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L'antisemitismo nella storia recente
Dichiarazione sull'antisemitismo redatta dal Consiglio europeo di Dublino, 25 e 26 giugno 1990.
'Il Consiglio europeo esprime la sua profonda repulsione per le recenti manifestazioni di antisemitismo che comportano atti di profanazione perpetrati nei confronti dei defunti e che intendono provocare la più grande emozione nei vivi. Che tali abomini possano godere di un qualche credito proprio nel momento in cui stiamo commemorando la fine della seconda guerra mondiale é ancora più' preoccupante. Il Consiglio europeo deplora tutte le manifestazioni di questi fenomeni.Esso conviene che si debbano adottare misure energiche per combatterli in qualunque luogo e momento essi avvengano nella Comunità. Gli stati membri valuteranno il grado in cui le loro legislazioni nazionali debbano efficacemente essere utilizzate per far fronte a questi fenomeni. Esso infatti, ritiene che il rispetto della dignità dell'uomo e l'eliminazione delle manifestazioni di discriminazione siano della massima importanza.'
La Dichiarazione del Consiglio europeo del '90 dimostra l'indisponibilità delle supreme istituzioni dell'Europa di oggi ai minimi fenomeni di odio razziale del passato recente, ma non evidenzia le ragioni politiche ed economiche dell'antisemitismo di oggi.
Ragioni politiche
Lo Stato d'Israele sorse nel 1948,dopo che la Gran Bretagna abbandonò la Palestina che occupava dal 1917, per proclamazione di un governo provvisorio ebraico. L'anno precedente, 1947, l'ONU aveva deciso la spartizione della Palestina storica in due stati, uno ebraico ed uno arabo.La guerra tra gli stati arabi confinanti ed il nuovo stato di lsraele, all'indomani della sua proclamazione,fu espressione del rifiuto anche di quella spartizione. Dall'armistizio di Rodi (1949), ad oggi, Israele ha più volte dimostrato la propria forza politico militare:
1956-Nel corso del 1954/55/56, sono continuati periodici scontri sanguinosi lungo la linea di armistizio soprattutto con l'Egitto (zona di Gaza). Da allora la situazione si è venuta aggravando soprattutto per la salita al potere del clonassero, con l'intensificarsi dei propositi egiziani di rivincita e conseguente riarmo accelerato (favorito dal blocco sovietico).
Reiterati attacchi alle colonie agricole ebraiche non lontane dalla linea di armistizio, attacchi che secondo Israele, avevano per base soprattutto Gaza. Dopo altri scontri di una certa, gravità, lungo la frontiera giordano- israeliana, determinatasi la grave crisi internazionale in conseguenza dell'improvvisa nazionalizzazione della Società del canale di Suez, operata dal Col. Nasser (26 luglio 1956), il 29 ottobre truppe israeliane entrarono in territorio egiziano (penisola del Sinai);il 30 si ebbe un ultimatum franco-britannico ai contendenti, accettati da Israele, respinto dall'Egitto, e il 31 l'inizio delle ostilità franco- britanniche contro l'Egitto. Tale intervento fu , per altro, condannato dalle Nazioni Unite e in particolare da Stati Uniti e URSS: le ostilità furono pertanto troncate (9 novembre) e, subito dopo le N.U. inviarono in Egitto un corpo di spedizione con conseguente ritiro delle forze anglo-francesi e di Israele; ultime località sgombrate dagli israeliani (primi di marzo 1957) furono le zone di Aqaba e di Gaza.
1967-Questa situazione, sempre più insostenibile, di una guerriglia di fatto,all'ombra dell'armistizio del 1956, si rivelò improvvisamente drammatica quando il presidente egiziano Nasser, ottenuto il ritiro delle forze dell'ONU dalla linea di armistizio,decise il blocco del porto israeliano di Eilait (fine maggio 1967). Contemporaneamente gli Stati arabi concludevano un patto di alleanza militare e si disponevano ad attaccare Israele, quando furono prevenuti da parte israeliana (6/7 giugno): battute le forze arabe in una rapida guerra aerea e terrestre di cinque giorni (guidata da Moshe Dayan e da I. Rabin), Israele occupò tutta la penisola del Sinai sino al canale di Suez, la striscia di Gaza e la Cisgiordania, accettando, poi, l'invito dell'ONU a cessare il fuoco.La parte araba di Gerusalemme fu senz'altro annessa, ricomponendosi cosi l'unità dell'antica capitale. Da allora, mentre le forze armate degli Stati arabi sono state reintegrate del materiale perduto dall'URSS, Israele si é ripetutamente dichiarato disposto ad un'intesa con gli arabi, a condizione di poter fruire del Canale di Suez e di ottenere non più solo un armistizio, ma un vero e proprio trattato di pace. Nonostante le insistenza dell'ONU, questo non é avvenuto e sono continuati gli incidenti di frontiera,gli attacchi e le rappresaglie reciproche.
1973 - Guerra del Kippnr tra Egitto ed Israele: non portò modifiche territoriali ma avviò difficili trattative che culminarono nel '78 negli accordi di Comp David e nel '79 in quelli di Washington, tra il presidente egiziano Sadat e il premier israeliano Begin, su mediazione del presidente USA Carter: Israele restituiva il Sinai all'Egitto ma dimostrava inequivocabilmente d'essere uno stato di cui non si poteva ignorare la potenza.
19al-Mentre la questione araba rimaneva in posizione di impasse, il Governo israeliano si impegnava sul fronte libanese, attaccando e bombardando numerosi villaggi oltre confine.Questo provocava un rafforzamento, in ambito governativo della destra e delle forze più intransigenti del sionismo: il ministro degli esteri Dayan veniva sostituito da Shamir (oppositore degli accordi di Camp David) e, successivamente, dopo il passaggio alla difesa da Madai, contrario ad ogni compromesso con l'Egitto.Il governo veniva sciolto nel giugno 1981, in seguito alle polemiche interne riguardanti il bombardamento israeliano di un centro atomico iracheno alla periferia di Baghdad.
Le nuove elezioni decretavano il successo del Partito laburista. L'uccisione di Sadat da parte di integralisti musulmani mostrava, in modo cruento, le divisioni interne al mondo arabo che, all'iniziativa diplomatica di cui l'Egitto si era fatto portavoce, associava il proliferare di associazioni fondamentalistiche in cui l'elemento islamico assumeva carattere fortemente avverso all'Occidente ed il rafforzamento dei movimenti armati per la liberazione della Palestina, alcuni organizzati politicamente, l'OLP di Arafat, altri spontanei come la INTIFADA.
1982 - Le truppe israeliane invadono il Libano meridionale e il Governo, all'unanimità respingeva il piano per il Medio Oriente proposto a Begin dal presidente americano Reagan. Nel settembre dello stesso anno, completata l'occupazione di Beirut, le truppe israeliane massacravano centinaia di profughi palestinesi nei campi di Shabra e Chatila. Israele respingeva ogni responsabilità dell'eccidio, accusando le forze falangiste, ma all'interno del paese avevano luogo imponenti manifestazioni di proteste e l'opposizione chiedeva le dimissioni di Begin e del ministro della difesa Sharon. Alla fine di settembre, le forze israeliane si ritiravano da Beirut. Le elezioni tenutesi l'anno seguente decretavano la nomina a presidente della Repubblica di Haim Herzog.
Ragioni economiche
L'incremento demografico dello stato di Israele (28%) non è più, oggi, riconducibile all'immigrazione da altre parti del mondo e deve essere ritenuto, insieme al bassissimo indice di mortalità, sintomo del rigoglio economico e dell'alto grado di coesione sociale raggiunto nel paese. L'agricoltura, tanto produttiva da alimentare una fortissima esportazione di prodotti agrumicoli, gode dell'applicazione di avanzatissime tecnologie, anche idrauliche che hanno reso fertilissime zone un tempo desertiche. L'industria elettronica, elettrica, metalmeccanica, quando non alimenta le esportazioni, soddisfa a pieno la richiesta di consumo locale.
Olocausto
Erano otto milioni gli uomini che lavorarono come schiavi per l'industria del Terzo Reich; molti non tornarono. Ci sono volute campagne internazionali e la mobilitazione dei migliori studi legali americani con la minaccia di chiedere risarcimenti che avrebbero messo la Bundesrepublink in ginocchio, perché dopo mezzo secolo, i sopravvissuti ottenessero la promessa
di avere giustizia. Con l'atteso incontro alla Cancelleria tra Gerhard Shoeder e lo staff dirigenziale delle imprese leader dell'economia tedesca i poteri economici e finanziari della prima potenza europea hanno accettato di comparire davanti al Tribunale della Storia. Le dodici maggiori aziende del paese hanno accettato di costituire il 'Fondo della Memoria, della Responsabilità e del futuro'. Sulla somma che verrà stanziata il silenzio ufficiale è assoluto, ma nessuno smentisce la stampa tedesca che fornisce cifre tra i due miliardi e mezzo e i tre miliardi di lire. Tutto questo rappresenta davvero una svolta storica. L'avvio per versare i risarcimenti appare certo solo per i sopravvissuti residenti in America e in Israele. Tra le dodici grandi aziende che costituiranno il fondo: Allianz, Bmw, Dresdner Bank, Bayer. Con questo la Germania riconosce le proprie responsabilità economiche ma anche morali.
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