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Il tabacco e le sue multi nazionali - tesina




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- SEZIONE ASSOCIATA SILVIO PELLICO - INDIRIZZO AZIENDALE

SALUZZO -







IL TABACCO E LE SUE MULTI NAZIONALI


















Il fumo è un vizio che accomuna molte persone. tra queste ci sono io.


Rappresenta per tanti un'abitudine amata, ma allo stesso tempo odiata. Amata perché fumare una sigaretta è, sotto diversi punti di vista, un piacere, un modo per distendersi e per rilassarsi; odiata perché una volta che si inizia a fumare non si può più fare a meno della sigaretta.


Questo lavoro mi ha coinvolta da subito e mi ha permesso di conoscere il mio piccolo "piacere" sotto diversi punti di vista: storico, economico, giuridico e letterale.


Soprattutto mi ha dato l'occasione di comprendere tutto ciò che sta dietro ad un oggetto così piccolo e tanto desiderato.














Forse la sigaretta attrae perché rappresenta un segno di emancipazione, un modo per sedurre e uno strumento per acquistare sicurezza in se stessi.

Nel cinema, la "cicca", veniva usata per aumentare notevolmente il sex-appeal delle attrici ed è poi diventata parte integrante dei set cinematografici. Inoltre, nei film comparivano numerosi messaggi pubblicitari di varie ditte produttrici di sigarette. Essi apparivano, altresì, durante le riprese televisive di eventi sportivi e di spot pubblicitari di abbigliamento, nei cartelloni durante le manifestazioni rivolte ai giovani e nei pannelli stradali.

Per liberare le nuove generazioni dal tabacco, nelle scuole, sono stati introdotti programmi di educazione sui rischi del fumo e sono state imposte restrizioni, dalla legge, per quanto concerne la pubblicità .

Quest'ultimo è uno strumento protettivo molto importante, ma nonostante gli spot anti-fumo, molti sono convinti che essere fumatori sia "figo". Non a caso moltissimi giovani iniziano a fumare.

Essi si sentono più grandi, più uomini e più maturi. Ma, molto spesso, gli adolescenti incominciano perché vedono nella sigaretta un'arma molto efficace per "attirare" le ragazze o i ragazzi.


Alcuni, per fortuna, si rendono conto della dipendenza che iniziano ad avere alla sigaretta e riescono a smettere in tempo, ma per molti altri il piacere di una "cicca" diventa un vizio a cui è difficile rinunciare.


Si inizia con la sigaretta fumata in compagnia, a cena con gli amici, quella che segue il caffè, poi con quella che  si fuma dopo aver mangiato e voilà. il vizio è preso. A quel punto non si pensa nemmeno più a rinunciarvi e il piccolo piacere occasionale diventa un automatismo e successivamente una dipendenza psichica.


Se non si fuma per un pò si ha come l'impressione che manchi qualcosa alla tua personalità. E allora ecco che si prende una sigaretta dal pacchetto, la si porta alla bocca, la si accende, la si tiene tra le dita e si inizia a "tirare" per sentire il suo gusto penetrante nella gola.





Il tabacco era diffuso tra molte popolazioni del nord e del centro America. Esso era particolarmente utilizzato dai Maya che lo fumavano con particolari pipe o addirittura lo masticavano. Inoltre veniva bruciato per scopi terapeutici, durante i riti propiziatori e i sacrifici agli dei. Infatti, essi pensavano che il tabacco avesse poteri magici.

Per quanto riguarda la scoperta del prodotto da fumo in Europa, essa coincide con la scoperta delle americhe da parte di Cristoforo Colombo. Fu importato, infatti, nel vecchio continente inizialmente come souvenir e la pianta venne ritenuta da alcuni studiosi dell'epoca un medicinale con poteri eccitanti.

Ma esso si diffuse a livello diplomatico e legislativo in tutto il continente quando l'ambasciatore Jean Nicot de Vellemain inviò a Caterina dè Medici e a Francesco II alcuni semi di tabacco, insistendo sulle loro proprietà curative, in particolare delle patologie respiratorie e cardiocircolatorie. Le convinzioni che Nicot sosteneva con molta tenacia, fecero sì che il suo nome fu legato per sempre al tabacco. Il principio attivo di questa pianta fu studiato e analizzato però per la prima volta, nel 1809, dal chimico francese Vanquelin, che lo chiamò Nicotina in onore dell'ambasciatore.

Per quanto riguarda la diffusione del tabacco come fenomeno popolare, esso, si espanse molto rapidamente tra la fine del '500 e gli inizi del '600 in Spagna, Gran Bretagna, Francia e poi in tutto il mondo.

In Italia questa pianta venne conosciuta solo nel 1561 grazie al Cardinale di Santa Croce che la coltivò nei giardini vaticani.

Il tabacco divenne quindi "famoso" a partire dal 1600.

Esso veniva consumato differentemente a seconda del rango sociale. I proletari lo masticavano, i borghesi lo fumavano nelle pipe, gli aristocratici invece lo portavano alle narici e lo annusavano.

Il suo uso diventò una vera e propria moda che conquistò anche le donne. Alcune intraprendenti Dame fondarono l'Ordine della Tabaccheria, il cui motto diceva "Noi dichiariamo di non aver trovato fino ad oggi nulla all'infuori del tabacco degno del nostro amore costante. Il tempo ci fa trovare dei difetti nei nostri amanti, dell'ingratitudine nelle nostre amiche, del ridicolo nella moda che noi cambiamo. Solo il tabacco noi troviamo degno di essere amato".

Nel '700 esso veniva utilizzato per combattere la peste, le polmoniti, le piaghe, le ulcere gastriche e soprattutto le carie dentarie; serviva anche come tocca sana per i piccoli malesseri come emicranie, nausee e capogiri.

Così, con il pretesto di curarsi dai malesseri, la dipendenza aveva inizio.

Nel 1800 si diffuse l'uso di avvolgere i pezzetti di tabacco non più in una foglia, ma in un pezzetto di carta velina: nasceva così la sigaretta, il piccolo "oggetto dei desideri" di molti fumatori. Quindi, la fabbricazione delle sigarette soppiantò velocemente gli altri mezzi di assunzione della sostanza. La preparazione di questo prodotto, però, avveniva manualmente e quindi con un certo costo. Nel 1784 a Siviglia, in Spagna, fu fondata la prima fabbrica di cicche. La Philip Morris (che sarà trattata più avanti nella tesi) aprì invece a Londra nel 1847 e la Louis Rothmans aprì, sempre a Londra nel 1890.

Perciò, nel 1880, venne brevettata la prima macchina per il confezionamento meccanico di sigarette. Questa produceva all'ora centinaia di migliaia di unità contro le 1.000/1.200 sigarette fabbricate da un'operaia.

Il fumo, in passato, ha rappresentato il simbolo di una vita piena di sfarzo e lusso, ma più avanti ha rappresentato un piacere accessibile a tutti.

Le razioni militari di sigarette che venivano assegnate ai soldati arruolati per combattere durante la Prima Guerra Mondiale comprendevano una quotidiana quantità di sigarette che si aggirava sulle 20 unità. Però, durante gli anni '30, il Regime Nazista e i suoi capi militari, iniziarono ad occuparsi della salute dei cittadini rivolgendo la loro attenzione al problema tabacco, concludendo che all'epoca rappresentasse la causa principale del cancro al polmone. Inoltre, essi vedevano nel fumo la principale causa di contraddizione al culto del cittadino ariano forte e sano che essi stavano cercando di imporre. Dal 1933 al 1945 in Germania venne lanciata una martellante campagna anti-fumo, pienamente sostenuta dal Füher poiché identificava il fumo come una pericolosa abitudine comunista e come un simbolo di decadenza e di malcostume.

Dagli anni cinquanta in poi le comunità mediche e i governi hanno promosso e condotto campagne per sensibilizzare l'opinione pubblica evidenziando gli effetti negativi di questo vizio così diffuso. Negli anni '60 furono introdotte sul mercato sigarette dotate di un filtro e furono immessi in commercio dei tipi di sigaretta con minore contenuto di nicotina, ma essa ottenne pochissimo successo. Dal 1964 si decise di vietare la pubblicità di sigarette ma ciò non servì a niente.

Oggi il fumo ha cessato di essere un fatto individuale. E' infatti stato constatato come anche il fumo passivo possa arrecare seri e preoccupanti danni alla salute: oltre ad influenzare negativamente le prestazioni dei non fumatori, è irritante, tossico e cancerogeno. Agli inizi degli anni '80, un giapponese, Takeschi Hirayama, pubblicò uno studio statistico che dimostrava che in un campione di 50.000 donne sposate, le mogli dei soggetti fumatori, si ammalavano di cancro al polmone con frequenza doppia rispetto alle mogli dei non fumatori.

Il fumo rappresenta una causa di morte per il 40 % di tutti i casi tumore, per il 34% delle malattie cardiovascolari, per il 26% di altre malattie respiratorie.

La metà delle persone che fumano moriranno a causa di questa abitudine e l'altra metà perderà un'aspettativa di vita che si aggira tra i 25 e i 30 anni. Ciò che colpisce e pensare che un giovane che ha 25 anni e fuma due pacchetti di sigarette al giorno, ha una speranza di vita di 8 anni di meno rispetto a quella di un non fumatore.


In una sigaretta vi sono 5000 diverse sostanze (i cosiddetti "prodotti di combustione"). L'85% del peso del fumo è costituito da azoto, ossigeno e anidride carbonica e i restanti gas sono le sostanze con tossicità più elevata. Tra questi vi sono quattro gruppi particolarmente dannosi per l'organismo:

NICOTINA: essa è responsabile della dipendenza e dà assuefazione.

E' quella famosa sostanza che causa la sindrome di "astinenza" che può presentarsi nelle sospensioni brusche degli accaniti fumatori (essa si manifesta sotto forma d'irritabilità, sensazione di malessere, ridotta concentrazione, sonnolenza, ecc.).


SOSTANZE OSSIDANTI, RADICALI LIBERI E SOSTANZE CANCEROGENE: sono altamente tossiche e portano, a lungo andare, a bronchite cronica, enfisema polmonare, tumore e cancro ai polmoni.

MONOSSIDO DI CARBONIO (CO): esso è quel famoso fumo che esce dai gas di scarico delle automobili ed è presente nello smog. E' la causa del famoso "fiatone" che ci viene correndo poiché è il componente che riduce la quantità di ossigeno che circola nel sangue.


Ogni anno vengono fumate, nel mondo, 6 mila miliardi di sigarette (che corrispondono a 7 milioni di tonnellate). Questa cifra è in costante aumento non solo nel Terzo Mondo, dove dal 1970 il consumo di tabacco è cresciuto del 75%, ma anche in tutti i paesi industrializzati.

E' curioso pensare che ogni fumatore si "tira" 6.5 kg all'anno di tabacco e che si fuma in media 7.300 sigarette in sei mesi !!!

I fumatori sono 1 miliardo e 100 milioni (1/3 della popolazione globale con più di 15 anni).

Il paese dove vengono consumate più "cicche" è la Cina dove 300 milioni di accaniti fumatori consumano 1.880 miliardi di sigarette all'anno. E' ciò che colpisce di più è, che, il numero di tabagisti cinesi aumenta del 2% all'anno.

Il numero di vittime del fumo è però altissimo: nel mondo vi sono 3,5 milioni di morti all'anno (di cui 2 milioni nei paesi industrializzati e 1 milione nei paesi emergenti). Attualmente la sigaretta rappresenta la causa di circa il 20% di tutte le morti nei Paesi sviluppati.




In Italia il business fa affluire nelle casse dello stato 25 milioni di euro con un gettito fiscale per lo Stato che viene al secondo posto dopo quello della benzina.

I fumatori sono circa 13 milioni con un calo del 2,9% per gli uomini e un aumento del 2,4 % per le donne (questo è dovuto alla maggiore competitività sociale e lavorativa della donna nei paesi occidentali).

Tra i medici (predicatori di buoni consigli ma che come esseri umani si lasciano indurre in tentazione) fuma il 41% mentre tra gli insegnanti il tabagismo raggiunge il 29%.

Le morti causate dalla sigaretta e dal tabacco in generale sono 90.000 di cui 51.000 per tumori (ai polmoni, alla vescica, al cavo orale, alla faringe e alla laringe), 25.000 per bronchite ed enfisema polmonare e 14.000 per patologie vascolari.










Nel 1994 in una piazza nel centro di Bucarest (in Romania), un uomo ha fumato, con un congegno da lui inventato e costruito, 800 sigarette in meno di 5 minuti.

Nel 1993 è stata posta in vendita (in Canada) una sigaretta che si può riaccendere dopo il suo spegnimento, con un cilindretto per conservare il mozzicone e un paio di forbicine per tagliare via l'estremità bruciata.

Nel 1996 a Bellaire, vicino a Houston (USA), una norma impose di fumare solo nella propria casa.

A Manhattan (USA) nel 1995 è nato un locale per sole donne che masticano sigari.

Nel Galles meridionale (Inghilterra), in un'impresa di arredamento, è prevista per i fumatori la detrazione della paga di una sterlina l'ora; secondo i proprietari, un creativo non può lavorare con la sigaretta tra le dita.

Nel 1998 un'azienda chimica francese ha proposto aumenti salariali per chi smette di fumare.

In Irlanda le autorità sanitarie offrono un viaggio di due settimane in Messico per gli operai edili che smettono di fumare.

Negli USA è stata inventata da Toringam la sigaretta fatta con foglie di lattuga sottoposte a particolari trattamenti.

Il 63,6% fuma più di un pacchetto di sigarette al giorno; il 36% meno di 10 sigarette al giorno e i fumatori di sigari e pipe sono lo 0,4% della popolazione.

Per chi fuma i sigari.Secondo la rivista "Il Tabacco", la "sigaromanzia" indica il carattere del fumatore secondo il modo in cui tiene il sigaro.

Il più alto consumo di sigarette si ha nel Sud Italia e nelle Isole.

Sono 220 le marche di sigarette commercializzate attualmente in Italia, suddivise in due tipologie di prezzo: convenienti (rappresentano il 48% del mercato) con le marche nazionali e quelle "premium price" (52%).















ITALO SVEVO IN "LA COSCIENZA DI ZENO"



LA VITA DELL'AUTORE


Aron Hector Schmitz, (pseudonimo letterario Italo Svevo), nacque a Triste (in quel periodo ancora sotto l'Impero Asburgico) il 19 dicembre 1861, da un'agiata famiglia borghese composta da Francesco Schmitz, commerciante in vetrami e da Allegra Moravia. I genitori avevano entrambi origini ebraiche.

Nel 1873 fu mandato con i fratelli in un collegio in Germania, a Segnitz, dove studio materie commerciali e si impadronì, così, perfettamente del tedesco. Ma intanto si dedicò intensamente a letture di autori tedeschi quali Goethe, Schiller e altri, ampliando il suo interesse letterario.

Nel 1878 rientrò a Trieste dove si iscrisse all'Istituto Superiore Commerciale "Rivoltella" che frequentò per due anni. Ma la sua ambizione era di diventare scrittore. Cominciò così, dopo aver studiato l'italiano, a scrivere testi teatrali e drammatici che mai pubblicò.

A partire dal 1880, collaborò al giornale triestino "L'indipendente" con articoli letterari e teatrali.

Nel 1883 l'impresa commerciale del padre fallì (il fallimento definitivo avvenne nel 1884). Ettore Schmitz iniziò a cercare un impiego, passando dall'agio borghese ad una condizione di ristrettezza economica. La ditta dei fratelli Mettel lo respinse, perché ebreo. Venne però assunto come corrispondente tedesco e francese presso la filiale triestina della Banca Union di Vienna. Il lavoro da impiegato era per lui arido e opprimente (l'esperienza si trova trascritta in quella di Alfonso Nitti in Una Vita ) perciò, cercando un'evasione nella lettura, frequentava assiduamente la biblioteca civica. Leggeva i naturalisti francesi (Zola, Balzac, ecc.) e i classici italiani (Boccaccio, Macchiavelli, ecc.).

Nel 1886 strinse amicizia con Umberto Veruda, che lo influenzò profondamente e fornì il modello per il personaggio di Stefano Balli in Senilità.

Intanto iniziò a dedicarsi alle prime prove narrative, scrivendo alcune novelle e progettando il suo primo romanzo, Una vita, che pubblicherà nel 1892 con lo pseudonimo di Italo Svevo.

Nel 1895 morì la madre al capezzale della quale incontrò una cugina molto più giovane di lui: Livia Veneziani. Un anno dopo seguirono le nozze e nel 1897 nacque la figlia, Letizia.

La famiglia di Svevo

Questo matrimonio segnò profondamente la vita di Hector. Innanzi tutto sul piano psicologico: l'inetto, pieno di insicurezze, trovava finalmente un solido appoggio e poteva arrivare a coincidere con quella figura virile di pater familias, pacato e sereno domatore del suo mondo domestico. Ma mutava anche radicalmente la sua posizione sociale poiché i Veneziani erano proprietari di una fabbrica di vernici antiruggine per navi. Così Svevo abbandonò l'impiego in banca per entrare nella ditta dei suoceri. Per lavoro si spostò in Francia e in Inghilterra dove venne a contatto con un mondo totalmente diverso da quello in cui era vissuto: un mondo borghese in cui ciò che contava erano gli affari e il profitto. Divenuto anch'egli un uomo d'affari guardò per un certo periodo l'attività letteraria come qualcosa di fallace e malsano. A tutto ciò contribuì l'insuccesso del suo secondo romanzo, Senilità (1898).

Più avanti incontrò James Joyce: questi, esiliato dall'Irlanda, insegnava presso la Berlitz School di Trieste dove S. prendeva lezioni di inglese, lingua di cui necessitava per i suoi viaggi. Tra i due nacque una stretta amicizia. Joyce sottopose a S. la lettura delle sue poesie e i suoi racconti di Gente di Dublino, mentre S. fece leggere a Joyce i due romanzi pubblicati ottenendo giudizi adulatori e l'incoraggiamento a proseguire l'attività letteraria. Ma l'evento fondamentale fu l'incontro con la psicanalisi (avvenne tra il 1908 e il 1910): suo cognato, infatti, sostenne una terapia a Vienna con Freud (foto a lato) e questo fu il tramite attraverso il quale l'autore venne a conoscenza delle teorie psicanalitiche che rappresentavano le sue più profonde necessità.

L'occasione per ricominciare a scrivere gli fu concessa dalla guerra che lo privò di qualsiasi impegno riguardante la fabbrica. Nel 1919 scrisse il suo terzo romanzo, La coscienza di Zeno, che venne pubblicato nel 1923 ma questo non ebbe alcun successo. S. inviò il romanzo al suo amico Joyce, il quale, riconosciutone immediatamente lo straordinario valore, si attivò per imporlo all'attenzione degli intellettuali parigini e francesi. In Italia, invece, rimase intorno a Aron un'atmosfera d' indifferenza. L'unica eccezione fu costituita da Eugenio Montale che riconobbe immediatamente la sua grandezza.

La fama europea di Svevo fu confermata solennemente nel 1928 da un convegno del Pen Club, tenutosi a Parigi, dove lo scrittore venne acclamato da un folto gruppo di intellettuali di nazionalità diverse. Ciò rappresentò per lui uno stimolo alla sua attività di scrittore: negli anni successivi scrisse ampie parti del suo quarto romanzo che aveva sempre come protagonista Zeno e stese una serie di racconti e alcuni testi teatrali.

Morì il 13 settembre del 1928 a causa di ferite riportate da un incidente d'auto ,a Motta di Livenza, presso Treviso. 

Egli adottò lo pseudonimo letterario Italo Svevo perché in lui confluirono due culture: quella italiana (Italo) e quella tedesca (Svevo). La Svevia è infatti una regione della Germania.


L'OPERA


Ne La coscienza di Zeno, Svevo lascia lo schema ottocentesco del romanzo raccontato da un narratore estraneo alla vicenda e fa sì che la voce che il lettore immagina di ascoltare sia quella dell' "inetto-protagonista": Zeno Cosini.

Invitato dal proprio psicanalista a farlo, Zeno si cimenta nella stesura di un memoriale, una specie di confessione autobiografica, a scopo terapeutico; quando egli decide di interrompere la cura, il protagonista provoca l'indignazione del dottor S., il quale, in una lettera che costituisce la presentazione del romanzo, dichiara la volontà di pubblicare lo scritto di Zeno per vendicarsi della truffa subita dallo stesso.

Del protagonista, a dire il vero, malato immaginario e nevrotico, non ci si può sempre fidare: ciò che egli descrive e narra delle proprie esperienze lascia spesso una connotazione di ambiguità, un dubbio su ciò che corrisponde alla realtà e su ciò che, diversamente, sia frutto di fantasie e menzogne consolatorie.

E' proprio il dottor S., infatti, a farlo presente quando nella propria lettera, fa allusione alle "tante verità e bugie" che Zeno accumula nella sua autobiografia.

Lo spazio temporale del romanzo non ha una connotazione ben precisa, infatti gli avvenimenti non si susseguono cronologicamente e secondo uno schema chiaro.

Zeno sbriciola la sua memoria in un'infinità di ricordi, lasciando emergere solo le esperienze più significative della sua esistenza: ognuna di esse intitola una sezione del romanzo che, in totale, ne conta sei, tutte precedute da una prefazione ed un preambolo in cui il protagonista cerca di far riemergere le immagini della sua prima infanzia.

Il personaggio del romanzo ha il temperamento e le sembianze dei due precedenti inetti rappresentati e descritti da Svevo. Questi sono Alfonso Nitti e Emilio Brentani, rispettivamente protagonisti di Una vita e Senilità.

La giovinezza di Zeno è contraddistinta da una perenne arrendevolezza alle difficoltà imposte dalla vita e dall'inconsistenza esistenziale; egli infatti, si trova più volte a migrare da una facoltà universitaria all'altra senza mai giungere alla laurea.

Il padre è deluso e amareggiato dal comportamento del figlio, il quale sente su di sé il peso della frustrazione, e perciò non riesce a conseguire alcuni risultato in grado di dargli un "nome" preciso, una collocazione all'interno della società.

Prima della morte del genitore, Zeno riceve da questi uno schiaffo che non saprà mai spiegarsi: egli infatti non riesce a comprendere se è frutto dell'incoscienza dovuta dalla malattia o dalla volontà del padre di castigarlo.

La sua perenne insicurezza lo porterà a legarsi ad una figura paterna sostitutiva, quella di Giovanni Malfenti, abile uomo d'affari che Zeno adotterà come padre-suocero, sposando Augusta (la sua figlia più brutta).

Ne "La coscienza di Zeno" sono rappresentate, come nei precedenti due romanzi, tutte le figure che fanno da sfondo alla vita degli inadatti di Svevo: quella di Guido Speier, cognato di Zeno, che allude al Balli di "Senilità" e al Macario di "Una vita". Questi rappresentano "Il rivale" dell'inetto: l'uomo che non barcolla mai di fronte alle difficoltà, disinvolto in società, sicuro di sé, perfettamente "adatto alla vita" e che sa giostrare perfettamente la sigaretta.

La vita di Zeno è un' interminabile corsa verso quella che presume sia la vera e ottimale condizione esistenziale: la salute. Egli, infatti, è convinto che ogni suo male derivi dalla malattia (immaginaria) e che, se riuscirà a smettere di fumare, tutto cambierà.

Però, mentre si impegna ad analizzare il suo vizio del fumo per cercare di distaccarsene, Zeno sente più energico il bisogno di accendersi una sigaretta e scherza sul fatto che potrebbe essere l'ultima, ben sapendo, in fondo, che non sarà così.

I tentativi di astensione dall'accendere una sigaretta, oltre ad essere vani, sono la fatica inutile di raggiungere la posizione di buon marito, buon padre, ottimo uomo d'affari, che il protagonista ritiene indispensabili nella vita.

Ma alla fine, possiamo comprendere che egli ormai ha saggiamente accettato la sua malattia, concedendosi il piacere di fumare senza imporsi la sofferenza di dover smettere di fumare e giungendo alla conclusione che tutto il mondo è profondamente malato e che l'unica possibilità di raggiungere la salute coinciderà con la fine del mondo. Così, Zeno, assume un atteggiamento di rinuncia. Egli, infatti, è un "inetto", incapace di mantenere i propositi, affetto da una malattia morale che inutilmente cerca di espellere da sé stesso sull'intera umanità.

Svevo basa gran parte dei suoi racconti sulle teorie psicoanalitiche di Freud, in particolar modo sui famosi "atti mancati", cioè quelli che non riusciamo a realizzare poiché il nostro inconscio vi si oppone.

I continui tentativi di Zeno di smettere di fumare rappresentano appunto altrettanti atti mancati.

Due eventi, in particolare, mettono il lettore nelle condizioni di individuare questi "atti mancati": il matrimonio con Augusta e il funerale di Guido Speier.

Infatti, il protagonista avrebbe voluto sposare Ada, la sorella più bella tra le figlie di Malfenti ma, rifiutato da questa per la propria inettitudine, si rivolge ad Alberta, la sorella più piccola.

Rifiutato per la seconda volta, giunge a chiedere istintivamente la mano ad Augusta, la più brutta di tutte. Zeno non ha errato nella sua scelta: Augusta è l'unica donna che avrebbe potuto sposare poiché era la più adatta a stargli accanto.

In occasione del funerale di Guido Speier (suo cognato), il protagonista, invece, sbaglia corteo funebre tradendo così i veri sentimenti d'odio provati per il suo "povero amico".

Se vengono confrontati Nitti, Brentani e Zeno, quest'ultimo sembra, senza alcun dubbio, più maturo e più attento; egli non è più rinchiuso entro le mura della piccola società borghese, ma è inserito nel contesto di una ricca borghesia commerciale.

Più avanti nel romanzo, Zeno affianca alla moglie la figura di una giovane donna povera, Carla, con la quale sembra avere un rapporto più da padre che da amante.

La storia extraconiugale finisce, poi, con lo sfaldarsi a causa dei continui sensi di colpa di Zeno, che inevitabilmente viene tradito e abbandonato.

Lo sviluppo della vicenda allude in modo indiretto al rapporto contrastato tra Emilio ed Angiolina, gli amanti di Senilità.

Il romanzo, oltre che essere formato dall'autobiografia di Zeno scritto con fini terapeutici, è accresciuto dal diario dello stesso nel quale egli annota i propri pensieri e le proprie opinioni.



















Quanti provvedimenti sono già stati presi dallo stato da imporre ai fumatori che con il passare degli anni saranno sempre più "perseguitati" e penalizzati?

Moltissimi. ma penso che non abbiano una grande utilità poiché le campagne pubblicitarie anti-fumo, i volantini e le diciture sui pacchetti continuano a esserci ma senza alcun successo poiché tutti i fumatori sanno il rischio che incorrono.

Altri invece hanno avuto e hanno tuttora un'utilità non irrilevante, anzi.!

La più valida e rispettata forma di tutela dei non fumatori e la principale causa per cui si smette di fumare, è rappresentata dalla cosiddetta Legge Sirchia (legge n. 3 del 16 gennaio 2003, art. 51) che regolamenta il fumo nei locali pubblici e privati aperti al pubblico ed è basata su principi corretti e condivisibili.

Questa legge, in sintesi, decreta che è vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico e in quelli riservati ai fumatori e contrassegnati come tali.

Questi esercizi adibiti per i fumatori devono essere dotati d'impianti per la ventilazione e il ricambio di aria che devono avere un funzionamento regolare.

Per quanto concerne invece la pubblica amministrazione il divieto di fumo è esteso a qualsiasi locale interno adibito alla pubblica utilità (esempio uffici, sale di aspetto,ecc.).

Penso che lo spirito di questa legge è giusto: oggi non è più possibile pensare di fumare dove si vuole. Però, se il tabacco è così nocivo alla salute, perché non viene proibito del tutto?


l'art. 25 del regio decreto vieta la vendita di sigarette e tabacco ai minori di 16 anni sia che il minore acquisti per conto proprio o di un mandante.

la legge 165 vieta la pubblicità dei prodotti da fumo; venne inoltre presentato un progetto di legge che proponeva di non fumare nei teatri. Non venne mai preso in considerazione.

vennero presentati tre progetti per la tutela della salute umana nei confronti dei danni derivanti dal fumo ma non vennero mai approvati.

un progetto di legge vietava il fumo nei luoghi pubblici e privati, ma venne bocciato in Parlamento.

per il bisogno di adattarsi alle norme della CEE (Comunità Economica Europea), una Direttiva del Consiglio dei Ministri impose di indicare sui pacchetti di sigarette il contenuto in milligrammi di nicotina e di catrame e obbligò a stamparvi sui pacchetti tre frasi: "IL FUMO PROVOCA IL CANCRO", "NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE", "IL FUMO PROVOCA MALATTIE CARDIOVASCOLARI" ed altre frasi facoltative (eventualmente).

una Direttiva del Consiglio dei Ministri successiva ad una legge della CEE, stabiliva che entro e non oltre il 1992 il contenuto del catrame nelle sigarette non potesse superare i 15 mg. (diventeranno 12 mg. dal 1997).

il 30 ottobre venne presentato un disegno di legge che vietava il fumo nei luoghi pubblici o accessibili al pubblico e prescriveva di adibire una "zona fumatori" nei locali chiusi (es. ristoranti, bar, cinema, ecc.), aperti al pubblico purchè muniti di adeguati aspiratori.Mai stato discusso.

d. lgs 626 "miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro".

il Consiglio di Stato conferma la sentenza del TAR-LAZIO sul divieto di fumo in alcuni Enti pubblici.

1995 il 14 dicembre con una Direttiva del Presidente del Consiglio, il Governo ha deciso di mettere fuori gioco i fumatori in tutti i locali delle Pubbliche Amministrazioni di tutta Italia. Un "ultimatum" che vale anche per le aziende private che gestiscono servizi pubblici in un regime di concessione e appalto.

il consiglio dei ministri approva il disegno di Legge Veronesi (sopra descritto).

11 novembre legge 584, vieta il fumo nei luoghi pubblici. Il proprietario del luogo dove il divieto non venga fatto rispettare, rischia addirittura una sanzione da 200 a 2.000 euro, con possibilità di aumento qualora nelle zone fumatori gli impianti di aerazione non risultino a norma.

1° gennaio 2004 i distributori automatici di sigarette e tabacchi lavorati, dovranno essere disattivati su tutto il territorio nazionale, dalle sette alle ventuno, anche nei giorni festivi.









I prodotti commercializzati, che vengono generalmente accomunati nella categoria di tabacchi lavorati, vengono contraddistinti, ai fini impositivi, nelle seguenti categorie:

le sigarette;

i sigari ed i sigaretti;

il tabacco da fumo trinciato;

il tabacco da fiuto e da mastico.


Suddetti prodotti sono gravati da diverse imposte:

l' IVA, che è pari al 20% del prezzo di vendita al pubblico al netto dell'IVA stessa;

L'imposta di consumo, più comunemente detta accisa, correlata al prezzo di vendita al pubblico, varia in relazione alla categoria del prodotto.

il dazio, che si applica solo qualora i prodotti provengano da paesi situati fuori dalla Unione Europea.

Il prezzo finale di vendita al pubblico di un prodotto risulta dalla somma di più componenti, quelle fiscali sopraccitate alle quali si aggiungono l' aggio del rivenditore, nella misura fissa del 10% del prezzo, e la quota di spettanza del produttore.

Quindi, se prendiamo in considerazione, per le sigarette, un prezzo pari a 100 noteremo, con valori arrotondati, che:

58,5 verranno versate nelle casse dell' erario a titolo di accisa;

17 andranno, ugualmente, allo Stato per il pagamento dell' IVA;

10 ricompenseranno il rivenditore;

14,5 costituiranno l'incasso per il produttore.

Lo Stato interviene in modo deciso sui tabacchi lavorati penalizzandone il consumo con una tassazione che sfiora il 75% del prezzo finale.

Tutti i tabacchi lavorati che vengono immessi nel circuito legale di vendita sono controllati dall' Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (Aams) presso il laboratorio chimico notificato, situato presso la propria struttura centrale.

I controlli si sostanziano nella verifica dell'aderenza dell'etichettatura alla normativa nazionale e a quella comunitaria sui tabacchi lavorati in materia di avvertenze sanitarie circa la nocività dei prodotti e, per le sigarette, nell' indicazione dei contenuti di catrame, monossido di carbonio e nicotina.

I controlli vengono compiuti sui prodotti del tabacco prima dell' inserimento nella tariffa di vendita al pubblico (a prescindere, quindi, dalla loro effettiva commercializzazione); avviata la commercializzazione da parte dei produttori/distributori, l' Aams interviene sul mercato prelevando periodicamente, a campione, tutte le marche sia presso le reti distributive che presso le strutture produttive presenti sul territorio nazionale.

La vendita dei generi di monopolio sul territorio nazionale può essere effettuata attraverso:

LE RIVENDITE ORDINARIE In questa tipologia rientra la normale tabaccheria, accessibile al pubblico, che espone il numero della concessione sull'apposita insegna a 'T'.

LE RIVENDITE SPECIALI sono quelle ubicate presso particolari strutture quali porti, aereoporti, stazioni ferroviare, aree di servizio automobilistiche, caserme, istituti penali, etc.

I PATENTINI Vengono designati nei Bar di rilevante frequentazione, dotati di sala da intrattenimento per il pubblico, i cui titolari si riforniscono presso la rivendita ordinaria più vicina.

I DISTRIBUTORI AUTOMATICI installati a cura del rivenditore nelle immediate vicinanze del locale sede della rivendita.

Per ottenere una rivendita dei generi di monopolio bisogna presentare domanda, redatta in carta semplice all'ufficio regionale dell'Aams competente per territorio, entro il primo trimestre di ogni anno. La domanda per l'apertura di rivendite speciali e la domanda per la richiesta dei patentini, va presentata su carta da bollo di Euro 14,62.

La richiesta deve contenere le generalità del richiedente (nome, cognome e recapito personale), l'individuazione del locale da destinare a rivendita, con specificazione dell'esatta ubicazione. Nella domanda deve essere anche indicata, ove possibile, l'ubicazione delle tre tabaccherie più vicine, precisandone il numero identificativo (rilevabile nell'apposita insegna a 'T') e il Comune di ubicazione delle stesse.

Sulla base di tale domanda, l'ufficio regionale, qualora lo ritenga opportuno, procede al rilascio della licenza, provvedendo all'assegnazione della nuova tabaccheria nei seguenti modi:

1) nei Comuni con più di 30.000 abitanti o nei capoluoghi di provincia, mediante un'asta pubblica;

2) nei Comuni con popolazione non superiore ai 30.000 abitanti, tramite un concorso riservato a particolari categorie di persone e nell'ordine:

profughi già intestatari di analoga licenza nei territori di provenienza;

invalidi di guerra, vedove di guerra e categorie equiparate;

decorati al valor militare, altri profughi riconosciuti tali, mutilati ed invalidi del lavoro con riduzione della capacità lavorativa non inferiore al 40%, vedove di caduti sul lavoro.

1) DISTANZA DALLA PIÙ VICINA RIVENDITA:

a) nei Comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti, non inferiore a m. 200;

b) nei Comuni con popolazione da oltre 30.000 fino a 100.000 abitanti, non inferiore a m. 250;

c) nei Comuni con popolazione da oltre 10.000 fino a 30.000 abitanti, non inferiore a m. 300;

d) nei Comuni con popolazione fino a 10.000 abitanti, non inferiore a m. 200. In ogni caso deve essere osservato anche il rapporto proporzionale fra la popolazione residente ed il numero delle rivendite (una per ogni 1.500 abitanti o frazione non inferiore a 800 abitanti);

e) nelle località sparse e distanti almeno m. 1.500 dal centro abitato e m. 600 dalla più vicina rivendita, è facoltà dell'Ispettorato compartimentale procedere all'istituzione della nuova tabaccheria, prescindendo dalla produttività minima.

La misurazione della distanza intercorrente tra il locale proposto e quello in cui funziona la più vicina rivendita deve essere effettuata seguendo il percorso pedonale più breve.

2) PRODUTTIVITÀ: Per produttività si intende la potenzialità economica della nuova rivendita, calcolata dall'Ispettorato compartimentale sulla base degli aggi realizzati, nell'anno precedente la richiesta, dalle tre rivendite più vicine.




FAC-SIMILE DI SEGNALAZIONE PER L'ISTITUZIONE DI UNA NUOVA RIVENDITA DI TABACCHI




ALL'UFFICIO REGIONALE DEI MONOPOLI DI STATO

DEL/LA ............

SEDE DI ............

SEZ. DISTACCATA DI ..............

Il sottoscritto..............nato a........... il..........

Residente in ...........via ..............c.a.p. ........

Segnala la necessita' di una nuova rivendita generi di monopolio nel Comune di .......

Localita'...........che conta numerosi abitanti ed è priva di punti vendita.

Al riguardo dichiara che le tre tabaccherie più vicine al locale di seguito indicato sono le seguenti:

riv. n° ....via.................. a metri ...........

riv. n° .....via................. a metri ...........

riv. n° .....via ................... a metri ...........

Fa presente che potrà disporre di un locale ubicato in via .............. N°..

(l'interessato potra' esporre particolari motivi di interesse della zona quali la presenza di industrie,

fermate di autobus, scuole, centri commerciali ecc.).

Infine, dichiara di essere a conoscenza che, in caso di esito positivo, riceverà notizia dell'indizione

della gara mentre non sara' data alcuna comunicazione qualora la presente segnalazione dia esito

negativo.

Data, Firma


IMPORTANTE

N.B.: A causa di numerose truffe compiute a danno degli utenti, SI AVVERTE che nessun

incaricato dell'Amministrazione è autorizzato a riscuotere somme o altro dalle persone che hanno

presentato domanda. DIFFIDARE E SEGNALARE, pertanto, immediatamente alle Autorita'

competenti eventuali persone che facciano richieste di denaro a qualsiasi titolo.





FAC-SIMILE PER RICHIESTA PATENTINO

ALL'UFFICIO REGIONALE DEI MONOPOLI DI STATO

DEL/LA ............

SEDE DI ............

SEZ. DISTACCATA DI ..............


Io sottoscritto __________ ______ ____ __ nato a __________ ______ ____ _____ il ____________________ residente in via/piazza __________ ______ ____ _______________ titolare dell'esercizio (1)_____ _______ ______ _______________ chiedo che mi venga rilasciato il patentino per la vendita dei generi di monopolio nel locale ubicato nel Comune di __________ ______ ____ ___ via/piazza __________ ______ ____ _________ __________ c.a.p. ____________________ n° telefono ____________________.

Dichiaro che la rivendita ordinaria più vicina al locale suindicate è la n° _______, ubicata in via/piazza __________ ______ ____ _________ e che la suddetta rivendita È/NON È dotata di distributore automatico.

Dichiaro, infine, che l'attività commerciale da me gestita osserva il seguente orario di apertura e chiusura __________ ______ ____ _________ ed il seguente giorno di riposo settimanale __________ ______ ____ _________.

Faccio presente, inoltre, di AVERE / NON AVERE presentato, per i medesimi locali, istanza per istituzione di rivendita.

Allego Pianta Planimetrica, firmata da un professionista iscritto all'albo - redatta in scala su formato massimo foglio A3 - indicante le distanze intercorrenti dalle rivendite e patentini circostanti all'esercizio commerciale per il quale chiedo il rilascio del patentino.

(specificare il numero della/e rivendite più vicina/e nonché l'esatta ubicazione)

Data _____ _______ ______ __________

Firma _____ _______ ______ _______________


ESERCIZI PER I QUALI È PREVISTO IL RILASCIO DI PATENTINO: - Alberghi - Stabilimenti balneari - Campi sportivi - Discoteche - Bar di rilevante frequentazione - Pub - Ristoranti e pizzerie (non a taglio) - Locali da ballo - Sale Bingo (ove non sia possibile procedere all'impianto di rivendita speciale) - Cinema multisala con annesso punto di ristoro __________ ______ ____ __________ ______ ____ __________ ______ ____ _____ _______ ______ ____________

IMPORTANTE

A causa di numerose truffe compiute a danno degli utenti, SI AVVERTE che nessun incaricato dell'Amministrazione è autorizzato a riscuotere somme o altro alle persone che hanno presentato domanda. DIFFIDARE e SEGNALARE, pertanto, immediatamente alle Autorità competenti eventuali persone che facciano richieste di denaro a qualsiasi titolo.

N.B. : le istanze saranno poste in istruttoria a partire dal mese di aprile; il procedimento avrà termine entro 320 giorni;inoltre, si fa presente che, come da circolare n° 375 UDG del 01/08/2005, si eviterà, di procedere al rilascio dei patentini in locali ubicati ad una distanza inferiore a metri 100 dalla rivendita più vicina.



Non si può parlare di multinazionale se prima non si dice il suo significato.

Un'impresa si definisce multinazionale quando svolge la propria attività o è presente con le proprie sedi in diversi paesi.

LA STORIA DELLA PIÙ FAMOSA MULTINAZIONALE DEL TABACCO: LA PHILIP MORRIS

Essa ha inizio con il signor Philip Morris (foto a lato) e l'apertura del suo negozio a Bond Street, a Londra nel 1847, per la vendita di tabacco sfuso e di sigarette già pronte.

Alla scomparsa di Morris, la moglie e il fratello decisero di subentrare nell'attività. Nel 1881, Leopold Morris decise di trasformare l'azienda unendosi a Joseph Grunebaum per fondare la società Philip Morris & Company and Grunebaum, Ltd. La collaborazione si sciolse nel 1885 e la società cambiò il proprio nome in Philip Morris & Co., Ltd. Successivamente, nel 1894, la famiglia Morris cedette il controllo della società a William Thomson e alla sua famiglia. Sotto la direzione di questi, l'azienda venne nominata come fornitore ufficiale di tabacco per il re Edoardo VII . Nel 1902, divenne una società per azioni a New York. La casa madre inglese e i soci americani si dividevano la proprietà al 50%.

Il 1919 è stato un anno cruciale per l'azienda. Ha visto l'introduzione del logo della coroncina di Philip Morris, l'acquisizione di Philip Morris Company negli Stati Uniti da parte di una nuova azienda di proprietà di azionisti americani e la sua trasformazione in società per azioni in Virginia con il nome Philip Morris & Co., Ltd., Inc. Al termine del decennio successivo, la società aveva iniziato a produrre sigarette nel suo stabilimento di Richmond, in Virginia; nel 1924 nacque la marca che sarebbe diventata la più famosa dell'azienda, la Marlboro.

A metà degli anni '50, l'azienda era diventata parte della cultura americana e poco dopo fu fondata Philip Morris International, per la produzione e la distribuzione di sigarette in tutto il mondo.


Il famoso logo della Philip Morris introdotto all'inizio del 1919


I RECENTI PASSI DELL'AZIENDA.

Dopo aver rafforzato la sua posizione negli Stati Uniti, la Philip Morris ha deciso di commercializzare i suoi prodotti in tutto il mondo. Nel 1954 ha fondato Philip Morris Australia Ltd, seguita l'anno successivo da Philip Morris Overseas - una divisione internazionale che, nel 1961, sarebbe diventata Philip Morris International.

Ora, la grande compagnia era pronta per una grandiosa espansione delle vendite a livello internazionale, tramite accordi di licenza e un numero prontamente crescente di società affiliate in tutto il mondo. Nel 1963, il produttore di sigarette svizzero Fabriques de Tabac Réunies era diventato il primo affiliato europeo. Ne sarebbero seguiti molti altri, in breve tempo.

Nel 1972, il volume della Philip Morris International si aggirava sui 113 miliardi di unità; i settori di produzione e vendita coprivano già un esteso numero di mercati in tutto il mondo. La società sviluppò un tipo di sigaretta a miscela americana per la distribuzione all'interno dell'allora Unione Sovietica e dal 1977 riuscì a penetrare efficacemente sul mercato aggirando le ostilità tra l'America e la grande potenza comunista.

La sede nell'Unione Sovietica della Philip Morris

Sin dalla fondazione, la multinazionale si è dedicata con costanza a stabilire una presenza in paesi e territori a livello mondiale, compresa l'America centro-meridionale ed il Giappone. Fra il 1981 e il 2005 i volumi di produzione sono aumentati da 249 a 805 miliardi di sigarette. Il reddito operativo è cresciuto proporzionalmente.

Ma è stato negli anni 1990 che i mercati dell'est europeo, fino ad allora rigidamente controllati , si sono aperti all'iniziativa privata e la società ha acquisito partecipazioni di maggioranza in numerosi stabilimenti in Lituania, Russia e Polonia, ed, allo stesso tempo, creato nuove fabbriche in città quali San Pietroburgo in Russia e Almaty in Kazakistan.

Oggi i prodotti della Philip Morris International rappresentano quasi il 15% del mercato mondiale delle sigarette.


I RISULTATI ECONOMICI - FINANZIARI.

La Philip Morris, produce e vende prodotti a base di tabacco in tutto il mondo.

Tra il 1970 e il 2005 la crescita è stata notevole. Il volume è aumentato da 87 a 805 miliardi di sigarette. Un aumento che è stato accompagnato da un altrettanto significativo incremento del fatturato netto, passato da 425 milioni di dollari a quasi 45 miliardi di dollari. Nel 2005 il reddito d'esercizio ammontava a 7,8 miliardi di dollari, cifra cento volte superiore rispetto a quella registrata nel 1970.

Oggi la multinazionale conta più di 70.000 dipendenti in tutto il mondo; i prodotti, realizzati in circa 50 fabbriche di sigarette dislocate in diversi paesi, sono venduti in oltre 160 paesi.

La Philip Morris è una società operativa di Altria Group, Inc.

Le società del gruppo Altria operano in settori molto diversi, che vanno dal caffè, agli alimentari, al tabacco e alla birra. Nel 2005 Altria Group, Inc. ha generato un fatturato netto di quasi 97,9 miliardi di dollari.

Questa multinazionale ha ottenuto i suddetti risultati anche perché oltre a possedere le più note marche di sigarette (Marlboro, Diana, Multifilter, Muratti, Cartier, Chesterfield, Merit, Dunhill, L&M, Lark, Consulate Sinclair, Vogue, Rothmans, Royals, Piccadilly) possiede numerose altre aziende che producono beni di consumo alimentari:

BIRRA: Miller;

CIOCCOLATO: Suchard, Toblerone, Cote d'Or, Milka;

FORMAGGI: Kraft, Philadelphia.


E' la più nota marca di sigarette, a livello mondiale, prodotte dalla Philip Morris.

In Italia, Marlboro, detiene quasi il 30% del mercato dei fumatori, di fronte alla rivale MS.

La multinazionale attualmente sponsorizza la Ducati e, in Formula 1, la Scuderia Ferrari. Inoltre, la Marlboro Classic è una linea di abbigliamento del gruppo Marzotto.







PRINCIPALI LINEE DI SIGARETTE PROPOSTE DALLA MARLBORO:


LIGHT


MENTHOL




SILVER

FILTER








A multinational is a company which produces in more than one country but has its headquarters in just one.


A company goes "global" through:






















 























































































































































































































  DOCUMENTI DA INTERNET


WWW.WIKIPEDIA.IT

WWW.LUGANO-TICINO.COM

WWW.INEA.IT

WWW.KIDSLINK.BO.CNR.IT

WWW.GOVERNO.IT

WWW.TABACCHERIA.21.NET



         Guido Baldi - Silvia Giusto - Mario Rametti - Giuseppe Zaccaria,

STORIA E TESTI DELLA LETTERATURA


         Flavia Bentini with David Riley, NEW ECONOMY COMMERCIAL  INTEREST

Scarica gratis Il tabacco e le sue multi nazionali - tesina
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