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Il cognitivismo




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Il cognitivismo


Il movimento cognitivista  ha le sue radici fra gli anni '50 e '60.

Questo approccio, come il successivo, si distacca in modo netto dal precedente comportamentismo, per andare ad analizzare ciò che si nasconde dietro il comportamento: i processi cognitivi.

Il cognitivismo identifica 6 tipi di processi cognitivi analizzabili in modo autonomo, ma comunque interdipendenti fra loro:

percezione

attenzione

memoria

linguaggio

pensiero

creatività

L'aspetto più interessante di questi studi è quello della memoria.

Troviamo al vertice degli esponenti dell'epoca in materia Richard Shiffrin e Richard Atkinson con la creazione di una nuova concezione della memoria: essa viene rappresentata come un insieme articolato di sottosistemi, ognuno dei quali ha proprie funzioni specifiche.

I tre sottosistemi che essi individuarono sono la memoria sensoriale, a breve termine e a lungo termine.


MEMORIA

 














.se non viene riconosciuta, l'informazione non viene registrata.

 

.se non viene ritenuta importante scompare.

 





Molto importante è inoltre, per gli approfondimenti che intendo fare, conoscere l'organizzazione, sempre secondo il modello cognitivista, dei contenuti nella memoria a lungo termine.


Memoria a lungo termine

 


Memoria semantica

Conoscenze astratte, legate per esempio alle parole.

 

Memoria episodica

Conoscenze legate alla propria esperienza personale di vita.

 













La scienza cognitiva

Questa teoria si esprime in modo particolare intorno alla fine degli anni '70.

I cinque fondamenti su cui si basa la scienza cognitiva possono essere così riassunti:

>       oggetto di studio specifico sono le rappresentazioni mentali cioè quei processi in grado di organizzare le conoscenze;

>       i processi cognitivi avvengono in parallelo (su modello del calcolatore) e non in modo sequenziale;

>       studia i processi mentali separatamente da contesto: globale, individuale e socio-culturale.

>       si dichiara una scienza di ricerca interdisciplinare che raccoglie contributi dall'antropologia, dalla linguistica, dalla neuroscienza, dagli studi sull'intelligenza artificiale, .

>       affronta le tematiche della conoscenza rielaborando i temi oggetto di riflessione filosofica degli anni passati.

Al contrario del cognitivismo che riaffermava lo studio in laboratorio, l'ambiente prediletto per gli studi della scienza cognitiva è il contesto ecologico o comunque un ambiente il più possibile simile a questo.

La metodologia prediletta utilizzata da questa scienza è la simulazione al computer.

Chiaramente né mente né computer sono riducibili uno all'altro: ci sono molte differenze fra questi due 'risolutori di problemi'; prendiamo ad esempio il caso della mente umana, che è in grado di risolvere dei problemi anche quando le informazioni che possiede sono incomplete o errate.




La malattia di Alzheimer

I brevi cenni sulla memoria e sulla psicologia cognitiva sopra presentati fungono da preambolo al tema centrale che ho intenzione di trattare e approfondire: la malattia di Alzheimer nel particolare della sua insorgenza e sviluppo.

La demenza di Alzheimer, detta anche "la malattia che ruba la mente del paziente e spezza il cuore dei familiari" è un'affezione tipica dell'età senile che coinvolge molteplici aspetti della persona: la memoria, l'orientamento spazio-temporale, il pensiero, il giudizio, il linguaggio, la motricità, il comportamento, le attività di vita quotidiana, .

In sintesi la patologia va a colpire la persona nella sua organicità di unità bio-psico-sociale: ciò non toglie che rimanga soprattutto per noi operatori una persona, degna come tutte le altre di rispetto, cura, affetto e quant'altro gli è necessario.

Proprio per conoscere meglio i suoi bisogni è essenziale identificare in quale fase si trova il malato.


Evoluzione della patologia

Per cercare di descrivere meglio i sintomi inseriti nel contesto temporale evolutivo della patologia, ho deciso di basarmi sulla GDS (Global Deterioration Scale) o Scala di Deterioramento Globale.


Fase 1. Normale: il soggetto non presenta deficit mnesici.

Fase 2. Amnesia benigna: si evidenzia un lieve declino cognitivo che può includere la dimenticanza della dislocazione di oggetti o nomi dei familiari.

In questa fase la persona è preoccupata per la sintomatologia.

Fase 3. Iniziale stato confusionale: il declino cognitivo si evidenzia nei seguenti punti:

nel recarsi in una località non familiare la persona si perde;

diventa evidente a familiari ed amici l'incapacità di trovare nomi e parole;

ricorda poco di un brano che ha appena letto;

difficoltà nel ricordare i nomi di persone appena presentate;

il paziente perde o non mette a posto oggetti di valore;

è presente un deficit della concentrazione sottolineabile mediante test psicometrici o intervista da parte di un medico geriatra o psichiatra.

Tutti i sintomi sono accompagnati da ansia lieve o moderata.

Fase 4. Avanzato stato confusionale: il deficit è chiaro attraverso un'indagine clinica.

Le problematiche si manifestano in:

minor conoscenza di eventi attuali e recenti;

lievi mancanze nei ricordi del passato più lontano;

deficit di concentrazione più accentuato;

minor capacità di viaggiare, usare soldi, .

difficoltà ad assolvere incarichi complessi.

Non vengono ancora intaccate le abilità di orientamento temporale, di riconoscimento di persone familiari, di viaggiare in luoghi familiari.



Fase 5. Demenza iniziale: il declino diventa moderato o severo. Egli non ricorda:

informazioni utili nella vita quotidiana (indirizzo, numero di telefono, nomi dei parenti, scuole che ha frequentato, .)

la sua dislocazione spazio-temporale (data, giorno, stagione, luogo, .)

il paziente istruito può avere difficoltà a contare indietro da 40 sottraendo 4 numeri per volta e da 20 sottraendo 2 numeri per volta.

I pazienti ricordano ancora invece i fatti più salienti che riguardano loro stessi e gli altri: il loro nome e di solito anche quello dei coniugi e dei figli.

L'assistenza non è tanto necessaria per la cura della persona o per mangiare ma in particolare per il rischio che il soggetto corre a causa delle sue amnesie.

Fase 6. Demenza media: il declino cognitivo è ormai grave e lo si nota da:

l'occasionale dimenticanza del nome del coniuge;

l'inconsapevolezza di ciò che gli sta accadendo;

conserva un ricordo solo sommario della vita passata;

perde completamente l'orientamento spazio-temporale;

può diventare incontinente;

necessita di aiuto negli spostamenti;

il ritmo sonno-veglia è frequentemente alterato;

modificazioni della personalità e dello stato emotivo; questa include:

delirio (parla con esseri immaginari, accusa il coniuge di essere un impostore, .);

ossessioni (ad esempio si lava continuamente le mani);

sintomi ansiosi, agitazione e anche comportamento violento;

abulia cognitiva ( perde la forza di volontà, non sa finalizzare le sue azioni, .);

Fase 7. Demenza avanzata: quest'ultima fase è caratterizzata da:

perdita delle capacità verbali;

incontinenza urinaria;

necessità di assistenza per alimentazione ed igiene personale;

perdita delle fondamentali abilità psicomotorie (ma cammina);

impossibilità del cervello di comandare il corpo;

presenza di sintomi neurologici generalizzati;


Infine, quando il malato di AD è ormai allettato e, molto probabilmente, vicino alla morte, quello che i parenti possono fare è mantenere il contatto fisico con lui, forse l'unica sensazione che ancora riesce a giungere in qualche modo alla persona.



La riabilitazione cognitiva

A partire dai principi della scienza cognitiva varie terapie (dette appunto cognitive) sono state elaborate e vengono tutt'oggi attuate.

Un altro fondamento sulla base del quale è nato questo tipo di riabilitazione è il riconoscimento della plasticità cerebrale, e quindi l'eccitabilità della corteccia motoria cerebrale nel malato di Alzheimer, e una sua riorganizzazione fin dalle fasi precoci.

Il passaggio in cui i  pazienti hanno maggiore difficoltà, è quello della codifica delle nuove informazioni. Le abilità di immagazzinamento e rievocazione invece vengono intaccate più tardi.

Ecco in elenco le terapie che poi spiegherò brevemente:

Spaced-retrival technique

Method of vanishing clues

Errorless learning technique

Metodi di compensazione - Verbalizzazione e Visual Imagery

Metodi per la memorizzazione dei brani- "PQRST", Nessi logici, Categorizzazione semantica o fonologica, Schematizzazioni -

Metodi computerizzati

Metodo delle iniziali

Metodo delle storie

Metodo delle immagini assurde


Spaced-retrival technique

Consiste nel recupero della stessa informazione ad intervalli di tempo crescente.

Questa tecnica si è rivelata efficace per l'identificazione degli oggetti, per le associazioni nome-faccia, per la collocazione spaziale degli oggetti e per la programmazione delle attività quotidiane.

Si pensa che l'apprendimento tramite questa tecnica sia sostenuto principalmente dalla memoria procedurale.

Method of vanishing clues

Consiste nella riduzione progressiva dei suggerimenti finalizzati alla rievocazione dell'informazione.

Errorless learning technique

Consiste nella memorizzazione del materiale in fase di codifica commettendo il minor numero di errori. Questa tecnica migliora l'apprendimento stesso nei pazienti con AD.

Metodi di compensazione

La prima consiste nel verbalizzare del materiale visivo o associare un'immagine visiva a materiale verbale, con lo scopo di facilitare l'apprendimento.

La tecnica del Visual Imagery prevede invece la memorizzazione di informazioni mentali attraverso associazioni di immagini.

Metodi per la memorizzazione dei brani

"PQRST": analisi in modo dettagliato il brano da memorizzare.

Nessi logici: formazione di legami logici fra elementi da memorizzare.

Categorizzazione semantica: organizzazione delle informazioni all'interno di categorie semantiche definite.

Categorizzazione fonologica: organizzazione delle informazioni sulla base di assonanze fonologiche.

Schematizzazioni: schematizzazione del materiale per favorirne l'apprendimento.

Questi metodi hanno il fine di addestrare il soggetto ad ordinare logicamente il materiale da memorizzare.

Metodi computerizzati

Sono utilizzati per la riabilitazione rispetto ai disturbi mnesici del paziente e alle  sue abilità visuo-costruttive.

Metodo delle iniziali

Consiste nella costruzione di parole o frasi usando le iniziali delle parole da ricordare.

Metodo delle storie

Consiste nell'inserimento delle parole da memorizzare, all'interno di un breve racconto.

Metodo delle immagini assurde

Prevede la creazione di immagini bizzarre, assurde per facilitare la memorizzazione.


Un'altra idea generale che viene sostenuta è quella che le informazioni che la persona ha un particolare interesse/motivazione ad imparare siano memorizzate più velocemente.

L'assenza di studi in questo campo non permette di avanzare delle conclusioni rispetto alla reale efficacia di questi interventi riabilitativi, nonostante questi siano correntemente utilizzati in molte strutture.




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