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Francesco petrarca




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FRANCESCO PETRARCA


LA VITA DELL'AUTORE:

Francesco Petrarca (1304 - 1347), il più importante poeta e uomo di cultura del Trecento, artefice di una nuova immagine dell'intellettuale e creatore di un linguaggio poetico la cui influenza sulla poesia italiana non è mai venuta meno nel corso dei secoli. Nasce nel 1304 ad Arezzo, dove il padre si era rifugiato dopo esser stato esiliato da Firenze. Dopo qualche anno la famiglia si trasferisce in Francia, nei pressi di Avignone, sede di quegli anni del papato, dove ser Petracco ha ottenuto un incarico alla corte pontificia. Il giovane Francesco viene mandato a completare la sua educazione insieme con il fratello Gherardo prima a Montpellier e poi a Bologna. Egli però trascura gli studi di diritto per dedicarsi alla poesia. Nel 1326, dopo la morte del padre, torna ad Avignone e qui il venerdì santo del 1327 incontra, nella chiesa di Santa Chiara, Laura, la donna alla quale sarà legato da un amore intenso che avrà un ruolo centrale nella sua vita di uomo e di poeta. Da lì a qualche anno le necessità economiche sempre più impellenti lo inducono a una scelta che sarebbe stata seguita ben presto da molti altri intellettuali. Non volendo impegnarsi in un'attività professionale che non gli avrebbe consentito di dedicarsi completamente allo studio, come egli invece desiderava, preferisce seguire una forma particolare di carriera ecclesiastica: prende gli ordini minori, che obbligavano al celibato, senza comportare l'esercizio delle attività pastorale e la cura delle anime, e garantivano la rendita di un beneficio ecclesiastico, cioè di una proprietà della Chiesa. In tal modo egli si assicura l'indipendenza economica. Da questo momento la sua vita si svolge tra frequenti viaggi, compiuti ora per motivi di studio ora per svolgere delicate missioni diplomatiche, e periodi trascorsi nella quiete di Valchiusa, in Provenza, dove si dedica alla studio, alla lettura dei classici e alla composizione delle sue opere letterarie in latino e in volgare. Le prime, se si esclude l'Africa, un poema epico rimasto incompiuto, hanno carattere prevalentemente saggistico; le seconde sono componimenti in versi di argomento amoroso. La sua fama di uomo di cultura è tale che nel 1340 viene incoronato poeta a Roma in Campidoglio con una cerimonia assai solenne. Nel 1353 si stabilisce a Milano presso i Visconti per i quali svolge occasionalmente incarichi diplomatici, ottenendo in cambio protezione e larga disponibilità di tempo per i suoi studi. Nel 1362 si trasferisce a Padova e successivamente a Venezia. Trascorre gli ultimi anni della sua vita ad Arquà, presso Padova, dove muore nel 1374.


IL MODELLO DEL "CANZONIERE": ALLE ORIGINI DELLA POESIA MODERNA

Il Canzoniere è l'opera che, nella storia della letteratura italiana ed europea, e nella coscienza della cultura occidentale, definisce il modello assoluto e perfetto della poesia lirica, nei temi, nelle forme, nei contenuti e nello stile. Scritto nell'arco di un quarantennio, che va dal 1335 - 40 fino alla morte dell'autore (1374), già dal secolo successivo alla sua composizione si affermò come il prototipo esemplare della tradizione poetica moderna. Dal Medioevo fino ai giorni nostri, il Canzoniere è stato assunto dagli scrittori di ogni epoca e nazione quale imprescindibile punto di riferimento; in quest'opera, infatti, Petrarca inventa e definisce la nuova poesia lirica, rinata dopo la fine dell'età classica (greca e soprattutto latina). Nei suoi caratteri dominanti, essa rimarrà fino al Novecento come Petrarca l'aveva voluta: amorosa, autobiografica e introspettiva.

La ricchezza e l'importanza del Canzoniere dipendono, in primo luogo, dalla sua complessità e profondità: da un lato, esso appare come un'opera compatta e unitaria, nella quale sono attentamente ordinate, secondo un preciso disegno generale, 366 poesie. I singoli componimenti, inseriti in questa struttura, perdono autonomia e diventano segmenti di un unico discorso poetico, nel quale, con ogni testo, l'autore rivela sia i lati del suo mondo interiore, sia le tappe della sua progressiva maturazione spirituale. D'altro canto, tuttavia, ciascuna poesia tende ad affermarsi come frammento isolato, come storia autonoma, slegata e indipendente dalle altre, generando così una continua ambivalenza. Nel grande percorso narrativo che salda fra loro le liriche, infatti, Petrarca svela l'intera gamma di sentimenti e pensieri che definiscono la natura umana; nella stesso tempo, però, in tale costruzione ogni singolo pensiero o sentimento sembra volersi imporre sugli altri, rivendicando il proprio valore assoluto.


IL FASCINO E L'AMBIGUITA' DELL'OPERA

Questa ambivalenza ha incantato i lettori di ogni epoca: alcuni hanno percepito il Canzoniere come raccolta di poesie isolate e autonome, che esprimono i diversi contenuti, fra loro incrociabili, dell'animo umano; altri, invece hanno scorto l'ordine e la sistematicità dei rapporti che legano i singoli testi, come momenti fra loro complementari e successivi, non antitetici o alternativi. Entrambe le prospettive sono legittime, e da ciò deriva il fascino, dell'opera, sospesa tra unità e frammentazione, tra tensione all'ordine e apparente casualità. Questa ambiguità appartiene alla psicologia dell'autore: per un verso, ordinando i testi della raccolta, Petrarca aspira a disciplinare i sentimenti, le passioni, gli ideali della sua vita interiore; d'altro canto, come ogni poesia rivendica la propria autonomia, così Petrarca avverte che, nell'animo umano, ogni sentimento, passione o ideale tende a porsi come assoluto, escludendo e cancellando tutti gli altri. Nel Canzoniere si riflette dunque la natura sfuggente  e inafferrabile della personalità umana: nelle sue poesie Petrarca esprime situazioni emotive e psicologiche che non appartengono solo alla sua epoca storica, bensì all'esperienza di ogni individuo.


DAI FRAMMENTI AL LIBRO: L'OPERA COME SPECCHIO DELL'IO

Il Canzoniere è frutto di un'elaborazione letteraria protrattasi per oltre quarant'anni. Petrarca inizia a scrivere poesie d'amore in volgare probabilmente negli anni dell'adolescenza, quando studia diritto all'università di Bologna (1320 - 1326); nel 1336 - 37 comincia a selezionare le migliori, ricopiandole e ordinandole in un unico quaderno. Finalmente, nell'agosto del 1342, mentre soggiorna in Valchiusa ( in Provenza), dà forma alla prima raccolta unitaria e organica delle sue rime, tramite scelte, correzioni e revisioni: nasce la redazione originaria del Canzoniere. Negli anni seguenti, Petrarca continua a intervenire sull'opera: non solo aggiunge nuovi testi, ma integra, varia e postilla quelli già selezionati, per ottenere l'assoluta perfezione espressiva. La raccolta viene di volta in volta ricopiata e, a ogni passaggio, assume un ordinamento meglio definito, nel quale ciascuna poesia trova la propria collocazione. La redazione definitiva è del 1374, anno di morte del poeta.


DAL TESTO POETICO ALLA PARABOLA AUTOBIOGRAFICA: LE DUE PARTI DELL'OPERA

La prima parte dell'opera giunge fino al testo 263; essa illustra i vari momenti della passione amorosa per Laura, fino alla sua precoce scomparsa, comprendendo anche considerazioni dettate dagli altri interessi terreni del poeta: la politica, l'amicizia, la natura. Petrarca celebra qui la bellezza del paesaggio come occasione di conforto della coscienza; esalta il valore dell'amicizia e condanna la decadenza morale e civile della propria epoca. Il passaggio alla seconda parte è segnato da uno stacco netto, che coincide con il testo 264: in coincidenza con la morte di Laura, infatti, l'autore scopre la vanità degli interessi mondani e vi rinuncia; si sforza di coltivare altri sentimenti più nobili, indirizzando il proprio amore a ciò che non gli può essere sottratto (Dio, la giustizia, il bene, la verità, la poesia). La contrapposizione fra le due parti corrisponde quindi a quella fra le passioni del corpo e le passioni dell'anima. L'opera si conclude con un testo simmetrico e speculare al sonetto iniziale: si tratta della canzone Vergine bella, che svolge una funzione riassuntiva e conclusiva. Questa poesia viene scritta e inserita da Petrarca nel 1372: nasce dunque nell'ultima fase della sua parabola umana e letteraria, quando il Canzoniere  è quasi al termine. Con essa l'autore mette a fuoco l'unica scelta che, al termine dell'esistenza, può dare pace all'animo umano: la remissione alla religione. La Madonna viene invocata come consolatrice, come intermediaria tra Dio e l'uomo: il sentimento religioso appare come una aspirazione, per trovare pace e riposo.

Il Canzoniere è dunque costruito da Petrarca come una parabola autobiografica: ai testi che, indipendentemente dalla data della loro composizione, esprimono idee, affetti, valori tipici della giovinezza, seguendo quelli che ruotano intorno al tempo della maturità, quando nascono nuove aspirazioni esistenziali. Tale ordinamento è in verità il frutto di una scelta innovativa; all'epoca, infatti, le raccolte poetiche erano abitualmente costruite secondo altri criteri: rispettando la cronologia (il tempo di composizione dei singoli testi) oppure lo stile e la forma (separando canzoni, sonetti, ballate e madrigali). Viceversa Petrarca scompagina la successione cronologica, mischia poesie che appartengono a tempi e a forme diverse, per porre in primo piano il significato morale della storia che racconta.








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