Svetonio
Gaio
Svetonio Tranquillo visse tra il 70 e il 140 d.C. Nacque da una famiglia
equestre forse nell'Africa settentrionale. E' uno dei primi scrittori latini in
terra d'Africa. Seguì studi di retorica e di giurisprudenza, praticò
l'avvocatura e forse fu anche un maestro di letteratura. Plinio il Giovane lo
fece entrare nella cerchia di Setticio Claro, potente prefetto urbano. Sotto
Adriano, Svetonio intraprese una brillante carriera di funzionario imperiale:
ricoprì le cariche di capo dell'ufficio studi della corte e di sovrintendente
generale alle biblioteche di Roma. Infine fu nominato epistularum magister,
cioè l'incarico importantissimo di controllare tutta la corrispondenza
dell'impero. In seguito Svetonio fu allontanato dalla corte dopo la caduta in
disgrazia di Setticio Claro, il quale era stato accusato di comportamento
sconveniente verso l'imperatrice Sabina. Svetonio aveva svariati interessi
eruditi, si occupò di antichità pubbliche e private, di storia politica e
letteraria, di grammatica e di traduzioni romane, incarnando quel gusto per il
particolare e quello spirito di eclettismo divulgativo che contraddistinguono
il secondo secolo.
OPERE: il "DE
VITA XII CAESARUM" (vite dei dodici cesari). E' una raccolta in otto libri
delle biografie degli imperatori sino a Domiziano. I primi sei libri parlano
dei primi sei imperatori(Cesare, Augusto, Tiberio, Caligola, Claudio, Nerone),
il VII comprende i tre effimeri imperatori dell'anno 69 (Galba, Otone e Vitellio);
l'ottavo contiene le vite dei tre imperatori Flavi (Vespasiano, Tito e
Domiziano). L'opera ci è giunta completa tranne che nella prefazione, con la
dedica a Setticio Claro. "DE VIRIS ILLUSTRIBUS", raccolta di biografie
di letterati suddivisa originariamente in cinque sezioni: poeti, oratori,
storici, filosofi, grammatici e retori. Sopravvive in buona parte la sezione
riguardante i grammatici e retori: ci è giunta grazie al codice di Hersfeld, lo
stesso che tramanda le opere minori di Tacito. Le vite che fanno parte della
sezione poeti ci sono arrivate per tradizione indiretta, rielaborate da
successivi grammatici. Non sappiamo quanto risalga a Svetonio e quanto sia
stato aggiunto da altri. Per quanto riguarda il "de Viris Illustribus",
Svetonio lo scrisse su sollecitazione di Plinio. Il genere congeniale a
Svetonio,la biografia erudita, fu da lui interpretata come in una chiave che si
rifà ai modelli greci ma in modo personale e nuovo. Riprende i modelli della
biografia alessandrina; in parte riprende anche lo spirito della biografia
peripatetica, la quale tendeva a mettere in luce soprattutto il carattere
morale, l'ethos del personaggio. Le vite parallele di Plutarco hanno un sapore
ben diverso, infatti egli ricrea un contesto di umanità "Eroica" nella quale
Svetonio non crede più: la narrazione del biografo latino imprime sui cesari il
marchio delle loro debolezze. Appare lontano da Svetonio il modello dello
storiografo tacitiano. La materia trattata da svetonio è la stessa che Tacito
aveva svolto negli Annales e nelle Historiae. Svetonio da però più peso agli
scritti d'occasione e ai libelli satirici e scandalistici, di parte senatoria,
contro gli imperatori, mettendo in buona luce il governo di Adriano.
STILE: il
linguaggio è a metà tra il linguaggio nobile della storiografia tragica e
quello dimesso e incolore della prosa scientifica. Utilizza il lessico urbano
delle persone colte del tempo e tende all'impersonalità. Non esclude voci
colloquiali, grecismo e termini della lingua burocratica, talvolta vocaboli
rari e poetici.