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Alimentazione del bambino




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ALIMENTAZIONE DEL BAMBINO: il latte materno è costituito da acqua, glucidi, lipidi, protidi, sali minerali e vitamine ed è l'alimento ideale nei primi mesi di vita. Sono presenti nel latte materno anche vitamine, enzimi e molecole anticorpali. Il latte materno è più appropriato per l'alimentazione neonatale perché più facilmente digeribile e assimilabile. Nei primi giorni dopo il parto la secrezione mammaria è costituita da un liquido denso di colore giallo, il colostro, particolarmente adatto per il suo contenuto proteico e minerale. Dopo alcuni giorni il colostro si trasformerà in latte di transizione e successivamente in latte definitivo. L'allattamento al seno può però essere difficoltoso o impossibile per impedimenti sia della madre che del bambino. Quando il latte materno è insufficiente per le esigenze del lattante è necessario ricorrere all'allattamento misto utilizzando anche del latte artificiale. Il latte più utilizzato nell'allattamento misto è il latte vaccino differente dagli altri per composizione. Prima di essere somministrato al lattante deve essere modificato per essere sempre più simile al latte materno tramite la diluizione (aggiungendo acqua), l'aggiunta di zuccheri (per aumentare il valore calorico) e con l'interazione lipidica (aggiunta di olio di semi di mais o di girasole). Il latte in polvere è proto all'uso con l'aggiunta di acqua a 30°-35°C. Il biberon e la tettarella devono essere lavati e sterilizzati. Tra le tecniche di conservazione e risanamento del latte troviamo la bollitura a fiamma diretta (temperatura di ebollizione a 101°C) e la bollitura a bagnomaria (l'acqua bollente circonda la bottiglia).

IL LATTE APPENA MUNTO: il latte appena munto è stato per anni un alimento quotidiano tradizionale. Ci sono però dei fattori di rischio: una scarsa igiene che possono favorire lo sviluppo di agenti batterici pericolosi. La mungitura manuale è stata vietata utilizzando mungitrici automatiche. Il latte appena munto si conserva sano per poco tempo a temperatura ambiente. (una giornata per la massima conservabilità). I batteri si moltiplicano infatti rapidamente alcuni batteri lo fanno inacidire e coagulare mentre altri possono causare malattie a chi lo ingerisce. In realtà il latte acidificato si trasforma in derivati commestibili (es. yogurt). Per eliminare o ridurre i microrganismi patogeni nel latte sono necessari alcuni trattamenti.

RISANAMENTO DEL LATTE: 

Inquinamento primitivo: tubercolosi (la più pericolosa, la minaccia riguarda i bambini) e brucellosi (bacillo eliminato dalla vacca anche tramite il latte e se questo è contaminato possono essere contaminati anche i derivati).

Inquinamento secondario: introduzione dei germi nel latte tramite l'ambiente esterno. La causa fondamentale è la scarsa cura della condizione igienica. I germi possono provenire dalla stalla o portati dall'uomo. Tra queste troviamo il tifo e le infezioni paratifiche.

Metodi di risanamento: utili per distruggere i germi patogeni e diminuire la flora batterica. Il metodo domestico più diffuso è l'ebollizione che occorre aspettare e farla continuare per 3-5 minuti. Un metodo di risanamento industriale è la pastorizzazione.

PROCEDIMENTI TERMICI DI RISANAMENTO DEL LATTE:

Raffreddamento: il latte a 37°C uscito dalle mammelle entra nelle cisterne chiuse dove viene raffreddato a 4°C. viene poi trasferito alle autobotti per portarlo ai caseifici.

Pastorizzazione: scaldare il latte a temperature capaciti di uccidere i microbi. I trattamenti sono diversi in base alle specifiche esigenze produttive. Si effettua a diverse temperature. I trattamenti si concludono con il raffreddamento (4°C).

Pastorizzazione bassa: solo con latte a minimo rischio di contaminazione portato a 65°C per 30 minuti. Poco efficace per usi di alimentazione diretta.

Pastorizzazione rapida HTST: latte a 72°C per 15 secondi. Uccide il 95% dei batteri ma resta il 5% di spore (batteri molto resistenti al calore). Latte subito raffreddato.

Trattamento UHT: latte scaldato a 135°C per 2-5 secondi. Si effettua anche con immissione di vapore.

Sterilizzazione: Assicura l'eliminazione di tutti i batteri e spore. Il più usato è l'upperizzazione cioè si riscalda il latte con vapore di acqua a 120°C circa per 20/30 minuti. Il latte così ha lunga conservazione all'ambiente esterno (4-6 mesi). Se aperto un cartone però tenerlo in frigo e consumarlo entro pochi giorni.

Scrematura: per diminuire i grassi; si centrifuga il liquido fino alla separazione della panna. Microfiltraggio: sterilizzazione non termica; passare il latte in filtri dai fori microscopici. Non sostituisce le sterilizzazioni termiche.

LA BRUCELLOSI: zoonosi causata da batteri del genere Brucella. Colpisce diversi tipi di animali. La malattia rappresenta un importante problema per le infezioni umane e causa grandi danni economici. Gli uomini possono contrarre la malattia entrando in contatto con animali o prodotti di origine animale contaminati. 3 vie in cui passa l'infezione: cibi o bevande contaminati (via + comune), inalazione o ferite sulla pelle. C'è anche una piccola possibilità di contagio da cane a uomo ma l'infezione nei cani può essere curata in pochi giorni. L'infezione da uomo a uomo è molto rara. È possibile anche il contagio tra madre e figlio attraverso l'allattamento.

Sintomi e terapia:i sintomi sono febbre, mal di testa, mal di schiena e debolezza. Possono esserci anche infezioni al SNC. Negli uomini la terapia può presentare problemi, i medici possono prescrivere antibiotici. Nei casi più gravi c'è il ricovero ospedaliero. C'è anche il rischio di morte. Non ci sono ancora vaccini. Il consiglio è quello di non consumare prodotti non pastorizzati.


MAMMELLA: costituito dalla cute a da un gruppo di ghiandole che costituiscono la ghiandola mammaria. Il tessuto mammario è formato da 3 componenti: tessuto ghiandolare, tessuto fibroso e tessuto adiposo. La mammella presenta al suo apice il capezzolo circondato dall'areola mammaria di 3-5 cm.

ALIMENTAZIONE DEL LATTANTE: l'alimentazione è una delle funzioni del bambino nei primi mesi. Non riceve soltanto sostanze nutritizie per la crescita e lo sviluppo ma stabilisce anche i primi rapporti con il mondo esterno acquisendo un processo di apprendimento, ottiene i primi piaceri. All'inizio della vita l'unico alimento per il bambino è il latte che contiene sostanze nutritive idonee. Il latte è l'alimento base per il primo anno di vita ma si devono aggiungere anche altri alimenti per facilitarne lo sviluppo. Dopo i 12 mesi può mangiare qualsiasi cibo.

Allattamento naturale: è l'allattamento al seno. Alimentazione del bambino con il latte prodotto dalle mammelle. Il lattante ottiene con la suzione del capezzolo.

MONTATA LATTEA: Durante la gravidanza si ha l'inizio della funzione delle ghiandole mammarie sviluppate per produrre latte per alimentare il neonato. Al termine della gravidanza le ghiandole mammarie secernano il colostro espulso all'esterno quando il neonato succhia il seno. Con la suzione aumenta la secrezione di prolattina e stimola la secrezione di latte. È molto importante che il bambino cominci subito a succhiare il capezzolo per stimolare la produzione lattea. È probabile che nelle prime poppate il bambino non riesca a nutrirsi sufficientemente. Queste poppate però sono utili perché stimolano la produzione di latte e mantengono nel bambino i riflesso della suzione. Se le prime poppate vengono ritardate il processo della produzione di latte potrebbe alterarsi. Se si abitua il bambino all'allattamento artificiale è possibile che in seguito rifiuti il seno della madre. Se il processo naturale non viene interrotto nel 3° giorno dopo il parto si produce la montata lattea che consiste nella ingrossamento delle mammelle perché le ghiandole mammarie raggiungono la massima attività e inizia la vera e propria produzione di latte. Dopo la montata lattea inizia la secrezione mammaria.

FISILOGIA E METODO DELL'ALLATTAMENTO: Affinché l'allattamento non venga alterato è consigliabile che la donna allatti in condizioni tranquille. Prima e dopo ogni poppata la donna deve pulire i capezzoli per evitare di trasmettere al bambino infezioni o evitare disturbi come mastiti e ragadi. È necessario assumere una posizione comoda per madre e neonato. La durata delle poppate varia in generale.

CURA DELLE MAMMELLE: RAGADI E INGORGO MAMMARIO. Le ragadi sono lesioni della pelle del capezzolo o dell'areola mammaria. L'insorgenza è favorita dall'umidità dovuta al latte o dall'irritazione per la suzione. Le ragadi possono essere molto dolorose. Esse favoriscono le infezioni perché possono penetrare microrganismi. Quando si presentano è necessari evitare la suzione diretta applicando capezzoli di vetro/plastica o estraendo il latte. L'ingorgo mammario è un ristagno di latte che aumenta la pressione del latte all'interno dei dotti. Questo provoca difficoltà circolatoria con una diminuzione della produzione di latte. L'ingorgo mammario può predisporre a mastite con comparsa di febbre. Sono utili antipiretici e antinfiammatori. La terapia dell'ingorgo mammario prevede il tira-latte prima di ogni poppata.

LA MASTITE: Infiammazione di una zona della mammella che si manifesta frequentemente nelle donne che allattano le prime settimane dopo il parto. L'infiammazione si può trasformare in infezione. La causa è l'ostruzione di uno o più dotti galattofori con perdita di latte intorno al tessuto mammario e infiammazione locale. Questo succede quando si ha un allattamento con regole rigide, la suzione è inadeguata o debole, si indossa un reggiseno stretto e può derivare anche da una ragade del capezzolo. Un dotto ostruito provoca dolore e gonfiore localizzati in un punto ben preciso della mammella; bisogna aumentare la frequenza delle poppate massaggiando la zona gonfia e applicando un panno caldo-umido prima della poppata. È importante non sospendere l'allattamento al seno favorendo suzioni frequenti. È utile perla mamma somministrare analgesici o antibiotici.                

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