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SISTEMA POLITICO E MASS-MEDIA
La visione della comunicazione politica come uno scambio fra i 3 attori dello spazio pubblico è una sorta di ideal-tipo in quanto la sua corrispondenza con la realtà dell'esperienza comune non è perfetta. Lo scambio fra i 3 attori è sbilanciato a favore dell'interazione fra sistema politico e sistema dei media mentre il terzo attore, i cittadini, è rilegato a svolgere un ruolo residuale quasi di spettatore. La diffusione dei media gli ha fatto svolgere il ruolo di socializzazione nella società al posto di agenzie tradizionali come la chiesa, la scuola, il partito. Prima di una MEDIATIZZAZIONE della politica ne è avvenuta una della società. Mediatizzazione della politica significa che i media hanno assunto un carattere di "necessità" per la politica. I media non si limitano a fare da tramite ma essendo organizzazioni con finalità proprie che non coincidono con quelle degli emittenti politici sottopongono i messaggi provenienti dalla sfera politica ad un importante mutazione per farli corrispondere alle proprie esigenze produttive. Proprio questa idea di comunione fra media e politica ha fatto ritenere che i media fossero un quarto potere accanto ai 3 tradizionali. L'influenza dei media col sistema politico e visibile sopratutto nei news media che possono essere propriamente definiti parte del sistema politico strutturando le azioni dei soggetti politici. Essi si occupano infatti di "informazione politica", essa è da considerarsi una coproduzione derivante da una negoziazione fra attori politici e giornalisti. Politica mediatizzata non significa governo dei media però. Vuol dire solo come parlare delle caratteristiche della comunicazione di un emittente politico significhi inevitabilmente parlare degli aspetti mediatici di tale comunicazione.
COMUNCAZIONE ATTORI POLITICI
PRESIDENTE: In USA il meccanismo di personalizzazione del potere si realizza subito grazie ad un meccanismo elettorale che mette in evidenza la personalità dei candidati. Il nuovo stile di leadership presidenziale è governare come se fosse sempre in una campagna elettorale permanente.
Oggi la strategia dei presidenti americani è quella del "going public" ovvero di PRESIDENZA RETORICA cioè fondare la propria legittimazione con una comunicazione diretta col cittadino. Questo prevede 2 strategie nei confronti dei media che possono essere un intralcio a questo scopo: l'aggiramento e l'imbonimento.
AGGIRAMENTO: i presidenti devono manipolare i media ma evitare di essere accusati di farlo. Buona parte di questa strategia (come testimoni l'esperienza Reagan) è quella di evitare che il presidente sia mandato avanti a fare l'uomo di punta su qualsiasi argomento. Il presidente deve evitare di esporsi alle domande dei giornalisti.
IMBONIMENTO: atteggiamento amichevole e collaborativo. Si tratta di "media management" che si può attuare con concessione a giornalisti di essere ammessi alla presenza del presidente, gestione del segreto per alcuni giornalisti scomodi e di indiscrezioni per altri.
I media nordamericani dimostrano spesso di volersi fermare sulla soglia dell'autolesionismo nazionale e di mettere avanti gli interessi nazionali prima degli imperativi commerciali come ha rilavato l'atteggiamento prudente durante la guerra del Golfo. In ambito europeo soltanto la Francia ha un sistema presidenziale simile a quello USA.
GOVERNO: è di 2 tipi. L'azione di governo non è disgiunta dall'interesse della propria parte politica. Le decisioni del potere esecutivo (decreti, regolamenti, nominetutta la POLICY, tutto ciò che riguarda l'interesse comune) ha una traduzione comunicativa di pubblicizzazione e viene chiamata COMUNCAZIONE PUBBLICA, gestita da istituzioni ad hoc. La COMUNICAZIONE POLITICA è quella relativa alla comunicazione dei governi riguardo l'aspetto politico della loro azione ossia i rapporti con la coalizione, l'opposizione e il sistema dei media. In questo campo ci sono 2 strategie: media management e information management.
MEDIA MANAGEMENT: stabilire rapporti collaborativi col il sistema dei media del paese. Esempi sono la partecipazione a dibattiti televisivi, conferenze stampa, interviste concesse, tutto ciò che soddisfa il bisogno dei giornalisti.
INFORMATION MENAGEMENT: sono metodi di palese o occulta manipolazione dell'informazione dei politici al potere. Ad esempio il tentativo di un primo ministro di influenzare le nomine, non di sua competenza nelle reti televisive pubbliche o pressioni personali su direttori o giornalisti perchè trattino o meno certe notizie fino alla censura. Vi è anche l'attività dello "spin doctoring" ovvero il ricorrere a una serie di consulenti che abbia il compito di massaggiare il messaggio ovvero estrarre il meglio da qualsiasi situazione in cui si implicato il leader.
PARLAMENTO: l'attività del parlamento è pubblica dato il diritto dei cittadini di sapere cosa i loro rappresentanti decidono. Questo carattere fondativo gli ha conferito una carattere di sacralità. Vi sono 3 tipi di comunicazione
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE: riguarda la pubblicità del dibattito in aula, un esempio ne è la Gazzetta Ufficiale.
COMUNICAZIONE INFORMALE: relativa alla dialettica tra gruppi parlamentari, non è ufficiale come la precedente. Si tratta di indiscrezioni, interpretazioni (le veline) che i politici confezionano ad uso e consumo degli organi di informazione. La finalità è strumentale agli interessi della propria parte. I media preferiscono questo tipo di comunicazione.
COMUNICAZIONE GIORNALISTICA: la pubblicità dei fatti è direttamente legata all'eco informativa che certe decisioni hanno sui giornali e in televisione.
La dipendenza media politica è visibile sopratutto nella comunicazione del parlamento. La sua forma più apparente è il BROTHERHOOD ovvero un rapporto stretto tra politici e giornalisti. Alcuni affermano che in una democrazia di massa la pubblicità non può essere prodotta direttamente dal parlamento che cerca un intermediario che faccia girare le sue ruote come i media che sono gli esecutori del principio di pubblicità. Hanno un potere di filtro e di GATE KEEPERS. La notiziabilità di un evento è decisa dai media.
I PARTITI: un effetto che è stato notato da anni è il declino delle reti di comunicazione interna ai partiti di massa con la contemporanea migrazione di parte della dialettica interpartitica passata ai media. La comunicazione prodotta dai partiti è diretta sia all'interno del sistema partitico che all'esterno verso i media e l'opinione pubblica. I partiti adattano l'utilizzo dei registri comunicativi alla sintassi dei mezzi di comunicazione. Recentemente abbiamo assistito alla nascita del PARTITO MEDIALE, detto anche partito leggero con l'esempio di Forza Italia. Diversamente dal partito tradizionale che ha una struttura gerarchica consolidata e radicata nel territorio il partito mediale è un partito leggero, non ha un radicamento né storico né organizzativo sul territorio per cui il consenso elettorale viene dalla sua forza mediatica. La sua gerarchia interna è molto meno burocratica di quella dei partiti tradizionali avendo al suo centro una forte leadership personalizzata che trae legittimazione dal carisma personale del candidato ma anche dalla mancanza di una dialettica interna che possa sfidarla. E' un concetto in evoluzione, si può affermare che nel 1994 Forza Italia era un partito leggero ma in seguito ha puntato a forme più istituzionalizzate e tradizionali.
GRUPPI DI INTERESSE E DI PRESSIONE: soggetti del sistema politico allargato che non sono immediatamente riconoscibili come politici ma che sono impegnati in azioni di lobbying. Ci sono i GRUPPI DI INTERESSE (un esempio sono le associazioni di categoria, i consumatori, sindacati ecc). E poi vi sono i GRUPPI DI PRESSIONE che sono un secondo tipo che persegue finalità più evidentemente di natura politica (single issue movement . Essi si suddividono in gruppi e movimenti che agiscono nella legalità e manifestano pacificamente le proprie idee. Gruppi e movimenti che operano nell'illegalità (mafia, terrorismo). Sia i gruppi di interesse che di pressione sono "resource poor" ovvero svantaggiati nell'accesso alle risorse mediatiche e la loro ambizione è catturare la copertura mediatica. Esistono differenze di posizione rispetto ai gruppi di interesse e di pressione da media a media. I media "populisti" puntano al sensazionalismo e alle titolazioni shock danno più spazio a politici e leader che rompono la routine. I media più attenti a riflettere le posizione delle elitè intellettuali e politiche danno copertura più misurata a questi eventi per difendere lo status quo.
MAGISTRATURA: la ricerca internazionale sulla comunicazione politica ha rivolto l'attenzione anche all'intreccio tra sistema giudiziario e mezzi di comunicazione. Questo nella convinzione che la magistratura non è solo uno dei 3 poteri ma anche un potere politico (il cosidetto "partito dei giudici"). Nella vicenda id mani pulite si creò un intreccio fra magistratura, media e politica realizzando un circuito mediatico-giudiziario che ha esaltato il potere politico della magistratura italiana.
IL RUOLO DEI MEDIA NELLA POLITICA
TEORIA LIBERTARIA: si basa sulla filosofia politica di John Milton e John Mill secondo cui un nuovo ordine sociale poteva nascere soltanto se venivano a cadere i vincoli artificiali (come la censura) imposti dall'autorità. Questa filosofia fu sposata dai giornali dell'America coloniale che si batterono per ottenere la massima libertà di espressione.
TEORIA DEL MERCATO DELLE IDEE: sostiene che le idee possano essere trattate alla stregua di beni che possono essere comprati e venduti in un mercato aperto. Questa posizione trova applicazione nel "giornalismo giallo" precursore del giornalismo sensazionalistico e scandalistico. Nello stesso periodo si diffuse un tipo di giornalismo che si concentrava sull'impegno civico contro la lotto ai monopoli. Questi tipi di giornalismo moschettiere fondarono le basi per una nuova visione della funzione dei media che vediamo nella teoria successiva.
TEORIA DELLA RESPONSABILITÀ SOCIALE: ispira tuttora le regolamentazioni del sistema dei media. Una stampa responsabile deve attenersi a un resoconto completo, fedele, esauriente e intelligente degli avvenimenti che renda possibile la loro comprensione e rappresenti la complessità della realtà sociale. I media devono raccogliere e presentare l'informazione in maniera oggettiva e imparziale, interpretare la notizia per fa capire ai cittadini non esperti l'importanza delle informazioni che ricevono (contraddizione fra i 2 punti), qusto è chiamato ADVOCACY JOURNALISM. La funzione di WATCHDOG ovvero di cane da guardia per rappresentare i diritti e le istanze del pubblico davanti alle istituzioni politiche. La tematizzazione delle questioni (issues) più importanti influenzando le politiche del governo. Infine fare profitti e tenere i conti economici in pareggio per garantirsi la libertà. In realtà le funzioni sopra citate sono ostacolate dalla necessità commerciale di seguire i gusti del pubblico, dal fatto che sia i media che la politica facciano parte di una sorta di élite del potere e della cultura che esclude il pubblico.
LA STAMPA: esistono due categorie di giornalismo
GIORNALI DI QUALITÀ: riflettono le opinioni e le posizioni delle elite culturali e politiche, hanno una diffusione non proprio di massa
TABLOID: giornali popolari che non riflettono necessariamente le opinioni e gli orientamenti politici di particolati strati di popolazione. Seguono piuttosto le tendenze e i gusti del pubblico. Persegue obiettivi commerciali. La formula vincente è "bad news is good news". Il macrogenere di questo tipo di stampa e l'infotainment ovvero l'informazione spettacolo.
TELEVISIONE: essa è di volta in volta COPROTAGONISTA, TESTIMONE, AGENTE. L'invenzione della televisione è stata una delle pietre miliari della storia della politica e della democrazia alla pari di eventi quali la rivoluzione francese e la caduta del Muro. Dalla televisione in poi la politica s è trasformata, non nel senso che ha perso la su antica natura di competizione per il potere ma nel senso che questa competizione è giocata in modo completamente differente. C'è uno stretto legame tra azione politica e la sua rappresentanza televisiva. La vera mutazione della televisione sta nella TELEVISIONE DIGITALE. Uno dei cambiamenti più vistosi è la moltiplicazione dei canali permessa dalla tecnologia digitale. Da mezzo che offriva intrattenimento e informazione la televisione si sta trasformando in uno strumento interattivo con la crescita di importanza del destinatario. La frammentazione dei canali del digitale potrebbe portare alla frammentazione del potere della tv generalista che ancora oggi è l'interlocutore principale del potere politico. I politici dovrebbero faticare per ottenere visibilità e la tv perderebbe la sua antica funzione di fonte primaria di informazione politica.
I commentatori e gli esperti di politica svolgono un'attività "editoriale" di opinion makers che contribuisce a renderli degli attori-media nell'arena politica. La figura del commentatore politico che parla attraverso i media è l'evoluzione del consigliere del principe, dell'intellettuale critico o del saggio. Nel caso italiano il commento politico è un genere molto praticato. Essi sono indicati con il termine PUNDIT che è di origine sanscrita e significa "uomo di scienza" e indica coloro che ogni giorno chiosano, tagliano, cuciono la realtà politica nei talk show, sui giornali, sui settimanali. Le loro opinioni sono tenute in rispettosa considerazione oppure derise dagli uomini di potere ma mai ignorate. I pundits sono raggruppati nelle categorie:
sacerdoti: memnri delle elite politiche e culturali, i loro interlocutori sono gli altri membri di quelle elite, ad esempio sono editorialisti
bardi: al contrario parlano un linguaggio populista, il bardo è romantico e guarda con sospetto coloro che detengono il potere e tendono a parlare male delle elite. Si può dire che castigant ridendo mores
oracoli: si distinguono per la capacità di previsione degli eventi. Sono ex politici o leader di minoranze
TRENDY PUNDITS sono creature dell'industria dello spettacolo e si esibiscono sulle passerelle mediali:
pensatori: intellettuali che sono diventati star televisive e che sono regolarmente chiamati ad esprimere le loro opinioni su tutto quanto sia sul palcoscenico dell'informazione
parlatori: sono presenze fisse in tutti i talk show nei quali esibiscono le loro doti comunicative che contribuiscono ad assicurare buone quote di ascolto
critici: commentano i commentatori e i politici che sono oggetto dell'attenzione dei media.
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