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Il vantaggio della clonazione umana
Un po' di anni fa, parlando con qualcuno della clonazione, si incorreva
nel fastidio che l'altro di solito non aveva la minima idea di che cosa si
trattasse. Ultimamente, parlando con qualcuno della clonazione, s'incorre nel
fastidio che di solito l'altro, pur continuando a non sapere cosa sia, sostiene
tuttavia con vivace sdegno che è una faccenda che non gli piace affatto.
Il Grande Occhio della cosiddetta opinione pubblica è costretto dai mass media,
negli ultimi tempi, a volgere il proprio sguardo verso l'improvvisa esistenza,
nell'immaginario dei giornalisti, della clonazione, una materia che
nell'immaginario di scienziati e appassionati di letteratura di science fiction
è perfettamente nota da parecchi decenni. I giornali hanno infatti da poco scoperto
l'ennesima gallina dalle uova d'oro: le ciance sui pericoli della clonazione.
Si tratta dell'ennesima variante dell'infantile 'complesso di
Frankenstein': atroce punizione spetterà allo scienziato che oserà troppo
con i propri esperimenti! Un mito spazzato via nel campo dell'estrapolazione
fantascientifica già negli anni 40-50 con la 'Golden Age' di Asimov,
Heinlein e compagnia bella, ma tuttora florido e imperante fra i saccenti più
ignoranti della nostra società.
La clonazione umana è in realtà un gran bello
sballo, e ora cercheremo di elencare alcuni fra i moltissimi vantaggi che essa
comporterà.
Mediante la clonazione, come è noto, si è in grado di decidere quale codice
genetico fornire ad una persona che si vuole concepire. Per il momento non si
può ancora, purtroppo, inventarsi un nuovo codice genetico a proprio
piacimento, ma bisogna accontentarsi di 'fotocopiare' quello di
qualcun altro. Per gli interventi creativi ci vorrà così ancora qualche tempo
(qualche decennio, oppure qualche secolo per i risultati più eclatanti). Per il
momento l'intervento creativo umano nell'opera di concepimento di un nuovo
individuo dovrà limitarsi al gesto di scegliere il modello da
'fotocopiare'. La qual cosa non è molto, pur essendo sempre meglio
che niente.
Come è infatti andata avanti la faccenda delle riproduzione sulla terra, negli
ultimi milioni (o miliardi) d'anni? Ci pensa la natura, ci ha sempre pensato la
natura, argomenta qualcuno. E' un buon argomento, rifletto io, a patto di
capire cosa in effetti sia mai la natura. Mi guardo intorno, per vedere se vedo
la natura, e noto delle cose, alcune delle quali certamente parte della natura.
Ma quali? E quali cose non fanno parte della natura? Tutto fa parte della
natura salmodia allora il qualcuno che argomentava prima. Tutto?, mi chiedo io.
Qui c'è qualcosa che non quadra. Che senso ha definire qualcosa di
indistinguibile da tutto il resto? Dire che tutto fa parte della natura
equivale a eliminare qualsiasi distinzione fra la parola Tutto, la parola
Natura, la parola Dio e la parola Universo (altre etichette che vanno per la
maggiore per la definizione dell'insieme delle cose). Comunque sia, una cosa è
certa: anch'io faccio parte della natura, e quindi qualsiasi cosa io faccia è
naturale per definizione. E allora, se l'essere umano si mette a fare le cose
che in precedenza solo 'la natura' faceva, ciò altro non vuol dire
che la natura, mediante l'Uomo, amplia il proprio repertorio di attività e
competenze. Se l'essere umano interviene sulle modalità della propria riproduzione
con la clonazione (o con qualsiasi altro mezzo - contraccezione inclusa), altro
non fa che arricchire la gamma delle cause e dei criteri che regolano il
fenomeno della riproduzione, e quindi dell'evoluzione. In parola povere la
Natura, di cui siamo parte, è arricchita da ogni nostra nuova invenzione,
clonazione inclusa. Qualsiasi 'cosa' che aumenta la varietà delle
'cose' che ci sono, arricchisce la natura, che è l'equilibrio fra
tutte queste 'cose'. Tutto ciò non si può dire in parole più povere di
queste.
Le vie della clonazione saranno infinite. E la
prima di esse sarà l'autoclonazione. Si potrà avere figli identici a se stessi,
in pratica un gemello di sé posticipato. E' probabile che molte persone
vorranno autoclonarsi, appena ciò sarà possibile. E' probabile che il vincolo
di affezione che legherebbe un individuo ad un proprio figlio che è la copia
gemellare di se stesso sarebbe maggiore di quello verso un figlio prodotto nel
vecchio modo sessuale. Si autocloneranno soprattutto gli individui poco inclini
alla vita di coppia, persone che vogliono avere un figlio o una figlia, senza
doversi per questo sorbire una moglie o un marito. I single, insomma, una
categoria in costante aumento che con la clonazione umana crescerà ancora.
Avere un figlio che sia un proprio clone presenta evidentissimi vantaggi: dato
che in genere ben si conosce se stessi, avendo perfettamente presenti le
proprie inclinazioni ed esigenze, sarà per il genitore molto più facile
comprendere anche quelle del figlio clone. E' vero che non tutte le
caratteristiche di una persona sono determinate geneticamente, e che l'ambiente
influisce non poco nello sviluppo di una personalità, ma a somme linee alcuni
tratti fondamentali delle persone sono di chiara matrice genetica. Un figlio clone
comporterà quindi per il genitore clonato una minor quantità di sorprese, e
dato che la maggior parte delle persone in questi campi preferisce di gran
lunga la quiete della prevedibilità rispetto ai turbamenti
dell'indeterminazione, l'autoclonazione sarà la via intrapresa da tutti quelli
che non vorranno rischiare. I rapporti fra figlio clone e genitore clonato
saranno contraddistinti da una maggiore comunicabilità e comprensione
reciproca. Anche una polizza assicurativa sulla vita di un figlio clonato costerà
spesso di meno, dato che le compagnie assicurative avranno una garanzia sulla
qualità genetica del bambino fornita dall'anamnesi del genitore.
Se i single potranno felicemente clonare se
stessi, questa procedura è meno consigliabile per le coppie. Se infatti si
produce un figlio che è la copia esatta del padre, la madre potrebbe nel tempo
sentirsi isolata ed esclusa dal forte vincolo fra padre e figlio. Soprattutto
quando insorgessero problemi di coppia fra lui e lei, un figlio clonato dal
padre potrebbe appesantire notevolmente la situazione. La donna potrebbe allora
trasferire la disaffezione (ed eventuale odio) che nutre verso l'uomo sul
bambino ad esso uguale, soprattutto quando il ragazzo iniziasse ad essere un
po' cresciutello, ovvero prendesse ad assomigliare un po' troppo all'uomo che
ella si rammarica di avere sposato. Anche da parte dell'uomo potrebbero
insorgere problemi: in caso di separazione, per l'uomo sarebbe più difficile
accettare che il figlio identico a sé possa venire affidato alla madre.
Possiamo anche immaginare situazioni nelle quali un uomo con una prevaricante
personalità e sufficienti risorse finanziarie imponga alla moglie una nutrita
schiera di figli tutti clonati da sé. La donna dovrebbe quindi allevare tre,
quattro, cinque, dieci copie identiche del marito. Alla lunga, potrebbe
facilmente sentirsi circondata.
Pure nel caso in cui in una coppia si generassero figli che fossero cloni di
lei, alcuni problemi potrebbero emergere con fastidiosa frequenza. Crescendo,
infatti, la figlia assumerebbe nel tempo le esatte sembianze avute dalla madre
da giovane, all'epoca in cui il padre si innamorò di lei. Ciò porterebbe con
frequenza a comprensibili turbamenti nell'uomo, soprattutto nei soggetti di
basso intelletto, ed eventuali gelosie della donna, sempre e soprattutto nei
soggetti di basso intelletto. Aumenterebbero così probabilmente anche i casi di
stupro intra-familiare, sempre naturalmente fra i soggetti di basso intelletto.
L'autoclonazione sarà quindi il sistema di riproduzione preferenziale dei
single.
Le coppie, invece, ricorreranno in genere alla clonazione di terzi.
E allora sorge inevitabile la domanda: chi
saranno i modelli da clonare?
Elementare Watson, risponderebbe immediatamente Sherlock Holmes. I modelli da
clonare saranno semplicemente quelli che la gente vorrà clonare. Ci saranno
agenzie che avranno cataloghi di individui che offrono il proprio DNA a
disposizione di chiunque lo voglia utilizzare a fini riproduttivi.
Naturalmente, almeno all'inizio, si imporranno soprattutto gli individui più
belli. E' innegabile che la percentuale 'esteticamente bellissima'
della popolazione è in ogni luogo minima rispetto all'insieme; i
'bellissimi' sono pochi, e già oggi essi riescono perfettamente a
vivere nell'agio in conseguenza del solo fatto di essere belli. Uomini e donne
particolarmente belli ricevono infatti tutto il denaro che serve loro per
vivere (e anche molto di più) semplicemente perché coloro che sono meno belli
di loro se li vogliono guardare su qualche fotografia. Fotomodelli e
fotomodelle traggono dunque sostentamento dal solo fatto di essere belli. In
futuro, essi trarranno sostentamento anche dalla vendita del proprio codice
genetico a tutti coloro che vorranno avere figli come loro. Le Agenzie
Genetiche, in cooperazione con le Banche del DNA, offriranno in catalogo i
migliori cromosomi del mondo per avere figli garantitamente sani e bellissimi.
Gli esemplari migliori costeranno ovviamente di più, ma ci saranno comunque
sempre prodotti validissimi per tutte le tasche.
E' probabile che dopo le solite diffidenze iniziali, che l'umanità ha sempre
palesato di fronte ai propri progressi, la clonazione diventi fra qualche
decennio un sistema di riproduzione molto popolare. Perché infatti una coppia
di persone mediamente brutte dovrebbe mettersi a produrre, usando i propri
cromosomi, un bambino di eguale o maggiore bruttezza, il quale dovrà
fronteggiare nella propria vita tutti i disagi che i brutti tradizionalmente
patiscono, quando ad un prezzo ragionevole si possono acquistare da un'agenzia
affidabile i cromosomi buoni che garantiranno alla prole un approccio
all'esistenza meno disagevole?
Nei primi tempi, solo i ricchi potranno
permettersi di figliare cloni di belle persone. Avere il figlio clone sarà così
inizialmente uno status symbol, così come lo fu in passato l'automobile, il
televisore e il telefonino. Nel tempo, però, l'offerta si allargherà. Un
operaio piccolo, brutto e peloso con moglie analoga potrà fare una bellissima
figlia di origine scandinava, altissima e biondissima, stipulando un piccolo
mutuo decennale per l'acquisto del DNA necessario. Con il trascorrere del
tempo, la clonazione perderà ogni carattere di elitarismo, i prezzi scenderanno
ed essa sarà alla portata di tutti.
I belli del mondo vivranno nell'agio, godendosi le royalties sul proprio DNA.
Un privilegio condiviso anche da chiunque goda di fama, in un campo o
nell'altro. Vogliamo che nostro figlio sia un clone di Jack Nicholson? Non c'è
problema. Jack Nicholson, se gradirà che il proprio DNA si diffonda nel mondo,
incasserà una royalty per ogni figlio concepito a sua immagine e somiglianza. E
perché egli o chiunque non dovrebbe gradire? Qualsiasi etologo ci illustra
convincentemente come la gran parte delle attività di qualsiasi individuo
vivente (esseri umani inclusi) è tesa, in un modo o nell'altro,
all'affermazione dei propri codici genetici su quelli degli altri. Si compete
per riprodursi, e per riprodursi nel modo migliore possibile, per garantire le
condizioni (genetiche ed ambientali) più favorevoli alla propria prole.
Chiunque in futuro, per una ragione o per l'altra, sarà richiesto in quanto
fonte di cromosomi, avrà tutte, ma proprio tutte le ragioni per non sottrarsi a
questo ruolo.
La quantità di figli tratti dal proprio codice
genetico potrebbe diventare un futuro motivo di competizione fra i nuovi
ricchi. La rivista americana 'Forbes', oltre a fare l'elenco annuale
degli uomini più ricchi del mondo, potrebbe decidere di redarre anche l'elenco
dei più clonati. Qualcuno un giorno riuscirà anche a riesumare avanzi non
sufficientemente decomposti di Marylin Monroe, e anche lei allora potrà venire
clonata, proprio come in Giurassic Park. Naturalmente, non verrà clonata per
venire rinchiusa in una gabbia. Ogni famiglia che vorrà avere una o più figlie
che siano un'esatta copia di Marylin, non dovrà far altro che comprare da un
Agenzia Genetica o da una Banca del DNA le cellule necessarie, e al resto ci
penserà Mamma Natura.
Ogni personaggio di sufficiente notorietà pubblica avrà quindi un proprio
agente genetico (un po' come l'agente letterario per gli scrittori), che
tratterà con le banche del DNA e con gli altri soggetti interessati sui diritti
all'uso del codice genetico del personaggio in questione, e al resto ci penserà
Mamma Natura.
Ogni personaggio di sufficiente notorietà pubblica avrà infatti una certa
quantità di fans ben lieti di poter fare a pagamento un figlio che sia la copia
esatta del loro beniamino.
Ovviamente, questo mirabile progresso non sarà
del tutto privo di inconvenienti, come non lo è alcun genere di progresso. Ci
si può ragionevolmente attendere che parallelo al mercato ufficiale del DNA si
svilupperà un analogo mercato nero. Salteranno fuori i pirati del DNA, che si
impadroniscono del codice genetico delle più celebrate star, e lo
commercializzeranno sottobanco senza rispettare i diritti d'autore. Un po' come
i pirati del software. Ogni tanto, qualcuno che per risparmiare si rivolgesse
al mercato nero potrebbe incorrere in qualche bel 'pacco'. Un
fanatico di Valeria Marini si compra una di lei copia illegale di DNA, e dopo
nove mesi di gestazione sua moglie partorisce un bel cinesino
Ma anche dal mercato legale potrebbero scaturire delusioni brucianti: un
fanatico di Michael Jackson stipula un mutuo per poter concedersi un figlio che
sia esattamente identico al celebre cantante, e quando poi si ritrova con un
normale ragazzino nero per casa realizza che per farlo diventare come Michael
Jackson occorrono ancora milioni e milioni di dollari in complicatissime
operazioni chirurgiche
Sostanzialmente, però, mediante la clonazione umana l'umanità diventerà
rapidamente più bella. Nessuna persona malaticcia, magari portatrice di tare e
malattie ereditarie, preferirebbe mettere al mondo un disgraziato suo pari,
quando l'alternativa è quella di figliare invece una perfetta replica del
personaggio pubblico più convincente, o di un fotomodello o fotomodella di
superlativa presenza e prestanza. Nello spazio di poche generazioni, durante le
quali una gran massa di individui si riproduce per clonazione dagli esemplari
più sani e più belli dell'umanità, la qualità genetica del genere umano può
realizzare un balzo in avanti che per vie naturali impiegherebbe milioni di
anni.
Tanto più che la selezione naturale, che ha
funzionato per miliardi di anni per tutte le specie viventi, da pochi decenni
non è più in vigore fra gli esseri umani delle società più industrializzate.
Piaccia o non piaccia, l'alto livello di mortalità infantile che ha
accompagnato tutta la storia dell'umanità (e che permane nel terzo mondo) ha
costituito un formidabile strumento di selezione dei caratteri genetici umani
più forti e più stabili. Oggi non è più così. La morte moderna non è più quella
di una volta. Raramente le malattie ci uccidono da piccoli, ovvero prima che ci
si possa riprodurre. Oggi, chiunque nasca, se non è scemo (in realtà ci
riescono benissimo anche gli scemi) prima o poi si accoppia e si riproduce. Il
che va benissimo per lui (ci mancherebbe!), ma dal punto di vista dei progressi
evolutivi della specie non è una faccenda conveniente. Siamo anzi al paradosso
che i soggetti che più hanno successo nelle cose che fanno (quindi nella vita),
meno si riproducono, perché magari non hanno il tempo di farlo. Dove c'è
cultura e intelligenza, di solito i figli scarseggiano. Almeno da noi, fare
molti figli conviene ben poco. Un tempo chi era malaticcio si vergognava di
esserlo perché ne ricavava svantaggi. Oggi lo stato Italiano paga la pensione
di invalidità a sette milioni di persone. Ho detto sette milioni. Un italiano
su otto, bambini e poppanti compresi. Essere malaticcio oggi conviene. Se il
malanno poi è ereditario, poco male. C'è qualcosa di strano e inquietante in
tutto ciò.
Per fortuna, con la clonazione umana questo problema si risolverà. La selezione
naturale riprenderà a funzionare, ma in un modo nuovissimo e straordinariamente
veloce. Nessuno che sia brutto è particolarmente felice di essere brutto, e
tutti - potendo - ambiscono ad avere figli più belli di sé. La clonazione umana
permetterà a chiunque lo vorrà di avere i figli dell'esatta qualità desiderata.
Nello spazio di alcune generazioni, a partire dal ventunesimo secolo, vedremo
l'evoluzione genetica del genere umano accelerare con la stessa progressione di
crescita che in questo secolo abbiamo osservato per ciò che riguarda la qualità
dei manufatti dell'uomo, ovvero la tecnologia.
Questi discorsi potrebbero forse suonare come vagamente nazisti, se a decidere
chi debba clonare chi dovesse essere un governo o comunque un'autorità
centrale, e magari lo facesse per allevare una particolare razza a scapito
delle altre. Ma dato che ognuno sceglierà in piena libertà di avere un figlio
clone di qualcuno a sua volta consenziente, l'unica conclusione certa che se ne
può trarre è che saranno le libertà e le facoltà e le opzioni di scelta degli
individui a crescere e a guadagnarci.
Superato il momento iniziale di diffidenza,
l'umanità si getterà sulla clonazione con la stessa passione con la quale oggi
si butta sulle medicine, sulla chirurgia plastica e su tutte quelle innovazioni
umane in grado di rendere più complessa, varia, piacevole e lievemente perversa
la nostra vita (ammesso che possa esistere qualcosa che si possa definire
'perverso').
Naturalmente, il modo di pensare cambierà tantissimo, così come è incredibilmente
mutato in questo stesso ventesimo secolo.
Se inizialmente avere figli clonati da personaggi famosi o da bellezze
statuarie sarà motivo di elevazione sociale, uno status symbol da ostentare e
invidiare, nel tempo non sarà più così.
Dopo un po', infatti, il mondo sarà pieno di cloni, i quali avranno opinioni
diverse. In sé, il fatto di essere un clone non dovrebbe disturbare nessuno di
quelli che lo è, così come anche oggi i gemelli omozigoti non sono per nulla
scontenti di essere tali. Coloro che verranno al mondo per essere stati clonati
da un proprio genitore, goderanno del non indifferente privilegio di avere un
chiaro modello al quale riferirsi durante la propria crescita, un elemento
stabilizzante e confortante nella maggior parte dei casi. Essendo il genitore
un loro gemello 'in avanscoperta nel tempo', i mutui vincoli di
comunicazione possono essere molto più intensi e utili. Chi invece sarà il
clone di un personaggio famoso, goderà del conforto della sicurezza di covare
in sé un importante talento. E anche il clone di un soggetto di statuaria
bellezza sarà sostanzialmente ben lieto di essere molto più bello e sano dei
propri genitori. Qualcuno potrà anche sviluppare dei problemi di identità, ma
tutto sommato questo è un fenomeno che già oggi esiste, e che aumenta
costantemente di per sé.
Tuttavia è probabile che molti cloni, una volta
adulti, sentiranno l'esigenza di riprodursi per via sessuale. Soprattutto i
cloni delle agenzie genetiche. Innanzitutto perché non sentiranno il bisogno di
migliorare il DNA delle proprie discendenze, essendo essi stessi portatori
delle più eccellenti credenziali genetiche. In secondo luogo per fare
esattamente il contrario di quanto hanno fatto i loro genitori, un
atteggiamento che ogni nuova generazione palesa rispetto alla generazione
precedente.
Dopo una prima ondata, nella quale la clonazione diventerà di moda e le masse
ambiranno o a farsi clonare o a comprare il diritto di clonare chi gli piace di
più, un opportuno riflusso riequilibrerà le procedure riproduttive. Fra uno o
due secoli, clonazione e riproduzione sessuale conviveranno armoniosamente. La
prima contribuirà ad un veloce e costante miglioramento del genoma umano
complessivo, la seconda garantirà il necessario rimescolamento dei cromosomi
che la clonazione non effettua.
Chi pensasse che la clonazione di massa porterà
ad un omogeneizzazione dei caratteri genetici delle popolazioni, è pesantemente
in errore. Al contrario, essa favorirà non poco il rimescolamento delle razze.
Molti italiani vorranno figlie clonate da fotomodelle scandinave, molte donne
scandinave vorranno figli clonati dai più splendidi esemplari italiani, e così
via. L'ostacolo che oggi c'è al rimescolamento delle razze è più che altro
costituito dalle differenze culturali che separano chi vive in località molto
diverse. Con la clonazione umana di massa le differenze culturali rimarranno
esattamente le stesse ma le razze si mescoleranno e ci saranno molte più
società multirazziali di oggi.
Dato che con la clonazione umana la bellezza non sarà più il privilegio di
pochi, essa perderà molto del valore che oggi le viene riconosciuto. Se
inizialmente tutti vorranno clonare le varie Claudia Schiffer del momento, dopo
qualche tempo altre categorie dell'esistenza umana, come l'intelligenza (roba
oggi guardata con diffidenza e sospetto), potranno venire rivalutate. Quando
tutti saranno belli a poco prezzo, diventerà così di moda clonare i più
intelligenti fra i belli. Le Agenzie Genetiche faranno a gara per vendere il
proprio DNA in catalogo richiamando l'attenzione sull'alto contenuto di
genialità potenziale dello stesso.
Se, come abbiamo visto, nei primi tempi della clonazione di massa basterà
essere bellissimi per poter vivere negli agi fruttati dalla rendita sui diritti
all'uso del proprio corredo genetico, quando dopo alcuni secoli tutti saranno
belli questo criterio infatti non basterà più. I personaggi famosi
continueranno a suscitare la pubblica richiesta di clonazione. Ma gli altri
dovranno darsi parecchio da fare per apparire di essere qualcuno che valga la
pena di clonare.
In tutta questa vera e propria rivoluzione
genetica con la quale la specie umana accelererà il cammino dell'evoluzione sul
nostro pianeta, risalteranno naturalmente alcune roccaforti di conservazione
genetica. Alcune sette religiose, come i Testimoni di Geova, pervicacemente si
rifiuteranno di farsi clonare o di figliare prole clonata o di accoppiarsi con
individui clonati o addirittura discendenti di persone clonate. Altre categorie
sociali potrebbero rigettare per vezzo di classe la clonazione: i rampolli
delle grandi famiglie con tradizioni secolari, come i Kennedy, i Rockfeller,
gli Agnelli, molto improbabilmente ripudierebbero i cromosomi di famiglia.
Costoro potrebbero continuare a riprodursi per via sessuale accoppiandosi
esclusivamente fra loro (come in buona parte ha comunque da sempre fatto questa
gente, fin dai tempi dell'aristocrazia palese). I creatori di imperi dal nulla,
come Bill Gates o Berlusconi, invece, potrebbero optare per l'autoclonazione
sempiterna: avviare una discendenza che di padre in figlio, nei secoli e nei
secoli, protragga immutato lo stesso identico codice genetico. Io sono il clone
di mio padre che fu il clone di mio nonno e del bisnonno, e mio figlio sarà un
mio clone così come clone di mio figlio saranno i suoi figli e i suoi nipoti e
i nipoti dei nipoti
Fra un paio di secoli, segno distintivo di una nuova classe di aristocratici
potrebbe così essere la quantità di antenati che condivisero il proprio
identico codice genetico - proveniente in origine dal patriarca fondatore della
casata. La conservazione e perpetuazione, mediante clonazione ad oltranza, del
codice genetico di un capostipite potrebbe diventare un fenomeno diffuso anche
di molte sette religiose. In tale accanimento clonatorio taluni vedranno
infatti la migliore delle dimostrazioni circa la fondatezza delle credenze
sulla reincarnazione.
Potrà inoltre evolversi la moda del collezionismo intergenerazionale di
personaggi famosi. E cioè: una famiglia, associazione, stato o azienda che si
prenda cura, per un arco di tempo di centinaia di anni, di clonare ad oltranza,
per ragioni simboliche, una persona di particolare importanza. Il collezionismo
intergenerazionale conferirebbe prestigio e distinzione a chiunque avesse i
mezzi per attuarlo. La clonazione ad oltranza nei secoli potrebbe anche
diventare un importante riconoscimento conferito da una nazione. Anziché
Cavalieri del Lavoro, i meritori potrebbero venire insigniti del titolo di
Clonabili Eternamente. A spese dello Stato verrebbero quindi clonate nei secoli
e nei secoli copie di tale figure straordinariamente meritorie, di modo che la
memoria delle stesse sia nel tempo rafforzata dalla incessante presenza di un
clone precisamente identico al modello originale. Se questa abitudine fosse già
vigente, avremmo ad esempio la certezza che anche i figli e i nipoti dei nostri
figli si goderebbero la presenza di Andreotti e di Mike Bongiorno. Se i
progressi della tecnica di clonazione fossero stati conseguiti un po' prima, al
Maurizio Costanzo Show avremmo come ospiti abituali i cloni di Garibaldi,
Mussolini, Gramsci e Rodolfo Valentino.
Facezie a parte, la clonazione umana riempirà di
propri gadgets anche il Magazzino degli Orrori Umani, quel luogo bestiale
nell'immaginario di ciascuno di noi ove si archivia con raccapriccio tutto ciò
che disarmonicamente si accorda con il nostro spirito. Il Magazzino degli
Orrori Umani è sempre esistito e sempre esisterà, e ciò che contiene varia
nella forma a seconda delle mode e delle contingenze, pur rimanendo
fondamentalmente sempre identico nella sostanza. Anche la clonazione umana
apporterà il suo piccolo e modesto contributo, e non potrebbe essere
altrimenti.
La clonazione umana offrirà infatti grandi opportunità anche alle grandi
organizzazioni criminali. Possiamo facilmente immaginare che i più desiderabili
personaggi femminili nell'immaginario maschile mondiale - del livello di
Marylin Monroe a Cindy Crawford e Naomi Campbell, tanto per intenderci -
verranno immediatamente clonati in serie con l'obiettivo di produrre merce
sessuale della massima qualità, da noleggiare sul mercato della carne in
affitto per gingillamenti fornicatori - in parole povere la scena della
prostituzione organizzata. Possiamo ragionevolmente attenderci che dopo una quindicina
d'anni dall'inizio della clonazione umana di massa, i marciapiedi delle nostre
strade urbane italiane si riempiranno di un esercito di 'lucciole'
albanesi a perfetta immagine delle più celebrate star femminili di quindici
anni prima. Albanesi, poiché evidentemente tali allevamenti di cloni da
prostituzione non saranno facili da imbastire nel nostro paese, e le
organizzazioni criminali, come già oggi fanno, impianteranno i loro centri di
produzione dove meno rischieranno di venire disturbate. I criminali potranno in
effetti clonare chiunque vorranno, anche le persone che non mettessero sul
mercato i propri codici genetici. Per potere clonare un individuo, sarà infatti
sufficiente entrare in contatto con esso, e mediante qualche espediente
impadronirsi di qualche sua cellula. Non è difficile. Chiunque, a propria
insaputa, semplicemente muovendosi lascia costantemente in giro un sacco di
proprie cellule. Succede soffiandosi il naso. Strisciando con la pelle su una
superficie ruvida o abrasiva. Starnutendo o tossendo con foga. Sputando. Ogni
volta che in futuro farai una di queste cose rischierai che qualcuno ti cloni.
La clonazione umana avrà importanti risvolti anche in medicina. Possiamo immaginare che inizialmente i ricchi, e successivamente anche gli altri, gradiranno eventualmente che sia prodotto e mantenuto un loro clone dedicato unicamente all'eventualità di propri trapianti. Servisse mai un po' di sangue, un occhio, una mano, un fegato o un rene da trapiantare, il donatore ideale sarebbe infatti un clone di se stessi - dato che ciò annullerebbe ogni probabilità di rigetto. Naturalmente sarebbe ben poco morale destinare una persona viva e vegeta - ancorché clone - all'infame ruolo di mera coltura di organi da trapianto. Dato che non sarebbe molto morale, inizialmente se ne occuperanno - come già oggi fanno - le organizzazioni criminali, o medico-criminali, o medico-senza-scrupoli (di fatto queste cose già si fanno oggi in abbondanza; migliaia di occidentali si sono ad esempio già comprati un rene indiano 'venduto' da 'donatori' che neppure sanno cosa sia un rene e a che cosa serva). Dopo qualche decennio di tale pratica, tuttavia, il proibizionismo sulle clonazioni da trapianti fallirebbe (come tutti i proibizionismi, d'altronde), e la materia verrebbe regolamentata. Restando immorale trattare da coltura di organi un clone vivo e vegeto, non sarà più illecito fare la stessa cosa se il soggetto non sarà più propriamente vivo, pur essendo esso perfettamente vegeto. La legge allora stabilirà che i cloni da trapianto andranno allevati fin dalla loro nascita e per tutta la vita in costante stato di anestesia generale, di modo che mai, neppure per un istante possano emergere dal loro limbo di esistenza sospesa, sviluppando la loro umanità potenziale. In pratica vivrebbero e si svilupperebbero fisicamente mentre la loro mente rimarrebbe per sempre ibernata nello stato fetale. Giuridicamente, a costoro potrebbe venire assegnato lo status di organismo fetale extrauterino, una qualifica che li equiparerebbe ai feti che le leggi sull'aborto già oggi permettono di sopprimere in caso di necessità. Dopo qualche decennio di accesi dibattiti etici sulla faccenda, le evidenti ragioni di convenienza generale condurrebbero ad una istituzionalizzazione di questa procedura, ed ognuno in grado di pagarselo avrebbe il proprio personalissimo clone da trapianti galleggiante nel brodo di coltura pseudo-uterino della bara-incubatrice stivata in cantina, in soffitta, in garage o in un armadio capiente, pronto per ogni emergenza.
Dalle utili ma stomachevoli discipline mediche,
balziamo alle inutili ma gradevolissime discipline artistiche e sportive.
E' soprattutto nel campo dell'arte che la clonazione umana offrirà i propri
risvolti più nobili, ed in quello dello sport che permetterà i risvolti più
spettacolari.
Quale perdita per l'umanità è oggi la morte dei rari grandissimi artisti che di
quando in quando calcano le scene del mondo! Quale meraviglia sarebbe se si
fosse potuto clonare Mozart, Beethoven, Leonardo da Vinci
E' vero che non è solo il corredo genetico a determinare la qualità e il
destino di un artista, e che quindi non si potrebbe avere la certezza che un
clone di Mozart evolverebbe la genialità del modello originale. Questo è però
vero con un clone di Mozart. Se però noi producessimo mille cloni di Mozart, e
fin da piccoli li mettessimo tutti nelle condizioni di esercitare il più
possibile la propria musica, una parte di essi assurgerebbe con tutta
probabilità ai livelli del Mozart originale, e qualcuno probabilmente andrebbe
anche oltre. Anche e soprattutto considerando che Mozart è morto poco dopo i
trent'anni mentre l'aspettativa di vita dei suoi cloni sarebbe decisamente
maggiore. Analoga cosa sarebbe da farsi con un Leonardo da Vinci o con chiunque
altro abbia in vita rivelato un talento straordinario. In più, non dobbiamo
pensare a una sola generazione di cloni di Mozart o di Leonardo, bensì ad una
loro clonazione ad oltranza illimitata nel tempo. Generazione dopo generazione,
i vari Mozart o Leonardi avranno come propri alunni e discepoli nientedimeno
che i cloni di loro stessi, i quali avranno a loro volta come allievi dei
propri cloni, e così via, così costituendo una discendenza interamente tesa nei
secoli al pieno sviluppo di tutte le potenzialità creative del DNA dei Mozart e
Leonardi originali. Una vita è poco per sviluppare appieno se stessi -
soprattutto per chi più di altri reca in sé potenzialità da sviluppare. La
clonazione dei migliori talenti artistici sarà fonte di elevazione e progresso
per l'intera umanità. Inoltre, secondo i ragionamenti in precedenza fatti,
ognuno avrà un giorno facoltà di figliare un clone del proprio artista
preferito, e potrà dunque cimentarsi nell'educazione artistica dello stesso,
nel tentativo di fare di esso il genio che i suoi cromosomi gli permettono di
diventare. Sono addirittura ipotizzabili dei concorsi a premi ai quali potranno
partecipare tutti coloro che generano come proprio figlio un clone di uno
stesso grande artista. Manteniamo l'esempio di Mozart. Tutte le persone che
nell'anno 2150 hanno avuto come figlio un clone di Mozart, vent'anni dopo hanno
facoltà di misurare il loro successo educativo in una competizione musicale
alla quale possono prendere parte tutti i Mozart ventenni. Il miglior musicista
fra tutti i Mozart partecipanti decreterà il successo educativo del proprio
genitore.
I risultati più eclatanti della clonazione umana, però, sarebbero soprattutto visibili nel campo dello sport. I migliori atleti di tutte le discipline verrebbero naturalmente clonati innumerevoli volte. Da talenti calcistici come Pelé o Maradona verrebbero certamente tratti eserciti di cloni che quindici anni dopo già zampetterebbero sui migliori campi da gioco di tutto il mondo in tutte le squadre. Potrebbero configurarsi partite di calcio nelle quali giochino otto cloni di Maradona (tre in una squadra e cinque nell'altra) due o tre calciatori anonimi qualsiasi e dieci cloni di Pelé (cinque in una squadra, quattro nell'altra, e uno a fare l'arbitro). Un atleta velocista come Ben Johnson verrebbe immediatamente clonato a iosa, e tutti i nuovi esemplari allenati a correre fin da neonati. Anche Alberto Tomba verrebbe clonato un po', e ai suoi piccoli cloni, confinati fin da subito e per sempre sulle piste da sci, verrebbe insegnata come prima cosa ad andare giù dritto per le piste da sci, per fare in maniera che da adulti non se la facciano sotto se devono fare una discesa libera.
Tanto molteplici sono le mirabili possibilità
che l'avvento della clonazione umana dischiuderà, che possiamo saltare di palo
in frasca da una all'altra di esse, così come in ordine sparso ci vengono in
mente.
In futuro, dopo svariate generazioni di intensive clonazioni umane, il modo di
pensare comune dell'umanità sarà stravolto in misura oggi del tutto
imprefigurabile rispetto alle nostre norme contemporanee.
Concedendoci una speculazione azzardata, non è illecito supporre che la
clonazione umana conduca un giorno anche al superamento del tabù dell'incesto.
Come è noto agli studiosi, il tabù dell'incesto trae le sue ottime ragioni di
esistere dall'inopportunità evolutiva che individui geneticamente troppo simili
(ovvero gli stretti congiunti) si accoppino fra di loro, poiché la maggior
mescolanza possibile dei cromosomi è lo strumento migliore che la natura ha
escogitato per ordire le sue misteriose trame evolutive. La
'punizione' che la Natura dispensa per l'incesto che ad Essa poco
serve, sono le note malformazioni e degenerazioni genetiche che frequentemente
possono incorrere fra coloro che si accoppiano essendo troppo strettamente
congiunti. Un ristretto gruppetto familiare che per varie generazioni si
ostinasse a riprodursi solo mediante rapporti incestuosi, incorrerebbe prima o
poi fatalmente in sconvenienti degenerazioni genetiche. Per certi aspetti la
natura evidentemente aborrisce la mancanza di varietà.
Con la clonazione umana di massa questo problema perderebbe di rilevanza.
Qualsiasi padre o madre che si accoppiasse con una propria figlia o figlio
clonato da qualcuno che non sia loro congiunto, non violerebbe i dettami
fondamentali della natura che spingono verso la varietà della biodiversità. In
certe parti del mondo dove il femminismo non ha mai attecchito potrebbe dunque
diventare costume consolidato che un uomo si doti di una figlia clonata dalla
fotomodella o attrice dei suoi sogni, al duplice scopo di avere prima una bella
bambina alla quale fare normalmente da padre, e successivamente una ottima
concubina con la quale dei figli per via sessuale. Nei paesi dove invece il
femminismo spadroneggiasse, potrebbe facilmente accadere l'inverso. Tutto ciò
può suonare strano e improbabile alle nostre orecchie, ma le categorie mentali
che sanciscono cosa sia normale e cosa sia perverso cambiano molto in fretta
nelle società umane. E' sufficiente dare qualche occhiata alla storia per
rendersene conto. In futuro, ognuno potrebbe davvero scegliere di avere come
primo figlio o figlia il clone della persona preferita, con il quale o la quale
successivamente figliare nel modo sessuale. Dal punto di vista del rimescolamento
genetico - ovvero l'interesse primario che la natura ha nel fatto che noi ci si
riproduca - si tratterebbe probabilmente di una soluzione ottimale. E quando la
natura è contenta, di solito la psiche si adatta.
Tutte le estrapolazioni effettuate sinora sulle prospettive della clonazione umana ventura sono probabilmente errate per difetto. Nella storia del pensiero umano, nulla di ciò che sia stato immaginato e previsto non è stato successivamente superato dalla realtà. Il pensiero anticipa alcuni aspetti futuri della realtà, ma la realtà è più fantasiosa del più fantasioso di noi, poiché noi siamo parte di essa ma non viceversa. Quindi, le meraviglie che la clonazione umana renderà possibile sono oggi ben al di là della nostra immaginazione - anche se nulla ci vieta di sbizzarrirci un po' ' in merito. Abbiamo infatti ad esempio parlato solo di clonazione di individui in toto. Abbiamo trascurato di riflettere in quale misura l'evoluzione dell'ingegneria genetica interverrà in tutto ciò. Probabilmente, in futuro si potrà fare ben di più che clonare chiunque. Ci si potrà sbizzarrire a modificare e a incrociare a piacimento diversi codici genetici. Sovra- e sottospecie umane potranno venire create. Quella biodiversità che l'umanità da una parte annichilisce - estinguendo anno dopo anno centinaia e centinaia di specie animali - dall'altra un domani ricreerà, con le proprie mani, con le proprie tecniche, con la propria fantasia. Che poi sono quelle della Natura. Alla fine, inevitabilmente, sarà infatti la Natura a vincere, anche perché è difficile distinguere qualcosa o qualcuno che sia estraneo alla Natura. E la Natura - qualsiasi cosa essa sia - è l'unico artefice della biodiversità, e della diversità in genere. Dalla pura radiazione che era l'Universo dei primordi essa si è costantemente diversificata fino a produrre noi umani (e qualche E.T. altrove, of course). E da domani noi, per conto della Natura di cui siamo fiore all'occhiello, accelereremo sulla strada delle biodiversità confezionandola con le nostre stesse mani, con l'ingegneria genetica. E con l'artigianato genetico. E con l'arte genetica. Ma questo è un altro viaggio mentale. E lo faremo un'altra volta.
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