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Concetti e definizioni da 'la moda' di George Simmel
dualismo (soggettività/oggettività, libertà/necessità, essere/divenire, sostanza/funzione)
fisiologia umana: ha bisogno di movimento e di quiete, di produttività e di ricettività; sottomissione e autoaffermazione
tendenza psicologica dell'imitazione: trasferimento della vita di gruppo nella vita individuale (la sicurezza del non essere solo nelle proprie azioni). Al polo opposto distinzione individuale
la moda è imitazione di un modello dato e appaga il bisogno di appoggio sociale, e nondimeno il bisogno di diversità
le mode sono sempre mode di classe (una delle tante forme di vita con le quali la tendenza all'eguaglianza sociale e quella alla differenziazione individuale si congiungono in un fare unitario)
collegare e separare: moda significa 1) coesione di individui sullo stesso piano sociale, 2) chiusura di questo gruppo nei cfr dei gradi sociali inferiori
motivazioni sociali della moda (poiché manca di pdv pratico ed estetico, solo occasionalmente ha un fondamento pratico)
ai giorni nostri: moda = una delle attività dell'economia moderna; si producono oggetti affinchè diventino di moda; a intevalli regolari si richiede a priori una nuova moda
la creazione di moda è una professione pagata, un «impiego»
dinamica sociale della moda: le classi inferiori aspirano ed eguagliare quelle superiori, e questo è particolarmente possibile nell'ambito della moda (di facile imitazione esteriore)
oggetti della moda sono esteriorità della vita, accessibili al puro possesso di denaro ( impiego capacità individuali e intellettuali)
coesione e differenziazione sono il motore della moda
moda in senso di abbigliamento: il vestito nuovo condiziona il nostro abbigliamento più di quello vecchio; l'abito nuovo ci impone il suo statuto formale; gli uomini che si attengono strettamente alla moda appaiono relativamente uniformi
esempi di negazione della moda: fra i boscimani (non esistono classi sociali); firenze 1390 (ognuno ha una moda personale); nobili veneziani (bestiti di nero per non distinguersi). Non c'era moda per l'altro momento costitutivo: evitare di proposito la differenziazione
essenza della moda: appartenere al gruppo mentre la moda si diffonde; non appena si è completamente diffusa, non la si definisce più moda
moda è un fenomeno di estensione illimitata e realizzazione perfetta, che si distrugge da sé
principio di espansione, ma nel momento in cui lo fa muore come moda per contraddizione logica con la propria natura: la sua completa diffusione elimina il momento della separazione
ritmo «impaziente» della vita moderna: desiderio di rapido cambiamento dei contenuti della vita
'la moda, con la sua tendenza ad una diffusione generale e la distruzione del proprio senso ha il fascino caratteristico di un confine, di un inizio e di una fine contemporanei, il fascino della novità e contemporaneamente quello della sua caducità'
non si definisce moda un fenomeno che si sa essere destinato a consolidarsi: è moda solo quando svanisce con la stessa rapidità con cui si è affermato
approvazione e invidia: i sentimenti di chi segue la moda. Si può possedere un oggetto, ma anche l'invidia stabilisce una relazione e dunque in un certo senso annulla la distanza: 'c'è quindi nell'invidia un lieve impadronirsi dell'oggetto invidiato' (?)
la moda è il campo specifico degli individui che non sono indipendenti e hanno bisogno di un sostegno, ma allo stesso tempo distinzione, attenzione, particolarità
la moda è la costellazione nella quale le banalità ripetute da tutti procurano la massima felicità: la moda innalza l'insignificante facendone il rappresentante di una collettività
il maniaco della moda: poiché rappresenta le curve estreme del gusto pubblico, sembra che marci alla testa della collettività
o rigida obbedienza alla moda, o opposizione (essere fuori moda: rifiutare di proposito)
vestirsi fuori moda può diventare a sua volta una moda (complicazione psicologico-sociale)
la moda e le donne: moda come espressione e accentuazione dell'impulso di eguaglianza & individualizzazione, il fascino dell'imitare e quello del distinguersi. NB- il debole evita l'individualizzazione, la collettività gli assicura protezione
rapporto tra libertà e stravaganza nella moda: 1) Germania del XIV/XV sec: forte espansione della libertà individuale, ma non per le donne, che di conseguenza ritagliano i propri spazi individuali nella ricerca di mode sempre più stravaganti; 2) Italia nello stesso periodo concede molto spazio allo sviluppo individuale femminile, e infatti non si riscontra il fenomeno di mode eccessive e stravaganti
rapporto fedeltà/cambiamento: la donna, più prepensa alla fedeltà sentimentale, è invece più azzardata nel cambiamento della moda; l'uomo fa l'esatto contrario (?!). oggi la donna emancipata accentua anche la propria indipendenza nei confronti della moda
pdv psicologico/personale: è nell'essenza della moda accomunare tutte le individualità. Ma anche: la forma delle variabilità è l'antitesi della stabilità dell'Io, per cui quest'ultimo diventa consapevole della propria relativa durata in questa stessa antitesi. Proprio per questo il luogo della moda è la periferia della personalità questo significato viene accolto da persone dotate di finezza e originalità: utilizzano la moda come una specie di maschera, al fine di riservare per sé la propria sensibilità personale e il proprio gusto: la moda fornisce un velo di protezione a ogni forma di interiorità, resa così tanto più libera
ogni senso di vergogna si basa sul porsi in rilievo del singolo, personalità modeste e deboli sono fortemente inclini ai sentimenti di vergogna; contraddizione: poiché distinguersi è l'origine della vergogna, ci si può addirittura vergognare dei propri sentimenti migliori e più nobili tutte le zioni di massa sono caratterizzate dalla perdita del senso di vergogna
libertà/legame: 'distribuite' in una quantità fissa, un quantum da partizionare (cfr. de crescenzo)
la moda è una forma sociale di grande utilità: coglie soltanto l'esteriorità della vita, il lato rivolto alla società
interiorità (libertà) VS esteriorità (moda): nell'anima individuale si ripetono in una certa misura i rapporti fra processo di unificazione, che mira al livellamento, e processo di differenziazione individuale
moda personale (imitazione di se stessi) e moda sociale: l'oggettiva mancanza di senso delle mode individuali dimostra il prevalere del momento formale unificante sul momento oggetivamente razionale
'è innegabile: nel fare violenza alle cose con le definizioni di moda, l'individuo emette una sentenza su di esse e raggiunge un senso di potenza'
masse e ceti più elevati: le prime hanno minore possibilità di mobilità, mentre i secondi sono per tradizione più conservatori, quasi arcaicizzati; in mezzo ci sta la classe media: 'classi e individui che premono verso un continuo cambiamento perché la rapidità del loro sviluppo li pone in grado di superare gli altri ritrovano nella moda il «tempo» dei loro moti spirituali (ritmo delle grandi città, cfr La Metropoli e la Vita Spirituale, 1903)
il rapido cambiamento della moda abbrevia il tempo necessario all'imitazione degli strati superiori + le mode non sono più particolarmente costose: le grandi masse, nonostante la povertà, hanno cmq un potere d'acquisto sufficiente a orientare le grandi industrie verso di sé
circolo virtuoso sul cambiamento e sul costo della moda: più rapidamente si cambia, più economiche diventano le mode, più sono alla portata dei consumatori, più la moda va cambiata rapidamente.
'ogni singola moda ha la mirabile proprietà di presentarsi come se volesse vivere in eterno'
percorso circolare: mode che ritornano (risparmio di forze lavorative e strategie economiche)
rapporto tra oggetti della realtà & arte: particolare disposizione di alcuni oggetti a realizzarsi come moda il contrario della moda è ciò che può essere definito 'classico'
per diventare una moda il classico deve diventare classicistico
concetto di 'naturale': quel rapporto con il centro stabile delle cose e della vita che giustificherebbe il loro diritto a continuare ad esistere; se non si può dire che ogni moda sia innaturale, si può dire che ciò che è assolutamente innaturale che può esistere per lo meno nella forma della moda
riassumendo: il vero fascino della moda sta. 1) nel contrasto tra la sua diffusione ampia e onnicomprensiva e la sua rapida, fondamentale caducità, 2) nel diritto all'infedeltà nei suoi confronti, 3) nello spazio ristretto in cui chiude una determinata cerchia sociale, 4) nella risolutezza con cui la separa da un altro gruppo, 5) nella possibilità di essere sorretti da una cerchia sociale (reciproca imitazione, liberando l'individuo da responsabilità etiche ed estetiche), e 6) nella possibilità di crearsi, in questi limiti, una sfumatura personale, con l'intensificazione o il rifiuto della moda.
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