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Karl Marx
La vita
Marx, Karl (Treviri 1818 - Londra 1883), filosofo, economista e politico
tedesco, fondatore con Friedrich Engels del socialismo scientifico. Nato da una
famiglia di religione ebraica sposò nel 1843 Jenny Von Westphalen, la fedele
compagna di una vita, che lo asseconda in ogni sua decisione. La vita di Marx
si svolge in una serie di ristrettezze economiche incredibili a causa delle sue
continue spese sostenute per pubblicare le sue tesi, i suoi libri e gli
articoli inerenti l'azione politica. Marx studiò nelle università di Bonn,
Berlino e Jena. Nel 1842 divenne dapprima collaboratore e poi direttore della
'Rheinische Zeitung' (Gazzetta renana) di Colonia. I suoi articoli,
incentrati sulla critica delle condizioni sociopolitiche dell'epoca, gli
crearono problemi con le autorità: il giornale fu, infatti, soppresso nel 1843.
Marx si recò quindi a Parigi, dove instaurò contatti con i movimenti
socialisti, completò la sua formazione teoretica in filosofia e si dedicò ai
primi studi di economia politica. Nel 1844 incontrò Engels; entrambi si
accorsero di essere pervenuti per strade differenti alla medesima concezione
della necessità storica di una rivoluzione e collaborarono (fino alla morte di
Marx) alla sistematizzazione dei principi teoretici del comunismo, oltre che
all'organizzazione di un movimento operaio internazionale fondato su tali
principi.
Critica a Feuerbach
La critica che Marx muove contro la filosofia di Feuerbach è espressa nelle 12
tesi su Feuerbach. Marx afferma che Feuerbach ha ragione a criticare
l'idealismo poiché secondo la sua opinione tutto si risolve nel mondo reale e
non in quello metafisico; Marx afferma anche, a differenza di Feuerbach, che
l'essenza dell'uomo si manifesta nella classe sociale, nei rapporti sociali di
produzione (contesto sociale); Marx afferma ancora che la religione non è
l'alienazione dell'essenza dell'uomo in un essere metafisico ipostatizzato, ma
si tratta di un sistema di produzione sbagliato che si è alienato; ultima tesi
di Marx su Feuerbach afferma che 'i filosofi hanno soltanto
diversamente interpretato il mondo ma si tratta di trasformarlo',
infatti Marx pensa che con Hegel la filosofia sia finita, allora bisogna uscire
dalla filosofia e trasformare il mondo (lo stesso Marx si definisce un
post-filosofo, un teorico della rivoluzione che studia la scienza della
società: l'economia politica). 'Non è la coscienza che determina
l'essere sociale, ma è l'essere sociale che determina la coscienza'
(Marx).
Il manifesto del Partito Comunista
Espulso dalla Francia nel 1845, Marx si stabilì a Bruxelles dove organizzò una
rete internazionale di gruppi rivoluzionari definiti 'comitati di
corrispondenza comunista'. Nel 1847 la Lega dei comunisti chiese a
Marx e a Engels di formulare un manifesto di principi del comunismo; nacque
così il Manifesto del Partito comunista. Nella sezione centrale del Manifesto
Marx presenta la teoria del materialismo storico, formulata in seguito in Per
la critica dell'economia politica (1859) che individua nel sistema economico
dominante di ogni epoca (rapporti sociali di produzione che rappresentano la
struttura a differenza di tutti gli altri rapporti che si vengono a creare
nella società che prendono il nome di sovrastruttura che è dipendente dalla
struttura) ciò che determina (è il vero motore) la forma di organizzazione
sociale e la configurazione storica e politica dell'epoca stessa (materialismo
storico); Marx a questo punto mette in discussione i vecchi rapporti sociali
ponendo un conflitto tra lo sviluppo delle forze produttive e i rapporti
sociali di produzione (è un fatto oggettivo, reale). Inoltre il Manifesto
evidenzia la nozione di lotta di classe come processo dialettico che plasma il
corso della storia (il proletariato è l'opposto dialettico del capitale). Da
queste premesse teoriche Marx concluse che, nell'epoca dominata dalla forma di
produzione capitalista, la classe dei capitalisti sarebbe stata eliminata da
una rivoluzione organizzata dal proletariato, che avrebbe distrutto interamente
la società esistente per costituire una società senza classi. Il programma
prevede dunque la conquista del potere politico da parte del proletariato,
seguita da una fase di accentramento del potere statale nelle mani della classe
rivoluzionaria (il proletariato) come necessario punto di passaggio per
giungere all'abolizione della distinzione
in classi (dittatura del proletariato). Poiché tuttavia il potere politico è il
potere organizzato di una classe per l'oppressione di un'altra, con la vittoria
del proletariato e con il superamento della divisione in classi il potere
pubblico perderà il carattere politico. Con la violenza si aiuta a venir fuori
una forma di società che stava già prendendo piede: una società comunista.
'Proletari di tutto il mondo unitevi, avete da perdere solo le vostre
catene' Marx
Esilio politico
Dopo la pubblicazione del Manifesto scoppiarono le rivoluzioni in Francia e in
Germania e il governo belga, temendo che l'ondata rivoluzionaria potesse
giungere anche in Belgio, bandì Marx, che tornò a Parigi e poi nuovamente a
Colonia, dove fondò e diresse il periodico comunista 'Neue Rheinische
Zeitung' (Nuova gazzetta renana) e si dedicò all'attivismo politico. Nel
1849 fu arrestato e processato con l'accusa di incitamento all'insurrezione
armata; fu assolto, ma costretto a lasciare il paese e a chiudere il giornale.
In seguito, nel medesimo anno venne nuovamente espulso dalla Francia; si
trasferì quindi a Londra, dove rimase fino alla morte.
Il Capitale
In Inghilterra scrisse Il Capitale (vol. 1, 1867; voll. 2 e 3, a cura di F.
Engels e pubblicati postumi nel 1885 e 1894; trad. it. 1946-47), un'analisi
sistematica e storica dei meccanismi di produzione e di distribuzione della
ricchezza, in particolare entro il sistema capitalistico, effettuata con
l'intento di enuclearne le contraddizioni e di individuare il significato dei
processi economici. In questa opera Marx presenta la teoria dello sfruttamento
della classe operaia da parte dei capitalisti: questi ultimi pagherebbero agli
operai solo una parte del valore prodotto nel ciclo di produzione delle merci,
realizzando un plusvalore e oggettivando in merce il lavoro dell'operaio.
Partendo dal presupposto che nella società esistono due tipi di valore, ovvero
il valore d'uso (soddisfazione di un bisogno materiale e uso dell'oggetto che
soddisfa quel bisogno) e il valore di scambio (valore che ha la merce in quanto
oggetto di scambio), si arriva a capire come nella società la merce è qualcosa
destinata a essere scambiata e ha quindi soprattutto un valore di scambio. In
un sistema capitalistico per creare un capitale bisogna fare un'accumulazione
originaria del capitale, successivamente investire il capitale facendolo
diventare capitale fisso (terreno, fabbrica, materie prime, macchinari)
unendolo ad un capitale sociale fisso (ponti, strade). A questo punto il
capitalista introduce un capitale variabile che ha la caratteristica di
valorizzarsi col tempo grazie allo sfruttamento di una forza-lavoro (gli
operai). Il profitto viene dal lavoro poiché gli operai che vengono pagati X
hanno valorizzato la merce rendendola 2X (3X, 4X, 5X). Il conflitto si ha
dunque per determinare il valore della forza lavoro. Da qui deriva la teoria
del valore-lavoro che ci dice a quale prezzo si deve acquistare la merce, da
che cosa è determinato il valore della merce: il valore della merce è stabilito
'dal lavoro necessario per produrre quella merce'. Arrivati
alla fine del processo per valorizzare il capitale vediamo che il plusvalore
altro non è che il guadagno netto che il capitalista ha ottenuto dalla vendita
della merce prodotta, merce che ha acquistato una vita propria, è diventata più
importante degli uomini che la producono (feticismo delle merci).
La guerra civile in Francia
Nell'opera La guerra civile in Francia (1871) Marx analizzò l'esperienza del
governo rivoluzionario istituito a Parigi durante la guerra franco-prussiana,
noto come la Comune di Parigi, interpretando la Comune come una conferma
storica della necessità per i lavoratori di impadronirsi del potere politico
con un'insurrezione armata e distruggere poi lo stato capitalistico; Marx
dunque pensa alla Comune di Parigi come ad un esempio di stato socialista
autogovernato ponendo la sua attenzione sull'aspetto libertario della Comune,
ovvero far finire il governo dell'uomo sull'uomo. Queste idee sono presentate
anche nella Critica del programma di Gotha (1875); in Inghilterra Marx
collaborò anche con quotidiani sia europei sia americani, come il 'New
York Tribune', con articoli sugli eventi politici e sociali.
Ultimi anni
Dopo la scioglimento della Lega comunista nel 1852, Marx mantenne i contatti
con centinaia di rivoluzionari con i quali fondò a Londra nel 1864 la Prima
internazionale, di cui tenne il discorso inaugurale, redasse lo statuto e
diresse il consiglio generale; in seguito, dopo la soppressione della Comune,
anche l'Internazionale andò in declino. Altre opere importanti di Marx sono i
Manoscritti economico-filosofici (1844; pubblicati postumi nel 1932); La sacra
famiglia, il primo lavoro compiuto in collaborazione con Engels (1842);
L'ideologia tedesca (1845-46); Miseria della filosofia (1847).
Concezione della storia
Marx ha una concezione della storia estremamente lineare, ma per Marx noi viviamo
ancora nel periodo preistorico, ovvero il periodo del Socialismo (dove già sono
stati statalizzati i mezzi di produzione e l'economia è stata pianificata),
poiché la vera storia si avrà con l'avvento del periodo Comunista (dove vigerà
la regola 'da ciascuno secondo le sue capacità, a ciascuno secondo i
suoi bisogni'). Con questo passaggio dal socialismo al comunismo
nascerà anche un uomo nuovo.
Fortuna delle teorie di Marx
La fortuna delle dottrine di Marx si accrebbe dopo la sua morte con l'affermarsi
del movimento operaio. Le sue teorie, conosciute in seguito con il nome di
marxismo o socialismo scientifico, costituirono una delle principali correnti
del pensiero contemporaneo. La sua analisi dell'economia capitalista e la sua
teoria del materialismo storico, della lotta di classe e del plusvalore sono
alle fondamenta del socialismo moderno. Rilevanti rispetto all'azione
rivoluzionaria sono le teorie dello stato capitalista e della dittatura del
proletariato, riprese in seguito da Lenin. Queste idee costituirono il cuore
del bolscevismo e della Terza internazionale.
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