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TOGAVIRIDAE
Ribovirus con genoma formato da una molecola di RNA con polarità positiva; provvisto di involucro pericapsidico.
Nella famiglia dei Togaviridae si distinguono 2 generi:
ALPHAVIRUS → al genere alphavirus appartengono numerosi virus, tutti Arbovirus accomunati dal fatto di essere trasmessi da artropodi (zanzare). La diagnosi oltre che sugli elementi clinici si basa sui dati epidemiologici ed anamnesici e può essere confermata con l'isolamento del virus (inoculazione nel topino o colture di cellule) e la ricerca di anticorpi IgM specifici. La ricerca di antigeni virali (reazioni immunoenzimatiche) e del genoma virale (P.C.R.).
RUBIVIRUS: IL VIRUS DELLA ROSOLIA
Al genere rubivirus appartiene un'unica specie: il virus della Rosolia.
La Rosolia: è un'affezione frequente dell'età pre-scolare e scolare, di lievissima entità che si presenta clinicamente con febbre modesta, esantema caratterizzato dalla presenza di macule fini e di breve durata, una tipica infiammazione dei linfonodi suboccipitali, postauricolari e cervicali che appaiono ingrossati in modo cospicuo. La malattia passa a guarigione in pochi giorni lasciando una immunità che dura praticamente tutta la vita.
Nell'adulto il decorso è leggermente + grave e nei soggetti di sesso femminile il quadro clinico può essere arricchito dalla presenza di artralgie accompagnate da lievi fenomeni parestesici.
Se l'infezione colpisce una donna durante i primi mesi di una gravidanza le conseguenze possono essere drammatiche. Il virus della rosolia si trasmette costantemente al feto, che sopravvive, ma viene alla luce con la Sindrome da Rosolia congenita. Questo è legato all'azione teratogena dell'infezione i cui effetti possono essere: cecità, sordità, malformazioni gravi, microcefalia e ritardo dello sviluppo mentale.
Il virus penetra nell'organismo x via inalatoria e si moltiplica inizialmente nelle prime vie respiratorie superiori, da qui diffonde attraverso i linfatici al sistema reticolo endoteliale e poi di nuovo in circolo, raggiungendo così i capillari della cute e delle mucose e nelle gravide trasmettendosi al feto x via trasnplacentare. Il virus è presente nel muco del naso-faringe da alcuni giorni prima a 5-6 gg dopo la scomparsa dell'esantema.
La diagnosi clinica di Rosolia è facile. Nei casi dubbi l'isolamento del virus non è tra le metodiche + agevoli, xchè il virus si moltiplica nelle colture cellulari con scarso o nullo effetto citopatico. È preferibile ai fini diagnostici la ricerca di anticorpi mediante reazioni di inibizione dell'emoagglutinazione di globuli rossi di piccione da parte di preparazioni standard di virus e avendo cura di ricercare le IgM specifiche. Importante nel caso di donne che siano nei primi mesi di gravidanza. Oggi è anche possibile la ricerca del genoma virale nel sangue mediante P.C.R.
Non è necessario prendere alcuna precauzione x evitare l'infezione nei bambini, dove la malattia è banale. Circa il 15% delle donne raggiungono l'età puberale senza aver contratto l'infezione e sono pertanto prive dell'immunità. Questa frazione della popolazione deve essere protetta artificialmente x evitare che vada incontro all'infezione durante la gravidanza. Sono disponibili in commercio vaccini allestiti con varianti di virus a potere patogeno attenuato che consentono di ottenere una buona protezione immunitaria.
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