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Il mercato di concorrenza perfetta




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Il mercato di concorrenza perfetta


Le condizioni che definiscono l'esistenza di un mercato per un bene perfettamente concorrenziale sono:

- Gli acquirenti ed i venditori del bene sono numerosi e ciascuno di essi è troppo piccolo per influenzare il prezzo del bene. Pertanto una variazione della produzione di una sola impresa non influenza in maniera percettibile il prezzo del bene. Analogamente, ciascun consumatore è troppo piccolo per poter ottenere dalle imprese concessioni e particolari condizioni di credito legate alla quantità del bene che acquista;

- Tutti i beni venduti sul mercato sono omogenei. I consumatori non sono in grado di distinguere il prodotto di una impresa da quello di un'altra;

- Esiste una perfetta mobilità dei fattori della produzione. Tutti i fattori della produzione possono essere facilmente trasferiti da un'industria all'altra, in risposta agli incentivi monetari. Nessuna impresa possiede alcuna concessione per l'utilizzo di qualche fattore di produzione. Le imprese possono entrare ed uscire dal mercato facilmente nel lungo periodo. Non esistono barriere artificiali (brevetti, copyright, concessioni governative) o naturali (grandi capitali iniziali, esperienza, know how);

- I consumatori, i proprietari dei fattori produttivi e le imprese che vendono sul mercato hanno una perfetta conoscenza dei prezzi e dei costi presenti e futuri. I consumatori non pagano un prezzo superiore a quello necessario per acquistare il bene. L'informazione relativa ai prezzi ed ai costi si diffonde in un tempo infinitesimo. Conoscendo perfettamente i prezzi ed i costi vigenti sul mercato i produttori sono in grado di sapere quanto produrre.

In un mercato di concorrenza perfetta il prezzo del bene è determinato esclusivamente dall'intersezione tra la curva di domanda e la curva di offerta di mercato per il bene. Si dice allora che ciascuna impresa in un mercato in concorrenza perfetta è un price-taker, ossia assume il prezzo come un dato esogeno. L'unica variabile decisionale per i manager è la quantità da produrre. La singola impresa ha di fronte una curva di domanda infinitamente elastica in corrispondenza del prezzo determinato dall'equilibrio tra domanda e offerta di mercato.

Il periodo di mercato (detto anche brevissimo periodo) indica un periodo di tempo durante il quale l'offerta di un bene rimane fissa. I costi di produzione non hanno alcuna influenza nella determinazione del prezzo e tutta la quantità disponibile è messa in vendita a qualunque prezzo si determini. In condizioni di concorrenza perfetta l'offerta determina la quantità e la domanda determina il prezzo.

Nel breve periodo, dal momento che l'impresa non è in grado di influenzare il prezzo di vendita del prodotto, i manager determinano la quantità da produrre imponendo la condizione che il prezzo è pari al costo marginale. La curva di offerta di una impresa indica la quantità che viene prodotta del bene in corrispondenza di ogni possibile prezzo. Le imprese tendono ad aumentare la produzione fino al punto in cui il prezzo uguaglia il costo marginale, ma smettono di produrre non appena il prezzo scende al di sotto del costo medio variabile. Pertanto, la curva di offerta dell'impresa è costituita dal tratto ascendente della curva del costo marginale situato al di sopra della curva del costo medio variabile (e poiché la curva del costo marginale interseca la curva del costo medio variabile nel suo punto di minimo, si considera il tratto ascendente situato al di sopra del punto di minimo della curva del costo medio variabile). La curva di offerta di breve periodo di una impresa è inclinata positivamente per lo stesso motivo per cui il costo marginale cresce, la presenza di rendimenti marginali decrescenti di uno o più fattori di produzione. La costruzione della curva di offerta di breve periodo dell'industria in concorrenza perfetta come somma orizzontale delle curve di offerta di breve periodo delle singole imprese si basa sull'ipotesi che i prezzi degli input siano costanti a prescindere dalla quantità di input che ciascuna impresa e l'industria domandano. Se invece i prezzi degli input aumentano con la domanda di input, la curva di offerta dell'industria acquista una inclinazione maggiore.

Poiché le curve dei costi marginali hanno una pendenza positiva, l'elasticità dell'offerta nel breve periodo è sempre positiva. Quando i costi marginali crescono rapidamente all'aumentare dell'output, l'elasticità dell'offerta è bassa. In tal caso le imprese trovano costoso aumentare il loro output. Quando il costo marginale cresce lentamente con l'output, l'offerta è elastica e le imprese trovano conveniente aumentare sostanzialmente la produzione anche per un piccolo aumento del prezzo del bene. Casi particolari sono quelli in cui la curva di offerta è perfettamente anelastica perché gli impianti produttivi di tutte le imprese dell'industria sono utilizzati fino alla saturazione della loro capacità, per cui è necessario costruire altri impianti (così come nel lungo periodo) per aumentare l'offerta e in cui l'offerta è perfettamente elastica, perché i costi marginali sono costanti.

Nel lungo periodo tutti i fattori di produzione e tutti i costi sono variabili. Le imprese possono decidere di cessare la produzione (uscire dall'industria) o cominciare a produrre (entrare nell'industria). Le imprese presenti sul mercato per produrre il livello ottimo di output di lungo periodo (quello a cui il prezzo o il ricavo marginale sono pari al costo marginale di lungo periodo) costruiscono l'impianto più efficiente. L'impianto più efficiente è quello che consente di produrre il livello ottimo di output al più basso costo possibile. Quando una impresa è in equilibrio nel lungo periodo, è in equilibrio anche nel breve periodo, dal momento che P = RMa.  In un mercato di concorrenza perfetta esiste una situazione di equilibrio di lungo periodo quando si verificano le tre condizioni seguenti. Tutte le imprese che costituiscono l'industria massimizzano il profitto. Nessuna delle imprese ha alcun incentivo ad uscire o ad entrare dall'industria, perché per tutte le imprese dell'industria il profitto economico è nullo. Il prezzo del prodotto è tale che la quantità offerta dall'industria è uguale alla quantità domandata dai consumatori.

Si definisce surplus del produttore la differenza tra il ricavo di una impresa e il costo minimo da sostenere per produrre la quantità di output che massimizza il profitto. Sia nel breve che nel lungo periodo il surplus del produttore è rappresentato dall'area che si trova tra la linea orizzontale del prezzo ed il costo marginale di produzione dell'impresa.

Se la curva di domanda di mercato aumenta, determinando un prezzo di equilibrio di mercato maggiore, nel breve periodo ciascuna impresa espanderà la produzione utilizzando l'impianto esistente realizzando un profitto economico. Nel lungo periodo, altre imprese entreranno nell'industria. In seguito all'espansione della produzione ed alla successiva domanda di fattori produttivi possono verificarsi tre casi. Se i prezzi dei fattori produttivi restano stabili nonostante sia aumentata la loro domanda, la curva di offerta di lungo periodo del bene si mantiene orizzontale e l'industria è a costi costanti. Se i prezzi dei fattori produttivi aumentano (diminuiscono) all'aumentare della loro domanda, la curva di offerta di lungo periodo del bene è positivamente (negativamente) inclinata e l'industria è a costi crescenti (decrescenti).



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