AMLETO
La trama di Amleto non è una creazione originale, perché ispirata
all'autore forse da un'antica leggenda anglosassone, narrata nel XIII secolo da
Saxo Grammaticus nella sua Historia Danica (Storia dei
Danesi). Amleto dedica la sua vita a vendicare la morte del padre, il re di
Danimarca, assassinato dal fratello che ne ha usurpato il trono e sposato la
moglie. Fingendosi pazzo per non destare sospetti, il principe consuma la sua
vendetta attraverso una serie di intrighi e di colpi di scena; nel corso del
duello finale uccide l'usurpatore, ma cade anch'egli mortalmente ferito. Molto
è stato scritto sull'opera di Shakespeare: una buona
metà riguarda certamente la tragedia di Amleto, immagine emblematica dell'uomo
moderno, pieno di dubbi, incerto sulle continue, difficili decisioni che deve
prendere. L'autore analizza il personaggio, ne rivela le fragilità, i sogni, le
paure, in modo così profondo da rendere partecipe delle scelte del principe
chiunque assista alla sua tragedia: i suoi dubbi e le sue esitazioni
trasformano il racconto di una vendetta in una questione morale. Anche il
linguaggio shakespeariano riflette questa
complessità, variando continuamente tono, dal lirismo della pazzia di Ofelia,
ai giochi di parole e nonsense a spese di Rosencrantz e Guildenstern, allo
scontro dialettico tra i personaggi. Il rapporto tormentato che lega Amleto a
sua madre è uno degli aspetti fondamentali del carattere del protagonista, e,
nel contempo, uno degli elementi che più hanno sollecitato l'attenzione degli
interpreti e della critica. Alla luce della psicanalisi freudiana, le violente
reazioni di Amleto di fronte al matrimonio della madre con il cognato di lei
sono viste come una forma di gelosia edipica, dettata cioè da un'attrazione
morbosa del figlio nei confronti della madre stessa. Si tratta di
interpretazioni in parte giustificate dalla potenza con cui vengono
rappresentati i sentimenti di Amleto e dall'ambigua sovrapposizione di amore
filiale, turbamenti erotici, istinto di morte, ossessioni moralistiche, che ne
segnano la personalità. Le incongruenze presenti nella tragedia, tra la figura
principale e gli avvenimenti, sono particolarmente evidenti nel contrasto fra
azione e monologo, eppure sia il protagonista che il dramma non sono di certo i
semplici simboli di una semplice filosofia della storia. Shakespeare
ha la grande capacità di trovare nella realtà un corrispondente alle tragedie
teatrali, per cui è consapevolmente che sceglie di basare la storia di Amleto
sul desiderio di vendetta, sollevandone solo per implicazioni la questione
morale, ma caricandola così di un profondo significato universale. I
contraddittori sentimenti di odio-amore che si agitano nell'animo del
protagonista dimostrano una volta di più la maestria shakespeariana
nel cogliere, con sconvolgente lucidità, i lati più oscuri e segreti della
natura umana.
COMMENTO
Una recente e complessa interpretazione dell'Amleto è quella del
critico canadese Northrop Frye
(1912-1991), tra i maggiori teorici della letteratura del nostro secolo, che interpreta
il capolavoro shakespeariano come una serie di
tragedie con al centro Amleto, il cui comportamento è tutto serrato in continue
antitesi:
"L'azione di Amleto è composta da tre sfere tragiche concentriche,
ciascuna delle quali presenta un padre assassinato e una nemesi. Al centro sta
Polonio, ammazzato per sbaglio e vendicato da suo figlio. Intorno a questa
sfera c'è quella dell'azione principale del dramma, in cui il padre di Amleto è
ucciso e vendicato dal figlio. Intorno a questa, infine, c'è la sfera che
contiene i due Fortebraccio di Norvegia, il padre
ucciso dal padre di Amleto, il figlio che ottiene per caso quel che avrebbe
potuto dargli una vendetta fortunata, ossia il trono di Danimarca. Di Fortebraccio non sappiamo nulla se non che è pronto a
combattere per qualunque cosa, perciò il destino della Danimarca non si profila
molto pacifico. La vicenda di Polonio, Laerte e della folle Ofelia è un'ironica
tragedia di sangue []. La vicenda dei Fortebraccio,
padre e figlio, inserisce l'azione entro il quadro dell'essere nel tempo, nella
ruota della storia che gira. Tra le due vicende si iscrive quella di Amleto:
Amleto, che racchiude in sé un universo, che sa percepire l'influsso della
provvidenza sui destini umani, così come può piegarsi sotto il peso del
disgusto della fisicità; capace di gesti di delicata cortesia come di
raccapricciante brutalità. Questa grandiosa visione di eroica energia viene
versata come una libagione ai Mani di un padre defunto, sacrificata a uno
spettro che torna assetato di sangue da quello che dovrebbe essere un luogo di
purificazione. Amleto è costretto a cancellare dal suo "taccuino" tutto ciò che
rappresenta pensieri, sentimenti, coscienza del mondo e di sé, per concentrarsi
unicamente sull'odio e la vendetta; questo mutamento così violento nel suo
abito mentale sfocia in una pazzia che è solo in parte simulata. Il paradosso
di questa tragedia è che egli rivela di sé ben più che mero odio e spirito di
vendetta, ma che senza l'impulso della vendetta non avrebbe potuto rivelar
nulla, e che di tutto questo a lui non rimane altro che il silenzio, e a noi il
racconto della sua storia".
"In Amleto, alla conflittualità finalizzata ad una determinata
conquista si sostituisce la dialettica intesa ad esplorare i moventi delle
azioni rappresentate. In entrambi i casi il conflitto è in funzione di quest, di una ricerca; ma mentre nel teatro classico il
modello proposto era quello della conquista, in Amleto e nel teatro barocco il
modello sarà quello dell'inchiesta. È la medesima distinzione fondamentale che
esiste fra Iliade (conquista) e Odissea (inchiesta), e che segnerà in tempi più
recenti il passaggio del romanzo cosiddetto realistico a quello psicologico.
[] gli esiti finali sono la cosa che meno interessa: quel che conta è il
conflitto dialettico fra i personaggi nel corso dell'azione. Amleto, la prima
grande esplorazione di questo nuovo modello di dramma, trasforma il meccanismo
della tragedia di vendetta in indagine sulle motivazioni essenziali delle
azioni umane, attraverso tutta una serie di vere e proprie inchieste condotte,
come è stato spesso osservato, con i metodi che saranno poi propri del romanzo
poliziesco