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LIEVITI
Pityriasis versicolor
Malassezia furfur è un saprofita lipofilo della cute normale; è molto comune nei climi caldo-umidi (è chiamato fungo di mare), non ha preferenze di sesso e di gruppo etnico, ma colpisce elettivamente dopo la pubertà.
È probabile che la popolazione cutanea del fungo, che in normali condizioni è ridotta e si trova all'interno dei follicoli, aumenti di numero per effetto di vari fattori tra i quali l'idratazione e l'aumento della temperatura cutanea, esca e colonizzi la cute.
L'esposizione ai raggi solari distrugge il fungo, che, dotato di endotossine melanocitotossiche, ha nel frattempo inibito la sintesi di melanina. L'abbronzatura, di conseguenza, non interessa la chiazza che appare più chiara della cute circostante. Il sole quindi guarisce da questa affezione: per ripigmentare le macchie occorre prenderlo ancora successivamente.
Si distinguono quattro forme.
Forma pigmentata. Si tratta di chiazze ovalari di varia grandezza, di color caffelatte, non pruriginose, che al grattamento desquamano lievemente. Sono di solito ben delimitate, ma confluiscono. Si localizzano al tronco, al collo e alla radice degli arti. Alla luce di Wood danno una debole fluorescenza giallastra.
Forma leucodermica. Le stesse chiazze appaiono più chiare della cute circostante, non desquamano e non danno prurito. Non sono fluorescenti, in quanto disabitate.
Forma eritematosa. È la più rara, dovuta probabilmente a ipersensibilità individuale al fungo. Le chiazze sono eritematose e pruriginose.
Forma atrofica. Le chiazzette, del colore della cute, appaiono coperte da un'epidermide atrofica "a cartina da sigaretta'. Sono l'effetto dell'impropria applicazione di corticosteroidi topici.
Malassezia furfur non è un fungo infettivo né contagioso: per la terapia si può utilizzare imidazolo (uso locale). Guarisce bene, ma può ripresentarsi ricorrentemente.
Candidosi superficiali
Candida albicans è un saprofita del canale gastroenterico. La sua permanenza sulla cute e nelle mucose é effimera, a meno che particolari condizioni di idratazione del corneo o di ricchezza di glucosio nel sebo e nel sudore non ne facilitino la sopravvivenza. Produce tossine ematogene, che danno un eritema rosso laccato.
Applicata su cute eccessivamente idratata, C. albicans vi prolifera, producendo un'endotossina, capace entro 24 ore di produrre una dermatite eritemato-pustolosa con pustole subcornee sterili. Entro 24 ore, la zona viene a sua volta colonizzata da batteri Gram-negativi che soppiantano C. albicans e perpetuano la dermatite.
Tutte le età sono colpite, ma i bambini e i vecchi sono più suscettibili, fenomeno che probabilmente riflette l'immaturità o Ia senescenza della risposta immune.
C. albicans dà luogo in soggetti immunocompetenti, ma obesi e spesso diabetici, a intertrigine, un'affezione pruriginosa delle pieghe che appaiono interessate nella parte centrale da macerazione e ragadi, in quella immediatamente periferica da eritema e desquamazione e in un'altra più esterna da piccole pustole sparse.
Le pieghe che possono essere interessate sono l'angolo della bocca (più frequente nell'anziano), le pieghe interdigitali (soprattutto nel terzo spazio, tipico di lavandaie e panettieri), le pieghe ungueali, le pieghe ascellari, e, nel lattante, Ie convessità glutee (dermatite da pannolino).
La vaginite da C. albicans è un reperto comune nelle donne gravide e in quelle in terapia estro-progestinica. Il sintomo principale è il prurito, accompagnato da una secrezione bianca 'a ricotta'. Non si tratta necessariamente di una malattia a trasmissione sessuale, in quanto l'arrivo del lievito dal retto è un'evenienza facilissima nel sesso femminile.
Nei soggetti immunodepressi C. albicans invade l'organismo colonizzando le mucose orali (mughetto) e i visceri (reni, polmoni).
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