Ciaikovski
(Pëtr Il'ic), compositore russo (Votkinsk, Urali, 1840 - Pietroburgo 1893).
Attratto dalla musica sin dall'infanzia, fu tuttavia indirizzato allo studio
del diritto: ma nel 1862, presa coscienza della sua vocazione, lasciò l'impiego
presso il ministero della giustizia di Pietroburgo, per iscriversi al locale
conservatorio. Al termine degli studi, condotti sotto la guida di N.I. Zaremba
e di A. Rubinstein, la sua Ode alla gioia su testo di Schiller (1866)
venne premiata, e N. Rubinstein, direttore del conservatorio di Mosca, gli
offrì la cattedra di armonia. Nonostante il successo di molte sue composizioni
(Romeo e Giulietta, L'ufficiale della guardia, il Quartetto n. 1),
la misera esistenza cui era costretto dalle ristrettezze economiche,
un'infelice esperienza sentimentale con la cantante Désirée Artôt e infine il
fallimento del matrimonio contratto con A. Miljukova scossero gravemente il suo
spirito. Nel 1877 fu indotto a lasciare Mosca, rinunziando all'insegnamento, e
si recò a Clarens, presso Ginevra, per curarsi. Il generoso aiuto materiale e
l'assistenza spirituale di una sua ammiratrice, la ricca vedova Nadezda von
Meck, che divenne la sua mecenate, fissandogli una pensione annua assai
generosa, lo aiutarono a ristabilirsi. Tornato in Russia nel 1885, prese dimora
a Maidanovo, compiendo però frequenti viaggi in Svizzera, in Italia, in Francia
e in Germania. Dal 1887 incominciò a dirigere personalmente le sue
composizioni, in Russia e nelle principali città d'Europa e d'America. Morì
improvvisamente a Pietroburgo durante un'epidemia di colera.
Ciaikovski si dedicò con eguale successo sia alla musica sinfonica e
cameristica, sia a quella teatrale: in quest'ultimo campo, egli deve
considerarsi il più importante compositore russo della scuola europeizzante
(indipendente cioè dalla poetica nazionalistica perseguita dal. Delle dieci
opere da lui composte, le più importanti sono Eugenio Onegin [Oneghin]
(1879), legato ancora allo schema dell'opera romantica e caratterizzato da
un'appassionata e fluente vena melodica, da un'espressiva e trasparente orchestrazione,
da un'equilibrata e contenuta sentimentalità, e La dama di picche
(1890), nella quale egli seppe raggiungere una singolare fusione tra
declamazione drammatica ed espressività lirica, serenità classica e slancio
romantico. La sua opera sinfonica, sorretta da un robusto senso della forma
architettonica e da una brillante sensibilità coloristica, è contraddistinta,
nei suoi esempi più ambiziosi, da un'ispirazione eroica e magniloquente, che
trascorre da un'esultanza appassionata a una raccolta e tormentata malinconia.
Essa comprende, oltre a sei sinfonie, l'ultima delle quali conosciuta come Patetica,
alcune ouvertures (L'uragano, 1864, ecc.), fantasie (La
tempesta, 1873; Francesca da Rimini, 1876), musica per strumenti
solisti e orchestra (tre concerti per pianoforte e uno per violino); la musica
per balletto Il lago dei cigni, La
bella addormentata) influenzò tutti i grandi compositori successivi che
preferirono dedicarsi al dramma coreografico piuttosto che a quello lirico
(Glazunov, Stravinskij, Prokofiev). Di notevole interesse è infine la musica da
camera, comprendente tre quartetti e un sestetto per archi, un duo e un trio
per violino e pianoforte, pezzi per pianoforte e liriche vocali.