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L'ACQUA E L'UOMO
Per comprendere a pieno il ruolo fondamentale che ha l'acqua nel nostro organismo basta fare un semplice esempio. Se scomponiamo il corpo di un uomo di settanta chili nelle sue varie parti riducendolo in molecole ecco a cosa ci troviamo davanti: a quarantacinque chili di ossigeno e sette di idrogeno sotto forma di acqua, dodici chili di carbonio, due chili di azoto, uno di calcio e poi fosforo, potassio, zolfo, cloro, rame ecc. a livello di poche decine di grammo e a volte anche meno. L'acqua è la sostanza di gran lunga più presente nel nostro organismo; per una persona che pesa settanta chili almeno cinquantadue sono acqua.
É davvero
stupefacente vedere quanta ve ne è nei sistemi viventi, anche là dove non lo si
penserebbe affatto.
Ecco dei dati importanti. Uomini e Donne, magri e grassi, bambini e adulti, tutti noi dobbiamo all'acqua almeno la metà del nostro peso e alcuni di noi sino a quasi il 70 %.
Il nostro sangue è composto d'acqua per l'82%, il plasma sanguigno per oltre il 90%, pure le lacrime sono acqua per il 98%, il resto è composto da sali, enzimi disinfettanti, ormoni e metalli.
Il contenuto di sale del sangue e delle lacrime è simile a quello dell'acqua di mare; forse è l'eredità lasciataci dai nostri progenitori più ancestrali, i primi microorganismi primordiali che vivevano negli oceani oltre tre miliardi di anni fa.
La maggior parte dei nostri tessuti corporei contiene acqua almeno per metà, anche le ossa, persino i polmoni che siamo abituati a pensare pieni solo d'aria contengono per il 90% del peso, un velo d'acqua che li tiene umidi e permette all'ossigeno di sciogliersi nel sangue.
I nostri muscoli sono costituiti d'acqua per oltre il 75%, è acqua al 70% persino il nostro cervello, sede dei pensieri e delle emozioni.
Tutto ciò che beviamo è composto quasi solo da acqua ma anche il nostro cibo ne contiene moltissima. Pensate, dei circa dieci bicchieri d'acqua di cui abbiamo bisogno ogni giorno in condizioni normali almeno un paio sono contenuti nel cibo che inghiottiamo e un bicchiere abbondante viene prodotto direttamente dal nostro corpo quando brucia il cibo per trasformarlo in energia. Lo stesso vale per le piante che contengono acqua in percentuali altissime e per tutti gli altri animali alcuni dei quali contengono acqua a livelli da record!
Nelle meduse ad esempio oltre il 99% del peso corporeo è dovuto all'acqua; sono quasi acqua pura, evanescente, che nuota in acqua salata.
Questi dati mostrano più di ogni discorso perché è necessario bere e ripristinare ogni volta l'equilibrio dell'acqua che perdiamo. Ogni giorno infatti in condizioni normali perdiamo circa due litri di acqua sotto forma di rifiuti, di traspirazione, anche di vapore acqueo che emettiamo col respiro.
Basta fare una piccola prova, basta mettere sotto il naso uno specchietto oppure un paio di occhiali da sole e vedrete che se respiratesi appannano subito di vapore acqueo, quindi sono questi famosi due litri di acqua che dobbiamo continuamente ogni giorno reinserire nel nostro organismo.
Un calciatore, lo abbiamo visto, può perdere molto rapidamente questi due litri d'acqua, nel corso di una sola partita, ma ci sono casi ancora più clamorosi, per esempio gli operai di un impianto petrolifero nel deserto che lavorano sotto il sole possono perdere fino a dieci, dodici litri di acqua al giorno e ovviamente devono riequilibrare questa perdita bevendo altrettanta acqua. Il nostro corpo, lo sappiamo, ha un sistema d'allarme molto efficiente per segnalare questa carenza d'acqua nell'organismo ed è la sete. Ora vediamo cosa succede quando questa carenza supera il limite di guardia e può portare in certi casi al collasso o addirittura alla morte. Il nostro organismo dispone di sofisticati sistemi per monitorare la quantità di liquidi ed evitare che scenda sotto il livello di guardia.
Quando sudiamo o durante la digestione ad esempio aumenta la concentrazione di sali e altre sostanze disciolte nel sangue; per il corpo è un di allarme. La situazione viene registrata da speciali sensori situati nell'area del cervello chiamata ipotalamo che rispondono prontamente innescando la sensazione di sete.
Ma quanta acqua dobbiamo bere? Per mantenere il nostro equilibrio idrico bisogna assumere circa un millilitro d'acqua per ogni caloria di cibo, dunque se i nostri pasti giornalieri corrispondono a duemilacinquecento calorie dovremmo assumere circa due litri e mezzo di acqua, compresa però quella contenuta nel cibo.
La disidratazione ha inizio quando il nostro corpo ha perso dai tre ai quattro litri di acqua e se non si corre ai ripari si va incontro alla morte per sete, un'esperienza terribile che può colpire non solo chi viaggia nei deserti ma anche chi è rimasto bloccato in un luogo chiuso o sepolto nelle macerie di un terremoto. Dapprima la testa comincia a girare, la pelle diviene secca, compare un po' di febbre e si avverte un crescente senso di irritabilità e disorientamento. Quando la perdita di liquidi ammonta a otto litri la lingua è così gonfia che è difficile deglutire e non solo non si riesce a camminare ma le forze non bastano neppure per trascinarsi strisciando sul terreno, poi la pelle si disidrata tanto da spaccarsi mentre i reni e il fegato non funzionano più; la febbre sale poiché il corpo non riesce a mantenere costante la propria temperatura interna, infine il sistema nervoso perde la capacità di controllare il ritmo del respiro e il battito del cuore, sopraggiunge il coma e quindi la morte.
Secondo studi recenti però non sarebbe soltanto la totale assenza di acqua a uccidere, potrebbe farlo anche la sua prolungata scarsità in modo più subdolo e lento. Sembra infatti che quando l'acqua scarseggia l'organismo cerchi di limitare le sue necessità, in primo luogo inibendo la sensazione di fame, in questo modo si riduce la quantità di liquidi richiesta dall'intestino e dai reni, così le popolazioni che vivono nei luoghi colpiti dalla siccità sarebbero continuamente minacciate anche dal rischio di anoressia, un fattore che dovrà essere tenuto presente se si vogliono elaborare interventi efficaci la dove l'acqua è il bene più raro.
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