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La rivoluzione scientifica
L'elaborazione di nuovo modello di sapere, il sapere scientifico, fu un evento
rivoluzionario in quanto rappresentò un momento di radicale rottura con una
tradizione che si era andata consolidando, a cominciare dall'antichità e
passando per il medioevo, sino all'età rinascimentale.
I caratteri che contraddistinguono la scienza moderna, infatti, possono essere
sintetizzati come segue:
1) si tratta, anzitutto, di un sapere sperimentale. I sostenitori della 'nuova filosofia' considerano primo dovere dell'uomo di scienza l'indagine umile e paziente della natura così come si presenta ai nostri occhi, le cui capacità possono essere potenziate con l'ausilio di strumenti quali il cannocchiale o il microscopio. L'osservazione diretta della realtà è da anteporre alla lettura e allo studio dei testi degli antichi che, soprattutto nel XVI e nel XVII secolo, venivano considerati dai più - con un atteggiamento intellettuale acritico e talora persino irrazionale - auctoritates, maestri indiscutibili e insuperabili.
2) L'osservazione scientifica, però, non significa passiva contemplazione di quanto ci circonda, ma è attività, è esperimento. La natura risponde alla nostra curiosità solo se sappiamo interrogarla, a volte anche con una certa 'violenza'. Occorre, cioè, agire positivamente su di essa per metterla in condizione di verificare o di confutare le nostre teorie e le nostre supposizioni.
3) La scienza moderna, poi, nasce e raggiunge i suoi notevolissimi risultati attraverso una restrizione e una precisazione del campo delle indagini umane. Da Galileo in poi gli scienziati rinunciano a tentare di determinare le essenze, cioè la natura profonda, la ragion d'essere ultima dei fenomeni naturali; rifiutano di indagare la loro finalità e il loro grado di perfezione. Limitano le loro pretese conoscitive a ciò che è determinabile con una certa precisione, a ciò che è quantificabile, misurabile ed esprimibile attraverso rapporti e leggi di tipo matematico. Rinunciano, per così dire, a chiedersi 'perché?' e si interrogano sul 'come'.
4) Il sapere scientifico è infine intersoggettivo. Non si tratta di conoscenze ermetiche, accessibili soltanto a pochi iniziati e da tenere nascoste ai più, secondo la tradizione di quelle le scienze magico-occultistiche che proprio nel XVI secolo avevano destato un notevole interesse. La nuova scienza è un sapere aperto a tutti, verificabile da tutti e in grado di avvalersi del contributo di tutti.
La
RIVOLUZIONE SCIENTIFICA è un Processo storico e movimento di idee che, nel
corso del XVII secolo, portò alla nascita della moderna scienza sperimentale e
all'abbandono della precedente immagine della realtà, fondata soprattutto sulla
filosofia di Aristotele. Si è soliti delimitare l'ambito cronologico della
rivoluzione scientifica nel periodo che va dalla pubblicazione dell'opera di
Niccolò Copernico La rivoluzione delle sfere celesti (1543), fino all'opera di
Isaac Newton I principi matematici di filosofia naturale (1687).
Punto di avvio della rivoluzione scientifica è stata la rivoluzione astronomica
effettuata da Copernico, il quale mise in discussione l'edificio cosmologico
risalente ad Aristotele e Tolomeo, ponendo il Sole, e non la Terra, al centro
dell'universo; su tali basi, Keplero individuò il movimento ellittico dei
pianeti, mentre Galileo abbandonava la distinzione tra fisica terrestre e
fisica celeste, elaborando un metodo unitario che consentiva lo studio di tutti
i fenomeni relativi al movimento; infine Newton con la sua teoria
gravitazionale unificò la fisica di Galileo con le leggi di Keplero del
movimento dei pianeti.
Occorre aggiungere, tuttavia, che la rivoluzione scientifica fu già
preparata, nel corso del Rinascimento, da una serie di fattori, quali ad
esempio la nuova collaborazione che si stabilì fra artigiani e scienziati, il
ruolo preminente via via assegnato all'osservazione della natura, l'esigenza di
liberarsi dai modelli del sapere elaborati dalla filosofia scolastica. In
particolare venne abbandonata, con la rivoluzione scientifica, l'antica
concezione della scienza come contemplazione pura della verità, a favore di un
approccio, di cui si fece interprete soprattutto Francesco Bacone, che
sottolineava l'importanza pratica e operativa del sapere
scientifico.
Esso appariva come un sapere che cresce su se stesso nel tempo e che si
arricchisce dell'apporto congiunto di molti ricercatori, costituendo pertanto
una costruzione progressiva e sempre perfettibile.
LE TAPPE PRINCIPALI: Copernico, iniziatore della rivoluzione astronomica,
intendeva fornire una spiegazione dei movimenti degli astri che fosse più
coerente e meno macchinosa di quella che era alla base del sistema astronomico
tolemaico. Affermando che la Terra ruota intorno al Sole, egli riteneva di
pervenire a una spiegazione più semplice e unitaria dell'universo. Nonostante
l'ostilità della Chiesa cattolica (ma anche di quella luterana) nei confronti
del sistema copernicano, la teoria eliocentrica venne sviluppata da Keplero e
da Galileo, i quali sostennero che essa non costituiva affatto una semplice
ipotesi atta a spiegare i movimenti apparenti dei pianeti (come volevano alcuni
teologi: ad esempio il luterano Osiander e il cardinale Bellarmino), ma una
descrizione vera della configurazione reale dell'universo.
Keplero avviò una revisione del modello
geometrico dell'astronomia e teorizzò per primo, partendo dallo studio
dell'orbita di Marte, la forma ellittica delle orbite dei pianeti; egli fu
inoltre influenzato dall'opera dell'inglese William Gilbert, il quale scoprì
che la Terra è un corpo magnetico. Dal canto suo Galileo fu portato, dal fatto
che con la teoria copernicana la Terra stessa era intesa muoversi intorno al
Sole, a uno studio dei problemi fisici relativi al movimento in generale,
superando l'antica distinzione fra i movimenti (perfetti e circolari) che
contraddistinguono il mondo celeste e i moti 'naturali' e
'violenti' che si verificano nel mondo terrestre. In questo modo
Galileo pose le basi della meccanica come spiegazione scientifica dei fenomeni
del moto e si avvicinò alla formulazione del principio di inerzia, teorizzato
nel contempo anche da Cartesio. Alla fine del XVII secolo, Newton presentò
un'immagine unitaria dell'universo, capace di ricondurre all'uniformità di
alcuni principi fisico-matematici e di una legge fondamentale (la legge di
gravitazione universale) i diversi fenomeni attinenti al movimento, dal
movimento degli astri alla caduta dei gravi sulla terra.
Nel campo della
fisiologia e dell'anatomia umana, la novità rivoluzionaria fu costituita dalla
dottrina della circolazione del sangue elaborata, intorno al 1628, dal medico
inglese William Harvey, che abbandonò l'antica impostazione risalente a Galeno
per adottare un modello meccanicistico, che dominerà la fisiologia e la biologia
fra Sei e Settecento.
Nello stesso periodo in cui la fisica perveniva con Newton alla sua maturità,
la chimica muoveva i suoi primi passi grazie all'opera dell'irlandese Robert
Boyle, al quale si devono una definizione metodologica del concetto di elemento
chimico e la scoperta della legge dell'inversa proporzionalità di volume e
pressione in un gas a temperatura costante.
LA NUOVA
IMMAGINE DELLA SCIENZA: Con la rivoluzione scientifica cambia anzitutto,
rispetto all'antichità e allo stesso Rinascimento, l'immagine della conoscenza.
In primo luogo essa diventa scienza sperimentale, che si fonda sull'esperienza
intesa come esperimento da condurre secondo precise regole metodiche. Decisive,
sotto questo profilo, furono le riflessioni di Francesco Bacone e di Galileo
Galilei, il quale soprattutto contribuì all'elaborazione di un metodo che
congiungeva l'osservazione dei fenomeni naturali, il ricorso alla matematica
per la formulazione delle leggi scientifiche e la verifica sperimentale.
Oltre che per il ricorso alla verifica
sperimentale come criterio di verità alternativo rispetto al principio di
autorità dei filosofi scolastici, la nuova scienza si caratterizza per il
ricorso alla matematica: essa infatti, con Galileo e Newton, interpreta la
natura in senso rigorosamente quantitativo, basandosi sullo studio delle
proprietà geometriche e meccaniche dei corpi, quali l'estensione, la figura, il
movimento. Nel corso del Seicento si afferma, presso scienziati e filosofi, una
concezione meccanicistica della realtà, per la quale ogni singola parte
dell'universo rivela la regolarità uniforme delle leggi geometrico-meccaniche
che Dio avrebbe imposto alla natura al momento della creazione.
Con la rivoluzione scientifica, inoltre,
si fa strada l'idea che la scienza consiste in un sapere pubblicamente
controllabile: essa da un lato costituisce l'antitesi del sapere oscuro e
iniziatico del mago, tipico di un filone della cultura rinascimentale,
dall'altro non è neppure un sapere che può essere coltivato in maniera
libresca, come avveniva nelle università. La scienza sperimentale richiede
infatti la collaborazione dello scienziato e dell'artigiano nella misura in cui
fa ricorso a una complessa strumentazione scientifica. Lo strumento, dal
semplice cannocchiale di Galileo fino alle sofisticate apparecchiature dei
laboratori moderni di fisica, diventa essenziale sia per l'osservazione dei
dati sia per il controllo sperimentale delle ipotesi scientifiche.
Proprio perché si tratta di un sapere ipotetico, sottoposto al vaglio
dell'esperienza, la nuova scienza respinge la pretesa della fisica aristotelica
di conoscere le essenze e le sostanze che sono alla base dei fenomeni naturali,
e di formularle in concetti e in teorie di carattere definitivo. Decisiva in
questo senso fu la concezione di Newton, per cui la scienza ha anzitutto
intenti di tipo descrittivo nei riguardi dei fatti della natura e delle sue
leggi: essa, almeno in linea di principio, respinge qualsiasi ipotesi di tipo
metafisico o che superi le possibilità di controllo fornite dai fatti medesimi.
Le 'tappe' principali della rivoluzione scientifica:
1543
Copernico, De rivolutionibus orbium coelestium. Vesalio, De corporis humani
fabrica
1596 Keplero, Mysterium cosmographicum
1600 Gilbert, De Magnete
1603 Fondazione dell' Accademia dei Lincei
1610 Galileo, Sidereus Nuncius
1623 Galileo, Il Saggiatore
1628 Harvey, De motu cordis
1632 Galileo, Dialogo sopra i due massimi sistemi
1645 Fondazione della Royal Society
1651 Pecquet, Experimenta Nova Anatomica
1661 Malpighi, De pulmonibus
1665 Malpighi, De lingua, De externo tactuso organo, De cerebro Hooke,
Micrographia
1666 Malpighi, De viscerum structura, Fondazione della Acadèmie royale des
sciences
1668 Redi, Esperienze intorno alla generazione spontanea degli insetti
1669 Malpighi, De bombyce
1672 Malpighi, De formatione pulli in ovo
1675 Malpighi, De ovo incubato observationes, Anatome plantarum
1680 Borelli, De motu animalium
1682 Grew, Anatomy of plants
1687 Newton, Philosophiae naturalis principia mathematica
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