|
Appunti universita |
|
Visite: 1395 | Gradito: | [ Medio appunti ] |
Leggi anche appunti:Evoluzione del concetto di Tempo nel pensiero filosoficoEvoluzione del concetto di Tempo nel pensiero filosofico Figura 2-Il concetto La filosofia umanisticaLA FILOSOFIA UMANISTICA Spesso i termini " Umanesimo" e " Rinascimento" vengono Domenico Pio NovelliIl fumo da tabacco Il fumo è un prodotto gassoso della combustione di |
Il fumo da tabacco
Il fumo è un prodotto gassoso della combustione di una sostanza, solitamente il tabacco, che viene inalato dai fumatori. L'abitudine a fumare tabacco comporta molteplici effetti negativi sulla salute, che, nel loro complesso, superano quelli derivanti dagli inquinanti atmosferici. In Europa sono 500.000 all'anno i decessi per cause collegate al fumo e in Italia fra i 15 milioni di fumatori si contano ogni anno 60.000-80.000 morti a causa del fumo.
Benché la percentuale complessiva dei fumatori sia in calo, negli ultimi anni è aumentato il numero delle giovani donne fumatrici, in particolare nell'Europa occidentale. Si definisce fumo attivo quello che viene inalato da un fumatore e fumo passivo quello, altrettanto dannoso, che viene inalato da un non fumatore che si trova in prossimità di fumatori. Tra le diverse modalità con cui il tabacco può essere consumato, le sigarette sono certamente le più nocive, anche se il fumo prodotto dalla pipa o da un sigaro non è privo di rischi; i tabacchi da fiuto e quelli da masticare sono stati, di recente, riconosciuti come la causa di numerose malattie della bocca e del cancro della cavità orale.
La composizione del fumo di tabacco che viene inalato è stata oggetto di molti studi, dai quali risulta che neppure l'uso di filtri è sufficiente a proteggere il fumatore dagli effetti pericolosi di alcuni potenti cancerogeni, come gli idrocarburi policiclici, le betanaftilammine e le nitrosammine, che danno origine a tumori su diversi animali da laboratorio: il filtro, infatti, espone i fumatori che ne fanno uso a un rischio di sviluppo di tumori comunque elevato, che, tuttavia, sembra essere del 20-30% inferiore rispetto a quello che corrono i fumatori che non lo utilizzano. Il fumo contiene, inoltre, sostanze tossiche come ammoniaca, formaldeide, ossidi di azoto e monossido di carbonio; quest'ultimo è responsabile di un ridotto afflusso di ossigeno ai tessuti, che danneggia le cellule. Il principale componente del fumo di tabacco è, tuttavia, la nicotina, che provoca costrizione dei vasi sanguigni, con conseguente aumento della pressione del sangue e della frequenza cardiaca, e un incremento dell'attività dei nervi simpatici.
Secondo alcune stime, chi fuma in media un pacchetto di sigarette al giorno compie circa 70.000 atti inalatori di fumo all'anno, che portano le sostanze nocive contenute nel fumo a contatto con i tessuti interni dell'organismo. Al fumo vengono ricondotte malattie come il cancro dei polmoni, delle labbra, del cavo orale, della faringe, dell'esofago e del pancreas; malattie dell'apparato cardiovascolare, come le coronaropatie, l'ictus, le emorragie cerebrali e le vasculopatie periferiche; la pneumopatia cronica ostruttiva, che comprende la bronchite cronica e l'enfisema.
Le coronaropatie e in particolare l'infarto del miocardio rappresentano la causa principale di morte legata al fumo di sigaretta e sono dovute principalmente agli effetti della nicotina e del monossido di carbonio, che favoriscono la comparsa di aterosclerosi.
La seconda causa di morte legata al fumo è il cancro ai polmoni, che presenta un legame diretto di causa-effetto con il fumo, come si evince confrontando la differenza d'incidenza di questa patologia tra gruppi di fumatori e di non fumatori; oltre ai polmoni, sono numerosi gli organi colpiti da tumori per i quali è dimostrato un rapporto causale con il fumo, come quelli del cavo orale, della faringe e del pancreas. Questi tumori, nel loro complesso, sono causa di morbilità e mortalità elevate nella popolazione generale e il loro rischio di insorgenza è direttamente proporzionale al numero totale di sigarette fumate.
La pneumopatia cronica ostruttiva è una causa importante di morbilità e mortalità nella popolazione generale e presenta, anch'essa, una relazione diretta di causa-effetto con il fumo.
Le vasculopatie periferiche, che colpiscono gli arti inferiori, sono più diffuse tra i fumatori e sono provocate dallo sviluppo di placche aterosclerotiche sulle pareti dei vasi sanguigni; nei casi più gravi, in cui si sviluppa una gangrena, può essere necessario ricorrere all'amputazione della parte interessata. Anche in questo caso, il rischio di comparsa della malattia è strettamente dipendente dalla quantità di sigarette fumate.
Qualunque intervento chirurgico comporta, per i fumatori, un rischio maggiore di complicazioni postoperatorie, come, ad esempio, la trombosi venosa profonda che può provocare embolia polmonare e, talvolta, morte.
Quasi tutti gli accidenti cerebrovascolari potenzialmente mortali, in particolare l'ictus e l'emorragia cerebrale, presentano correlazioni con il fumo.
Anche i nascituri non sfuggono agli effetti nocivi del fumo: molti studi hanno, infatti, evidenziato l'esistenza di una relazione tra il numero di sigarette fumate dalla madre e l'insorgenza di gravi complicazioni durante la gravidanza, la nascita di bambini morti o scarsamente vitali e alcuni casi di morte neonatale improvvisa.
L'esposizione involontaria al fumo passivo è anch'essa molto pericolosa per la salute e, in base ad alcuni dati recenti, comporta un rischio di sviluppo del cancro ai polmoni superiore dell'1,5% rispetto a quello che corrono i non fumatori che vivono in ambienti non inquinati dal fumo; il rischio d'infarto e di malattie cerebrovascolari per fumo passivo non è stato quantificato altrettanto precisamente, ma è anch'esso più elevato che nei soggetti non esposti.
Quando una persona smette di fumare, il rischio di mortalità legata al fumo cala lentamente, anche se per tornare al valore di partenza possono essere necessari più di vent'anni.
Se si fa una ricerca su i vari tipi di sigarette la prima cosa da notare su di un pacco è i valori del condensato e della nicotina.
Il condensato può dare danni all'apparato respiratorio ed è l'elemento più nocivo presente in una sigaretta.
La nicotina è una alcaloide incolore, oleoso, liquido, che costituisce il principio attivo presente nelle foglie di tabacco. La nicotina è utilizzata in agricoltura come insetticida e in chimica come fonte di acido nicotinico. I fumatori di tabacco assorbono dal fumo inalato piccole quantità di nicotina, che possono produrre numerosi effetti fisiologici: in piccole dosi la nicotina funziona da stimolante, soprattutto del sistema nervoso autonomo, favorendo la secrezione di adrenalina e di altri composti organici; a dosi elevate paralizza il sistema nervoso autonomo, impedendo la trasmissione degli impulsi nervosi attraverso gli spazi fra le cellule nervose; a dosi estreme può arrivare a provocare convulsioni e morte. La nicotina dà dipendenza e assuefazione, ma i suoi effetti sul sistema nervoso possono variare da individuo a individuo.
Effetti della nicotina assorbita dal fumo di sigaretta:
Sul sistema nervoso centrale:
modificazioni EEG a tipo "di risveglio";
aumento delle memoria a breve termine, del rendimento e della capacità di apprendimento;
diminuzione dell'aggressività e dell'appetito.
Sul sistema neuromuscolare:
diminuzione del tono dei muscoli volontari (effetto rilassante).
Sul sistema endocrino:
Aumento di increzione di ormone della crescita, di ormone antidiuretico, di adrenalina e noradrenalina ;
diminuzione di increzione di ormone luteinizzante e di prolattina
Sul metabolismo:
aumento della glicemia, dell'insulemia, del colesterolo, trigliceridi, cortisolo, glicerolo plasmatico e dell'aggregazione piastrinica;
diminuzione di acido ascorbico, del tasso sierico di creatinina, urea, acido urico.
Sulle ghiandole endocrine:
aumento secrezione di succo gastrico, diminuzione secrezione di succo pancreatico.
Sul sistema cardiovascolare:
aumento della frequenza cardiaca, della gittata sistolica, della P.A., dell'eccitabilità miocardica, delle resistenze periferiche.
Il tabacco deve essere considerato, a tutti gli effetti una droga. È d'altra parte dimostrata la sua capacità di indurre in uno stato di dipendenza psichica di grado elevato, così come risulta provato l'esistenza del fenomeno di tolleranza in base al quale, gli utilizzatori del tabacco, sono indotti ad aumentare progressivamente la dose per mantenere inalterati gli effetti considerati. Si deve tuttavia considerare come l'azione psico-tossica del tabacco sia molto minore rispetto a quella delle droghe illegali o controllate. Il tabacco, infatti, induce una stimolazione del sistema nervoso centrale debole ed altera molto poco la percezione, l'umore, il pensiero ed il comportamento. Per questi motivi è tollerato. Ad una sostanziale innocuità sociale fa riscontro, tuttavia, un'elevatissima potenzialità di danno fisico. Il tabacco rappresenta infatti, il più rilevante fattore di rischio attualmente esistente. Quindi il tabacco è inutile e dannoso.
Tabacco è la denominazione comune di due specie appartenenti alla famiglia delle Solanacee e ampiamente coltivate per le loro foglie che, una volta essiccate, vengono trasformate in tabacco da fumare, masticare o fiutare. La specie di tabacco più diffusamente coltivata può raggiungere 1-3 m d'altezza e produce 10-20 larghe foglie, inserite a spirale su un lungo fusto eretto e senza rami.
Storia
La pianta del tabacco è originaria del Sud America e fu probabilmente sfruttata per la prima volta dagli antichi popoli maya, che ne trasmisero l'uso alle popolazioni indigene del Nord America. Queste ultime ritenevano che la pianta avesse proprietà medicamentose e la utilizzavano per compiere riti sacri. Secondo quanto riportato da Cristoforo Colombo attorno al 1492, le popolazioni di araucani che popolavano gli arcipelaghi caraibici erano solite fumare foglie di tabacco in lunghi tubi chiamati tobago, da cui deriverebbe il nome della pianta. Importato in Spagna da Santo Domingo nel 1556, il tabacco venne immediatamente introdotto in Francia da un diplomatico francese, Jean Nicot, che diede il nome alla nicotina, contenuta nelle foglie di tabacco, e al genere Nicotiana a cui appartiene la pianta. La diffusione in Inghilterra è dovuta a due esploratori britannici Francis Drake e Walter Raleigh.
I primi pionieri che colonizzarono il Nord America portarono con sé, tra le altre cose, anche pipe e tabacco, dando così inizio a coltivazioni in campi, giardini e perfino lungo i bordi delle strade. In breve tempo il tabacco divenne una delle principali varietà coltivate nel Nord America, nonché un'importante merce di scambio e una delle principali fonti di ricchezza. Nell'Ohio fu, peraltro, scoperta una specie di tabacco priva di clorofilla che era destinata a diventare uno degli ingredienti principali delle miscele di tabacco più fumate al mondo. La Cina e gli Stati Uniti sono oggi rispettivamente il primo e il secondo produttore mondiale di tabacco; i secondi esportano più di un terzo del loro raccolto.
Produzione
Il tabacco viene coltivato in circa centoventi paesi situati al di sotto del 50° parallelo e caratterizzati da condizioni climatiche e ambientali alquanto differenti. Le qualità migliori vengono, tuttavia, prodotte solo in poche regioni del pianeta e richiedono un'attenta e accurata lavorazione.
I semi di alcune specie particolari, ad esempio quelli della marylande e della burley per le sigarette o della filler, della binder e della wrapper per i sigari, vengono fatti germinare in particolari semenzai freddi. Le pianticine vengono, quindi, trapiantate nei campi e adeguatamente fertilizzate e irrigate. Ogni singola specie ha le proprie specifiche esigenze e pertanto deve essere piantata in un suolo con le giuste caratteristiche di fertilità e di umidità. Per riuscire a fare produrre alla pianta le foglie larghe e sottili utilizzate per rivestire i sigari, i campi devono essere coperti con speciali teli sospesi sopra le colture. Per permettere alla pianta di sviluppare foglie di grandi dimensioni, le infiorescenze apicali vengono spesso rimosse prima della fioritura. Non di rado, le foglie di tabacco vengono raccolte manualmente e a più riprese, via via che si sviluppano sulla pianta.
Dopo la raccolta, le foglie vengono appese in grandi capannoni ed essiccate con metodi di vario tipo, che conferiscono loro il grado di avvizzimento, il colore e l'aroma desiderati. Uno di questi sistemi consiste nell'esporre le foglie all'aria e nel lasciarle essiccare per 6-8 settimane; questo metodo è usato da molti produttori americani di tabacco per sigarette e sigari. Un altro sistema consiste nell'affumicare ed essiccare le foglie con il fumo prodotto da alcuni fuochi, accesi all'interno del capannone in cui sono appese. In altri casi il calore prodotto da speciali caldaie viene convogliato, mediante condotti e canne fumarie, all'interno del capannone, dove viene opportunamente distribuito e regolato, in modo tale da garantire un essiccamento delle foglie regolare e uniforme. Dopo questo trattamento le foglie vengono calibrate e selezionate in base alla loro posizione sulla pianta, al loro colore, alle loro dimensioni e ad altre caratteristiche qualitative. Infine, vengono raccolte in balle e spedite sui mercati internazionali, dove vengono messe all'asta.
Usi e rischi per la salute
Il tabacco viene essenzialmente fumato. Numerosi rapporti medici attribuiscono al fumo di tabacco la causa scatenante di numerose malattie, tra cui alcuni tipi di cancro, svariati disturbi cardiaci e vascolari, l'enfisema e molte altre gravi patologie. Per questi motivi, i governi di parecchi paesi hanno dato avvio a campagne informative e all'adozione di misure volte a ridurre i consumi di tabacco. Nei paesi occidentali questi ultimi sono generalmente diminuiti nel corso degli ultimi anni, anche se in alcune regioni e in determinati strati della popolazione (ad esempio, tra le donne di alcune aree dell'Europa meridionale) sono andati aumentando. Nonostante alcuni paesi aderenti al GATT (l'Accordo generale sulle tariffe e il commercio) si siano impegnati a dare la 'priorità alla salute umana rispetto alla liberalizzazione degli scambi commerciali', il mercato internazionale del tabacco continua a crescere rapidamente. Nei paesi in via di sviluppo, ad esempio, il consumo di tabacco è cresciuto negli ultimi anni a un ritmo annuo pari al 2%.
Classificazione scientifica: Le due specie di tabacco conosciute appartengono alla famiglia delle Solanacee. Il nome scientifico della specie più coltivata è Nicotiana tabacum, quello dell'altra specie è Nicotiana rustica.
Il Fumo passivo:
Come considerazione conclusiva sul ruolo del fumo quale rilevante fattore di rischio per la salute umana, è utile ricordare, infine, come il tabacco rappresenti l'unica droga in grado di determinare effetti nocivi anche in chi non ne fa direttamente uso. Il riferimento va al "fumo passivo" che, come ormai sufficientemente provato, è in grado di provocare danni anche consistenti soprattutto nei bambini e nei soggetti più deboli.
Le sostanze liberate dalla combustione del tabacco possono permanere, infatti, anche per lungo tempo nell'aria degli ambienti confinati in particolare negli edifici attuali nei quali, per necessita di risparmio energetico, i ricambi d'aria con l'esterno risultano essere molto ridotti. Ciò fa si che in presenza di un fumatore accanito possono accumularsi in breve tempo sostanze tossiche in concentrazione relativamente elevata.
Una ricerca attuata in alcuni locali pubblici statunitensi (bar e discoteche) frequentati in prevalenza da fumatori abituali ha dimostrato come, in otto ore di permanenza, un soggetto possa inalare sotto forma di fumo passivo, sostanze tossiche equivalenti ad un numero variabile da 5 a 10 sigarette fumate direttamente.
È pertanto necessario che i fumatori siano a conoscenza di ciò prendendo congiuntamente atto che la cessazione del fumo non rappresenta soltanto un dovere verso loro stessi ma anche verso gli altri, con particolare riferimento ai bambini.
Appunti su: |
|
Appunti Economia | |
Tesine Ingegneria tecnico | |