La patristica

LA PATRISTICA

La filosofia del cristianesimo si divide in due grandi periodi, la PATRISTICA che copre i primi 5 secoli e la SCOLASTICA che va dal X / XI fino al XV secolo d.c.

La patristica è la filosofia dei padri della chiesa tra questi ricordiamo S. Agostino III / IV secolo d.c. è detto il Platone cristiano per il dialogo e il colloquio con  se stesso. E' di origine africana, trascorre una gioventù dissipata poi incontra S. Ambrogio e si converte.

VARI PROBLEMI

Il rapporto tra fede e ragione:

Secondo Agostino bisogna credere per intendere ed intendere per credere cioè la fede è il presupposto della ragione ma la ragione dimostra la necessità della fede.

La verità:

E' dentro di noi ed è un'illuminazione che ci viene da Dio.

Il male:

Non ha una sua realtà oggettiva. E' privazione di bene ed è di tre tipi:

a)     Metafisico che appartiene a tutti gli uomini

b)     Fisico che è privazione di bene

c)     Morale, privazione e consiste in una deviazione della volontà umana dalla retta via (è l'unico vero male).

Tempo:

E' Dio, ha creato il mondo nel tempo o ha creato il mondo col tempo? La risposta è: Dio ha creato il mondo col tempo. Il tempo non ha una sua realtà (prima di Dio non esisteva il tempo) le determinazioni del tempo sono passato presente futuro, ma il passato è ciò che non è più e il futuro è ciò che non è ancora quindi l'essere del tempo è presente ma nel momento in cui vogliamo fissarlo è già passato e d'altronde un presente senza passato non sarebbe più tempo ma eternità. Tuttavia noi lo misuriamo (ieri oggi un'ora fa) quindi ci vuole qualche cosa di stabile per misurarlo, questo è la nostra anima. Quindi il tempo è una dimensione dell'anima, quindi la percezione del tempo è data dal succedersi dei fatti psichici dentro di noi. Noi misuriamo il passato come ricordo, il futuro come misurazione, attesa, il presente come attenzione.

Nel 410 d.c. S. Agostino scrive la "Città di Dio"e mentre la scriveva i barbari invadevano Roma. Nella storia si intrecciano le vicende di due città, la città di Dio a cui appartengono le persone buone che vivono nella fratellanza e nella quale lui vede la chiesa, e la città del demonio nella quale vede le persone che vivono secondo la carne e la violenza e vede Roma, alla fine trionferà la città di Dio.

LA SUA PEDAGOGIA

Critica la scuola romana che si preoccupava di istruire e non di formare. E' interessante notare che per lui il gioco del bambino è importante come gli affari per gli adulti, quindi il gioco ha un grande valore educativo. Inoltre secondo lui la natura umana non è buona. Il bambino non è innocente ma è avido e prepotente. Nel "De Magistero" sua opera pedagogica, parla di due maestri, quello interiore che è il vero maestro e che è quella illuminazione  che ci viene da Dio, e poi il maestro umano che deve solo favorire il riconoscimento di quella verità che noi già possediamo.