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I CONTRIBUTI PUBBLICI
Lo Stato e le Regioni in alcuni casi intervengono a sostegno delle imprese industriali concedendo contributi:
I contributi in conto capitale sono finalizzati alla realizzazione e al consolidamento di iniziative produttive e allo sviluppo di investimenti pluriennali, per consentire particolari ricerche e innovazioni o per costruire e riattivare impianti, attrezzature e per potenziare il patrimonio aziendale o, infine, attuare la copertura di perdite di periodo.
Non sussistendo l’obbligo della restituzione tali contributi sono detti a fondo perduto.
Si distinguono in:
I contributi in conto impianti sono le somme erogate dallo Stato e da altri enti alle imprese per la realizzazione di iniziative dirette alla costruzione, alla riattivazione e all’ampliamento di beni strumentali materiali e immateriali.
Tali somme sono commisurate al costo delle immobilizzazioni e contabilizzate in stretta correlazione al costo del bene ammortizzabile che finanziano.
Le soluzioni adottabili per la loro contabilizzazione seguono due differenti impostazioni.
La prima di queste produce, come risultato, il graduale accreditamento del contributo al Conto economico, in base alla vita utile del cespite al quale il finanziamento si riferisce. Ciò si realizza attraverso l’imputazione integrale del contributo al Conto economico e il rinvio della parte di competenza futura, mediante l’iscrizione di risconti passivi. Nel Conto economico, operando in tal modo, affluiscono:
tra i ricavi, nella voce A-5 Altri ricavi e proventi, la quota di contributo di competenza dell’esercizio;
tra i costi, nella voce B-10 Ammortamenti e svalutazioni, le quote d’ammortamento calcolate sul costo del cespite al lordo del contributo.
La seconda impostazione prevede che i contributi siano invece portati direttamente in diminuzione del costo dei cespiti ai quali si riferiscono; al Conto economico in tal modo, affluiscono quote d’ammortamento calcolate sul costo del bene al netto del contributo.
Benché i due procedimenti producano la medesima incidenza sul risultato economico d’esercizio, il primo risulta essere il più corretto in quanto:
a) consente una rappresentazione più chiara della situazione patrimoniale e del risultato economico d’esercizio;
b) risulta in linea con l’art. 2426 del C.C., che individua il valore da ammortizzare nel costo dell’immobilizzazione al lordo dell’eventuale contributo.
I contributi in conto capitale in senso stretto sono erogati con lo scopo di incrementare i mezzi patrimoniali dell’azienda o di appianare le perdite. Rappresentano parti integranti del patrimonio netto da iscrivere in una riserva ben distinta nella voce A – VII Altre riserve.
I contributi in conto esercizio sono erogati dagli Enti pubblici non come concorso al finanziamento di investimenti pluriennali, ma a titolo:
Devono essere inseriti nel bilancio in base al principio della competenza economica, indipendentemente dalla data del loro incasso, nel Conto economico, alla voce A-VALORE DELLA PRODUZIONE, 5) altri ricavi e proventi, con separata indicazione dei contributi in conto esercizio.
I contributi in conto interessi vengono classificati alla voce C-PROVENTI E ONERI FINANZIARI
Il contributo in conto esercizio, al momento della riscossione, è soggetto a una ritenuta d’acconto del 4% e, nel caso si colleghi direttamente ai corrispettivi delle cessioni di beni o delle prestazioni di servizi, è soggetto a IVA.
Le rilevazioni contabili di un contributo in conto esercizio non soggetto a IVA sono le seguenti:
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ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI CONTRIBUTI IN C/ESERCIZIO |
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BANCA X C/C ERARIO C/RITENUTE SUBITE ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI |
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Bene strumentale del costo di 100000 €
Aliquota d’ammortamento del 10%
Contributo del 30%
Le scritture di liquidazione e riscossione del contributo sono uguali nelle due soluzioni:
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ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI CONTRIBUTI IN C/IMPIANTI |
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BANCA X C/C ENTE CONCEDENTE C/CONTRIBUTI |
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Anche la rilevazione dell’acquisto del bene strumentale in parte finanziato con il contributo pubblico, che tralascio, non è diversa nelle due situazioni.
Alla fine dell’esercizio si rileva il risconto contabile relativo al contributo in conto impianti e l’ammortamento del bene strumentale acquistato grazie alla sovvenzione pubblica, applicando l’aliquota del 10% sul costo dell’immobilizzazione al lordo del contributo (100000
Il risconto passivo riguarda la parte di contributo non di competenza dell’esercizio, quella cioè da rinviare al futuro, risultante dal seguente calcolo:
10% = 3000 € quota di contributo di competenza dell’esercizio
(30000 - 3000) = 27000 € risconto passivo pluriennale
La rilevazione in partita doppia del risconto passivo è la seguente:
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CONTRIBUTO IN C/IMPIANTI RISCONTI PASSIVI |
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E questa è la rappresentazione dell’operazione nei prospetti contabili del Bilancio dell’esercizio:
A 5) Quota del contributo di competenzaB 10)a) Quota d’ammortamento del cespite (7000 € costo effettivo a C.E.) |
STATO PATRIMONIALE
B II-2) Impianti e macchinari 90000 € |
E Ratei e risconti 27000€ |
Dopo l’ottenimento del contributo e l’acquisizione del bene strumentale ad esempio un impianto), si porta il contributo ricevuto in diminuzione del costo del cespite, con la seguente rilevazione in P.D.:
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CONTRIBUTO IN C/IMPIANTI IMPIANTI E MACCHINARI |
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Alla fine dell’esercizio si rileva poi l’ammortamento del bene strumentale acquistato grazie alla sovvenzione pubblica, applicando l’aliquota del 10% sul costo dell’immobilizzazione al netto del contributo:
(100000-30000 )= 70000€ valore ammortizzabile (costo netto del cespite)
10% = 7000€ quota d’ammortamento
Ecco la rappresentazione dell’operazione nei prospetti contabili del Bilancio d’esercizio:
B 10)a) Quota d’ammortamento del cespite 7000€ (costo effettivo a C.E.) |
STATO PATRIMONIALE
B II-2) Impianti e macchinari 63000€ |
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