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Introduzione alla biochimica clinica
La biochimica clinica è una scienza applicata che studia l'effetto delle patologie sui processi biochimici dell'organismo, prendendo in esame qualsiasi tessuto o fluido biologico e misurandone sostanze o proprietà indicative.
Il fine della biochimica clinica è quello di prevenire, diagnostica ed, eventualmente, curare uno stato di malattia.
Questa scienza offre diversi contributi importanti:
1: offre spiegazioni su base puramente biochimica (enzimatica, proteica, dislipidemica etc.).
2: offre una classificazione nosografica ezio-patologica che affianca quella clinica.
3: offre reperti statisticamente significativi.
4: controlla i fattori di rischio ambientali e di lavoro.
L'attendibilità o bontà di una misurazione è il grado di concordanza tra il valore "vero" oggetto della misura, e la stima che l'analisi biochimica determina. Questo, ovviamente, può essere influenzato dal metodo, che rappresenta l'insieme dei metodi di misura, dell'esperienza del personale, delle influenze ambientali etc.
Precisione
La precisione è il grado di concordanza tra misure replicate effettuate sullo stesso campione; questo è un valore non esprimibile in termini numerici, ma lo è il suo reciproco, definita imprecisione; quest'ultima è una misura del grado di discordanza tra più misure replicate, ed è espressa dal valore della deviazione standard (DS), espressa nella stessa unità di misura in cui è espresso il valore della singola misura. L'imprecisione può essere calcolata, inoltre, come DS relativa, anche definta oefficiente di variazione, calcolata come segue:
Che cos'è la deviazione standard DS?
La media è un indicatore di tendenza centrale. Dà, infatti, una misura del valore del centro dei dati. È molto importante avere anche una misura di quanto i dati siano distanti dalla media. Si utilizza la varianza indicata con s
La sua radice s s è la deviazione standard o scarto quadratico medio. Questo nome indica l'operazione per calcolarla: lo scarto dalla media è la distanza tra il dato e la media | wi - < w > |; lo scarto quadratico è il
quadrato dello scarto; dei numeri così ottenuti si considera la media (si sommano e il totale si divide per il numero dei dati); la radice quadrata di questo numero dà una misura (in media) di quanto i dati si discostino dalla media.
É già stato detto che fonti di variazione sono presenti in ogni misurazione di un carattere biologico. Tale variabilità non è tuttavia del tutto imprevedibile: infatti, molti fenomeni naturali seguono un modello teorico definito «curva di distribuzione normale» o «gaussiana».
Questo modello è particolarmente utile, in quanto possiamo impiegarlo conoscendo soltanto la media e la deviazione standard. Infatti, in una gaussiana il 95% dei dati cade nell'intervallo media ± 2 volte la deviazione standard.
Più precisamente, si può dimostrare che l'intervallo (media ± deviazione standard) comprende il 68% circa dei dati; l'intervallo (media ± 2 deviazioni standard) ne comprende il 95% e l'intervallo (media ± 3 deviazioni standard) comprende pressoché tutti i dati (99.7%).
È la misura della deviazione dei risultati dal valore medio.
Riproducibilità
È la misura della deviazione dei dati dal valore medio nel corso di più settimane effettuata da tecnici che non conoscono l'identità del campione.
Accuratezza
È il grado di concordanza tra la migliore stima (grado medio trovato) ed il valore vero (conosciuto) della grandezza. [1] Questo è un concetto astratto e si considera come il più probabile valore ottenibile con metodi differenti che richiedono apparecchiature complicate, che danno, però, risultati complicati.
È la caratteristica del metodo di dosare solo ed interamente la sostanza studiata senza subire interferenza positive e negative da parte di altre sostanza presenti nel materiale; non ha valore numerico. Le tecniche radioimmunologiche hanno, ad esempio, alta specificità perché le reazioni Ag-Ab sono altamente specifiche.
La specificità diagnostica è usato per indicare l'incidenza di risultati negativi che si ottengono applicando il test a soggetti non portatori di malattia. Se il test applicato a 100 persone sane offre 100 risultati negativi, la specificità sarà del 100%.
Limite di Rivelabilità
È la più piccola sostanza che il metodo riesce a dosare.
Sensibilità - y (psi)
È l'attitudine del metodo a dosare piccole quantità del componente studiato; non ha valore numerico.
Le tecniche ottiche hanno una sensibilità che va da 10-4 a 10-6, cioè dai mg ai mg
Le tecniche radioimmunologiche hanno una sensibilità nell'orgine di 10-10, cioè degli Å.
La sensibiltà diagnostica indica l'incidenza di risposte positive che si ottengono applicando il test a pazienti affetti da una malattia. Se un test ha sensibilità del 100%, fornisce 100 risposte positive se effettuato su 100 persone malate. [2]
Rappresenta il numero di pazienti su 100.000 affetti da una malattia in un determinato momento.
Incidenza
È il numero di pazienti su 100.000 che in un anno contraggono la malattia. [3]
Il valore predittivo di un risultato positivo è la percentuale di veri positivi, rispetto ai positivi totali, che si ottengono quando il test è applicato ad una popolazione mista (malati + sani).
Analogamente il valore predittivo di un risultato negativo è la percentuale di veri negativi rispetto ai negativi totali. (veri negativi + falsi negativi)
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