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ISTRUZIONE, CULTURA E OPINIONE PUBBLICA
IL RUOLO DELLA SCUOLA
Consideriamo in primo luogo i temi dell'istruzione e della scuola: è per noi naturale pensare che questi due elementi siano strettamente collegati, sino quasi a identificarsi, almeno per un certo tratto della vita degli individui. Occorre però osservare che questa identificazione è relativamente recente: nacque all'età moderna, si diffuse con l'illuminismo ma si affermò definitivamente solo nella seconda metà dell'Ottocento, quando tutti gli stati nazionali decisero di mettere in campo grandi risorse per finanziare un'istituzione apposita, la scuola, con il compito di fornire ai cittadini una istruzione necessaria ai diversi livelli.
LA DIFFUSIONE DELL'ISTRUZIONE PUBBLICA
La situazione incominciò a mutare in relazione a tre fattori principali: la progressiva affermazione dell'autorità e della presenza dello stato in sfere sempre più ampie della vita quotidiana; la crescente complessità dell'economia, che richiedeva una forza lavoro sempre più preparata; il diffondersi dell'idea, sancita dalla Rivoluzione Francese, che l'istruzione sia un diritto primario dei cittadini.
In primo luogo, il potere pubblico rivolse la sua attenzione alle scuole superiori e all'università. Già i monarchi riformatori settecenteschi e Napoleone avevano dedicato molte energie alla organizzazione di scuole superiori statali. L'obiettivo era, da un lato, quello di sottrarre alle chiese il monopolio dell'istruzione: da questo punto di vista, la diffusione dell'istruzione pubblica va pari passo con l'affermazione della laicità dello stato, cioè con l'affermazione dell'indipendenza del potere politico da quello religioso.
ISTRUZIONE SUPERIORE: UN'ESIGENZA DEL PROCESSO DI INDUSTRIALIZZAZIONE
Questa via fu seguita nel corso dell'Ottocento da tutti i paesi, ma in particolare da quelli che, con grande lungimiranza, videro sin dall'inizio nell'istruzione tecnica una risorsa fondamentale per sostenere il processo di industrializzazione; capofila in questo senso fu la Germania, che proprio al suo avanzato sistema scolastico dovette gran parte dell'impetuosa crescita industriale. L'attenzione verso questo settore si andò allargando man mano che l'industrializzazione procedeva: se infatti, all'inizio, la lavorazione di fabbrica non richiedeva alcuna competenza tecnica o culturale, con il tempo divenne manifesta la necessità che anche operai qualificati e capireparto sapessero leggere e scrivere e possedessero competenze tecniche e anche scientifiche fondamentali. Per questa ragione l'istruzione superiore finanziata dallo stato crebbe moltissimo nel corso dell'Ottocento.
ISTRUZIONE POPOLARE E LOTTA ALL'ANALFABETISMO
Solo in un secondo tempo gli stati avviarono un'analoga politica nel campo dell'istruzione popolare, di massa. Le resistenze, infatti, erano notevoli, sia nella classe dirigente, dove predominò a lungo il timore che un popolo istruito sarebbe stato meno facilmente controllabile di uno alfabeta, sia nelle stesse famiglie proletarie, che vedevano nell'istruzione elementare obbligatoria la minaccia di perdere la risorsa, modesta ma fondamentale nel bilancio familiare, del lavoro dei fanciulli.
Si verificò una drastica riduzione dell'analfabetismo fra il 1850 e 1900, con grandi differenze, però, tra i diversi paesi. Un ulteriore segno del ritardo accumulato dall'Europa meridionale e orientale rispetto a quella centro settentrionale.
Rivendicata dai socialisti e sostenuta da tutti gli intellettuali progressisti, l'istruzione pubblica obbligatoria fu uno dei cardini del processo di integrazione delle grandi masse nella nazione e nello stato. Un processo fortemente incentivato dal potere pubblico, che si preoccupò di diffondere nel corpo sociale conoscenze storiche e linguistiche, valori, idee, modelli di comportamento medi, comuni a gran parte della popolazione nazionale.
SVILUPPO DELL'EDITORIA E DELLA STAMPA QUOTIDIANA
Lo sviluppo industriale e la progressiva riduzione dell'analfabetismo portarono con sé una grande crescita dell'editoria: giornali, riviste e libri, prima riservati a un pubblico ristrettissimo di lettori, divennero beni di consumo sempre più diffusi. Romanzi d'appendice, almanacchi, manuali di istruzione, romanzi gialli, storici, d'avventura, d'amore: questi erano i generi divorati dal pubblico di fine Ottocento.
Particolare importanza ebbe la circolazione crescente dei quotidiani: il giornale, la cui storia era timidamente incominciata in epoca illuministica, nel corso dell'Ottocento si trasformò da foglio per intellettuali a organo di informazione potenzialmente accessibile a tutti.
MEZZI DI COMUNICAZIONE E CONSENSO
Questo boom giornalistico fu favorito dalla diffusione, almeno nei regimi politici moderni, della libertà di stampa; dall'urbanizzazione, che richiedeva nuove forme di circolazione dell'informazione; dall'evoluzione delle tecniche di stampa: l'invenzione delle rotative e della linotype permise di aumentare le tirature e di diminuire i prezzi. Inoltre, il telegrafo e il telefono rendevano molto più rapida la diffusione delle notizie alle redazioni dei giornali, compito al quale provvedevano le grandi agenzie di stampa, come la statunitense Associated Press, nata nel 1848.
Ma la diffusione dei giornali rispondeva anche a un bisogno fondamentale della nascente società di massa: quello dell'informazione e dell'orientamento di una sempre più vasta opinione pubblica. Il suffragio universale, la nascita dei moderni partiti, l'estensione della partecipazione politica rendevano l'informazione e la propaganda un terreno decisivo di acquisizione del consenso: i giornali divennero così strumenti di lotta politica.
Nasceva così un problema destinato a diventare centrale nel nostro secolo con la diffusione di nuovi potenti mass media, come la radio e la televisione: il problema del rapporto fra mezzi di comunicazione e politica, e quindi fra obiettività dell'informazione e manipolazione dell'opinione pubblica per ottenerne il consenso.
IMMAGINI E CULTURA DI MASSA
Gli anni di cui stiamo parlando videro anche altre novità in campo culturale: la fotografia, che era nata negli anni '30 del secolo ma che conobbe in questa fase una grande diffusione, grazie anche alle nuove tecniche di riproduzione fotografica sui quotidiani; il fonografo, diffuso a partire dagli anni '80, che permetteva la riproduzione della musica; e soprattutto il cinematografo, come i suoi inventori, i fratelli Lumière, battezzarono la macchinetta che permetteva di proiettare immagini in movimento. Nato nel 1895 come fenomeno da baraccone, in poco più di dieci anni il cinema divenne una vera e propria industria culturale.
INDUSTRIA CULTURALE E TEMPO LIBERO
Il cinema è un esempio di quella industria culturale di massa che incominciò a diffondersi in questo periodo. Se è vero infatti che, per tutto l'Ottocento, i consumi culturali erano ancora appannaggio in prevalenza delle classi alte e medie, è anche vero che essi incominciavano a diffondersi anche presso le classi popolari: ne sono un esempio le biblioteche circolanti, che permettevano ai lavoratori di leggere libri senza acquistarli, i romanzi d'appendice e i periodici illustrati, come la " Domenica del Corriere " nata a Milano nel 1899.
Era un segnale che l'industria culturale trovava un mercato sempre più ampio e legato alla dimensione del tempo libero. Questo concetto, a noi familiare, è un prodotto della società industriale urbana. Nella società contadina vi era un unico tempo di non lavoro: la festività domenicale, dedicata al riposo e ai riti religiosi; nella società industriale, invece, ogni giornata ha il suo spazio di tempo libero e, con l'introduzione delle ferie pagate, anche l'anno avrà il suo.
Teatri, libri, cinematografi, sale da ballo, sale di ritrovo, gite in bicicletta divennero strumenti e luoghi per occupare il tempo libero. A questi dobbiamo aggiungere la diffusione delle attività e degli spettacoli sportivi: campionati di calcio, di rugby, gare di tennis, gare di bicicletta; le prime Olimpiadi dell'età moderna si tengono ad Atene nel 1896. Gia da quell'anno gli sportivi italiani possono scorrere i celebri fogli rosa della "Gazzetta dello Sport".
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