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L'intuizione secondo Bergson
All'intuizione Bergson attribuiva la possibilità più istintiva e genuina di portare a soluzione ogni problema, essendo capace di andare al di là della rigidità materiale del pensiero razionaleTanto l'istinto quanto l'intelligenza sono ordinati alla soddisfazione dei bisogni della vita. L'istinto è la facoltà naturale di utilizzare strumenti organizzati mentre l'intelligenza è la facoltà di fabbricare strumenti artificiali. Appunto perchè l'homo sapiens non è che homo faber, l'intelligenza ha per oggetto suo specifico il solido inorganizzato, la materia bruta:è naturalmente accordata con ciò che è inerte, uniforme e costruisce i concetti che sono schemi simbolici delle cose, stabili e discontinui come i solidi, atti a renderli più maneggevoli. Pertanto l'intelligenza è inadatta a comprendere la vita, che è continuità, mobilità, compenetrazione reciproca. L'istinto è invece modellato sulla forma stessa della vita. L'intelligenza tratta tutte le cose meccanicamente; l'istinto procede organicamente.
Tuttavia l'intelligenza ha sull'istinto una superiorità infinita, proprio come strumento di liberazione dello spirito dalla materia. Essa, pur essendo strumento d'azione, tende alla conoscenza teorica della realtà. L'istinto ha una conoscenza perfetta del suo oggetto, ossia di quella porzione di vita che più direttamente l'interessa, ma limitata a quell'oggetto. L'intelligenza invece ha una conoscenza superficiale e imperfetta dei suo oggetti, ma non si fissa in essi, oltrepassa di continuo l'azione che compie, ha una capacità infinita d'estendersi; più che le cose coglie i rapporti tra le cose, circola in mezzo agli oggetti senza vincolarsi e trascende continuamente se stessa come "se cercasse ciò che non è capace di trovare" (paradossalmente superiore all'istinto che trova ciò che non è capace di cercare). Istinto e intelligenza vengono così posti da Bergson come in un rapporto dialettico di opposizione e di complementarietà,in un rapporto di antitesi che esige una sintesi superiore. Questa sintesi è rappresentata dall'intuizione. "Se la coscienza che sonnecchia nell'istinto si risvegliasse, si interiorizzasse in conoscenza invece che esteriorizzarsi in azione, se noi sapessimo interrogarlo ed esso potesse rispondere, esso ci rivelerebbe i segreti più intimi della vita". L'istinto divenuto disinteressato, cosciente di se stesso, capace di riflettere sul suo oggetto e di allargarlo indefinitamente, l'istinto dunque che includesse in sé questa capacità di riflessione cosciente e progressiva che è propria dell'intelligenza, si trasformerebbe in intuizione.
E la filosofia è appunto sforzo di riassorbire l'intelligenza nel suo principio, di sovrapporre alla conoscenza intellettiva un'altra conoscenza, che ci immetta nel dominio della vita, facendoci intuire la indefinita creatività della vita stessa e la compenetrazione reciproca di tutte le creature.
L'intelletto è l'attività costruttrice di quegli schemi astratti, nei quali l'uomo comune, sotto la spinta dei bisogni pratici, inquadra e cataloga la realtà, di quell'ordine geometrico entro il quale lo scienziato fissa la vita dell'universo, illudendosi di renderla intellegibile mentre in realtà ne rende solo un'immagine morta che lo sfigura. L'intelletto e la scienza che esso crea ci trasporta fuori di noi e fuori delle cose stesse;ci porta a vivere in un mondo artificioso, fatto di simboli convenzionali, relativi ai vari punti di vista da cui ci si colloca nei diversi tentativi di ritrarre,dal di fuori, la realtà. Operando in tal modo, si comporta come il cinematografo che, dopo aver scattato varie foto ad alcune persone, pretende di ricostruire l'esperienza, provvedendo al montaggio di sequenze cronologiche. Non si avvede che ciò che riproduce manca della continuità e della spontaneità della vita. Infatti, la vita si dà in forma fluida e ogni momento è irripetibile; non è un assemblaggio meccanico di immagini visive o di stati d'animo, fissati e impressi per sempre in una pellicola.
Bisogna liberarsi da tutte queste beatitudini acquisite e riconquistare l'interiorità del reale,per coglierne l'unità vivente, in una immediatezza che è come coincidenza della nostra vita con la vita stessa delle cose. Trasportarci dal di fuori al di dentro delle cose, ecco il compito della nuova filosofia: è l'intuizione che deve sostituirsi all'intelletto. La filosofia bergsoniana è la filosofia dell'intuizione. In sintesi:
L' INTUIZIONE:
è un processo reale
procede per simpatia
ci svela la durata della coscienza
rivela il tempo reale
ci rende consapevoli di quella libertà che siamo noi stessi
è l'organo della metafisica: ci fa entrare in contatto diretto con le cose
L'intuizione va posta al di sopra della ragione intelligente, in quanto, non risentendo della rigidità del pensiero razionale (la rigidità della materia), è la via più genuina e istintivamente umana alla soluzione di ogni problema (in quanto connessa alle qualità dello spirito).
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