina, contraffatta, dispettosa, profondamente modificata dalla vita
artificiale. Il firmamento scompare, soffocato dalla violenza delle insegne
luminose ('Luna e Gnac'); gli animali, estrapolati dall'ambiente
agricolo, sono vittime di esperimenti medici ('Il coniglio
velenoso'); i bambini non conoscono i prodotti della natura ('Funghi
in città'), ma vivono travolti dalla smania del consumo, che obbliga a
comprare, comprare, comprare! ('Marcovaldo al supermarket').
Alle sei di sera la città cadeva in mano ai consumatori. Dopo le ore lavorative, la folla correva a smantellare, a rodere, a palpare, fare man bassa. Sembrava che una parola d'ordine risuonasse per tutti: Consumate! Consumate! Consumate! Pacchi, pacchetti, pacchettini vorticavano attorno alle casse dei negozi. La musica di fondo invitava agli acquisti. Una sera Marcovaldo, come al solito senza soldi, passò da un supermarket con sua moglie e i bambini, divertendosi a guardare gli altri che riempivano i carrelli di ogni ben di Dio; ma, dopo un po' di tempo, provò il desiderio di sentirsi ricco e, preso un carrello, cominciò a riempirlo con tutte le cose buone che vedeva sui ripiani. Intanto, anche la moglie e i ragazzi, senza farsene accorgere, avevano fatto la stessa cosa, e alla fine si ritrovarono con tanti carrelli strabordanti di confezioni colorate. Papà, allora siamo ricchi? chiese Michelino, uno dei figli di Marcovaldo. Ma già si intravedeva la cassa con la macchina calcolatrice crepitante come una mitragliatrice e l'ora di chiusura si avvicinava. Occorreva rimettere tutto a posto e in fretta, quand'ecco che, vista un'apertura nel muro, avanzarono su un'impalcatura lasciata dagli operai che stavano facendo dei lavori di ampliamento. Procedevano in equilibrio su un'asse, all'altezza di sette piani, mentre sotto a loro sfavillavano le luci della città. Ho paura! disse Michelino. Dal buio avanzò un'ombra. Era una bocca enorme, senza denti, che s'apriva protendendosi su un grosso collo metallico: una gru. Marcovaldo rovesciò la merce del suo carrello nelle fauci di ferro e così fecero la moglie Domitilla e i ragazzi. Intanto si accendevano e ruotavano intorno a loro le scritte luminose multicolori che invitavano a comprare, nel grande supermarket.
ITALO CALVINO
Italo Calvino nasce, il 15 ottobre
1923, a Santiago de Las Vegas, un villaggio vicino all'Avana (Cuba),
dove il padre dirige una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola
d'agraria con l'aiuto della madre, botanica. Nel 1925 la
famiglia Calvino ritorna in Italia, e si stabilisce a San Remo,
nella Villa Meridiana, che ospita la direzione della Stazione Sperimentale di
Floricoltura. Dal padre e dalla madre riceve un'educazione
rigorosamente laica, libera e di ispirazione antifascista.
Calvino, grazie soprattutto al padre, si interessa alle scienze diventando
presto amante della natura, come rimarrà per tutta la vita.
Compiuti gli studi liceali, Italo Calvino viene avviato dai genitori agli studi di Agraria: il razionalismo, il metodo sperimentale e l'interesse per la flora e la fauna saranno quindi importanti chiavi di interpretazione dei suoi testi. A interrompere gli studi si intromette la guerra. Dopo l'8 settembre 1943, Calvino si sottrae all'arruolamento forzato nell'esercito della Repubblica di Salò, e si aggrega ai partigiani della Brigata Garibaldi.
Dopo la liberazione, aderisce come
fervente sostenitore al Pci, collabora a giornali e riviste,
abbandona gli studi di Agraria e si iscrive alla Facoltà di Lettere di
Torino, dove nel 1947 si laurea con una tesi su Joseph Conrad. A
Torino collabora al «Politecnico» di Vittorini, ed entra a far parte della casa
editrice Einaudi, dove comincia a svolgere la funzione di
dirigente.
Nel
1947 esordisce come scrittore, pubblicando, grazie a Pavese, Il sentiero
dei nidi di ragno, con cui si rivela il più giovane e
dotato tra gli scrittori neorealisti, con una visione fiabesca e
ironica che diventa predominante nel romanzo Ultimo viene il Corvo
(1949). L'interesse dello scrittore per il racconto fiabesco è testimoniato dalla raccolta di duecento fiabe Le
fiabe Italiane (1956), tradotte dagli originali
dialetti.
Negli anni '50 e '60 si impone nel panorama letterario italiano, come il più originale tra i giovani scrittori, sviluppando due filoni narrativi. Il primo filone è composto soprattutto da racconti a carattere memoriale o di denuncia sociale, trattati con temi paradossali, quali la speculazione edilizia (1957), La nuvola di smog (1958) e poi La giornata di uno scrutatore (1963). Il secondo filone si colloca apertamente nella dimensione del fantastico: primo racconto di questo filone è Marcovaldo ovvero le stagioni in città (1952). Il filone fantastico, sviluppato in un'ottica allegorica, si svilupperà poi con la trilogia di racconti che saranno ripubblicati insieme nel 1960, con il titolo I nostri antenati (1960). Il primo di essi ad apparire è Il visconte dimezzato (1952); seguono poi Il barone rampante (1957) e Il cavaliere inesistente (1959).
La forte tensione razionalistica
trova alimento nell'impegno politico e, più ampiamente, in quello umano. Anche
dopo l'allontanamento dal Pci, nel 1957, per protesta contro
la repressione sovietica in Ungheria, il suo impegno non viene meno, ma si
sposta verso problematiche più direttamente culturali, come dimostra il ruolo
di condirettore della rivista "Il Menabò",
fondata nel 1959 da Elio Vittorini.
Negli anni Settanta - anni in cui nutre una residua speranza nella ragione, pur avvertendo un degradarsi generale della vita civile italiana e mondiale - Calvino pubblica numerosi interventi e riflessioni sulla società contemporanea nei numerosi saggi letterari, di argomento scientifico, poi raccolti in Una pietra sopra (1980) e Collezione di sabbia (1984). Da ricordare il saggio La sfida al labirinto (1962) in cui propone un concetto di letteratura di battaglia contro quel labirinto in cui si traduce la moderna società.
Nel 1964 si apre una
nuova fase della vita e della carriera di Italo Calvino: sposa
la traduttrice argentina Judith Esther Singer e si trasferisce a
Parigi, da dove continua a lavorare per l'Einaudi, e dove viene a
contatto con gli ambienti letterari e culturali più all'avanguardia come l'Oulipo.
Nel 1965 nasce la figlia Abigail, ed esce il volume Le Cosmicomiche,
a cui segue nel 1967 Ti con zero, in cui rivela la sua passione
giovanile per le teorie astronomiche e cosmologiche e si avvicina al pensiero
postmoderno.
L'interesse per le problematiche della semiotica e per i processi combinatori della narrativa trova espressione ne Le città invisibili (1972), ne Il castello dei destini incrociati (1973) e soprattutto nel best seller Se una notte d'inverno un viaggiatore (1979) in cui predomina il tema del "non finito".
Nel 1980 si trasferisce a Roma dove
pubblica Palomar (1983), il cui protagonista cerca la
vera realtà nascosta.Nel 1985, avendo ricevuto l'incarico di tenere una serie
di conferenze negli Stati Uniti a Cambridge, presso la Harvard University,
prepara le Lezioni Americane, che tuttavia rimarranno
incompiute e saranno edite solo postume nel 1988. Il 19 settembre 1985
, infatti, Italo Calvino muore all'ospedale di Siena, colpito
da un'emorragia celebrale.
Nel maggio 1986 presso Garzanti esce Sotto il sole giaguaro, il primo libro postumo di Calvino. Il volume raggruppa tre racconti: Il nome, Il naso, Sotto il sole giaguaro e Un re in ascolto. Calvino intendeva scrivere un testo dedicato ai cinque sensi. La morte gli impedì di completare i racconti dedicati alla vista e al tatto.
SCIENZE: Frutta fuori stagione
Pomodori, zucchine, melanzane,
peperoni, asparagi, fagiolini verdi, fragole: siamo ormai abituati a
vedere questi prodotti sempre presenti sui banchi dei nostri supermercati,
sembra che la stagione di queste verdure duri tutto l'anno. E' norma
di legge che tutti gli alimenti rechino sulle loro etichette il nome, il
numero, il peso e altre informazioni ma in genere quello che più ci colpisce è
la data di scadenza: 'scade il.'. L'etichetta però ci può dire molto
di più, ad esempio: da dove proviene la merce? Durante i giorni della
'merla' compriamo asparagi che provengono dal Perù, dato che
in Italia in quel periodo è impossibile produrli. Anche i fagiolini verdi sono
fuori stagione, e arrivano dal Marocco. Le fragole dalla Spagna e dal Sud
America. Si trovano inoltre pomodori spagnoli, marocchini, ecc. Analizzando
il prezzo di questi prodotti, si constata che costano dal 30% al 50% in più
di quelli prodotti in Italia nella
giusta stagione.
C'è un altro costo che appare poco evidente ma molto più gravoso: il costo per il nostro pianeta:
infatti
la causa maggiore di inquinamento del è legata, incredibile a dirsi, al cibo. Il
30% dei gas serra sono direttamente collegati alla produzione, distribuzione e
consumo del cibo. Ecco un'esempio: un Kg di ciliegie, che produce
qualcosa come 360 Kcal per il nostro organismo, di fatto ne assorbe 20.000 per
quanto riguarda i combustibili fossili. Infatti, occorrono 2 litri e mezzo di
cherosene per far arrivare un chilo di ciliegie dall'Argentina, ciò significa
produrre 6 Kg e mezzo di anidride carbonica. Ma sono tonnellate e tonnellate le
merci che viaggiano in giro per il mondo e ciò fa capire quanto sia immenso e
pericoloso questo processo.
A livello globale è stato calcolato
che un carico medio di alimenti percorre più di 1.900 Km mediante camion, nave
e/o aereo, prima di arrivare sulla nostra tavola: spesso ci vuole più energia per consegnare
il cibo al consumatore di quanto il cibo stesso provveda in termini
nutrizionali. Coldiretti, al Forum Internazionale di Venezia sull'Energia, ha
stilato una classifica dei cibi più inquinanti, per sollecitare
un comportamento all'acquisto responsabile. Ecco una tabella riassuntiva dei
primi 10 prodotti più inquinanti oggi importati in Italia dall'estero:
Secondo i calcoli pubblicati nella tabella il vino australiano per giungere
sulle nostre tavole deve percorre oltre 16mila Km, con un consumo di 9,4 Kg di
petrolio e l'emissione di 29,3 Kg di anidride carbonica; le prugne del Cile che
percorrono in aereo 12mila Km con un consumo di 7,1 kg di petrolio, liberano 22
Kg di anidride carbonica; la carne argentina viaggia per 11mila Km bruciando
6,7 Kg di petrolio e liberando 20,8 Kg di anidride carbonica attraverso il
trasporto aereo.
Le associazioni dei consumatori hanno rilevato che anche gli stessi prodotti coltivati dal nostro mercato nazionale provocano sprechi: pomodori della nostra soleggiata Sicilia sono inviati prima ai mercati di stoccaggio del nord Italia come Faenza (Emilia Romagna), da dove, dopo essere stati confezionati, vengono rimandati di nuovo al centro-sud Italia per essere rivenduti.
All'inizio del 2008 è entrato in vigore il 'Decreto che permette a tutti i Comuni italiani di avviare mercati gestiti dagli agricoltori, localizzati anche in zone centrali e con frequenza giornaliera, settimanale o mensile'(Gazzetta Ufficiale n.301 del 29 dicembre 2007).
All'estero la Catena di Distribuzione
'l'inglese Tesco' ha iniziato ad applicare
un aeroplanino sulle confezione della frutta e verdura importate da altri
continenti, quindi ad alto impatto ambientale. Altri centri
commerciali ospitano (all'interno dei locali) un vero mercato per la vendita
diretta da parte degli imprenditori agricoli.
In Italia é in via di introduzione l'obbligo di indicare sull'etichetta i chilometri che la merce impiega per giungere sul luogo di vendita. Si dovrebbero introdurre spazi adeguati nella distribuzione commerciale, dove poter acquistare alimenti locali che non devono essere trasportati per lunghe distanze (farmer market) e inaugurare circuiti di frutta a chilometri zero.
Tutto ciò rappresenta un primo passo
verso l'eliminazione di questo spreco: ma il vero e importante cambiamento deve
avvenire 'nella cultura dei consumatori' che dovrebbero
'accontentarsi" di non mangiare fragole o cocomeri in pieno inverno. Consumando
prodotti locali e di stagione, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a
1000 Kg di anidride carbonica.
STORIA: Il boom economico
L'Italia, finita la seconda guerra
mondiale, inizia uno sviluppo economico in modo vertiginoso.
Questo è stato un periodo d'oro per il nostro paese: il cosiddetto "boom
economico" accompagnato da un progressivo aumento dei consumi e creazione
di strutture più adatte a questo
scopo. Nasce il Supermercato.
Nel 1957 a Milano, in Viale Regina Giovanna, apre la Esselunga: la prima catena italiana di supermercati; altre catene, agli inizi degli anni '60 diventano protagoniste della Grande Distribuzione Organizzata in Italia: la Romana Supermarket nel '61 apre a Roma presso il villaggio olimpico e dopo alterne vicende e cambi di varie denominazioni, attualmente è rappresentata dalla GS (acronimo di Grandi Supermercati). Sempre nel '61 a Milano nasce il primo supermercato ad insegna SMA come settore alimentare del Gruppo Rinascente.
Il nostro sistema economico inizia la
fase più elevata di crescita nel 1958 e la termina
nel 1963. Quali sono state le cause più importanti di
questo boom economico?
Grande afflusso di denaro grazie al 'Piano Marshall'(1947).
Fu possibile ottenere questo boom grazie agli interventi dei precedenti
governi : dopo una prima fase di collaborazione tra comunisti (PCI),
socialisti (PSIUP) e centristi (DC), il potere passò nelle
mani di quest'ultimi capeggiati da Alcide De Gasperi. Durante questi governi si
misero a punto delle linee direttrici fondamentali che
influenzarono molto la genesi del "boom":
edilizia popolare
L'industria italiana diviene indiscutibilmente il settore trainante
mentre l'agricoltura arretra sensibilmente: se nel 1951 l'agricoltura
aveva contribuito al PIL del settore privato per il 23,5% e nel 1963 per il
15,7%, l'industria, negli stessi anni, era passata dal 33,7% al 43,8% e il
terziario dal 42,8% al 40,5%. Il numero degli occupati per settore evidenzia lo
spostamento verso il nuovo settore divenuto trainante: nel 1961 gli occupati
dell'industria erano il 38% del totale della popolazione attiva mentre quelli
del terziario costituivano il 32%. I lavoratori del settore agricolo
erano invece passati dal 42% dal 1951 al 30% della forza lavoro nel 1961.
Questa trasformazione non coinvolse
solo il nostro paese ma si diffuse in tutto l'Occidente industrializzato e
venne definita "miracolo economico". In italia tra il
1958 e il 1963 la media di crescita raggiunse il 6,3%, una percentuale
mai più raggiunta sino ad oggi. Nel medesimo periodo, la produzione industriale
risultò più che raddoppiata ed in testa figurarono l'industria metalmeccanica e
la petrolchimica. Ogni abitante raddoppiò il proprio reddito
passando da quasi 577 dollari nel 1952 a 970
nel 1963. La disoccupazione scese in modo inaspettato nel 1962
sotto la soglia detta frizionale del 3% :
in pratica si raggiunse la piena occupazione.
Questo poderoso e insolito sviluppo
permise all'Italia in pochi anni di ridurre il divario storico con i Paesi
europei a più vecchia industrializzazione come l'Inghilterra e la Francia. La
diffusione delle auto aumentò in maniera esponenziale e si passò dal un milione
di veicoli nel 1959 ai cinque e mezzo del 1963. Fu avviata dallo Stato
una campagna di opere pubbliche che includeva l'ampliamento delle autostrade.
La vita domestica vide il boom d'acquisto dei frigoriferi che passarono da
370mila unità ad un milione e mezzo ed i televisori salirono da 88mila unità a
643 mila.
Tra la fine degli anni '50 e l'inizio
del nuovo decennio il consumo degli elettrodomestici crebbe di circa il
40%. Grazie al progredire del settore dell'edilizia e delle
cooperative edili (che edificarono abitazioni e vani a ritmi intensi), anche la
costruzione e il mercato delle case di proprietà registrarono un sensibile
progresso.
L'aspetto che colpisce in maniera fulminea è il processo estremamente rapido con cui il nostro paese arrivò all'appuntamento con lo sviluppo; fino ad allora l'Italia presentava condizioni di estrema e diffusa arretratezza.
Tutti questi aspetti, se da una parte
ebbero una sicura valenza positiva e di crescita per il paese, dall'altra
portarono con sé degli effetti talvolta tanto negativi da
offuscare ogni possibile aspetto favorevole. Gli aspetti negativi più evidenti
sono stati:
minore sviluppo del Mezzogiorno
Il Sud Italia continia ad avere alla fine del "miracolo"
un'alta percentuale di popolazione dedita all'agricoltura, una forte pressione
demografica, uno sviluppo quanto mai scarso della struttura
industriale - che nella sostanza era prevalentemente semiartigianale -. Il
Mezzogiorno servirà solo come serbatoio di manodopera per il
nord, come si riscontra nelle grandi migrazioni del 1958-62, con un mancato
vero sviluppo. Già all'epoca nelle grandi città iniziano i problemi connessi
all'inquinamento per il frenetico aumento degli abitanti e mancanza di
infrastutture atte a soddisfare le esigenze giornaliere.
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