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Tesina di maturita - Etenetetrafluoroetilene: La plastica del watercube di pechino e l'arhitectura di herzog & de meuron




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Tesina di maturita - Etenetetrafluoroetilene: La plastica del watercube di pechino e l'arhitectura di herzog & de meuron

ETFE(etene-tetrafluoroetilene)

ETFE o EFTE(Etilene TetrafluoroEtilene) è un polimero parzialmente florurato (ovvero che contiene fluoro).è  un materiale plastico, semplicemente una evoluzione del politetrafluoroetilene,da tutti conosciuto col nome commerciale di Teflon che è un polimero che viene creato dalla polimerizzazione radicalica del tetrafluoroetilene,Nel caso dell'ETFE,viene aggiunta al tetrafluoroetilene l'etene,il più semplice degli idrocarburi insaturi.Ciò viene fatto non per sostituire il PTFE,ma per sostituire il vetro in quanto è trasparente e può essere forgiato in qualsiasi forma e perché rispetto al vetro disperde meno il calore e lascia passare meglio la luce. L'Etfe infatti è una membrana in fluoropolimeri simile al Teflon utilizzata sotto forma di cuscini in fogli spessi tra i 50 e i 250 micron è disponibile anche sotto forma di polvere per lo stampaggio.. Trasparente, forte, particolarmente leggero, l'Etfe ha una ottima resistenza agli attacchi chimici e biologici, alle radiazioni solari e agli agenti atmosferici. I fogli costituiti da questo materiale hanno una durata che varia tra i 25 e i 35 anni e sono riciclabili.
Dotato di buone caratteristiche termiche e di indeformabilità, l'Etfe può essere adattato alle forme geometriche più complesse. La sua superficie è anti-adesiva, per cui si sporca difficilmente rendendo facile la manutenzione.Come già detto,rispetto al vetro, è più isolante e più semplice ed economico da installare.
Poiché raggiunge una trasmissione luminosa del 95%, garantendo una grande permeabilità ai raggi Uv, questo materiale è particolarmente adatto per strutture come serre, coperture per aree a verde e involucri per impianti sportivi.
Questo materiale è stato brevettato dalla Du Pont,ditta francese che scopri' per prima il PTFE(politetrafluoroetilene,polimero del tetrafluoroetilene) da una bombola di fluoroetilene occlusa,ETFE ha eccellente resistenza chimica e isolamento elettrico e caratteristiche meccaniche molte buone,ha una ampia gamma di temperature d'impiego (-180 a +150°C),viene fornito come solidi pellets cilindrici ed è anche noto con i marchi commerciali 'Tefzel' di DuPont, 'Fluon' della Asahi Glass Company e 'Texlon' di Vector Foiltec.

Struttura molecolare L'ETFE è un polimero derivato dalla polimerizzazione radicalica di etene  (il più semplice degli alcheni - idrocarburi insaturi aventi un doppio legame covalente tra due atomi di carbonio) e tetrafluoroetilene(molecola di etene i cui quattro atomi di idrogeno sono stati sostituiti da altrettanti atomi di fluoro,utilizzato in industria come politetrafluoroetilene per la fabbricazione del teflon)

tetrafluoroetilene,formula molecolare C2F 4          

Etene,formula molecolare C2H4



Formazione del tetrafluoroetilene

ottenuto dal cloroformio(alogenuro alchilico derivato dal metanoCHCl ) e acido fluoridrico(HF)


CHCl3 + 2 HF --> CHF2Cl + 2 HCl

2 CHF2Cl --> CF2=CF2 +2HCl

Formazione dell'ETFE  

Ottenuto dalla polimerizzazione tra etene e tetrafluoroetilene,i radicali libero che si formano sono ottenuti dal tetrafluoroetilene.

CF2=CF2 + CH2=CH2 --> CF2-CF2-CH2-CH2




ETILENE-TETRAFLUOROETILENE sopra:formula a scheletro sotto:formula di struttura

Applicazioni Viene utilizzato, ad esempio, nelle coperture degli stadi. In particolare è stato utilizzato per la copertura del Centro Acquatico Nazionale di Pechino, dove verranno ospitati alcuni eventi della XXIX Olimpiade, rendendolo la costruzione più grande al mondo coperta da membrane fatte con questo materiale,ed è stato utilizzato anche come copertura dell'Arena dello stadio di Monaco progettata dagli architetti Herzog & Meuron.

Creazione dell'Etfe:Polimerizzazione a catena

La polimerizzazione a catena è una delle due grandi classi distinte di reazioni di polimerizzazione; l'altra è la polimerizzazione a stadi.
Si tratta di semplici addizioni successive, e non sono presenti sottoprodotti. Questo tipo di polimerizzazione è detto a catena perché ogni passaggio dipende da quello precedente, e permette quello successivo.
In questo genere di reazioni sono coinvolti per lo più monomeri in cui è presente un doppio legame C=C.Si possono avere diverse tipologie di polimerizzazione a catena, a seconda della tipologia della specie attiva:

  • Polimerizzazione Radicalica
  • Polimerizzazione Cationica
  • Polimerizzazione Anionica

Qui parlerò solo della polimerizzazione radicalica essendo quella che avviene nell'ETFE.Nella polimerizzazione Radicalica (detta anche poli-addizione radicalica), le molecole reattive sono dei radicali, mentre nelle polimerizazioni Cationiche ed anioniche le molecole reattive sono rispettivamente dei carbocationi e carbanioni. Si differenziano per la modalità di scissione del legame

Polimerizzazioni radicaliche

La polimerizzazione avviene secondo il seguente schema:

  1. Attivazione
  2. Propagazione
  3. Terminazione               

Attivazione Nel processo di attivazione viene creato un radicale libero partendo da un iniziatore.
L'iniziatore è una molecola in grado di decomporsi tramite la rottura di un legame, con la relativa formazione del radicale.
L'attivazione di una molecola può avvenire per via termica (decomposizione termica), chimica o radiazione elettromagnetica.
La reazione di generazione dei radicali è una reazione lenta, perché porta alla formazione di un composto instabile,che la natura di per sé tende ad evitare.
Quando inizia la scissione degli iniziatori, la coppia di elettroni del legame che viene spezzato si separa. E' una cosa insolita poiché gli elettroni amano rimanere accoppiati.Quando si verifica questa
scissione quindi rimangono due frammenti della molecola originaria denominati radicali liberi, ognuno dei quali ha un elettrone spaiato,che le rende altamente instabili. Questi elettroni non saranno molto contenti di essere soli e vorranno comunque accoppiarsi. Se riescono a trovare un qualsiasi elettrone per accoppiarsi, lo fanno. Il doppio legame carbonio-carbonio in un monomero come l'etene ha una coppia di elettroni che viene facilmente attaccata dal radicale libero. L'elettrone non accoppiato, quando si avvicina alla coppia di elettroni non può che rubarne uno alla stessa coppia per pareggiare il suo. Questa nuova coppia di elettroni forma un nuovo legame chimico tra il frammento di iniziatore e uno degli atomi di carbonio del doppio legame della molecola di monomero. Questo elettrone, non avendo altro posto dove andare, si associa con l'atomo di carbonio che non è legato al frammento di iniziatore. E questo ci riporta alla situazione iniziale, infatti abbiamo un nuovo radicale libero quando l'elettrone non accoppiato ricade su quell'atomo di carbonio. L'intero processo, la scissione dei legami della molecola di iniziatore per formare i radicali, seguito dalla reazione del radicale con una molecola di monomero viene detta fase di attivazione della polimerizzazione.

Propagazione Nel processo di propagazione, il radicale reagisce con un altro monomero, formando un radicale composto da un numero di atomi più elevato. questo nuovo radicale reagisce con un'altra molecola di etilene nello stesso modo in cui lo ha fatto il frammento di iniziatore. Naturalmente questo non ci porta da nessuna parte fino a quando ci sono elettroni da accoppiare, perché si formerà sempre un altro radicale quando si verifica questa reazione, senza una fine. Questo processo, l'aggiunta di ulteriori molecole di monomero alla catena crescente, viene detto propagazione.

Terminazione Poiché continua a riformarsi il radicale, aggiungiamo ancora molecole di etilene, ed otteniamo una lunga catena. Le reazioni auto-scatenanti come questa vengono dette reazioni a catena. Fino a quando la catena continua a crescere, a chi interessa se alcuni elettroni rimangono spaiati?

Purtroppo agli elettroni interessa. I radicali non sono stabili, e alla fine trovano un modo per accoppiarsi senza generare un nuovo radicale. La reazione a catena quindi si arresterà. Può accadere in diversi modi. Il modo più semplice è quando le estremità di due catene in crescita si trovano tra loro. I due elettroni non accoppiati si uniscono per formare una coppia e un nuovo legame chimico si unisce alle loro rispettive catene. Viene detto accoppiamento. L'accoppiamento è uno dei due principali tipi di reazione di terminazione. La terminazione è la terza ed ultima fase della polimerizzazione a catena.



Architettura e ETFE-le prime costruzioni

Sorgerà a Pechino e ospiterà la piscina delle Olimpiadi 2008. È il Water Cube, complesso avveniristico realizzato in Efte.

Il National Swimming Centre, meglio noto come Water Cube, è una infrastruttura futuristica che a Pechino ospiterà le gare di nuoto, tuffi, nuoto sincronizzato della XXIX Olimpiade, in programma nella capitale cinese dall'8 al 24 agosto 2008.

L'enorme struttura, che occupa una superficie di 70.000 m2 ed è in grado di ospitare 17.000 spettatori (di cui 6000 permanenti e 11.000 temporanei), è stata denominata "Water Cube" per la particolare geometria che la caratterizza: il disegno nella parte esterna fa pensare alle forme irregolari delle bolle di sapone. Questa impressione è dovuta alla presenza sulla copertura di 4000 cuscinetti gonfiabili costituiti da una doppia membrana di Etfe, un materiale plastico leggero e trasparente (prodotto dalla DuPont) che reagisce al colore del cielo mutando il proprio. Sulla struttura del Water Cube si creano così effetti visivi fantastici, giochi di luci e proiezioni che saranno visibili anche dagli spettatori televisivi che non saranno presenti fisicamente sul luogo.

Le singole bolle sono incorporate in una doppia membrana plastica (spessa 0,2 millimetri) in Etfe e personalizzate come se fossero un disegno di cucito. Il tetto del complesso è costituito da sette bolle differenti, le pareti da quindici bolle, che, sebbene siano ripetute dappertutto, vengono percepite dall'occhio come un modello casuale. Ogni cuscino viene gonfiato continuamente da una pompa a bassa potenza.

I cuscinetti in materiale plastico rappresentano così la struttura chimica dell'acqua e forniscono leggerezza e luminosità all'impianto, che si presenta con un volume semplice, come una massa schiumosa cristallizzata. Il National Swimming Centre è molto diverso da un tradizionale stadio: mentre quest'ultimo è caratterizzato da una struttura con colonne, cavi e travi gigantesche alle quali viene applicato il sistema di facciata, il Water Cube riunisce in un unico elemento lo spazio architettonico, la struttura e la facciata.
Risparmio energetico
L'edificio è stato progettato secondo principi di design ecosostenibile: sono stati infatti utilizzate tecnologie per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili e materiali ecologici. Tra questi, svolge un ruolo fondamentale l'Etfe, che consente di catturare il 90% dell'energia solare che riscalda l'edificio, la quale viene riutilizzata per riscaldare le piscine e gli interni del complesso. Rispetto al tradizionale vetro, il rivestimento in Etfe consente una maggiore penetrazione di luce e calore, con una conseguente diminuzione del 30% dei costi per l'energia. Grazie alla luce naturale che illumina durante il giorno lo stabile, i consumi di elettricità per l'illuminazione vengono ridotti al 55%.
Nella forma del cuscino, l'Etfe è un isolante migliore del vetro, in grado di ridurre in modo efficiente le perdite termiche realizzando l'effetto voluto della serra.
La zona di Pechino è caratterizzata da scarse risorse idriche: per questo motivo l'80% dell'acqua piovana raccolta sul tetto del Water Cube viene riciclata e riutilizzata.








Herzog & de Meuron

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Lo studio Herzog & de Meuron Arkitekten è stato fondato nel 1978 a Basilea ed è composto oggi da Jacques Herzog, Pierre de Meuron, Harry Gugger e Christine Binswanger.
I soci fondatori nascono ambedue a Basilea nel 1950 e si conoscono all'università dell'ETH di Zurigo dove frequentano i corsi di Aldo Rossi,venendo cosi' fortemente influenzati dal maestro del post-modernismo,la corrente che nasce ufficialmente nel 1968 ad opera di Robert Venturi,che si contrapponeva all'eccessivo razionalismo dell'international style e vede la storia dell'architettura come un continuo richiamo al passato.I primi anni di formazione universitaria seguono quindi un indirizzo prevalentemente sociologico e filosofico , per passare negli ultimi anni, sotto la guida di Rossi, ad un autonomia disciplinare marcata e attenta alle immagini della memoria architettonica(i famosi archetipi tipici dell'architettura di Rossi)
Nel 1975 si laureano con una tesi urbanistica sulla città di Basilea unendo indissolubilmente la loro carriera professionale.


La loro fama si deve soprattutto alla conversione della stazione elettrica di Bankside a Londra nella Tate Modern.. Nel 2002 progettano la Allianz Arena con un parcheggio sotterraneo molto vasto, il più grande d'Europa, la copertura delle facciate è in materiale riciclabile(ETFE). Lo studio originale si trova a Basilea. Nel 2001 vincono il Pritzker Architecture Prize a Los Angeles, in California, il 2 aprile.La motivazione della loro vittoria fu questa:Jacques Herzog e Pierre de Meuron lavorano con una complementarietà che non permette distinzione. Ognuno dei loro venti capolavori esprime un prezioso affiatamento che viene colto ed esaltato dalla scelta di premiarli insieme. 'L'architettura di Jacques Herzog e Pierre de Meuron combina la qualità artistica di un'antica professione con l'approccio fresco delle capacità tecniche del nuovo secolo'.Infatti ogni loro lavoro è un mix perfetto di forme arcaiche e materiali nuovissimi,e la facciata è spesso pensata in modo tale che si immerga nell'ambiente circostante,non a caso la "pelle" di molti loro edifici è realizzata da materiali che riflettono ciò che hanno intorno:è il caso ad esempio del Walker Art Center di Minneapolis con la sua facciata ricoperta di lastre di alluminio che cambiano colore in base alla luce,o alla più "naturalista" Dominus Winery in California,dove la facciata è costituita da vere pietre tenute insieme da una maglia metallica,ma l'estrema sintesi tra facciata è ambiente viene raggiunta nel Forum Building di Barcellona,dove una forma artificiale come il triangolo diventa perfettamente parte della natura circostante grazie all'utilizzo di cemento blu e di specchi che riflettono l'azzurro del mare vicino.

Una grandissima varietà di soluzioni quindi che rende questi architetti tra i più apprezzati del momento.In queste pagine analizzerò i progetti che a mio parere meglio interpretano l'unione tra facciata moderna e forme arcaiche.

Progetti celebri

  • M. H. de Young Memorial Museum, San Francisco, California; 2005
  • Walker Art Center espansione, Minneapolis, Minnesota; 2005
  • Allianz Arena (Stadio), Monaco di Baviera; 2005
  • Forum Building, Barcellona; 2004
  • Laban Dance Centre, Deptford Creek, Londra; 2003
  • St. Jakob-Park; Basilea; 2001
  • Tate Modern, Bankside, London; 1995-2000
  • Dominus Winery,napa valley California 1995-98
  • Torre amministrativa Roche prossima costruzione
  • Prada epicentre store,Tokyo

Allianz Arena di Monaco di Herzog & Meuron

In occasione dei preparativi per i Campionati del Mondo di calcio del 2006, fu avviato un concorso per ridisegnare lo stadio di Monaco.Il concorso concluso nel 2001, vide ricadere la scelta sul progetto degli svizzeri Herzog & de Meuron. Il progetto,come tutti quelli realizzati dallo studio di architetti,prevede un ampio uso di materiali moderni e una forma semplice,che ricorda le spugne marine e dà un senso di unità e stabilità.L'intervento, collocato nella periferia nord della città, oltre al progetto dello stadio, coinvolge un'ampia zona limitrofa rivisitandone i percorsi e le destinazioni d'uso. Si è creato per lo stadio una sorta di boulevard verde attrezzato con percorsi pedonali, ciclabili, spazi gioco per i bimbi, chioschi e zone per l'allestimento di piccoli spettacoli all'aperto. Inferiormente a tale boulevard vi è il più grande parcheggio coperto d'Europa, spazi commerciali, punti di ristoro e spazi diversificati per lo svago ed il tempo libero. Lo stadio, che prende il nome dalla multinazionale Allianz, principale finanziatore dell'impianto, è concepito come impianto destinato al solo calcio, ma al tempo stesso ampiamente utilizzato, in segmenti temporali indipendenti dallo svolgimento di manifestazioni sportive, con la presenza di sale conferenza, ristoranti, negozi sportivi, spazi per l'intrattenimento, ecc.In questo edificio la leggerezza è perseguita attraverso l'uso di cuscini in ETFE, riempiti di aria ad umidità controllata Lo stadio può ospitare 66.000 spettatori su tre ordini di posti. A dispetto della morbida apparenza esterna la struttura delle tribune è realizzata in cemento armato, mentre l'involucro è sostenuto da un complesso reticolo metallico. I 2816 cuscini sono costituiti da due fogli di ETFE, la lunghezza delle 'bolle' romboidali varia dai 4 sino agli 8 metri, mentre la larghezza parte da un minimo di 2 per arrivare ad un massimo di 4.25 metri.


particolare della struttura colorazione data da neon montati all'interno    

particolare dei tubi che mandano aria nei pannelli.


Immagine durante la costruzione

Ampliamento del Walker Art Center, Minneapolis, di Herzog e De Meuron

E' stata inaugurata in aprile 2005, dopo quattro anni di lavori e un costo complessivo di 92 milioni di dollari, la nuova ala del Walker Art Center di Minneapolis progettata dagli architetti svizzeri Herzog e De Meuron.

Walker Art Center building

Walker Art Center vista laterale con il corridoio in vetro che collega i due corpi del museo

Particolare della facciata in alluminio

Interno di una delle gallerie



Facciata su uno degli spazi verdi

Vista del corridoio di vetro e del corpo centrale

Soluzione degli spazi espositivi:le video installazioni

L'ampliamento consente il raddoppio degli spazi espositivi di uno dei più importanti centri di arte contemporanea statunitensi: 40.000 mq di superficie utile complessiva di cui un terzo destinato a nuovi spazi espositivi, un auditorium per 350 persone, una mediateca e un parcheggio sotterrano per 670 posti auto e la sistemazione di 4 acri di parco che si aggiungono a quelli già esistenti e si ricollegano, attraverso i nuovi giardini costellati di installazioni, al campus urbano di 17 ettari di proprietà dell'istituzione.il Walker Art Center, oggi fra i punti di riferimento per l'intero sistema dell'arte, ha una delle più significative collezioni d'arte contemporanea al mondo, e con un programma che ha sempre affiancato la ricerca d'avanguardia con mostre, rassegne video, film, performances, danza e teatro.

il teatro interno

La nuova ala del museo, destinata alle espressioni artistiche d'avanguardia, è un edificio di cinque piani collegato alla struttura preesistente da un lungo passaggio vetrato che di fatto è un'apertura del museo sulla Hennipin Avenue, un'arteria molto trafficata della città. Le pareti esterne sono ricoperte da pannelli di alluminio, che permettono all'opera di cambiare tonalità: in certi momenti, grazie all'effetto della luce, l'edificio appare grigio come il cemento in certi altri bianco come la neve.

Stadio olimpico di Pechino

Lo stadio che ospiterà le Olimpiadi del 2008 è un'avveniristica architettura 'intrecciata', costruita su progetto degli svizzeri Herzog e de Meuron. I 91mila posti a sedere sono collocati in una struttura circolare, la cui particolare copertura a reticolo ha fatto sì che i cinesi ribattezzassero lo stadio 'nido d'uccello'. Il progetto è risultato vincitore del concorso internazionale bandito nel 2002, proprio grazie all' originale soluzione proposta, ispirata alla trama di un nido e formata da una miriade di ramoscelli e di intrecci.Come sempre quindi i due architetti hanno ripreso una forma antica come il nodo e l'hanno trasformato in una attualissima costruzione,figlia delle più avanzate tecnologie.
A rendere ancora più complesso questo progetto è il fatto che la 'maglia' non è solo involucro e copertura, ma ospita anche le scale ed è facciata. A farla da protagonista, tra i materiali, è soprattutto il cemento di cui sono costituiti i vari ramoscelli del nido; tra l'uno e l'altro, una serie di 'cuscini' gonfiabili in ETFE fa sì che dall'esterno lo stadio restituisca un'immagine ovattata,La struttura è quindi ricoperta da due strati di membrane traslucide; quella più esterna colma i vuoti per rendere la copertura resistente agli agenti atmosferici, mentre quella più interna funge da isolante acustico.
Parte integrante della struttura è il tetto apribile che forma, insieme alle membrane traslucide, un guscio trasparente che consente il riflesso di fasci di luce all'esterno.
. Oltre alla forte valenza estetica di questo intreccio, va sottolineata la funzione strutturale degli elementi in metallo che, incontrandosi ed intrecciandosi, si sostengono a vicenda. Anche se l'impressione è quella di una disposizione casuale e quasi naturale, naturalmente i punti d'incontro dei vari elementi e la direzione che assumono all'interno del nido, sono frutto di precisi calcoli.
In questa architettura, in cui facciata e struttura coincidono, l'effetto visivo è sorprendente, nonostante la semplicità e l'essenzialità dell'idea.
Che lo si guardi da lontano o da vicino, non si può fare a meno di sorprendersi della sua geometria, del suo disegno, dei suoi intrecci, al tempo stesso così naturali e complessi. Il nido d'Uccello ospiterà le cerimonie di apertura e chiusura dei Giochi, le gare di atletica e la finale del torneo di calcio; la sua capienza sarà di 91.000 spettatori, per il reticolo esterno sono stati necessari oltre 36 km di tubi di acciaio e 78 ponti di sostegno provvisorio durante la costruzione per reggere il peso della costruzione e circa 40.000 metri quadri di membrana plastica.

particolare dei cuscinetti in ETFE

facciata in costruzione interno,strettamente legato alla facciata esterna

Herzog & de Meuron de Young Museum,San Francisco

Un nuovo apice dell'architettura moderna è stato creato sulla West Coast degli Stati Uniti:il Young Museum di Herzog & de Meuron. Non si era mai visto un impiego così massiccio di rame per il rivestimento della facciata di un edificio. Ed infatti, la copertura della facciata del Museo De young Memorial di San Francisco, è costituita da migliaia di lastre di rame , tutte di forma e dimensioni diverse, ciascuna stampata in rilievo e perforata Il museo, di recentissima costruzione, si trova all'interno del parco della Golden Gate.È un edificio che mira ad intrecciare arte, architettura e l'ambiente naturale del posto, in un luogo dalle diverse sfaccettature. Questo nuovo museo d'arte regala alla città un nuovo e indispensabile punto di riferimento, e rende tutto l'onore dovuto alla presentazione di una nuova collezione artistica di valore inestimabile. Lo spazio espositivo di oltre 8,000 mq., regala ai visitatori l'occasione di ammirare questa importante collezione, fra le più significative della West Coast degli USA, in una cornice del tutto nuova.Jacques Herzog immagina e concepisce la facciata in rame del Museo de Young, con il suo complesso disegno di pannelli stampati alterni convessi e concavi. E' come se fosse uno specchio d'acqua. in grado di registrare e trasmettere i cambiamenti di luce diurna e stagionali, è stato scelto il rivestimento in rame soprattutto per le vivaci mutazioni cromatiche che l'inizio del processo di ossidazione innesca. L'ossidazione naturale fa infatti apparire diverse sfumature di colore che vanno dal rosso-marrone all'oro, al blu, al nero ed infine, con l'andare del tempo, al verde; inoltre, l'impressione cromatica muta di continuo anche con i minimi cambiamenti di luce e ombra. Al termine di questa evoluzione di toni e colori, avremo la caratteristica patina verde, creata dalla passivazione sulle superfici di rame, e che si unirà perfettamente con l'ambiente verde circostante.
Ma lasciando per un momento la prima, durevole impressione di questo magnifico rivestimento di rame, diciamo anche che lo stesso edificio è anch'esso un esempio affascinante di architettura innovativa.
Con il suo intreccio di materiali da costruzione naturali - oltre al rame, gli architetti hanno scelto anche di usare pietra grezza, legno e vetro - il nuovo edificio del museo è complemento perfetto del grande parco che lo circonda. L' ampia e generosa serie di vetrate che si snoda lungo l'edificio fa si che ovunque ci si trovi ci sia un colloquio con il verde naturale. Passeggiando per i sentieri che si snodano attraverso il parco, e che già accendono la loro curiosità, i visitatori raggiungono una delle quattro entrate al museo, ciascuna di esse diversa e accogliente. Diciamo pure che questo è un museo trasparente, che si apre ad ogni direzione e accoglie tutti.
All'interno ci sono la grande collezione di opere di arte nativa dell'America e dell'Australia, e una mostra di oggetti d'arte provenienti da Nuova Guinea, Africa, Indonesia e Filippine e la collezione di arte moderna Americana, famosa in tutto il mondo. Sulla parte alta a nord-est dell'edificio sorge una torre rettangolare, alta circa 44 metri, che pende all'infuori sui due lati stretti, al di sopra del piano terra. La torre ospita le stanze riservate allo studio e all'insegnamento. Un piano panoramico, al quale i visitatori possono accedere liberamente, offre viste mozzafiato di tutta la baia che circonda la città di San Francisco.Il design del nuovo museo è concepito in modo da intrecciare intimamente fra di loro arte e natura. I giardini-terrazza e i giardini siti nei cortili interni portano il paesaggio all'interno dell'edificio, mentre il giardino delle sculture,grande novità del museo, porta l'arte nel mondo esterno.

vista esterna,sono ben visibili le lastre di rame traforate                 uno degli ingressi
   

vista del parco da una delle vetrate a nastro                       scalinata interna affacciata sul verde



Dominus Winery,cantina vinicola a Napa Valley,California

Cosa c'è di più antico di un muro di pietra a secco? quanto di più prosaico si possa immaginare da quando l'architettura esiste. In principio fu il muro, il muro andava bene per l'uomo, con il suo spessore e la sua forza ne proteggeva l'integrità Ma da quando la tecnologia consente di sovvertire i principi classici del costruire, un muro può essere trattato alla maniera stessa in cui viene trattato il vetro. Può essere cioè muro nel senso dell'immagine, della rappresentazione, ma non esserlo invece nel senso della funzione. Può dividere, delimitare un territorio o uno spazio, ma può anche unire, incorniciare un paesaggio.Ed è proprio questo che hanno fatto in un loro progetto Herzog e De Meuron,hanno pensato a un muro di pietre ingabbiate in una struttura metallica che trasforma una banale cantina per il vino in un'interessante architettura, nella campagna californiana di Napa Valley. Ma il muro, questo muro, in realtà è solo la pelle se non addirittura il recinto dell'edificio, un riparo dal sole e dalla violenza degli sbalzi termici, che unisce i vari ambienti dell'azienda vinicola Dominus.Un muro così smaterializzato, al di là della sua massiccia imponenza, da apparire di filigrana,che lascia passare la luce. Posto al centro del vigneto si inserisce nel paesaggio in mezzo alla regolarità geometrica delle piantumazioni che si fondono con i colori del basalto locale che varia dal verde scuro al nero. L'edificio vero e proprio, stretto e lungo (100 metri per 25, alto 9), è dietro il muro, costruito in calcestruzzo e acciaio, è rivestito da uno spessore di pietre di basalto, semplicemente 'catturate' in gabbie metalliche ancorate alla struttura principale.

                

Particolare delle luce che passa dalle pietre ingresso principale

Forum Building,Barcellona   

Il Forum Building, progettato dagli architetti svizzeri Herzog e De Meuron, è un edificio celebrativo e rappresenta il simbolo del Forum del 2004. Si tratta di un edificio di forma triangolare di 180 m di lato, ubicato nel triangolo della strada Diagonal, La Rambla de Prim e la Ronda Litoral. L'edificio risulta rialzato dal terreno (25mt.) e dà l'impressione di una grossa tenda blu in cemento che scende dall'alto. Le finestre sono a specchio e assomigliano a dei cocci di vetro rotti che riflette l'ambiente circostante.L'edificio crea uno spazio pubblico coperto che dal punto di vista funzionale risulta essere estremamente flessibile, volto ad ospitare spazi museali dedicati alle culture del mondo, all'arte e al design ed è ricoperta da lastre in alluminio che riflettono la luce e illuminano lo spazio.


Sitografia:

www.archiportale.it

www.e-architect.co/uk

www.archinfo.it

www.fotoarttearchitettura.it

www.wikipedia.it

www.polimeri.it



bibliografia

Architecture now ed.Taschen volume 4

Volume 3

Storia dell'arte volume 4 G.Dorfles,A.Vettese

Chimica i composti del carbonio ed.il Capitello



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