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La normativa internazionale convenzionale relativa all'unione europea e alle comunita europee




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LA NORMATIVA INTERNAZIONALE CONVENZIONALE RELATIVA ALL'UNIONE EUROPEA E ALLE COMUNITA EUROPEE


1. Le origini delle Comunità europee.

L'origine: è da far risalire alla fine della 2° guerra mondiale, quando l'economia di questi stati era molto aggravata.

La concessione di aiuti finanziari da parte degli USA: era stata subordinata alla condizione che gli Stati europei usassero questi aiuti congiuntamente.

Nel 1949 4 aprile: conclusione del trattato istitutivo dell'Organizzazione del Patto Atlantico del Nord (NATO).

Piano Marshall: piano di assistenza americano a cui aderirono 16 stati europei, convenzione per la cooperazione economica europea, che prevedeva l'istituzione di un'Organizzazione europea (OECE) con sede a Parigi per creare le condizioni più appropriate per la realizzazione del comune programma di ricostruzione economica e di sviluppo della produzione industriale.

I Paesi del Commonwealth: accanto alla Francia e alla Germania si ritrovarono, per attuazione del Piano Schuman, i governi del Belgio, dei Paesi Bassi, del Lussemburgo e la Gran Bretagna dal marzo 1948.

Il governo italiano: vedeva nell'inserimento in un futuro accordo europeo uno sviluppo delle sue relazioni diplomatiche e la possibilità di collocarsi con pieno diritto tra gli stati economicamente più influenti nel contesto europeo


2. Il trattato istitutivo della Comunità europea del carbone e dell'acciaio.

Il 18 aprile 1951: firma del trattato che istituisce la comunità europea dela carbone e dell'acciaio CECA. Fondamento della comunità era l'instaurazione del mercato comune del carbone e dell'acciaio, con una politica economica e sociale comune nel medesimo settore merceologico, la creazione di istituzioni comuni destinate a perseguire gli scopi del trattato e a garantire l'osservanza degli obblighi derivanti agli stati del trattato stesso.

Il mercato: si fondava sulla creazione di una zona di libero scambio tra i paesi membri, basata sull'abolizione, a determinate condizioni ed entro un determinato periodo di tempo, dei dazi di entrata e di uscita e delle tasse d'effetto equivalente e delle restrizioni quantitative alla circolazione dei prodotti.

Un potere di controllo: fu assegnato dalla CECA all'Assemblea Comune formata dai delegati che i parlamentari di ciascuno Stato membro designavano periodicamente fra i propri componenti secondo la procedura fissata da ogni stato e nel numero stabilito dal trattato.

La Corte di giustizia: aveva una competenza di carattere esclusivo.

Un ultimo importante aspetto della CECA: riguardava il finanziamento dell'organizzazione con esso costituita.

Il trattato CECA: concluso per una durata di 50 anni è scaduto il 23 luglio 2002, da questa data ha cessato di esistere e tutte le attività e passività sono state trasferite alla CE.


3. Dalla CECA ai Trattati di Roma.

Il successo della CECA: fu un grosso incentivo per tentare nuove realizzazioni nel campo della cooperazione europea.

Il 27 maggio 1952: firma di un trattato istitutivo di una Comunità Europea (a Parigi) di difesa (CED). Prevedeva l'integrazione dei corpi di armata dei 6 stati membri sotto un comando unificato, il Commissariato, nominato di comune accordo dai governi dagli stati membri e investito di poteri di azione e di controllo.

Il fallimento della Comunità di difesa: portò a un peridoo di stasi nelle iniziative tendenti ad un'unione più stretta.

A Messina nel 15 luglio 1955: riunione dei ministri dei 6 paesi approvata una risoluzione presentata da Spaak, istituzione di una politica comune in altri settori, come quello dei trasporti e dell'energia e all'istituzione di un mercato comune generale.

25 marzo 1957: firmato a Roma il trattato che istituisce la Comunità Economica europea (CEE) con 4 allegati e una serie di protocolli aggiunti, il trattato che istituisce la Comunità europea dell'energia atomica (CEEA o Euratom), con 5 allegati e un protocollo aggiunto, nonché una convenzione relativa a talune istituzioni comuni alle Comunità Europee.


4. Il trattato istitutivo della Comunità europea.

Il trattato istitutivo della CE: ha l'obiettivo di instaurazione di un mercato comune generale , il riavvicinamento delle politiche economiche segli stati membri e lo sviluppo armonioso delle attività economiche nell'insieme della comunità.

Questo mercato si fonda: sulla creazione di un'unione doganale, su un accordo generale sulle tariffe doganali e il commercio, cioè non solo sull'abolizione fra gli stati membri dei dazi e delle restrizioni quantitative all'entrata e all'uscita delle merci, come pure tutte le altre misure di effetto equivalente.

Creazione di un'unione economica più stretta:il trattato CE non è sottoposto a nessun termine fianale, con durata illimitata.

Gli obiettivi: liberalizzazione della circolazione, delle persone, dei servizi e dei capitali all'interno dell'area comunitaria.

Il trattato: indica ai fini dell'unione economica una serie di interventi per l'adozione di politiche comuni ai settori come agricoltura, trasposrti, concorrenza.

Libera concorrenza fra le imprese: il trattato si è ispirato a tale proposito all'esperienza statunitense e alle norme antimonopolistiche contenute nella legislazione americana. Divieti di accordi fra le imprese. Scelta antimonopolistica comunitaria. Politica comune nel settore dei trasposrti.

Ravvicinamento delle legislazioni nazionale nella misura necessaria al funzionamento: la creazione di un fondo sociale europeo, l'associazione dei paesi e territori d'oltremare, intesa ad incrementare gli scambi e proseguire in comune nello sforzo di sviluppo economico e sociale. Istituzione di una banca europea per gli investimenti, destinata a facilitare l'espansione economica mediante la creazione di nuove risorse.


5. Il trattato istitutivo della Comunità europea dell'energia atomica.

Contemporamenamente alla CE: veniva istituita la Euratom per contribuire, creando le premesse necessarie per la formazione e il rapido incremento delle industrie nucleari, all'elevazione del tenore di vita negli Stati membri e allo sviluppo degli scambi con gli altri paesi.

Caratteristiche: simili al mercato comune generale, con caratteristiche originali. Uguale accesso alle risorse e mediante una politica comune.

Carattere particolare: quello di far riferimento ad un ente che funge da intermediario necessario sia da parte del venditore, sia da parte dell'acquirente. Politica comune della ricerca nucleare tra gli stati membri della Comunità.


6. Il problema dei rapporti fra le 3 Comunità europee e il trattato sulla c.d. "fusione degli esecutivi".

Il problema della fusione delle Comunità: si pose con una certa urgenza e diede luogo a vari passi in questo senso.

Sottoscrisero l'8 aprile 1965: un trattato che istituisce un consiglio unico ed una commissione unica delle Comunità europee, cui è allegata una decisione dei rappresentanti dei governi degli Stati membri relativa all'installazione provvisoria di talune istituzioni e di taluni servizi delle comunità , nonché un protocollo sui privilegi e sulle immunità delle Comunità Europee.

Il Trattato: si ispirava al criterio fondamentale di non introdurre, in occasione della fusione, alcun mutamento nelle attribuzioni delle istituzioni considerate nei loro rapporti con le altre istituzioni.

Ogni singola istituzione: opera ora come organo di una comunità ora come organo di un'altra.


7. Il funzionamento delle Comunità e i trattati in materia di bilancio e di controlli contabili comunitari.

La relazione generale della Commissione e il bilancio: appare l'attribuzione di maggiori poteri al Parlamento in occasione della sua approvazione e il conferimento di mezzi di finanziamento propri alle comunità e al loro bilancio, autonomi rispetto ai contributi degli Stati membri. Le presenze di un finanziamento autonomo delle comunità erano già insite nei trattati istitutivi.

Il 1969: anno nel quale gli Stati membri riuscirono a superare le difficoltà che si erano presentate negli anni precedenti per i contributi alle comunità e ad iniziare un negoziato politico definitivo sulle proposte che la Commissione aveva presentato sull'adozione del sistema delle risorse proprie.

Il 22 aprile 1970: veniva firmato a Lussemburgo un trattato che modifica alcune disposizioni in meteria di bilancio dei trattati che istituiscono le comunità europee e del trattato che istituisce un Consiglio unico ed una commissione unica delle Comunità europee.

Ai sensi della decisione: costituivano risorse proprie delle cominità, in sostituzione dei contributi degli stati membri i prelievi agricoli, i dazio doganali, i proventi dell'imposta sul valore aggiunto (IVA), altre entrate provenienti da altri tributi, che fossero istituiti nell'ambito di una politica comune. A questo si aggiungono i proventi derivaneti dai prelievi della CECA e dai prestiti contratti con quest'ultima.

Poiché il sistema di finanziamento mediante aliquota IVA: finiva per penalizzare i apesi il cui elevato indicie di consumo privato rappresenta un'importanet percentuale della ricchezza nazionale, la decisione di aumento dell'aliquota è stata accompagnata da misure tendenti a permettere agli stati membri cui incombeva un onere di bilancio eccessivo rispetto alla loro propsperità relativa, la possibilità di beneficiare di una correzione.

Il Trattato di Lusemburgo 22 aprile 1970: attribuiva maggiori poteri al Parlamento in sede di approvazione di bilancio. Il successivo trattato a Bruxelles far gli stati membri del 22 luglio 1975 modifica alcune disposizioni finanziarie dei trattati che istituiscono le Comunità europee e del Trattato che istituisce un consiglio unico ed una Commissione unica delle comunità europee.

Con lo stesso atto internazionale entrato in vigore nel 1° giugno 1977: è stata introdotta una importanet modificazione di carattere istituzionale delle comunitàmediante la sostituzione della precedente Commissione di controllo del bilancio con una Corte dei conti delle comunità europee, con il compito di effettuare il controllo delle entrate e delle dspese delle Comunità.

Negli anni 70: ci fu l'adesione di altri altri Stati Stati come la Danimarca, l'Irlanda e Regno Unito.

L'eventualità di un ripensamento britannico: successivo alla conclusione dei Trattati di Roma, era parsa gravemente compromessa quando il 20 novembre 1959 la Gran Bretagna aveva ceracto di attuare il suo orientamento dando vita ad un'associazione europea di libero scambio (EFTA) con la Svezia, la Norvegia, il Portogallo, la Danimarca, l'Austria e la Svizzera.

Il 6 marzo 1970: che precisò la soluzione dei problemi di adattamento che l'adesione acrebbe posto, doveva essere ricercata mediante l'adozione di misutre transitorie e non mediante modificazioni delle norme già esistenti nei trattatati.

Il negoziato sull'adesione: ebbe inizio il 30 giugno 1970 a Lussemburgo con la precisazione delle rispettive posizioni negoziali delle parti e proseguì nei mesi successivi secondo una procedura particolare decisa dal consiglio dei ministri. La conclusione del negoziato delicato per quanto riguarda l'adeguamento dei prezzi agricoli britannici a quelli comuni , si ebbe nel gennaio 1972 con l'adozione degli atti necessari per l'adesione.

Il 22 gennaio 1972: decisione che si limitava ad accettare le domande di ammissione, le condizioni per l'ammissione veniva firmato a Bruxelles tale accordo col nome di trattato relativo all'adesione del Regno di Danimarca, dell'Irlanda, del regno di Norvegia e del Regno Unito di Gran Bretagna r Irlanda del Nord alla Comunità Econica europea e alla comunità europa dell'energia atomica.

La seconda decisione: si limitava a sancire la possibilità che i 4 stati richiedenti diventassero membri della CECA aderendo al trattato e a precisare che le condizioni dell'adesione e gli adattamentio del trattato erano contenuti in un atto unico alla decisione che ne costituiva paret integrante.

Gli anni successivi al trattato di adesione: furono caratterizzati dall'adeguamento dei nuovi stati al diritto comunitario esistente con la conseguenza che non sempre l'emanazione delle nuove norme da parte delle istituzioni comunitarie proseguì con la stessa intensità degli anni precedenti.


9. Il 2° e il 3° ampliamento delle comunità europee con kl'adesione di Stati dell'Europa meridionale.

Dopo l'ampliamento delle Comunità da 6 a 9 stati: nuove adesioni nuove adesioni sono venute negli anni successivi a mutare l'ambito territoriale caratterizzato dal mercato comune europeo e alcuni atti internazionali sono venuti ad aggiungersi a quelli che interessano le comunità europee. I 2 ampliamentri successivi interessavano l'Europa meridionale.

accordo di associazione della Grecia alla Comunità Europea. Rientra fra le condizioni irrinunciabili poste dagli stati membri per un ingresso nelle comunità europee l'adozione di un sistema costituzionale idoneo a garantire il rispetto delle libertà fondamentali e dei diritti umani.

Superare le difficoltà di natura sostanziale: 28 maggio 1979 trattato relativo all'adesione della Repubblica ellenica alla comunità economica europea e alla comunità europea dell'energia atomica, con le condizioni di adesione agli adattamenti dei trattati, unito sia al trattato sia alla decisione concernete la CECA.

L'ingresso della Grecia nel mercato comune europeo: avveniva mentre avevano già presentato domanda il Portogallo e la Spagna. Queste furono presentate dopo l'instaurazione di governi democratici.

12 giugno 1985: firma a Lisbona e madrid di un trattato relativo all'adesione del Regno Unito di spagna e della Repubblica Portoghese alla Comunità economica europea e dell'energia atomica.

Gli strumenti di adesione: entrarono in vigore a seguito della ratifica di tutti gli stati entro la fine del 1985 il 1° gennaio 1986.


10. Il progetto di trattato d'unione europea e l'atto unico europeo.

Il 1° ministro belga Tindemans: incarico del vertice di Parigi nel quale si affermava che l'unione europea avrebbe dovuto essere costruita nel rispetto delle basi istituzionali già accettate in virtù dei trattati istitutivi, con le sole modificazioni necessarie per assicurare un miglioramento dell'attività delle istituzioni. Non ebbe alcun seguito.

Diversi tentativi: venivano fatti per ceracre di far progredire l'idea di unione europea. È in qiesta prospettiva che si inserì il progetto italo - tedesco di un "atto europeo" presentato nel 1981 al Consiglio europeo dai Ministri Genscher e Colombo tendente a rafforzare la cooperazione intergovernativa fra gli stati membri anche in acmpi diversi da quelli propri delle comunità e nel settore della cooperazione politica. Approvata il 19 giugno 1983 dal Consiglio europeo di stoccarda col titolo "dichiarazione solenne sull'unione europea", la proposta si limitava a sottolineare una serie di principi, senza stabilire veri e propri obblighi né precise procedure di attuazione dei principi affermati.

Un gruppo di parlamentari europei: firmarono un trattato d'unione europea che fu approvato a larghissima maggioranza dal Prlamento il 14 febbraio 1984. il progetto prevedeva la stipulazione di un trattato nuovo che facesse proprie le realizzazioni giuridiche, politiche ed economiche delle comunità. Veniva a fr perte delle istituzioni anche il Consiglio europeo affiancando il metodo dell'azione comune quello della cooperazione.

Le competenze dell'unione: a quelle delle comunità si sarebbero aggiunte nuove politiche di carattere economico e sociale.

Il comitato Spaak o Dooge: enunciava gli obiettivi, le politiche e le riforme istituzionali indispensabili per un rilancio dell'integrazione europea, cercando di riprendere a collegare fra loro le indicazioni emergenti dal trattato d'unione approvato dal Parlamento e dalle proposte avanzate a livello intergovernativo e in particolare da quelle fatte proprie dal consiglio europeo di Stoccarda.

L'atto unico europeo: univa in un solo testo le disposizioni rivolte a istituzionalizzare la ccoperazione politica europea e quelle modificative dei trattati comunitari, le comunità europee e la cooperazione politica europea perseguono l'obiettivo di contribuire insieme a far progredire concretamente l'unione europea. Le comunità rimanevano fondate su trattati e sugli atti che li hanno modificati, mentre la cooperazione politica era disciplinata direttamente dall'atto unico.


10. trattato di Maastricht e istituzione dell'unione europea.

Unione economica e monetaria: nel 1989 i tempi parvero pronti per convocare una conferenza intergovernativa per fissare le tappe della realizzazione dell'Unione economica e monetaria (UEM).

Roma nel dicembre 1990: iniziati sotto rpeseidenza italiana i lavori si svolsero come punto di partenza epr quanto riguarda l'unione economica e monetaria, un progetto di statuto del Sistema europeo delle banche centrali (SEBC) e della banca centrale europea (BCE).

Il compromesso: fu raggiunto con l'abbandono di ogni riferimento alla porpspettiva federale dell'unione e con la previsione della convocazione di una nuova conferenza di revisione nel 1996 con l'applicazione del metodo comunitario anche alla politica estera.

Il trattato istitutivo dell'unione europea: fu firmato a Maastricht il 7 febbraio 1992. esso prevedeva l'entrata in vigore il 1° gennaio 1993.

Per quanto in ritardo: l'entrata in viogore del trattato avvenne in tempo per permettere di adottare le misure, tra cui la creazione dell'istituto monetario europeo (IME). Il trattato segna una tappa di rilievo dal punto di vista istituzionale. Ricondurre ad un'unitarietà istituzionale le comunita e le politiche che si venivano craendo intorno ad esse, ma al di fuori di esse.

Il trattato: istituisce l'UNIONE EUROPEA . si craeva un triangolo, il cui vertice è l'unione e gli angoli sono costituiti dalle comunità e dalle politiche e forme di cooperazione. In quiesta direzione si esprime l'articlo c (3) secondo il quale l'unione dispone di un quadro istituzionale unico che assicura la coerenza e la continuità delle azioni svolte per il perseguimento dei suoi obiettivi, rispettando e sviluppando nel contempo, l'ACQUIS comunitario.

Il Parlamento europeo: vede allargare le sue competenze normative, diventa un interlocutore dello stesso consiglio europeo. Il mandato della Commissione è allungato a 5 anni e il suo rapporto col Prlamento è reso più stretto. Solo il consiglio dei Ministri conserva inalterati i suoi poteri.

Il trattato: getta le basi di una ripartizione di competenze fra gli Stati e l'Unione che tende ad avvicinarsi a un modello federale.


12. lo spazio economico federale e l'ampliamento dell'unione europea ad altri stati membri dell'EFTA.

all'apertura di un negoziato inteso alla reazione di uno spazio economico europeo aperto alla libera circolazione di merci, servizi, capitali e persone, nonché caratterizzato da alcune strutture comuni.

fu solo dopo un supplemento del negoziato:e l'acquisizione di un nuovo parere della Corte che l'accordo sullo spazio economico europeo (SEE) potè essere firmato il 2 maggio 1992 tra la Comunità europea da una parte e l'Austria la Finlandia, l'Islanda e Norvegia e Svezia dall'altra. Il 24 giugno 1994 firma del trattato x l'adesione di questi paesi.

Malta cipro e altri paesi dell'europa orientale: strategia di preadesione, dialogo inteso ad instaurare strette relazioni sul piano politico ed economica e aiutarli a preparare la loro adesione.


13. Le modificazioni del trattato sull'Unione europea e il trattato di Amsterdam.

Dopo alcuni mesi necessari per la messa a punto del nuovo testo trattato: si è giunti alla firma ad Amsterdam 2 ottobre 1997, trattato che modifica il trattatoi sull'Unione europea, i trattati che istituiscono le comunità europee e alcuni atti connessi.

Il trattato conferma: la struttura disegnata in quel trattato con i 3 pilastri sui quali si fonda l'Unione, cioè la Comunità europea, la politica estera e di sicurezza e altre forme di cooperazione politica.

Esso introduce: una serie di minori modifiche precisando meglio il ruolo delle istituzioni e soprattutto le modalità di funzionamento del Consiglio. Inserisce fra le politiche 2 imporatnti settori la politica dell'occupazione e la riforma sociale. Solo qualche miglioramento caratterizza la politica estera e di sicurezza comune.

Sviluppo di una coesione politica: e socale dell'Unione. L'Unione si fonda sui principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali e dello stato di diritto, principi che sono comuni agli stati membri.

Un ultimo apsetto del trattato di Amsterdam: ha rappresentato l'occasione per un tentativo di razionalizzazione della complessa normativa risultante dal susseguirsi nel tempo di vari trattati, ciascuno dei quali ha modificato testi precedenti e aggiunto nuove disposizioni.


14. Il trattato di Nizza e il futuro dell'Unione europea.

Una olta istituita l'Unione: restavano aperti garvi problemi di antura sociale, economica e istituzionale. Necessità di proseguire nel cammino delle riforme di Amsterdam in vista dell'allargamento dell'Unione a paesi dell'Europa centrale e Malta e Cipro.

26 febbraio 2001: il TRATTATO DI NIZZA modifica il trattato dell'Unione.

7 dicembre 2001: Carat dei diritti fondamentali dell'Unione Europea non inserita nei trattati.

Il trattato di Nizza: ha proceduto ad una modifica complessiva della disciplina, pur mantenendone le caratteristiche essenziali. Ha aggiunto la previsione per cui un consiglio e la Commissione devono assicurare la coerenza delle azioni intraprese con la collaborazione rafforzata e con le politiche dell'Unione e della Comunità.

Significava: l'abolizione di diritto di veto di ogni singolo stato.

La soluzione dei problemi: che un allargamento dell'Unione a un numero di Stati come quello previsto comporta difficilmente, poteva però avvenire nella sola conferenza intergovernativa che ha portato al trattato di Nizza.

A partire dal 2001: delimitazione delle competenze Unione e Stati membri nel rispetto del principio di sussidiarietà, sullo STATUS da attribuire alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione, sulla semplificazione dei trattati e sul ruolo dei parlamentari nazionali nell'architettura europea.

Nel 2004: dovrebbe essere convocata una conferenza intergovernativa per la definizione di atli temi e le conseguenti modifiche dei trattati


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