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Tra gli autori più importanti e più chiesti in sede di esame.
Francese, contemporaneo (leggermente più giovane) di Machiavelli, nato nel 1529, morto nel 1596, visse nella Francia del XVI secolo. Era un giurista di professione, avvocato. Ebbe un ruolo all'interno della vita politica del paese.
Quest' ultimo era il partito al quale apparteneva Bodin, il quale sosteneva la superiorità della politica sulla religione.
Non voleva né uno Stato cattolico, ma nemmeno uno stato Protestante. Uno stato che comprendesse al suo interno una pluralità di religioni, sulle quali era sovrano e arbitro.
Bodin scrive un capolavoro da un punto di vista politico: I Sei libri dello Stato.
Bodin non intende Repubblica come Machiavelli, governo di molti, per lui è sinonimo di Stato.
Perché Bodin scrive "I sei libri dello stato".
Egli è testimone dei dissidi religiosi, che all'epoca non era una cosa delicata, la tortura e il rogo erano una cosa all'ordine del giorno.
Evento molto emblematico è il massacro di San Bartolomeo. Cioè la notte del 1572 nella quale, per ordine di Caterina dei Medici, vengono assassinati centinaia di ugonotti.
Il problema della Francia del '500 era anche un problema monarchico, cioè mancava un Re forte.
Il
Quindi Bodin vuole rispondere a questa situazione di debolezza cronica della Francia, vuole proporre un modello di Stato forte. Ovviamente il problema era quello della debolezza della monarchia, di conseguenza, nel suo libro troveremo che il Re deve avere molti poteri, deve essere forte, deve vincere la resistenza dei suoi sudditi, fra le forme di governo la migliore è certamente la monarchia, in risposta al contesto storico.
Dice Bodin
all'inizio del libro:"
Il Grande problema era la politica estera, c'erano due grandi potenze che premevano: Spagna e l'Inghilterra.
Bodin cerca di dettare un soluzione a questi problemi.
Egli afferma che non ci sono molti autori che parlano di Politica e fa anche una riflessione su Machiavelli. Afferma che in Italia è in voga questo autore, il quale, però non è stato un bravo politico, in quanto non aveva considerato nei suoi libri di politica un aspetto importante: il diritto, l'aspetto giuridico. Sicuramente Machiavelli ha parlato della natura umana e di tante cose filosofiche, ma la politica è fatta di leggi, di istituzioni, di concetti giuridici.
Cosa è lo Stato
La definizione è semplice, e da questa definizione emergono i suoi elementi fondamentali:
Lo Stato è un governo giusto che si esercita col potere sovrano sulle famiglie e sulle cose a loro comuni.
Ne emergono gli elementi fondamentali:
il governo giusto
la sovranità
la famiglia (per Bodin fondamentale);
le cose comuni alle famiglie (le strade, gli edifici, i beni pubblici, diremmo oggi).
I greci non avevano distinzione tra cose pubbliche e private, sono stati i romani ad introdurre questo concetto.
La famiglia, secondo Bodin è una cosa fondamentale. Lo Stato è composto dalle famiglie, la quale è un'aggregazione che viene prima dello Stato.
Nascita dello Stato
Gli individui si sono prima uniti in famiglie, poi in tribù, poi hanno dato vita allo Stato.
Lo Stato secondo Bodin nasce da una lotta tra famiglie. La famiglia più forte vince sulle altre, le assoggetta e si crea lo Stato.
Quindi, lo Stato nasce:
da un atto di violenza, non nasce attraverso il consenso dei cittadini
dalle famiglie, non da individui singoli
Questo schema, in voga per molti secoli, verrà stravolto da correnti successive a Bodin. In particolare i giusnaturalisti, per i quali invece, lo Stato nasce, da un contratto, da un accordo volontario di individui, non famiglie, titolari di diritti soggettivi.
Le Cose comuni Quindi, le cose private (la proprietà privata) sarà molto importante per Bodin. Perché la proprietà delle famiglie sarà uno dei limiti all'esercizio del potere sovrano.
Il Governo Giusto. E' l'idea che il governo delle cose politiche terrene debba ispirarsi a criteri di giustizia oggettivi. La giustizia deve ispirarsi a valori superiori.
Sovranità Forse il più importanti degli attributi dello Stato. E' il primissimo autore a parlare di questo concetto.
E' secondo Bodin, il potere assoluto e perpetuo di uno Stato:
Potere assoluto significa potere che non incontra alcun potere al di sopra di sé, se non quello di Dio. Se ad essere portatore della sovranità è uno, pochi o molti, non incontrerà in tutti i casi alcun altro potere;
Potere perpetuo vuol dire ovviamente che non incontra limiti temporali.
Oltre ad essere assoluta e perpetua, la sovranità ha altre caratteristiche:
inalienabile, chi ha la sovranità non può cederla;
imprescrittibile, quindi non decade, non è soggetta a prescrizione se non la utilizzo
indivisibile, non può essere divisa anche se gestita da più persone
Con questo Bodin voleva criticare i teorici della costituzione mista. Questi erano coloro che avevano detto che la forma migliore dello stato è quella in cui il potere viene diviso tra diverse istituzioni o organi. Tra questi c'è anche Machiavelli e altri autori che si rifacevano all'esempio della Repubblica Romana, dove il potere era diviso tra i consoli (elemento monarchico), senato (elemento aristocratico), tribuni della plebe (elemento democratico).
Bodin è molto critico, il suo scopo è quello di avere uno stato forte, unito, dotato di un potere assoluto. E questo, ovviamente, non poteva essere condiviso con la teoria di una costituzione mista.
Fra le
diverse forme di governo che possono esistere, la migliore per Bodin, per
Una volta definita la sovranità, Bodin ci dice quale è la prima funzione di chi ha il potere sovrano.
La prima e principale funzione della sovranità è quella di fare le leggi
Qui Bodin rompe con la tradizione del pensiero politico medioevale. Perché per il pensiero politico medioevale, la prima funzione del Re era quella di giudice. Perché le leggi, secondo la concezione medioevale, non dovevano essere fatte, ce le dava Dio, il sovrano doveva solo giudicare i comportamenti dei sudditi.
Ma il sovrano, nel nome della sovranità, è vincolato o no al rispetto dalle leggi?
Sicuramente, il sovrano non è vincolato dalle leggi che lui stesso fa. Il sovrano crea le leggi e può anche tranquillamente revocarle, ma , il problema nasce per quelle leggi di natura diversa da quelle che lui fa.
Ci sono alcune leggi, che il sovrano deve assolutamente rispettare
le leggi divine nel '500 si intendeva con queste un gruppo di regole (diritto divino) che più o meno erano considerate la base del potere politico, era un concetto molto vago, utilizzato soprattutto per fini propagandistici
le leggi naturali più o meno come le precedenti, molto vaghe, le leggi date dalla natura dell'uomo e che non hanno origine dalla volontà (norme generalistiche)
le leggi fondamentali del regno Leggi che sono opera dell'uomo e che affondavano la loro origine nella notte dei tempi. Come per esempio la legge che regolava la successione al primogenito maschile del Regno in Francia. Questa è una legge importantissima che non può essere cambiata neanche dal sovrano.
Problema delle tasse.
Il tema importante del periodo è quello della tassazione, c'è il problema delle tasse arbitrarie.
Il principe, in qualsiasi momento poteva inserire una tassa nuova, magari per fare una guerra. Bodin afferma di fare molta attenzione con le tasse: è uno degli argomenti più sentiti dai sudditi, e la storia insegna che molte rivoluzioni hanno preso spunto proprio da questo.
Rapporto tra Monarca e Stati Generali
Molto importante è il rapporto tra il Monarca e gli stati generali: il parlamento dell'epoca, cioè l'assemblea che regolava i rapporti tra il popolo e il re.
Agli Stati generali francesi appartenevano tre classi di persone:
Il popolo comunque non partecipava. Gli stati generali hanno solo un ruolo di consigliere per il sovrano, la loro posizione non è vincolante per il sovrano, è lui che prende le decisioni. Per Bodin sono comunque importanti perché creano un rapporto tra il popolo ed il sovrano, ma, comunque, questo può far ciò che vuole.
Distinzione fra regime e governo.
Bodin propone una sua forma di governo
Egli afferma che, sicuramente il potere è a volte di uno, a volte di pochi, a volte di molti, però, chi ha parlato di forme di governo, non è riuscito a vedere la distinzione che c'è tra regime e governo.
Il regime. E' la forma di governo che dipende dalla
titolarità della sovranità, cioè da chi ha
Il governo. Dipende da come la sovranità viene esercitata, non da chi la possiede, ma da come viene esercitata.
Chi la esercita ha due possibilità:
la può esercitare in pieno, accentrando tutto su se stesso;
lasciando l'esercizio del potere ad una quantità di cittadini quanto più ampia possibile.
E' per questi motivi che, secondo Bodin, possiamo avere un regime monarchico con governo democratico, nel quale la sovranità appartiene al re, che però la esercita attraverso il popolo.
Allo stesso modo potremmo avere un regime aristocratico con governo democratico, oppure un regime democratico con governo monarchico, nel caso in cui i poteri all'interno della grande assemblea venissero accentrati in una sola persona.
Diritto di resistenza.
Tema fondamentale nella storia delle dottrine politiche.
Vale a dire la possibilità di un diritto del popolo o dei sudditi di ribellarsi contro il governo.
Ha diritto il popolo di ribellarsi ai soprusi?
In certe costituzioni moderne, è ancora previsto. Anche nella nostra Costituzione del 1948, doveva essere presente un articolo di questo tipo, che all'ultimo momento venne tagliato.
Su questo tema, Bodin distingue tra due tipologie di tiranno:
il tiranno senza titolo è il tiranno che ha ottenuto il potere in maniera illegittima, senza accordo con i sudditi o senza successione, ha preso il potere con la forza;
il tiranno con titolo è quello che è legittimamente al potere e che poi è divenuto tiranno abusando del suo potere.
Nel primo caso, tiranno senza titolo, c'è sicuramente il diritto del popolo di ribellarsi contro l'usurpatore
Più delicato è il secondo caso, dove il tiranno è al potere legittimamente, anche se ne ha abusato.
In tal caso i sudditi non hanno il diritto di ribellarsi. Chi, invece, può venire in soccorso è il Principe straniero, il quale, invocato dal popolo che non può ribellarsi può venire in aiuto, in quanto il principe straniero non ha alcun vincolo.
Questo anticipa una questione ancora oggi molto delicata del diritto di intervento, ossia il diritto di un popolo di intervenire su un altro popolo sottoposto alla tirannia.
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