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Il cambiamento e il progresso, microevoluzioni e macroevoluzioni
La società è in continua evoluzione, ogni istante è unico e irripetibile.
L'influenza determinata dal progresso sulla società è di rilevanza fondamentale
Un tema che ha sempre
interessato l'uomo nel corso dei tempi è stato quello del cambiamento, del mutamento del normale ordine di ciò che lo
circonda, della rottura degli equilibri e delle certezze sui quali si basa.
Sotto questo punto di vista, l'uomo ha sempre temuto il cambiamento, rivelando
la sua grande paura di fronte
all'enormità della vita che lo circonda: conquistatore di terre e
dominatore della natura, egli perde quest'immagine di potenza quando si ritrova
a subire il corso incontrollabile degli eventi, che spesso lo conducono,
lentamente ma inesorabilmente, all'alba di una società nuova, di un nuovo
equilibrio, dopo aver sconvolto in maniera più o meno decisiva le certezze
sulle quali era fondata la sua mentalità.
Così, l'uomo ha solitamente temuto e osteggiato il cambiamento, consapevole di
ciò che stava vivendo, ignaro di ciò che avrebbe vissuto in futuro; ma,
nonostante quest'atteggiamento, che lo ha accompagnato più o meno in tutti i
secoli, l'uomo non ha mai potuto fermare il progresso, continuo, talvolta
invisibile, graduale e costante, progressivo,
appunto.
Il progresso, l'incessante evolvere e mutare dei rapporti sociali, delle idee,
delle conoscenze, delle confessioni, ha sempre determinato le azioni degli
uomini, portato a grandi eventi, imposto determinate concezioni su altre,
aperto nuove frontiere, condotto alla scoperta di luoghi remoti e nascosti.
Tuttavia, il progresso è, a sua volta, il risultato di eventi che lo hanno
preceduto, che hanno imposto le condizioni indispensabili al "cambiamento dei
tempi", portando alla nascita di nuove società. Si tratta dunque di un
intreccio di cause e conseguenze reciproche che procedono dall'inizio dei
tempi, attive ed inarrestabili, artefici, di volta in volta, dei "periodi" che
caratterizzano la storia umana.
Ciascun tipo di progresso, scientifico, tecnologico, ideologico, economico,
sociale, politico, ha sempre esercitato la sua influenza sulla formazione delle
condizioni necessarie al cambiamento, all'evoluzione e al passaggio ad un
periodo successivo, sia che esso presentasse attributi migliori, sia che
fossero peggiori; anche il cosiddetto "regresso", quindi, deve essere
considerato come una forma di progresso, come superamento di una precedente situazione in favore di una nuova.
Infatti, così come alle scoperte scientifiche del 1600 (Galilei, Copernico,
Keplero) seguì il cosiddetto "Secolo dei Lumi" (elogiato come il periodo in cui
l'uomo riscoprì la fiducia nelle sue capacità razionali), così alla decadenza
dell'Impero Romano d'Occidente seguirono i "Secoli Bui", neri periodi di epidemie
e carestie.
Ad ogni modo, ciascun periodo nella storia umana ha determinato l'evolversi di
quello successivo, sino ai giorni nostri, dimostrando di fatto come il
progresso sia stato un processo sempre attivo nella storia e lo sia tuttora,
influenzando a sua volta la società di ogni periodo, in maniera totale e unica
in ogni momento.
Tutto ciò vuole dimostrare come il cambiamento,
tanto fastidioso per l'uomo perché portatore non solo di eventi nuovi, ma anche
di sconosciuti che egli teme di non saper
affrontare, sia un elemento ineliminabile della sua storia, difficilmente
arginabile ed anzi necessario e indispensabile, se considerato dall'uomo, che
fondamentalmente ne ha un bisogno inconscio, quale momento di rinnovamento,
purificazione e, in definitiva, di evoluzione.
Anche se ne temiamo le
possibili conseguenze negative (ne sono un esempio la sfiducia dovuta alla
crisi economica e le preoccupazioni sulle condizioni ambientali dei tempi più
recenti) noi siamo parte integrante del progresso e lo realizziamo ogni giorno,
ogni istante, ogni attimo.
Una nostra azione piuttosto che un'altra, anche la più banale, rivoluziona
completamente ciò che verrà immediatamente dopo, condizionandolo precisamente e
determinando così una particolare evoluzione piuttosto che un'altra. L'insieme
di tutte queste "microevoluzioni"
sono influenzate ed influenzano a loro volta le "macroevoluzioni" definite dal mutare o meno dei sistemi economico,
politico, sociale, ideologico e religioso. Una particolare scoperta scientifica
può influire su alcuni di questi sistemi, o addirittura su tutti o nessuno; ma
indipendentemente da ciò quella scoperta ha un effetto, un'influenza indiscutibile sul mutamento (o meno) della società: ne determina l'evoluzione, l'involuzione o il
consolidamento.
Per traslazione, se grandi cambiamenti (chiamati in questo caso macroevoluzioni) influiscono in grande misura, piccoli cambiamenti (le microevoluzioni) riescono comunque a ricoprire anch'essi, data la loro quantità pressoché infinita (ovvero quasi infinitamente più numerose della macroevoluzioni), un importante ruolo nell'evoluzione (o progresso) della società. Ciascuno di noi, quindi, e ciascuna nostra azione, così come quella di ogni altro essere vivente, costituiscono un elemento fondamentale del progresso, e ne determinano l'evoluzione in un senso e uno solo, quello che vediamo, che non potrebbe essere diverso proprio perché ogni istante si è formato con quelle precise e determinate azioni e non con altre: esso, determinato dagli istanti subito precedenti, condizionerà inevitabilmente quelli successivi, rivelandosi così indispensabile, unico e fondamentale.
Non si tratta di una visione all'insegna del determinismo, segnata dalla presenza incontrastata di un destino prestabilito e superiore, semplicemente si vuole dimostrare come una visione lineare del tempo, in continua evoluzione, non debba necessariamente partire da un inizio ed essere rivolta verso un fine (contrariamente a quanto affermava Nietzsche), né tantomeno svalutare l'importanza del singolo momento (vs Nietzsche), il quale invece si presenta, secondo quest'ottica, più importante che mai.
Concludendo, secondo quanto sostenuto, il progresso è continuo, inarrestabile, sempre rivolto in avanti, determinato da ciascuna nostra azione, determinante ciascuna nostra azione, conseguenza del periodo precedente e causa del periodo successivo: la sua influenza sulla società, dunque, è di rilevanza fondamentale.
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