IL SISTEMA MONETARIO
EUROPEO
Nel marzo del 1979, ci fu Ia
costituzione del Sistema Monetarlo Europeo (SME). Essa rappresentô il primo
passo verso Ia realizzazione dell'unione economica e monetaria.
La meta principale dello SME era quella di stabilizzare i tassi di cambio e di
porre un freno all'inflazione, limitando il margine di fluttuazione di ogni
moneta ad un piccolo scostamento rispetto ad un valore di riferimento,
denominato parità centrale qualora questo margine, corrispondente a +/- 2,25%
(oggi +/- 15%) fosse stato oltrepassato, le banche centrali del rispettivi
paesi dovevano intervenire liquidando Ia valuta più forte e acquistando quella
più debole, Per evitare ciò, I governi del paesi membri s'impegnarono a
realizzare interventi adeguati di politica economica. Tuttavia, l'impegno delle
banche centrali ad intervenire al margini non è obbligatorio, infatti i paesi
aderenti possono, dopo Ia consultazione degli altri stati membri, decidere di cambiare
i tassi centrali delle loro monete con il processo di riallineamento.
Quest'ultimo stato molto frequente nella
prima metà degli anni '80, quando si verificarono più di 10 casi, e poi man
mano e divenuto sempre più rare. I paesi aderenti allo SME, possono inoltre
essere chiamati a mettere in opera manovre correttive ancor prima di aver
raggiunto i margini di fluttuazione stabiliti. E' prevista, infatti, attraverso
un meccanismo chiamato indicatore di divergenza, Ia possibilità, per i paesi il
cui scostamento raggiunge il 75% del limite massimo, d'illustrare tramite una
consultazione comunitaria le cause di questa evoluzione e di intervenire, se se
ne ha Ia necessità attraverso misure di politica monetaria interna o con altre
misure di politica economica.
Con lo SME si propose anche d'introdurre una moneta unica europea, I'ECU
(european currency unit, letteralmente unità di conto europeo). II valore
deII'ECU, è calcolato sulla base di un 'paniere" di beni composto dalle
monete dei membri dell'unione europea, ciascuna delle quali viene stimata
usando come pesi I'incidenza della produzione di ogni paese e Ia sua quota di
partecipazione al commercio comunitario. L'ECU, svolge un ruolo fondamentale
nel meccanismo di cambio istituito con l'entrata in vigore della SME: in questo
conteste, come citato precedentemente, i paesi aderenti devono rnantenere Ia
propria moneta nazionale all'interno di una banda d'oscillazione rispetto al
valore della parità centrale. In passato Ia composizione deII'ECU è stata modificata
di tanto in tanto, ma ê stata "congelata" a partire dal 10 novembre 1993 (data
di entrata in vigore del trattato di Maastricht), in maniera immutabile fino
all'inizio della terza fase del processo d'attuazione dell'unione monetaria
europea; può variare invece, ii tasso di cambio di ciascuna moneta con quelle
degli altri stati membri dello SME e con l'ECU.
Il sistema del tassi di
cambio collassò perô, nel settembre del 1992 in seguito a forti tassi
d'interesse stabiliti dalla banca centrale tedesca dopo Ia riunificazione della
Germania. Gran Bretagna e Italia furono allora costrette ad uscire dallo SME.
II nostro paese, vi è p01 rientrato il 26 novembre 1996 e da allora Ia lira ha
avuto una certa stabilità rispetto all'ECU, anche grazie at riordino del conti
pubblici e al ridimensionamento del fenomeno deII'inflazione.
Attualmente I'ECU non può
essere impiegato nelle transazioni quotidiane perché esso è stato coniato solo
per ragioni formali e viene utilizzato ad esempio, nella contabilità interna
delle istituzioni deIl'unione europea.