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FINO AL '29:
Il periodo antecedente la Grande crisi del '1929 fu, per quanto riguarda la politica delle aziende, caratterizzato da una discreta prosperità nel settore economico.
Dopo la prima Guerra Mondiale, infatti, si era dovuto lavorare parecchio prima di raggiungere un equilibrio economico che fosse abbastanza solido e a partire dalla fine degli anni '20 possiamo affermare che le aziende si erano stabilizzate dignitosamente sul mercato.
Pur vivendo in un generale clima di povertà, esse si trovavano in una situazione di non concorrenza, producevano essenzialmente beni di prima necessità e la clientela acquistava soltanto ciò di cui necessitava.
L'Europa di questi anni dipendeva moltissimo dagli Stati Uniti e, il 24 ottobre del 1929, il cosiddetto "giovedì nero", fu la causa del fallimento della maggioranza delle imprese incluse quelle bancarie.
Nei Paesi europei, oltre al declino delle attività produttive e commerciali si sovrappose una crisi finanziaria che determinò il collasso del sistema bancario.
Le banche inglesi dovettero far fronte ad un precipitoso ritiro dei capitali stranieri e ad ingenti richieste di conversione delle sterline in oro.
Nel settembre 1931, esauritesi le riserve auree della Banca d'Inghilterra, fu sospesa la convertibilità della sterlina e la moneta inglese fu estremamente svalutata.
Tutti i governi decisero di far fronte alla crisi affidandosi ai classici principi della scuola liberale: primo fra tutti quello del pareggio di bilancio.
Venne tagliata la spesa pubblica e furono introdotte nuove imposte e tasse che non fecero altro che aggravare la situazione.
GLI ANNI TRA IL '29 E IL '50:
L'inizio di un modesto miglioramento cominciò a manifestarsi verso la fine degli anni '30 e fu dovuto essenzialmente al generale incremento delle spese militari conseguente all'aggravarsi delle tensioni internazionali.
In particolare, per le banche Italiane, però, la ripresa iniziò solo nel 1936 con la seconda legge bancaria.
La prima legge bancaria del 1926, che poneva come suo primo obiettivo la tutela degli interessi dei risparmiatori: istituì un albo al quale dovevano essere iscritte tutte le aziende bancarie; disciplinò la costituzione, tramite apposita richiesta, di nuove o periferiche aziende bancarie; attribuì alla Banca d'Italia la funzione di vigilanza e impose alle altre banche l'obbligo di far pervenire annualmente a questo Istituto i loro bilanci.
Si rivelò, purtroppo, un fallimento non appena ci fu il crollo della Borsa di Wall Street.
Fu così varata la legge del 1936, molto più flessibile, vietava alle banche di effettuare investimenti in partecipazioni; istituiva l'Ispettorato per la difesa del risparmio e per l'esercizio del credito; il Comitato dei Ministri e stabiliva gli interventi da prendere in caso di dissesto bancario.
In questi anni si avviò un generale processo di orientamento alle vendite, le imprese cominciarono a trovarsi in concorrenza tra loro ed a produrre anche beni di tipo voluttuario.
A questo punto, il cliente è libero di acquistare ciò che ritiene più conveniente per le sue necessità.
FINE ANNI '50:
Anche il secondo Grande conflitto si può considerare concluso; sono però questi gli anni della Guerra Fredda.
Vari sono i progetti, attuati dalle due principali Potenze vincitrici, volti alla ricostruzione dei Paesi sconfitti, quali: il "Piano Marshall" del 1947; il "Consiglio di mutua assistenza" (COMECON) del 1949; la formazione della "Comunità europea del carbone e dell'acciaio" del 1951 e la formazione della "Comunità economica europea" del 1957 tramite i Trattati di Roma.
La concorrenza sul mercato si manifesta in modo sempre più concreto e il cliente viene messo al centro dell'attenzione da parte delle imprese, che iniziano a creare nuovi bisogni per la clientela e a sviluppare una nuova scienza: il marketing.
ANNI '70:
Quello successivo all'emanazione della legge bancaria fu un lungo periodo sostanzialmente tranquillo per il sistema bancario.
Alcuni accenni di turbolenza iniziarono a manifestarsi di nuovo nell'ambito del sistema attorno agli anni '70.
A partire da questo periodo ha inizio quel processo definito con il termine di disintermediazione bancaria, che consiste nella perdita di potere da parte delle banche sulle preferenze dei risparmiatori e dei soggetti in deficit finanziario.
I risparmiatori avevano tradizionalmente visto nella banca lo sbocco naturale verso il quale indirizzare i loro risparmi, ma in quel periodo caratterizzato dal primo shock petrolifero ci fu un eccessivo innalzamento del tasso d'inflazione e della spesa pubblica.
Lo Stato, per cercare di far tornare i livelli di spesa pubblica e di inflazione accettabili, offrì ai risparmiatori titoli di Stato a tassi di rendimento estremamente alti.
In questo modo riuscì ad attrarre verso le proprie casse ingenti capitali nel più breve tempo possibile.
Le banche ne risentirono parecchio, infatti i loro tassi di rendimento risultavano inferiori rispetto a quelli offerti dallo Stato e i risparmiatori si erano indirizzati verso l'acquisto di titoli del debito pubblico.
L'unica soluzione per le aziende bancarie era quella di diversificare il loro prodotto/servizio, nel tentativo di fidelizzare nuovamente il cliente e riacquisire potere sul mercato finanziario.
Anche per le banche si afferma la nuova politica del marketing, in particolare definito come marketing bancario.
DEFINIZIONE:
Il marketing consiste in un insieme di attività organizzate, programmate e controllate che si basano sullo studio del mercato e delle strategie migliori per la realizzazione di un incremento delle vendite di un'azienda.
Il settore del marketing, pone al centro dell'attenzione i gusti ed i bisogni della clientela, creandone anche di nuovi, nella speranza di accrescere la fiducia da parte dei clienti in modo di soddisfarli al meglio.
Per fare ciò, questa branca dell'economia aziendale si avvale di
" 5 leve" fondamentali, conosciute anche come "5 P":
Prodotto / (servizio) Produit / (service);
Prezzo Prix;
Punto vendita Point de vente;
Attività promozionale Promotion;
Personale Personnel.
DEFINITION:
Les banques sont des entreprises avec la fonction de recevoir par le public des fonds pour les employés, pour leur propre compte en opérations différentes.
On peut les classer en trois catégories:
banques de dépot, qui assurent la collecte des fonds à vue et financent à court terme l'industrie et le commerce;
banques d'affaires, qui utilisent uniquement leur propre capital pour prendre des participations dans des entreprises et pour fournir des crédits sans limitation de durée aux entreprises;
banques de crédit à moyen et long terme, dont l'activité consiste à ouvrir des crédits pour une période d'au moins deux ans.
Aujourd'hui, elles doivent se préoccuper de battre la concurrence, étudier bien le marché et leur clients attravers le marketing bancaire.
DEFINITION:
Le marketing bancaire c'est l'ensemble des actions visant à créer, maintenir et accroire la puissance de vente grace à une connaissance des besoins des consommateurs potentiels pour ce qui concerne les banques et leur marché financiaire.
Chaque banque peut avoir un bureau specialisé dans le marketing avec du personnel qualifié dans ce secteur, ou peut s'affider à des bureaux spécific qui s'occupent seulement de l'etude du marché bancaire.
L'essentiel est reussir à obtenir le meilleur résultat en utilisant les "5 P".
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