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L'aspetto economico della gestione




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L'ASPETTO ECONOMICO DELLA GESTIONE



a) i costi


Abbiamo in precedenza affermato che l'azienda di produzione, una volta reperiti i mezzi per potere avviare la propria attività tramite il finanziamento iniziale (sia esso tramite capitale proprio sia con capitale di terzi), inizia il processo produttivo con la fase di acquisizione dei fattori produttivi.

Sono fattori produttivi tutti quei beni e servizi necessari per lo svolgimento del processo di produzione. Se facciamo riferimento all'esempio finora considerato di un'azienda produttrice di mobili, saranno fattori produttivi sia i beni strumentali (immobili, impianti, macchinari, automezzi), sia i beni destinati all'impiego nella lavorazione (legname, vernici, ferramenta), sia i servizi impiegati (lavoro, consulenze, trasporti, energia elettrica).

Sul piano economico, l'acquisizione di tali fattori si chiama investimento e comporta il sostenimento di costi.

Sono quindi costi tutti gli oneri che l'azienda sostiene per acquisire fattori produttivi necessari per svolgere la gestione. Ad esempio, sono costi quelli sostenuti per acquisire fattori produttivi che partecipano ai processi produttivi per vari anni, come i fabbricati, i terreni, gli impianti, i macchinari, etc. (costi pluriennali); sono costi quelli sostenuti per acquisire fattori produttivi che esauriscono la propria funzione economica nell'arco dell'esercizio (costi d'esercizio).

I costi d'esercizio possono poi variamente configurarsi : costi per l'acquisizione di materie prime, materiali di consumo, merci destinate alla rivendita; costi per salari e stipendi e per oneri assicurativi previdenziali (costi del personale); costi per l'acquisizione dei servizi necessari per la produzione e la vendita (costi di trasporto, per elettricità, gas, telefono, ritiro rifiuti, pulizie, manutenzioni, consulenze, assicurazioni, etc.); costi relativi dall'utilizzo di beni di terzi (fitti, noleggi, canoni di leasing); costi relativi a finanziamenti ricevuti (interessi, spese bancarie); costi di natura tributaria-fiscale (imposte sul reddito, etc.).



b) i ricavi


L'investimento in fattori produttivi e, quindi, il sostenimento di costi vengono effettuati dall'imprenditore nella prospettiva di un successivo scambio sul mercato del risultato dell'attività produttiva, costituito da beni (prodotti, merci, etc.) o da servizi.

Tale scambio può dirsi disinvestimento e comporta l'ottenimento di ricavi.

Sono quindi ricavi i corrispettivi derivanti dallo scambio di beni e dalla prestazione di servizi. I tipici ricavi saranno allora quelli derivanti dalla vendita dei prodotti finiti (nelle imprese industriali produttrici di beni), dalla vendita delle merci (nelle imprese mercantili) e dalla vendita delle prestazioni (imprese di servizi).

Altri ricavi possono giungere all'impresa in relazione a finanziamenti concessi a terzi (interessi attivi su conti correnti bancari, su titoli, su dilazioni di pagamento concesse ai clienti, etc.), fitti attivi, disinvestimenti di fattori produttivi (ad esempio, in occasione della cessione di un bene strumentale usato), etc.





c) il reddito globale


A questo punto, se consideriamo l'intero arco di vita di un'azienda, dal momento della sua nascita a quello del suo scioglimento, possiamo definire reddito globale il risultato economico conseguito, cioè la differenza algebrica fra tutti i ricavi ottenuti e tutti i costi sostenuti.

Tale procedimento di calcolo del risultato economico si definisce analitico ed è espresso dalla relazione   r = R - C , dove r è il reddito, R i ricavi totali e C i costi totali.

Un altro procedimento di calcolo del reddito è quello sintetico : nell'ipotesi in cui durante l'intera vita dell'azienda l'imprenditore non abbia mai effettuato nuovi apporti di capitale proprio né abbia mai prelevato risorse aziendali, allora il reddito globale può essere determinato come differenza tra il patrimonio netto finale ed il patrimonio netto iniziale.

Il procedimento si esprime con la seguente relazione : r = PNF - PNI , dove r è il reddito, PNF il patrimonio netto alla fine del periodo e PNI il patrimonio netto all'inizio del periodo.

Nel caso, più vicino alla realtà, in cui vi siano stati apporti (cioè aumenti del patrimonio netto non dovuti alla gestione) e prelievi (cioè diminuzioni del patrimonio netto aziendale a favore del patrimonio personale dell'imprenditore per scopi personali) durante la vita aziendale, la relazione si trasforma nella seguente : r = PNF - PNI - APPORTI + PRELIEVI .

Infatti gli apporti non fanno parte del reddito, in quanto non originati dalla gestione ma dall'intervento personale dell'imprenditore, e quindi vanno sottratti, mentre i prelievi personali vanno riaggiunti al reddito in quanto si tratta evidentemente di quote di reddito prelevate prima della conclusione del periodo di riferimento.

I risultati ottenuti col procedimento analitico e sintetico ovviamente conducono allo stesso importo, che può avere segno positivo (R>C ovvero PNF>PNI) e chiamarsi utile oppure può avere segno negativo (R<C ovvero PNF<PNI) e chiamarsi perdita.


ESEMPIO


Un imprenditore costituisce l'impresa XYZ con un conferimento iniziale in contanti di euro 100.000.          Dopo cinque anni decide di sciogliere l'impresa, ottenendo dalla liquidazione del patrimonio aziendale euro 190.000. Non ha effettuato alcun prelievo né apportato nuovi mezzi.

Durante la gestione sono state compiute le seguenti operazioni :


* acquistati impianti e macchinari per euro 80.000

* acquistate materie prime per euro 110.000

* pagate retribuzioni e oneri sociali per euro 80.000

* sostenuti costi per servizi vari per euro 60.000

* pagate imposte per euro 50.000

* ottenuti ricavi di vendita dei prodotti per euro 410.000

* ottenuti ricavi di vendita degli impianti e macchinari per euro 60.000


Il reddito globale è un utile di euro 90.000; si ottiene tale importo sia col metodo sintetico (PNF 190.000 - PNI 100.000), sia col metodo analitico (es.: Ricavi 470.000 - Costi 380.000). La nozione di reddito globale non è però di grande utilità nella pratica, in quanto si riferisce all'intera vita dell'azienda, per cui occorre attendere la fine dell'azienda per poterne misurare il risultato economico. E' invece di grande importanza determinare il risultato economico della gestione con riferimento a periodi di tempo più brevi, durante la stessa vita dell'azienda, allo scopo di effettuare le necessarie correzioni alla gestione finché l'azienda si trova ancora in funzionamento.


d) il reddito d'esercizio


Al fine di determinare il risultato economico (utile o perdita) con maggiore frequenza, l'intera vita dell'impresa viene suddivisa in periodi più brevi, di solito della durata di un anno solare, detti periodi amministrativi o anche esercizi.

La suddivisione è ovviamente soltanto ideale, dato che nella realtà la gestione è continua : le operazioni di gestione avvengono senza interruzione, i cicli aziendali sono costantemente in azione. Però l'imprenditore ha la necessità di conoscere periodicamente l'andamento della gestione, cioè il risultato economico, senza per questo dover fermare concretamente l'attività dell'azienda.

Dato che il reddito è in continua formazione, per determinare il risultato economico relativo ad un singolo esercizio è necessario ripartire i costi ed i ricavi che derivano dalle operazioni di gestione in due categorie principali, secondo il principio della competenza economica :


* costi e ricavi di competenza dell'esercizio

* costi e ricavi non di competenza dell'esercizio


La competenza economica di un costo o di un ricavo indica la partecipazione di quel costo o di quel ricavo alla formazione del reddito attribuibile ad un dato esercizio.

Per esempio, se l'imprenditore acquista in contanti un macchinario che utilizzerà nei processi produttivi per otto anni, pur sostenendo in questo esercizio il costo e la relativa uscita finanziaria, appare evidente come non l'intero costo sia di competenza dell'esercizio stesso, ma solo una quota, detta quota di ammortamento, che sarà pari all'ottava parte del valore di acquisto. Infatti, dato che il macchinario partecipa alla gestione per otto anni, il suo costo andrà appunto ripartito per otto esercizi, incidendo quindi su ciascun esercizio (e sul risultato economico) per un ottavo.

Oppure, se l'imprenditore paga in via anticipata l'affitto del locale per i mesi di novembre, dicembre e gennaio, versando euro 300, è chiaro che , anche se l'uscita finanziaria si è manifestata completamente nel primo esercizio, economicamente soltanto la quota di costo relativa ai primi due mesi (pari a euro 200) è di competenza del primo esercizio, mentre la restante quota di euro 100 relativa al mese di gennaio è un costo di competenza del secondo esercizio.

Invece, se l'imprenditore acquista delle merci (costo) e le rivende (ricavo) nel corso del medesimo esercizio, sia il costo di acquisto che il ricavo di vendita possono essere considerati di competenza di quell'esercizio.

Per stabilire la competenza economica di un costo o di un ricavo non ha quindi importanza la manifestazione finanziaria (uscita od entrata), ma la possibilità di attribuirne sul piano logico-economico la 'partecipazione' ad un esercizio o ad un altro.

Il reddito d'esercizio è dunque il reddito economicamente attribuibile ad un determinato esercizio, ottenuto dalla differenza fra i ricavi di competenza ed i costi di competenza di quel dato esercizio.

Non quindi la differenza fra tutti i ricavi e tutti i costi che si sono manifestati finanziariamente in quel dato esercizio, ma solo fra quelli di competenza.


ESEMPIO


Il 1/1/2003 un imprenditore costituisce l'impresa ABC eseguendo i seguenti conferimenti (in migliaia di euro) : un fabbricato valutato 300, impianti per 120, arredi vari per 80, crediti per 100, contanti per 50.

Durante l'esercizio 2003 effettua le seguenti operazioni :

* acquista materie prime per 70

* acquista materiali di consumo per 10

* la banca gli accredita interessi attivi per 4

* vende prodotti finiti per 200

* paga l'affitto anticipato dei locali per i mesi di ottobre, novembre e dicembre 2003, gennaio e febbraio 2004, per un totale di 5

* si considerino inoltre le quote di ammortamento : fabbricati 5%, impianti 10%, arredi 20%

Determinare il patrimonio netto iniziale al 1/1/2003, il risultato economico dell'esercizio 2003 ed infine il patrimonio netto finale al 31/12/2003.


SVOLGIMENTO


In primo luogo, determiniamo il valore del patrimonio netto iniziale al 1/1/2003, sommando i valori dei singoli apporti effettuati dall'imprenditore :


Patrimonio Netto Iniziale


Per determinare il reddito dell'esercizio 2003 dobbiamo adesso confrontare i ricavi ed i costi; non però tutti i ricavi ed i costi che hanno avuto manifestazione finanziaria nell'esercizio (cioè che hanno dato luogo ad un'entrata o ad un'uscita), ma soltanto quelli che sono economicamente di competenza dell'esercizio 2003.

Nel nostro esempio, abbiamo due importanti casi di costi per i quali il costo di competenza dell'esercizio 2003 non coincide con il costo manifestatosi durante l'anno : il caso dei fitti passivi e quello dei costi pluriennali.


a) i fitti passivi;

nell'esercizio 2003 abbiamo pagato in via anticipata 5 per l'affitto dei locali nel periodo che comprende gli ultimi tre mesi del 2003 ed i primi due mesi del 2004; tale costo, pur manifestatosi finanziariamente nel corso del 2003, economicamente va ripartito tra 2003 e 2004 in proporzione diretta ai mesi : quindi 3 sono di competenza del 2003 e 2 del 2004.


b) i costi pluriennali;

fabbricati, impianti ed arredi sono fattori produttivi che partecipano ai processi produttivi per più esercizi, per cui non sarebbe corretto far gravare soltanto sul 2003 il loro costo, che pertanto va ripartito fra tutti gli esercizi in cui essi partecipano. La quota di costo che si attribuisce a ciascun esercizio si chiama quota di ammortamento e si calcola applicando un'aliquota percentuale al valore storico del costo pluriennale.

Tale aliquota si ottiene considerando la presunta   vita utile economica del bene, cioè la durata della sua 'partecipazione' ai processi produttivi aziendali : per esempio, nel nostro caso l'aliquota di ammortamento degli arredi è pari al 20% perché si è ipotizzata una vita utile economica degli arredi pari a 5 anni (infatti 100 diviso 5 fa appunto 20). A questo punto, applicando l'aliquota del 20% al valore degli arredi che è pari a 80 si ottiene la quota di costo imputabile all'esercizio, pari a 16. Analogamente calcoleremo le quote di ammortamento di impianti (10% di 120, cioè 12) e fabbricati (5% di 300, cioè 15).


Essendo gli altri costi e ricavi completamente di competenza dell'esercizio 2003, possiamo adesso redigere il Conto Economico e calcolare quindi il reddito dell'esercizio 2003.

Il Conto Economico è un prospetto che indica i costi ed i ricavi di competenza dell'esercizio; confrontando poi i totali delle due sezioni possiamo stabilire il risultato economico dell'esercizio, sia esso un utile (R>C) o una perdita (R<C).





COSTI

RICAVI





Acq. materie prime


Interessi attivi


Acq. materie consumo


Vendite di prodotti


Fitti passivi

3



Amm.to fabbricati




Amm.to impianti




Amm.to arredi




Totale Costi




Utile d'esercizio




Totale a pareggio


Totale Ricavi



Il risultato economico dell'esercizio 2003 è dunque un utile di 78, ottenuto sottraendo dai ricavi (pari a 204) i costi (pari a 126). Se, invece, i costi avessero superato i ricavi, avremmo registrato un risultato economico negativo, cioè una perdita.

Si noti come il risultato economico venga iscritto nella sezione del Conto Economico avente importo minore in modo che, sommando tale minore importo con il risultato economico si ottenga il totale della sezione opposta; nel nostro caso sommiamo il totale dei costi con l'utile ed otteniamo così il cosiddetto totale a pareggio, il cui importo coinciderà col totale dei ricavi. Il totale a pareggio non ha di per sé significato, ma serve soltanto, tramite il confronto con il totale dell'opposta sezione, a verificare ulteriormente la correttezza dei calcoli.

Per concludere l'esercitazione proposta, si può adesso facilmente calcolare il valore del Patrimonio Netto Finale al 31/12/2003, aggiungendo al valore del Patrimonio Netto Iniziale al 1/1/2003 (pari a 650) il valore del risultato economico dell'esercizio 2003 (pari a 78), ottenendo così 728 :


Patrimonio Netto Finale


Si ricordi che era stata ipotizzata l'assenza tanto di nuovi apporti quanto di prelievi extragestione.




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