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Induismo
Religione tradizionale dell'India, praticata da oltre 700 milioni di fedeli. Il termine italiano 'induismo', connesso con il nome dell'India, in questo senso l'italiano definisce 'indù' i seguaci della religione più antica dell'India, presentati invece dalla tradizione locale come 'coloro che credono nei Veda' o come 'coloro che seguono la legge (dharma), accettano la divisione della società in caste (varna) e vivono le quattro fasi (ashrama) della vita umana'.
Il sistema delle caste Tale atteggiamento fornisce la giustificazione filosofica per la dottrina più nota e controversa dell'induismo, ovvero la rigida divisione della società in classi, varna, note in Occidente con il termine, di origine portoghese, caste, alle quali si appartiene per nascita senza alcuna possibilità di sfuggire alle severe norme di una concezione gerarchica. Un ruolo di assoluta preminenza è attribuito infatti ai membri delle tre caste superiori, quelle dei sacerdoti (brahmani), dei guerrieri (ksatriya) e dei lavoratori qualificati (vaisya), che riservano una condizione di totale sottomissione a chi appartiene alle caste inferiori, da quelle considerate servili (sudra) fino a quelle, disprezzate come impure, degli 'intoccabili', i 'paria' della tradizione occidentale. Questi ultimi, in India, sono definiti candala, termine riferito propriamente a chi si trovi nella condizione di 'fuori casta' perché nato dall'unione illecita fra una donna di casta brahmanica e un uomo di casta servile.
Questa ricca letteratura, per la quale è difficile fissare date di composizione (i due poemi epici risalirebbero a un periodo compreso fra il 300 a.C. e il 300 d.C.), contiene inoltre numerose narrazioni relative alla cosmologia, motivo ispiratore fondamentale della filosofia dell'induismo, fondata su una concezione che intende l'universo come un grande uovo cosmico con cieli, mondi infernali, oceani e continenti disposti concentricamente intorno all'India; questo universo sconfinato è destinato a un'esistenza eterna ma ciclica, segnata da una degenerazione costante e inesorabile, da una sorta di Età dell'Oro della durata di 1.728.000 anni, detta Krta Yuga, fino all'epoca più triste e precaria, il Kali Yuga, di 432.000 anni, al culmine della quale il cosmo viene interamente divorato dalle fiamme e dai flutti in un rito di purificazione generale capace di rigenerare l'Età dell'Oro e dare avvio a un nuovo ciclo. Allo stesso modo l'esistenza umana è coinvolta nel ciclo inarrestabile delle rinascite, reso possibile dalla trasmigrazione delle anime, che alla morte dell'individuo si reincarnano nel corpo di un altro essere vivente, in un processo eterno conosciuto come samsara.
Gli dei e il culto In questa prospettiva i fedeli rivolgono la loro devozione preferibilmente a una delle divinità principali del pantheon indiano, a Shiva, a Vishnu o alla dea madre, la Devi, considerando ciascuna di esse come manifestazione dell'assoluto universale, personificato anche nella divinità creatrice, Brahma, il regolatore della legge del karma.
Shiva Shiva assume a livello cosmologico il ruolo di distruttore e, nello stesso tempo, rigeneratore del mondo, colui che dispensa la morte, ma anche la vita; nei templi a lui dedicati, la sua forza creatrice viene rappresentata sotto forma di fallo, linga, il principio maschile che, unendosi al principio femminile, yoni, determina la creazione primordiale concepita come annullamento di ogni dualismo nelle forme dell'assoluto universale.
Brhama Personificazione del supremo Brahman, è il creatore dell'universo e membro, insieme con Shiva e Vishnu, della Trimurti indù, triade divina di formazione postvedica. Nella Manu Smriti o Leggi di Manu si afferma che Brahma, già autonomamente esistente, crea il mondo dall'uovo cosmico e la sua esistenza si protrae per un tempo così lungo da non essere paragonabile alle grandezze concepibili dall'uomo. Le tradizionali rappresentazioni indù di Brahma lo raffigurano nato da un loto che spunta dall'ombelico di Vishnu e dotato originariamente di cinque teste, una delle quali viene tagliata da Shiva.
Vishnu Al dio Vishnu viene invece attribuito il ruolo di conservatore del mondo, che egli esercita manifestandosi in determinati momenti della storia del cosmo attraverso un'incarnazione, avatara, per riportare l'ordine fra gli uomini, minacciati da una condizione di instabilità Vishnu tornerà a manifestarsi agli uomini come figura escatologica che riporterà nel cosmo l'epoca della felicità e del trionfo del dharma.
Veda I testi sacri più antichi dell'induismo, che compongono un corpus di quattro raccolte (samhita) di inni, frammenti di poesia e formule cerimoniali. Le raccolte sono denominate Rig-Veda, Sama-Veda, Yajur-Veda e Atharva-Veda.
Origini e trasmissione
I quattro Veda (dal sanscrito, 'conoscenza') vennero stilati in vedico, una forma di sanscrito preclassico. Si ritiene comunemente che le sezioni più antiche siano state scritte dagli invasori ariani dell'India tra il 1300 e il 1000 a.C.; nella loro forma attuale essi dovrebbero risalire alla fine del III secolo a.C. Prima della loro trascrizione, gli asceti o veggenti (rishi) li tramandavano oralmente modificandoli e rielaborandoli. È riconoscibile nei testi una quantità di materiale proveniente dal sostrato culturale ariano o dalla cultura dravidica indiana.
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