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L'ORDINAMENTO CANONICO
La Chiesa si è data essa stessa un proprio ordine. Come uno qualsiasi dei poteri del tempo, la Chiesa si è retta con leggi, tribunali e codici, fino a creare l'ordinamento canonico. La comunità primitiva ha avuto coscienza della specificità e della diversità di queste regole, al punto di averle chiamate canones (regole). Il primo impegno pubblico della Chiesa è la profezia, è la predicazione della Parola del Risorto. Sono i testi stessi dell'età apostolica a mostrare il graduale formarsi di una struttura gerarchica visibile, di un'organizzazione giuridica della Chiesa. Pian piano la comunità primitiva cominciò ad armarsi di una dottrina teologica e a servirsi, per la propria organizzazione, di uno strumento come il diritto.
Verso la fine del I secolo si delinea la funzione istituzionale del Vescovo, successore dell'apostolo e preposto alla cura di una Chiesa locale. Pian piano lo spontaneismo delle origini cristiane si pietrifica in istituzioni definite e l'ordinamento della Chiesa assume una fisionomia ben delineata. Nella Chiesa delle origini esistono forme eccezionali d'investitura e trasmissione del potere. Nella "Traditio apostolica" Ippolito afferma che la potestà sacerdotale si trasmette di solito per cooptazione, attraverso il rito dell'imposizione delle mani da parte del Vescovo. La Chiesa delle origini esprimeva ancora un autentico movimento popolare.
La parola fonte sta ad indicare il soggetto o il procedimento attraverso cui la norma viene ad esistere, emerge come entità autonoma nel mondo sociale; o ancora, il documento attraverso cui la norma viene conosciuta dai destinatari. Le norme di diritto canonico si distinguono in due classi:
norme di diritto divino, che si assumono poste direttamente da Dio;
norme di diritto umano o ecclesiastico, che si assumono poste dagli uomini (concretamente dall'autorità ecclesiastica).
Le norme di diritto divino, in relazione al modo attraverso cui la norma viene posta, si distinguono in due sottoclassi:
norme di diritto divino naturale, che sono quelle che Dio iscrive nel cuore e nella natura dell'uomo (tu non ucciderai.) e che l'uomo scopre, di conseguenza, senza bisogno dell'intermediazione ecclesiastica, attraverso la sua coscienza;
norme di diritto divino positivo che Dio pone attraverso la Rivelazione e che la Chiesa autentica e certifica nella loro veridicità. La Rivelazione divina è trasmessa di generazione in generazione attraverso la Sacra Scrittura (Vecchio e Nuovo Testamento) e attraverso la tradizione, che consiste nella trasmissione orale delle verità cristiane.
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