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Diagnosi della sifilide congenita




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DIAGNOSI DELLA SIFILIDE CONGENITA


Per stabilire se un neonato da madre portatrice dell'infezione non adeguatamente trattata, sia effettivamente infetto le indicazioni diagnostiche si basano:

Sulla ricerca delle IgM specifiche .

Sull'evidenziazione diretta del microrganismo mediante test di immunofluorescenza su siero e liquido cefalorachidiano del neonato.


TRATTAMENTO DEL NEONATO

I neonati di madri sieroreattive devono essere trattati con penicillina, indipendentemente dal fatto che la madre fosse stata o meno trattata in gravidanza.

La sieronegatività al parto può non essere un indice certo di non-infezione materna.

Quindi, in caso di madre a rischio per fattori comportamentali o epidemiologici, bisogna ritestare la donna e il figlio, nei mesi successivi al parto, specie qualora il bambino presenti febbre o sintomi sospetti.

PREVENZIONE DELLA SIFILIDE

La possibilità di diventare infetti con la sifilide può essere ridotta evitando comportamenti sessuali a rischio:

  1. Usare profilattici di lattice o di poliuretano durante i rapporti sessuali;
  2. Limitare il numero dei partners di sesso
  3. Se si ritiene di essere infettati, evitare i contatti sessuali  fino alla completa guarigione;
  4. Se si è stati curati recentemente o si è in cura per la sifilide, bisogna assicurarsi che i partners ricevano anche loro le cure per evitare di essere infettati nuovamente. I partners di sesso devono ricevere le cure anche se non hanno nessun sintomo.

Non è attualmente disponibile un vaccino

In assenza di un vaccino efficace, il controllo della sifilide dipende dall'attuazione di:



Misure preventive

1. Sensibilizzare gli operatori sanitari.

2. Educazione alla salute.

3. Educazione sessuale:

Invito ad astenersi dalla promiscuità sessuale e dalle relazioni sessuali casuali.

Insegnare metodi di profilassi personale (condom).

4. Garantire l'accesso gratuito e anonimo alle strutture per la diagnosi precoce e il trattamento; incoraggiare il loro uso attraverso l'educazione della popolazione circa i sintomi e la modalità di trasmissione.

MISURE PREVENTIVE CONCERNENTI I CONTATTI

L'indagine sui contatti è fondamentale nei programmi di controllo della malattia

Lo stadio della malattia determina i criteri per la ricerca dei contatti da sottoporre a terapia preventiva:

a)     Sifilide primaria: tutti i contatti sessuali durante i 3 mesi precedenti l'insorgenza dei sintomi.

b)     Sifilide secondaria: tutti i contatti durante i precedenti 6 mesi.

c)     Sifilide latente: tutti i contatti dell'anno precedente.

d)     Sifilide congenita: tutti i membri della famiglia.



HBV

l'intervento si orienta essenzialmente verso la profilassi soprattutto nei confronti di HBV.

Profilassi dell'HBV in gravidanza-parto

Tutte le donne in gravidanza devono effettuare sistematicamente in ogni gravidanza un test di ricerca dell'HBsAg, in occasione di una visita prenatale precoce, altrimenti esse devono essere testate al momento del ricovero per il parto se non hanno mai fatto alcun test. La profilassi serve non solo per la donna ed il neonato ma anche per gli operatori sanitari a contatto col soggetto sieropositivo. Il test deve essere fatto nel primo trimestre e ripetuto nell'ultimo, perché è possibile che un test negativo possa positivizzarsi.

Profilassi dell'HBV in gravidanza-parto

Nati da madri HBsAg positive :

► 1 dose di 0,5 ml IM di immunoglobuline specifiche per l'epatite B (HBIG) entro le 12h dalla nascita.

► 3 dosi di un vaccino ricombinante contro il virus dell'epatite B (Recombivax mg/0,5 ml o Engerix B 10 mg/0,5 ml).

La 1a dose va somministrata contemporaneamente alle HBIG, ma inoculata in altra sede, in ogni caso entro i primi 7 giorni di vita(preferibilmente entro le 12h dalla nascita). La 2a e la 3a dose deve essere somministrata ad 1 mese e a 6 mesi d'intervallo dalla prima. Si raccomanda poi di eseguire la ricerca dell'HBsAg e degli anti-HBs a 12 ed a 15 mesi.  

In particolare dove l'infezione da epatite B è altamente endemica o la ricerca dell'HBsAg nella madre è irrealizzabile, la più efficace strategia per controllare l'epatite B è rappresentata dalla vaccinazione di tutti i neonati (utilizzando 5 mg/0,5 ml di Recombivax o 10 mg/0,5 ml di Engerix B).

Non è raccomandato separare il figlio dalla madre HBsAg-positiva e l'allattamento al seno non sembra aumentare il rischio di trasmissione postnatale dell'HBV.


Complesso TORCH

Principali infezioni in gravidanza pericolose per il feto (TORCH)

n     TOxoplasmosi

n     Rosolia

n     Citomegalovirus

n     Herpes virus

Mentre le altre patologie precedentemente trattate hanno effetti negativi anche sulla madre queste patologie hanno effetti scarsi sulla madre e molto gravi sul feto, infatti il controllo per la positività di tali patologie viene fatto sin dal primo trimestre di gravidanza.


TOXOPLASMOSI

n     Eziologia: toxoplasma gondii.

n     Modalità di trasmissione: ospite defintivo gatto, vie di trasmissione (alimentare)carne poco cotta, salumi, verdure non/poco lavate.

n     Danno fetale: cerebrale, neurosensoriale, sistemico.

n     Suscettibilità: tutta la gravidanza, non c'è un periodo di gravidanza più suscettibile rispetto ad un altro, però le conseguenze sul prodotto del concepimento variano a seconda che ci troviamo in fase embrionaria o nelle epoche successive, con aspetti più o meno accentuati.

n     Prevenzione: è legata principalmente all'attuazione di adeguate misure igieniche.

n     Terapia: medica a base di antibiotici (rovamicina soprattutto).



ROSOLIA

n     Eziologia: virus della rosolia

n     Modalità di trasmissione: contagio inter- umano, non ci sono serbatoi animali come invece avviene per il toxoplasma

n     Danno fetale: cerebrale, neurosensoriale, sistemico

n     Suscettibilità: < 16 settimane è + frequente e + grave, in questa fase il adanno è maggiore, se l'infezione si verifica in epoche successive il danno sarà minore, infatti in forme che si verificano all'8°-9°mese le conseguenze sul feto son scarse perché ormai il feto è già sviluppato.

n     Prevenzione: vaccinazione, dovrebbero essere vaccinate tutte le bambine prima del menarca. Ancora tale vaccinazione non è obbligatoria, le donne che vogliono programmare una gravidanza e risultano essere sieronegative possono eseguire il vaccino ma per un periodo di 6 mesi devono evitare le gravidanze(adottare metodiche contraccettive sicure per evitare manifestazioni dovute al vaccino)

n     Terapia: nessuna


CITOMEGALOVIRUS

n     Eziologia: citomegalovirus.è abbastanza frequente se contratta in gravidanza può esser un'indicazione all'aborto terapeutico perché la diagnosi a volte viene fatta in ritardo ed è quindi possibile che si sia manifestato già un danno fetale.

n     Modalità di trasmissione: contagio interumano (soprattutto urine lattanti contengono elevate percentuali di virus).

n     Danno fetale: cerebrale, neurosensoriale, sistemico.

n     Suscettibilità: tutta la gravidanza.

n     Prevenzione: (misure igieniche). Contatti con soggetti positivi al virus da evitare e alimentazione controllata.

n     Terapia: nessuna.


HERPES SIMPLEX

HSV1 - HSV2: DNA VIRUS, neurotropi in grado di persistere nei gangli in fase latente in condizioni di immunocompetenza.

HSV-1:   HERPES LABIALIS, STOMATITE, CHERATITE.

HSV-2: HERPES GENITALIS.

MODALITA' DI CONTAGIO:

ORIZZONTALE: contatto diretto

VERTICALE (MATERNO-FETALE)

TERAPIA

infezione primaria:

farmaci antivirali:acyclovir, famciclovir, velacyclovir

infezione ricorrente:

1. lesioni genitali in atto in epoca lontana dalla data presunta del parto

e' consigliabile la terapia confarmaci antivirali

2. lesioni genitali in atto nell'imminenza del parto

taglio cesareo elettivo a membrane integre o entro 4 ore dalla rottura delle membrane+terapia antivirale

la protezione fornita dal TC elettivo non e' totale.


VIRUS VARICELLA ZOSTER

È da prendere in considerazione perché spesso madri alla 2°-3° gravidanza hanno altri bambini in età pediatrica i quali possono contrarre l'infezione e trasmetterla alla madre. È MOLTO CONTAGIOSA

ETIOLOGIA: virus a dna a doppia elica, famiglia herpesviridae

varicella: malattia esantematica da infezione primaria da vzv

SINTOMATOLOGIA:

PERIODO PRODROMICO:   cefalea, febbre, malessere

RASH CUTANEO: MACULE-PAPULE-VESCICOLE- CROSTE contemporaneamente, che si diffonde dal volto, al tronco ed alle estremità. Durata: 7-10 giorni

COMPLICANZE                                                                                      Sovrinfezione batterica delle lesioni cutanee, polmonite cerebellite, encefalite epatite, nefrite, pericardite, s. di Reye

VZV E GRAVIDANZA

INFEZIONE MATERNA NEL I TRIMESTRE(particolarmente grave):

VIREMIA MATERNA ->TRASMISSIONE TRANSPLACENTARE (8-24%)->VARICELLA CONGENITA:

v    92% LESIONI CUTANEE

v    69% ANORMALITÀ OCULARI(CATARATTA,CORIORETINITE)

v    52% DIFETTI NEUROLOGICI

v    40% IPOPLASIA DEL LIMBO

v    25% MORTE NEL I MESE DI VITA

v    16% RITARDO PSICOMOTORIO

v    16% ATROFIA MUSCOLARE, MALFORMAZIONI DITA

solo il 10% dei feti infetti presentera' una varicella congenita quindi la fetopatia si avra' nell'1-2% dei casi di infezione materna primaria.


Prevenzione delle infezioni del gruppo TORCH

n     Vaccinazione per rosolia. Anche per varicella seppur non obbligatoria.

n     Misure igieniche per toxoplasmosi e citomegalovirus.

n     Sierologia all'inizio della gravidanza per identificare i soggetti immuni e controlli seriati nelle pazienti recettive.





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