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USA vs URSS,"LA GUERRA" DEL SECOLO PORTA L'UOMO SULLA LUNA: REALTA' O FICTION?
GUERRA FREDDA E DISTENSIONE
Nella primavera del 1945, alla fine delle ostilità, l'Europa era ridotta a un cumulo di macerie e anche la sua grande tradizione di civiltà appariva segnata; nella coscienza collettiva europea andò via via radicandosi l'idea che il vecchio continente avesse prodotto una sorta di "male assoluto", esploso con le dittature totalitarie, con la persecuzione razziale, con lo sterminio degli ebrei.
Nel corso del processo di Norimberga (1945-46) i maggiori gerarchi nazisti furono processati da un tribunale internazionale con l'accusa di "delitti contro l'umanità"e crimini di guerra.
La fine della guerra cambiò l'assetto degli equilibri internazionali: l'Europa perse la propria centralità mentre diventò evidente che il mondo si trovava ormai sotto il controllo di due grandi potenze, gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica, in conflitto tra loro. La conferenza di Yalta (febbraio 1945) e di Potsdam (agosto 1945), crearono i presupposti per la spartizione dell'Europa in due zone di influenza. Ciò portò alla formazione di due blocchi contrapposti a livello politico ed economico: quello dei paesi dell'Europa orientale, retti da regimi di tipo socialista e direttamente influenzati dall'Urss; quello dei Paesi dell'Europa occidentale, modellato sulle democrazie liberali e legati agli Stati Uniti. Il clima di rivalità tra i due blocchi andò aumentando fino ad assumere il carattere di una "guerra non guerreggiata", definita Guerra Fredda.
Negli Usa si affermò la dottrina Truman che prevedeva aiuti economici ai paesi europei al fine di impedire che cadessero sotto il controllo comunista. In Unione Sovietica, come risposta, fu istituito il Kominform, una riedizione della Terza Internazionale tesa ad organizzare l'attività dei partiti comunisti dei paesi occidentali.
La ricostruzione economica e sociale seguì vie opposte nell'Est e nell'Ovest. Nell'Europa occidentale la scelta anticomunista e l'influenza americana portarono alla valorizzazione della proprietà privata ed a una politica monetaria liberistica. La ripresa venne notevolmente facilitata dagli aiuti Statunitensi (piano Marshall, 1948-58) motivati da ragioni economiche (sbocco alla sovrapproduzione USA) e politiche (anticomunismo). Gli aiuti americani permisero ai paesi europei di affrontare i problemi sociali in un momento in cui le condizioni di vita della popolazione erano state rese drammatiche dalla guerra. Per favorire la ricostruzione dell' Europa orientale i sovietici crearono a loro volta il Comecon (1949), un organismo per lo sviluppo di quei paesi le cui vicende vennero di fatto dominate dalla dittatura Staliniana,sulla base del modello comunista sovietico: economia controllata dallo stato, incentrata sullo sviluppo dell'industria pesante a scapito della produzione di beni di consumo.
La "guerra fredda" spinse Usa e Urss a dare vita a due contrapposte alleanze militari: da una parte il Patto atlantico (Stati uniti, Canada e diversi stati dell'Europa occidentale, aprile 1949) con la sua organizzazione di difesa,la Nato in funzione anticomunista; dall'altra il Patto di Varsavia tra i Paesi dell'Est (maggio 1955) in funzione antiamericana. Il clima di sospetto e di rivalità incrementò la corsa agli armamenti nucleari: l'Unione Sovietica si dotò della bomba atomica nel 1949, mentre nel 1952 gli Usa sperimentarono la micidiale bomba H, seguiti nel 1953 dai Sovietici.
Nell'ambito degli organismi internazionali un ruolo importante ebbe l'Organizzazione delle Nazioni Unite, nata a San Francisco nel giugno 1945, con la partecipazione di 51 Stati. L'ONU svolse la sua importante attività regolatrice, purtroppo spesso limitata e compromessa dalle decisioni imposte da Usa e Urss. Preoccupati dall'espansione comunista in Asia, gli Usa appoggiarono la Corea del sud, invasa dalla Corea del nord, politicamente legata al marxismo. Ne scaturì una guerra di tre anni conclusasi con un armistizio che confermò la divisione della Corea al 38° parallelo. Il nuovo quadro politico aveva spinto gli Usa ad allearsi con il Giappone, considerandolo un sicuro baluardo contro il comunismo.
In altre arie dell'Asia si stava intanto avviando la decolonizzazione,destinata ad aprire una breccia nella politica dei blocchi. I Paesi del Sud-est asiatico raggiunsero in quel giro di anni l'indipendenza. Particolarmente travagliata fu la vicenda del Vietnam. Nel 1947 divenne indipendente anche l'India. Nel Medio Oriente si erano resi indipendenti Siria e Libano (1944), si era formato il regno di Giordania con annessa la Palestina, ed era sorta la Lega Araba. L'area venne però sconvolta dalla progettata creazione di uno stato Israeliano. Ciò accrebbe l'ostilità degli Arabi, che esplose quando una risoluzione dell'Onu (29111947) sancì la creazione in Palestina di uno stato Israeliano a fianco di uno stato Arabo. Dopo la proclamazione di Israele (1451948), la Lega Araba dichiarò guerra agli Israeliani ma subì una dura sconfitta in seguito alla quale i Palestinesi, rimasti senza patria, dettero vita nel 1964 all'Olp (Organizzazione per la liberazione della Palestina).
Dopo la morte di Stalin, la guida dell'Urss passò a Nikita Krusciov, il quale dette inizio a una nuova fase di politica economica e di relazioni internazionali, improntate alla distensione tra i due blocchi (coesistenza pacifica). Krusciov denunciò i crimini commessi da Stalin, auspicando una revisione del sistema (processo di destalinizzazione) e un miglioramento delle relazioni con l'Occidente. Il processo di destalinizzazione non pose però in discussione il sistema economico-politico sovietico e non eliminò i gulag. I Paesi dell'Europa orientale sperarono nel nuovo corso per ottenere autonomia nei confronti dell'Urss.
Nel 1956, Francia e Gran Bretagna, con l'appoggio di Israele, aggredirono l'Egitto, dove il nuovo leader Nasser aveva nazionalizzato il canale di Suez. Nasser venne sconfitto ma Usa e Urss imposero agli aggressori di ritirare le loro truppe. In questa occasione le due super potenze affermarono il loro ruolo egemone e, superate le precedenti tensioni, dettero vita a rapporti basati su una pacifica convivenza (disgelo).
Nell'Europa occidentale questo nuovo clima politico favorì tra gli anni 50 e 60 uno straordinario sviluppo che fece parlare di miracolo economico. Nella Germania federale si verificò un poderoso sviluppo economico, accompagnato da un peggioramento dei rapporti con la Germania dell'Est. E' proprio nel 1961 che sorse il muro di Berlino, emblema del bipolarismo.
Eletto presidente degli Usa (1960), John Fitzgerald Kennedy presentò un programma d'impegno sociale, chiamato nuova frontiera, destinato a rafforzare la democrazia. Kennedy proseguì la politica della coesistenza pacifica con l'Urss, ma dovette scontrarsi nel 1962 con la crisi di Cuba. Sull'isola un rivoluzionario guidato da Fidel Castro aveva abbattuto il regime filoamericano di Batista (1959). Castro attuò riforme radicali e nazionalizzò le raffinerie straniere, provocando l'embargo americano dello zucchero, che si inasprì dopo l'avvicinamento di Cuba all'Urss. Gli Usa, inoltre, appoggiarono la fallita rivoluzione di alcuni esuli cubani anticastriti. In risposta Krusciov installò basi missilistiche a Cuba, provocando la reazione americana. Si sfiorò così la catastrofe atomica scongiurata dallo smantellamento della base della politica di Krusciov.
Ebbe inizio a quel punto una politica di distinzione tra i blocchi (trattato di denuclearizzazione tra Usa e Urss, 1963). Nel 1963 Kennedy venne assassinato a Dallas e l'anno dopo Krusciov fu destituito. Un contributo al processo di distensione internazionale venne dato dallo spirito pacifista di papa Giovanni XXIII, promotore del concilio Vaticano II, con cui la Chiesa cattolica aprì il dialogo con le altre fedi e si sensibilizzò ai problemi del Terzo mondo.
Con la distensione il confronto con gli Usa si spostò dal piano politico a quello economico, nel quale l'Urss non riuscì mai a primeggiare, e a quello scientifico-tecnologico, in cui i Sovietici ottennero significativi successi, come il lancio dei primi satelliti artificiali e dei razzi verso la Luna. La gara spaziale culminò con il primo sbarco dell'uomo sulla Luna nel luglio 1969 che vide protagonisti due astronauti americani.
IL GIORNO CHE NEIL SBARCO' SULLA LUNA
Trentotto anni fa, il 20 luglio 1969, alle ore 22.56 EDT (le ore 5.56 ora italiana del 21 luglio) l'astronauta americano Neil Armstrong posava il primo piede umano sul suolo lunare. Quella missione era iniziata il 16 luglio alle 9.32 ora locale, quando il gigantesco razzo vettore Saturno 5, alto oltre 111 metri, si era alzato dalla rampa 39/B del Centro spaziale Kennedy in Florida. A bordo vi erano tre astronauti: il comandante della missione Neil A. Armstrong, il pilota del modulo di comando Michael Collins ed il pilota del modulo lunare Edwin E. Aldrin Jr.
Dopo un viaggio tranquillo, durato quattro giorni, i tre uomini arrivarono in orbita lunare. Armstrong e Aldrin salirono sul LEM (Lunar Excursion Module - Modulo Lunare) e si sganciarono dal modulo di servizio Columbia dove rimaneva a bordo Collins. Alle 22.17 minuti ora italiana del 20 luglio il LEM battezzato Eagle (Aquila) toccava dolcemente il suolo lunare in una zona chiamata Mare della Tranquillità. La manovra era stata effettuata in modo manuale perché in automatico si rischiava di andare a finire dentro un cratere. Alla fine della manovra il combustibile del motore era quasi terminato e il modulo era disceso a circa sei chilometri dal punto previsto. Dopo alcune ore ed aver controllato che tutto fosse in ordine dal Centro Controllo di Houston, nel Texas, veniva dato l'ok per l'uscita. Toccava quindi ad Armstrong scendere per primo e quando giunse alla fine della scaletta e finalmente fece l'ultimo salto che lo divideva dal suolo selenico pronunciò la storica frase: 'Questo è un piccolo passo per l'uomo ma è un grande passo per l'Umanità'.
Dopo poco anche Aldrin seguì Armstrong sul suolo lunare ed entrambi iniziarono a sistemare alcune apparecchiature scientifiche. Venne piantata anche la bandiera degli Stati Uniti e raccolti campioni del suolo lunare. L'attività all'esterno del LEM durò circa 2 ore e 40 minuti. Al loro rientro nel modulo li attendeva un periodo di riposo e poi doveva iniziare il distacco dalla superficie selenica. Anche questa rischiosa operazione mai tentata prima ebbe successo e dopo poche ore i tre uomini si riunivano nel modulo di comando Columbia che, dopo aver sganciato l'ormai inutile LEM, riaccendevano i motori per rientrare felicemente sulla Terra come eroi.
Lasciarono una targa su una delle zampe della parte inferiore del LEM rimasto sulla Luna: 'Qui uomini del pianeta Terra per la prima volta scesero sul suolo lunare - 20 luglio 1969 - In nome di tutta l'Umanità'.
Questa è la versione ufficiale dei fatti di quel 21 luglio 1969 ma non sembra essere la sola! Difatti molti teorizzano che le cose non siano andate proprio così. Vari critici ipotizzano che i filmati relativi a quel giorno siano montature prodotte sul set cinematografico. La prova più clamorosa è quella della bandiera americana svolazzante. Come è possibile in assenza di atmosfera? Inoltre tutte le varie foto lasciano intravedere l'orizzonte nelle immediate vicinanze degli astronauti. Ma come è possibile se la luna ha un diametro di circa 3.500 km? Per di più i movimenti degli astronauti non sembrano consoni a come dovrebbero essere in mancanza di atmosfera, sembra anzi che questi siano resi molleggiati con l'uso di telecamere in modalità rallenty e che gli astronauti siano sollevati dal suolo, per simulare la leggerezza dei corpi nel rialzarsi, grazie a funi abilmente rese confondibili con il resto della scena. Ad esempio, nel momento in cui uno degli astronauti si china sul suolo lunare, lo zainetto che egli indossa pare rimanere leggermente sospeso sulle spalle, come se fosse appunto tenuto in trazione da fili trasparenti.
Ma se anche tutte queste prove potessero essere confutate c'è chi è pronto ad affermare che ci sia stata celata un'altra verità. Infatti alcuni radioamatori sembrano essere in possesso di un'intercettazione della conversazione tra la base di Comando Missione di Houston e l'equipaggio dell'Apollo 11 (che riporto nei fotogrammi seguenti) nella quale gli astronauti farebbero riferimento all'avvistamento di forme di vita già impegnate in operazioni sul suolo lunare di cui la base di Houston sembrava esserne già consapevole, ribadendo all'equipaggio di muoversi in altra direzione. Avvistati questi, c'è probabilità che la missione sia stata immediatamente sospesa e che gli astronauti abbiano invertito la rotta verso la Terra, estremamente spaventati dalla straordinarietà di ciò che avevano visto.
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INTERCETTAZIONE DIALOGHI TRA CONTROLLO MISSIONE E APOLLO 11 RIPORTATE DAL SETTIMANALE"NATIONAL BULLETIN DI MONTREAL IL 29 SETTEMBRE 1969
La Luna, satellite della Terra, è un corpo sferico di 3.476 Km di diametro. Il globo lunare è leggermente ellittico, con una differenza di 4 Km fra raggio polare e raggio equatoriale. La luna si muove su un'orbita ellittica con eccentricità pari a 0,0549 ed una distanza media di 384.001 Km, la vediamo sotto un angolo di 29' 23' all'apogeo e di 33' 20' al perigeo
Il nostro satellite ruota contemporaneamente attorno alla Terra e sul suo asse. Questa rivoluzione sincrona fa sì che noi vediamo sempre la stessa faccia, mentre sulla Luna giorno e notte si succedono su ogni punto della sua superficie.
La presenza lunare determina il verificarsi del fenomeno delle maree. La Terra, sottoposta all'attrazione lunare, tende a deformarsi in un'ellisse in direzione della Luna e in quella ad essa opposta. Risentono di questo effetto soprattutto i mari, che tendono così ad alzarsi. La Terra, con la sua rotazione attorno al suo asse, fa in modo che ciò interessi tutte le coste.
Il fenomeno più appariscente della Luna è certamente quello delle fasi. Queste si spiegano con il fatto che la Luna non brilla di luce propria, ma riflette quella del Sole; le fasi stesse evolvono a seconda del posto che il satellite occupa nelle sue diverse posizioni lungo l' orbita descritta intorno alla Terra.
Quando si verifica la 'Luna Nuova', ed essa si trova in congiunzione fra noi e il Sole, ci mostra la sua faccia scura ed è invisibile. Man mano che i giorni passano il satellite si allontana sempre di più dal Sole e diventa una falce crescente.
A 7,4 giorni si osserva il 'Primo Quarto': è illuminata a metà, e si trova in Quadratura Orientale, dista 90ø dal Sole verso est e passa in meridiano circa 6 ore dopo di esso.
L'illuminazione del disco aumenta, fino a che, dopo 14,8 giorni, si verifica la 'Luna Piena'; si presenta con tutto il disco illuminato ed è in opposizione. Si può dire che sorge quando tramonta il Sole e tramonta quando esso sorge. Successivamente la frazione illuminata va gradualmente diminuendo.
A 22,1 giorni notiamo ancora metà Luna illuminata: è l' 'Ultimo Quarto' e dista 90° gradi dal Sole verso ovest; si dice che è in Quadratura Occidentale e passa in meridiano circa 6 ore prima di esso.
Continuando il percorso dell'orbita la Luna mostra una falce che decresce sempre più man mano che si riavvicina al sole fino a che, a 29,5 giorni, si presenta un'altra Luna Nuova: il ciclo ricomincia.
Il tempo impiegato per un ciclo di fasi completo è di 29,5 giorni, mentre bastano 27,3 giorni per una rivoluzione completa attorno alla Terra. La differenza si giustifica col fatto che la Luna orbita intorno alla Terra e contemporaneamente la Terra intorno al Sole, pertanto aumenta il suo percorso orbitale e ne consegue un ritardo di 2,2 giorni per trovarsi nella posizione iniziale e riprendere un nuovo ciclo di fasi.
Si è detto che della Luna si vede solo la metà, ma in realtà è possibile osservare fino al 59% della sua superficie. Tale possibilità è giustificata dalla sua velocità nei vari tratti orbitali, dall'inclinazione sul suo asse e dalla rotazione dello stesso. Il fenomeno è detto 'librazione'. Tale fenomeno apparente è dimostrato in quanto la Luna, nel punto più vicina a noi, si sposta più velocemente lungo l'orbita mantenendo costante il suo moto rotatorio. Notiamo così una 'Rotazione apparente' della parte sinistra dell'astro verso di noi e ci permette, in tal modo, di osservare una porzione di superficie lunare oltre il limite medio del bordo orientale. Al contrario quando essa è sita alla massima distanza da noi si sposta più lentamente lungo l'orbita rendendo visibile la parte di superficie oltre il limite medio del bordo occidentale. Inoltre, per effetto dell' inclinazione del suo asse, si osserva alternativamente un lembo maggiore intorno al Polo Nord e al Polo Sud.
La superficie
lunare è ricoperta da uno strato di polvere e detriti rocciosi
denominato 'regolite'
dello spessore di circa 60 km. Questo strato ricopre un mantello solido di circa 1.000 km che avvolge un nucleo di
consistenza viscosa alla temperatura di circa 1300°C.
Il campo magnetico della Luna è
di circa 1.000 volte più debole di quello terrestre.
L'energia sismica lunare è
praticamente nulla: i terremoti lunari sono al massimo del secondo grado della
Scala Richter (inavvertibili dall'uomo).
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Si tratta di un astro praticamente inerte dove gli avvenimenti geologici sono estremamente rari. Analisi eseguite su campioni di roccia hanno escluso la presenza di acqua e di microrganismi, anche se recenti ricerche hanno avvalorato l'ipotesi che ci sia l'acqua in alcuni crateri il cui interno è sempre in ombra dal Sole. Le misurazioni effettuate alla fine degli anni '90 del secolo scorso da parte della sonda Luna Prospector parevano confermare queste supposizioni, permettendo ardite ipotesi di colonizzazione impensabili solamente pochi anni prima, ma successive analisi con radiotelescopi sembrano smentire definitivamente tale supposizione.
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Sulla superficie della Luna possiamo distinguere zone chiare e zone scure chiamate convenzionalmente 'continenti' e 'mari'. Osservati al telescopio i continenti sono delle regioni montuose accidentate butterate da crateri di tutte le dimensioni; mentre i mari sono vaste distese di lava solidificata. Le zone scure meno vaste sono denominate anche: laghi, baie e paludi.
Altre importanti caratteristiche del suolo lunare sono i crateri. Essi vengono divisi in anfiteatri, circhi e craterini. Gli anfiteatri sono i crateri più vasti; il loro diametro è compreso fra i 60 e 300 km, la loro cinta è spezzata e erosa dai micrometeoriti che cadono continuamente, il loro fondo segue la curvatura lunare e può presentare altri crateri, monticelli e faglie. I circhi, con diametri compresi fra 20 e 100 km, hanno la cinta massiccia e regolare, le creste scoscese presentano la parete interna terrazzata e si osserva spesso, al loro centro, uno o più picchi montuosi. I crateri con diametro compreso fra 5 e 60 Km, hanno la cinta scoscesa e ben conservata, non hanno monte centrale. Sotto i 5 Km di diametro i crateri sono detti craterini. Inoltre tantissimi crateri presentano forme diverse non facilmente classificabili: a pera, oblunghi e presentano doppie cinte e diverse altre caratteristiche.
Le montagne lunari, più rare dei crateri, si estendono spesso ai bordi dei mari e questi possono essere considerati come dei giganteschi crateri. Su di esse non si osservano gli aspetti che si vedono sulla Terra come le valli profonde o le erosioni provocate dagli agenti atmosferici.
I domi
e le dorsali lunari sono delle
alture del diametro compreso tra i 10 e 20 Km. con un'altezza di qualche
centinaio di metri e una pendenza dall'1 al 3%. Quasi tutti presentano un
cratere sulla sommità. Il declivio delle loro pendici le fanno assomigliare a
onde che solcano i mari lunari.
Domi e dorsali testimoniano la manifestazione di formazioni più marcate quali scanalature e faglie. Le scanalature sinuose sembrano, con i loro lunghi meandri, dei corsi d'acqua dissecati
(potrebbero essere le tracce delle antiche colate laviche all'epoca delle
rimonte magmatiche).
I giochi d'ombra osservati (in modo particolare col Sole radente) fanno
sembrare i rilievi, le varie faglie e le scanalature con pendenze vertiginose,
gli abissi insondabili; mentre in realtà le pendenze più accentuate sono del
30-35%.
L'origine della Luna è tutt'ora poco
chiara e si sono formulate quattro ipotesi al riguardo:
1) quella della fissione - La Luna sarebbe un frammento staccatosi dalla Terra
poco dopo la sua formazione;
2) quella della cattura - Dopo
essersi formata in qualche parte del Sistema Solare, la Luna sarebbe stata
catturata dal campo d'attrazione terrestre;
3) quella dell'accrescimento - La Luna si sarebbe formata a partire dalle polveri e dai detriti orbitanti intorno alla Terra.
4) quella della collisione della Terra con un corpo planetario della taglia di Marte - L'espulsione dei frammenti dei loro rispettivi strati superficiali avrebbe dato origine all'accrescimento in orbita attorno alla Terra di tantissimi planetesimi, già però differenziati rispetto a quelli che formarono originariamente la Terra e il corpo che vi collise. La Luna si sarebbe in seguito formata per la mutua attrazione gravitazionale di tali planetesimi in orbita, i quali si sarebbero successivamente rifusi quando la Luna raggiunse una sufficiente massa (corrispondente ad un diametro superiore ai 1000 km). Il processo di ulteriore differenziazione e raffreddamento avrebbe seguito il corso già ipotizzato dagli scienziati. Con l'energia liberata da questo processo, durante la rifusione gli elementi più pesanti sarebbero andati a fondo e i più leggeri sarebbero rimasti in superficie. La superficie, nel suo formarsi, avrebbe subito un catastrofico bombardamento meteoritico che l'avrebbe butterata con crateri di tutte le dimensioni e sotto il continuo impatto si sarebbe trasformata in uno strato di polvere e detriti sempre più spesso. Successivamente il riscaldamento interno, determinato dalle rimonte magmatiche, avrebbe fatto uscire le stesse attraverso le parti più deboli che avrebbero riempito le grandi depressioni lunari. Tale attività tettonica e vulcanica avrebbe lasciato tracce sulla superficie lunare (fessure, faglie, rughe, domi, ecc.). Tale sequenza spiegherebbe il perché la Luna sia molto simile alla Terra per composizione, difficilmente spiegabile se il corpo si fosse formato lontano da essa, ma contemporaneamente essa sia anche parecchio difforme per composizione e densità (le rocce superficiali terrestri sarebbero già state impoverite in elementi pesanti per l'iniziale differenziazione del nostro pianeta, prima che su di esso collidesse il proto-pianeta che diede il via alla formazione della Luna).
In conclusione la Luna può essere considerata un corpo inerte, salvo per qualche impatto occasionale con asteroidi, che hanno formato i crateri più recenti (Copernico 800 milioni di anni fa, Tycho 100 milioni di anni fa).
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La Luna è stato l'unico corpo celeste, al di fuori della Terra dove l'uomo abbia posato il suo piede. Col programma americano Apollo, successore del Mercury e del Gemini, nel periodo 1969-1972, dodici uomini sono sbarcati sul nostro satellite e hanno effettuato una serie di studi e misurazioni delle proprietà della Luna. Gli strumenti lasciati sul posto hanno fornito ulteriori misure, specialmente quelle sismiche generate dai lunamoti (i corrispondenti dei nostri terremoti), senza dimenticare le varie centinaia di chilogrammi di rocce portate sulla Terra e che sono state analizzate per determinarne l'esatta composizione mineralogica e chimica, oltre che l'età e il grado di degradazione dovuto alle particelle cosmiche. Il ritono alla Luna è ancora lontano, ancora di più il ritorno stabile, ma in questo secolo il nostro satellite potrebbe diventare la nostra seconda casa.
Garbarino Giovanna, Opera, Mondadori, Paravia, 2004
Brancati Antonio, Trebi Pagliarani, Dialogo con la storia, La Nuova Italia, 2006
Abbagnano N., Fornero G., Protagonisti e testi della filosofia, Paravia, 2000
Palmieri, Parotto, La Terra nello spazio e nel tempo, Zanichelli, 2002
Amaldi Ugo, Fisica: idee ed esperimenti, Zanichelli, 2007
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