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GOVERNO
DEFINIZIONE DI GOVERNO Montesquier è il primo a definire il governo secondo lo schema di divisione dei poteri in esecutivo, legislativo, e giudiziario. Prima di questa tripartizione il potere era monistico cioè stava tutto nelle mani di un sovrano il quale regnava e governava, nominava il personale al quale affidare compiti politici e amministrativi e lo licenziava, egli dettava leggi e emetteva sentenze, promulgava amnistie e concedeva grazie. In seguito il conflitto tra nobili e il monarca portò a una suddivisione dei poteri (quello che affermerà Montesquier) secondo la quale il potere legislativo era relativo alla funzione di produrre leggi sui diritti e la sicurezza degli individui e che era compito del Parlamento; il potere esecutivo era destinato alla attuazione e alla tutela di alcuni interessi generali della collettività; il potere giudiziario che deve risolvere le controversie tra privati e garantire il rispetto della legge punendo chi la viola.
Governo può essere usato in senso generale per indicare l'insieme dei tre poteri; il termine viene anche usato in senso più ristretto per indicare l'esecutivo; nei paesi di lingua inglese government assume il significato più ampio, mentre l'esecutivo è chiamato cabinet in Inghilterra e executive negli Stati Uniti.
COME SI CARATTERIZZA UNA FORMA DI GOVERNO PRESIDENZIALE:
La forma di governo presidenziale è caratterizzata dal fatto che legislativo e esecutivo sono più nettamente distinti. Il popolo (l'elettorato) elegge tanto il parlamento quanto direttamente il presidente cioè il capo dell'esecutivo che ha una sua fonte di legittimazione specifica e autonoma da quella del parlamento, che in questi casi vien denominato Congresso. Il Congresso è eletto dai cittadini, con un sistema elettorale maggioritario in circoscrizioni uninominali negli USA, con diversi sistemi proporzionali o misti nelle repubbliche presidenziali latino - americane. Il presidente della repubblica non ha il potere di sciogliere il Congresso, e a sua volta il Congresso non può sfiduciare e sostituire il presidente della repubblica, ma può solo metterlo in stato di accusa per attentato alla Costituzione.
Nelle forme presidenziali di governo il presidente, il Congresso e la Corte suprema sono istituzioni separate che condividono il potere. Se il presidente introduce disegni di legge che il Congresso non gradisce, il Congresso può cambiarli, respingerli in attesa di testi che apprezzi e approvi. Se il Congresso approva disegni di legge che il presidente non gradisce, il presidente può fare ricorso al suo potere di veto, parziale o totale. Il Congresso può superare il veto con la maggioranza qualificata dei due terzi.
COSA SI INTENDE PER GOVERNO DIVISO:
Il problema maggiore del presidenzialismo, soprattutto statunitense, è costituito dalla presenza in carica di un presidente il cui partito non ha la maggioranza nei due rami del Congresso. In questo caso, il presidenzialismo dà luogo a quello che viene definito governo diviso.
Poiché a nessun presidente eletto piace essere sottoposto a controlli e contrappesi e neanche fare i conti con una maggioranza congressuale avversa., il governo di viso viene accettato perché è una delle conseguenze possibili del presidenzialismo.
Nel governo diviso, il presidente, per risolvere le difficoltà decisionali, può farlo in due modi:
in maniera clientelare: se il presidente, dotato dell'abilità e della pazienza necessarie, tenterà di scambiare le risorse di cui dispone con i voti di rappresentanti non del tutto ostili;
in maniera retorica: se il presidente dotato dell'eloquio e del volto televisivo cercherà di convincere l'elettorato a fare pressioni sui suoi rappresentanti perché sostengano il presidente che hanno eletto direttamente.
Governo diviso e preferenze elettorali:
Il governo diviso può:
non funzionare;
funzionare a bassi livelli di rendimento;
funzionare con disfunzioni;
La sua persistenza viene giustificata secondo due ragionamenti::
il governo diviso corrisponde nella pratica alla visione istituzionale dei padri fondatori. Le istituzioni separate che condividono il potere sono state disegnate per evitare la concentrazione di potere in una sola istituzione. Se il governo non fosse diviso e condiviso, ma unitario, violerebbe le aspettative dei padri fondatori;
per quanto riguarda le preferenze degli elettori, il governo non è diviso solo a livello federale ma da qualche tempo è diviso anche a livello dei singoli stati.
Il governo diviso e responsabilità politica: L'obiezione più incisiva contro il governo diviso riguarda il procedimento democratico - elettorale. Se il governo è diviso, allora presidente e Congresso entrano in competizione/collaborazione tra loro e l'elettore chiamato a esprimere il suo voto non è in grado di attribuire responsabilità specifiche. L'elettore non saprà premiare e punire a ragion veduta e il governo diviso si conserverà (in mancanza di sanzioni politico - elettorali efficaci). Il governo diviso impedisce l'identificabilità dei responsabili del buon governo o del malgoverno. La possibilità di governo diviso rende il presidenzialismo una forma di governo spesso debole che può funzionare solo con un sistema partitico debole e che può spingere il presidente a esorbitare dal proprio ruolo.
COME SI CARATTERIZZA IL GOVERNO PARLAMENTARE:
Le forme di governo parlamentare è caratterizzato dal fatto che è il popolo ad eleggere il parlamento, il quale poi esprime a maggioranza la sua fiducia a un capo dell'esecutivo e al suo governo . Il governo resta in carica finché dura la fiducia. L'Italia, la Gran Bretagna sono esempi di governo parlamentari.
Per quanto riguarda la stabilità e la efficacia decisionale del governo , si può affermare che la durata del governo corrisponde alla stabilità in carica del primo ministro.
I governo formati da un solo partito, sia in sistema bipartitici che in sistemi multipartitici moderati, hanno meno problemi di durata dei governi multipartitici in sistemi partitici frammentati.
Nei sistemi multipartitici l'instabilità può colpire la formazione e la natura stessa delle coalizioni di governo, e le loro politiche. Infatti si ha instabilità governativa ogni volta che venga posta in essere la procedura di dissoluzione di un governo e di formazione di un altro governo . In alcune forme parlamentari di governo questo cambiamento sarà ratificato con un voto di fiducia come in Italia.
L'unico meccanismo istituzionale contro l'instabilità dei governi che abbia qualche validità è il voto di sfiducia costruttivo, che è stato utilizzato in Germania e poi in Spagna.
Secondo tale meccanismo, è necessario che la sfiducia nei confronti del presidente del governo (in Spagna e del cancelliere in Germania) debba essere votata da una maggioranza assoluta e seguita entro pochi giorni da un altro voto ugualmente a maggioranza assoluta con il quale si conferirà quella carica a un'altra personalità, pena lo scioglimento del parlamento o una fase transitoria di poteri quasi eccezionali per il capo del governo sfiduciato, ha operato come deterrente nei confronti dei partiti che volevano produrre crisi di governo per ottenere vantaggi politici e di cariche.
COME SI CARATTERIZZA UNA FORMA DI GOVERNO SEMIPRESIDENZIALE:
Il semipresidenzialismo è una forma di governo a sé stante costruita per ottenere pregi del presidenzialismo e per evitare alcuni dei difetti del parlamentarismo.
Nelle forme di governo semi-presidenziali si ha un esecutivo duale. Da una parte sta il presidente nominato attraverso l'elezione popolare diretta; dall'altra parte il primo ministro che deve stabilire e mantenere un rapporto fiduciario con il parlamento e quindi con una maggioranza parlamentare formata da uno o più partiti.
Il presidente della repubblica (eletto direttamente dai cittadini) non può essere rovesciato o sostituito dal parlamento, eccetto la messa di stato di accusa. Il presidente non è titolare esclusivo del potere esecutivo, pur essendo compartecipe, in certe circostanze dell'esercizio di quel potere con il primo ministro. Il ministro è nominato dal presidente della repubblica, ma non deve essere sfiduciato dal parlamento. IL primo ministro ha una doppia responsabilità: nei confronti del presidente della repubblica e nei confronti del parlamento. Eli può chiedere al presidente lo scioglimento del parlamento e a certe condizioni, ottenerlo. Il presidente della repubblica può rifiutare lo scioglimento del parlamento e nominare un altro primo ministro, a condizione che non venga sfiduciato dal parlamento, oppure accettare di sciogliere il parlamento.
COABITAZIONE:
Nel semipresidenzialismo le elezioni disgiunte di presidente e parlamento possono essere causa di esiti differenziati, con il presidente eletto da una maggioranza di colore diverso dalla maggioranza prevalente in parlamento. Questa situazione (simile al governo diviso nei presidenzialismi) viene chiamata coabitazione.
Nei semipresidenzialismi, sono presenti due elementi di temperamento delle tensioni e dei conflitti possibili in caso di coabitazione:
un elemento personale: è costituito dalle ambizioni dei due leader che si confrontano. Il residente, che vorrà essere rieletto, non forzerà la coabitazione a suo favore per non apparire poco rispettoso della volontà di un elettorato che ha dato la maggioranza parlamentare a partiti diversi da quelli che avevano sostenuto la sua elezione. Anche il primo ministro non forzerà la situazione, per non creare problemi al suo partito, e volendosi candidare alla presidenza.
un elemento politico: è costituito da elementi di flessibilità non presenti nel governo diviso presidenziale. Questi elementi consentono al primo ministro e al suo governo di funzionare, con il sostegno del parlamento , nel caso che le maggioranze (presidenziale e parlamentare) non coincidano. Il primo ministro prende il sopravvento sul presidente grazie alla sua maggioranza parlamentare.
Esempi di coabitazione possono essere la Francia dopo vi è stata la coesistenza di un presidente eletto da una maggioranza e di un primo ministro eletto da una maggioranza parlamentare opposta a quella presidenziale per quattro anni.
In Portogallo per nove anni c'è statistiche la coabitazione tra un presidente socialista e un primo ministro con maggioranza socialdemocratica.
COME SI FORMANO LE COALIZIONI DI GOVERNO SECONDO LE TEORIE DI COALIZIONE:
per capire come si formano le coalizioni di governo bisogna considerare che:
esistono fra i partiti rappresentati in parlamento discriminanti ideologiche o programmatiche che rendono molto difficile la formazione di alcune particolari coalizioni di governo;
esistono contiguità politiche che facilitano la formazione di coalizioni di governo;
vi sono memorie storiche, rapporti consolidati, esperienze precedenti che agevolano o complicano la formazione di coalizioni di governo.
esistono strategie partitiche che in una direzione o in un'altra, seguendo le quali un partito può essere più interessato all'attuazione di determinate politiche che alla conquista di determinate cariche;
per alcuni partiti può essere preferibile rimanere fuori dalla coalizione di governo, per un certo periodo di tempo, al fine di ottenere le politiche pubbliche preferite e di contrastare politiche pubbliche sgradite, e per non assumerne la responsabilità di fronte all'elettorato.
Combinando insieme queste considerazioni generali sono possibili generalizzazioni fondate e convincenti.
Coalizioni minime vincenti: nelle democrazie multipartitiche competitive la maggioranza delle coalizioni di governo è del tipo minima vincente cioè fondate sul conseguimento della maggioranza assoluta di seggi in parlamento, così che i componenti della coalizione ottengano il massimo delle ricompense che derivano dalla loro partecipazione al governo.
La maggioranza minima vincente è considerata come quella aggregazione di partiti o gruppi parlamentari che consenta di superare la maggioranza assoluta di seggi in parlamento.
Esempio: un partito A si alleerà di preferenza con il partito B che è il più piccolo tra quelli disponibili a formare la coalizione minima vincente, e acconsentirà a una distribuzione di cariche e risorse più contenuta di quella richiesta dal partito C che un numero maggiore di seggi.
Coalizioni sovradimensionate: è una coalizione dotata di un numero di seggi relativamente superiore alla maggioranza assoluta in parlamento ma superiore a quella conseguibile con la coalizione minima vincente fra i partiti A e B.
Si ha coalizioni sovradimensionate, se le politiche del partito C sono più compatibili con quelle del partito A rispetto alle politiche del partito B. Il partito A potrebbe preferire non procedere alla formazione di una coalizione minima vincente con B e entrare in coalizione con C, rinunciando a qualche carica e qualche risorsa pur di attuare le politiche preferite.
Il processo di formazione delle coalizioni di governo si ripete con frequenza nelle democrazie che durano nel tempo; infatti è un processo iterativo, e quindi le motivazioni dei diversi attori partitici incorporano le aspettative della durata e della iteratività.
Coalizioni sottodimensionate o governi di minoranza: sono quelle coalizioni prive di una maggioranza assoluta di seggi in parlamento.
Questi governi di minoranza possono governare, e attribuirsi tutte le cariche e le risorse di cui dispone un governo, anche se non possono fare affidamento su una maggioranza parlamentare perché essi sono governi che sono destinati a durare per poco in attesa che si ricreino le condizioni di collaborazione necessarie a dare vita a una coalizione stabile, ampia, e operativa. Essi vengono utilizzati nelle situazioni di necessità.
In realtà i governo di minoranza non sono più instabili né delle coalizioni minime vincenti né delle coalizioni sovradimensionate e neanche meno operativi.
I governi di minoranza non hanno avuto una produzione di politiche pubbliche non inferiore a quella degli altri tipi di governo perché:
i governo di minoranza hanno durata almeno comparabile sia con quella delle coalizioni minime vincenti sia con quella delle coalizioni i sovradimensionate, poiché , quando sono governo formati da un solo partito, riescono ad evitare conflitti derivanti dalla necessità di conciliare interessi diversificati che si manifesta all'interno di qualsiasi coalizione composita.
i governi di minoranza siano più operativi perché la loro posizione minoritaria li obbliga ad attuare elementi significativi e programmatici poichè la loro durata deriva anche dalla loro efficacia.
i governo di minoranza mettono sotto pressione i possibili alleati futuri che da un lato, non possono sfidarne l'esistenza finché non siano disponibili a entrare nella successiva coalizione di governo; e dall'altro, devono precisare le loro richi9este per quanto riguarda le cariche, le risorse e politiche dove decidano di assumersi le corrispondenti responsabilità governative.
GOVERNO DI PARTITO:
Nel governo i partiti hanno un ruolo importante. Il partito che ottiene la maggioranza dei seggi acquisisce il potere di indirizzare tutta la sua politica legislativa e esecutiva. In questo caso si parla di governo di partito.
Eccetto gli Stati Uniti, in tutti i regimi democratici competitivi e in quelli monopartitici non competitivi, i governi sono governi di partito.
Sia ha governo di partito quando: (secondo katz)
le decisioni sono prese da personale di partito eletto o da soggetti sotto il suo controllo;
le politiche pubbliche sono decise all'interno dei partiti che poi agiscono in maniera coesa per attuarle;
i detentori delle cariche sono reclutati e mantenuti responsabili attraverso il partito;
Se tutte queste condizioni operano congiuntamente si può parlare di alta partiticità di governo. Per avere questa partiticità si deve considerare altre tre condizioni specifiche secondo le quali:
l'organizzazione partitica deve agire mostrando comportamento di squadra;
l'organizzazione partitica agisce nel tentativo di acquisire il controllo su tutto il potere politico;
essa agisce fondando le sue pretese di legittimità sul successo elettorale;
katz considera poi anche quale sia l'ambito di estensione del governo di partito e parla di partiticità della società con riferimento alla presenza dei partiti nell'ambito sociale e economico, alla possibilità e alla pratica della loro penetrazione in settori non propriamente politici.
Per quanto riguarda le differenze fra i governo di partito, ci si riferisce alla possibilità che il governo sia formato da un solo partito ovvero da una coalizione partitica più o meno ampia. Inoltre le differenze fra i governi di partito riguardano la natura dei singoli attori partitici, la loro unitarietà, la loro disciplina. Ancora le differenze tra governi di partito riguardano anche la particizzazione della società relativa non solo alla distribuzione delle cariche, governative o non (lottizzazione in Italia) ma anche della presenza, più o meno soffocante, delle organizzazione di partito nel sistema sociale e nel sistema economico (colonizzazione in Italia).
Il modello del governo di partito funziona al meglio quando le elezioni sono competitive e producono alternanza fra partiti e coalizioni. In questi casi, i governanti di partito sceglieranno personale tecnicamente competente e non solo leale per tutte le cariche non strettamente politiche, nella consapevolezza che verranno giudicati anche sulla base del rendimento e della correttezza del personale da essi nominato.
PARTITOCRAZIA: è l'eccesso di potere dei partiti che può mettere in crisi un corretto funzionamento democratico delle istituzioni di governo.
L'Italia è vittima della partitocrazia poiché i partiti politici si insinuavano in ogni sfera della vita pubblica.
DA COSA DIEPNDE L'ESPANSIONE DELLE FUNZIONI DEL GOVERNO ?
I compiti del governo , nel corso del tempo, sono cambiati e aumentati e hanno prodotto una spinta alla crescita del ruolo del governo. I compiti assunti dai governo stanno ancora cambiando sia con riferimento ai tipi di governo che con riferimento ai rapporti tra governo e società.
I governi hanno il compito di creare a mantenere la legge e l'ordine politico all'interno dello Stato e devono proteggere i cittadini contro le interferenze dall'esterno.
I governi hanno ampliato la loro sfera di intervento nella società e nell'economia per diversi motivi: i conservatori per proteggersi dalle sfide di alcuni settori sociali; i liberali per completare i processi di estensione della cittadinanza; i socialisti per dare corpo a esigenze di giustizia sociale, ecc.
I governi quindi hanno dovuto assumere compiti prima svolti dalla società, costruire apparati burocratici, aumentare il livello della pressione fiscale, per garantire assistenza e protezione ai lavoratori in caso di malattia, di disoccupazione e di vecchiaia, per formare una forza-lavoro preparata. I governi hanno proceduto all'attuazione di politiche sociali culminate nella costruzione di un vero e proprio stato sociale.
Le condizioni per un'espansione del ruolo dei governi è stata creata sia con le guerre mondiali, con la loro mobilitazione generale dei cittadini, sia le crisi economiche come la grande depressione degli anni'30.
Tale espansione del ruolo dei governi ha portato a una grande assunzione di responsabilità gestionali e politiche dirette dei governi di fronte ai cittadini e a una ramificata e costosa presenza degli apparati burocratici governativi nella sfera socio-economica.
Questa situazione di espansione delle funzioni del governo (si parlò di crisi di governabilità) portarono molti studiosi a tentare di capire che cosa fosse davvero questa espansione dei governi e come dovesse essere controllata e magari anche contrastata.
Lo studioso Rose attuò una analisi comparata di tredici democrazie occidentali risulta che nel periodo 1950 - 1980:
le leggi approvate dai parlamento non erano aumentate; - l'aumento del drenaggio fiscale era stato determinato dall'inflazione e non dall'espansione della quota del prodotto nazionale destinata al settore pubblico; - la maggioranza di dipendenti pubblici non era rappresentata da burocrati irraggiungibili: i pubblici funzionari forniscono istruzione, assistenza sanitaria e altri servizi . - il numero delle istituzioni e delle organizzazioni pubbliche non si era moltiplicato ma era diminuito; - i programmi pubblici che avevano sperimentato un'espansione erano stati quelli nuovi (che avevano scopi controversi e poca efficacia) ma quelli relativi a politiche pubbliche già consolidate e accettate.
Ridimensionamento del governo: Questa situazione comporta la reazione di ampi settori di opinione pubblica che si è manifestata in maniera aggressiva nei confronti della crescita del governo , e implica anche la affermazione elettorale dei neo-conservatori delle democrazie anglosassoni. Questo può essre spigato dal fatto che, di fronte al successo dello Stato e dei governi, nel costruire società più prospere e protette contro le avversità della vita, alcuni settori sociali hanno acquisito la convinzione di potere far meglio da soli e hanno richiesto quindi una riduzione del ruolo dello Stato e del governo. Con questo ridimensionamento complessivo dello stato sociale nei regimi democratici si vanno ridefinendo i confini diversi, più mobili, più favorevoli alla società e all'economia. ma questo ritiro del governo da alcune aree è possibile che si ripercuota non solo nella ridefinizione dei diritti sociali dei cittadini, ma anche in un ridimensionamento dei loro diritti politici e civili.
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