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Legislatura (1958-1963)
La distensione internazionale iniziata la scorsa legislatura, anche se macchiata agli eventi di Ungheria, prosegue anzi caratterizzandola come un quinquennio decisamente di pace internazionale, che si rifletterà anche nelle questioni italiane. Lo scontro tra le due superpotenze si sposta significativamente nello spazio dove stati uniti e unione sovietica sta da un alla conquista dei cieli, campo di dimostrazione delle potenze in gioco. In Europa, invece, si muovono i primi passi verso la futura unificazione europea.7 un chiaro desiderio di autonomia. Protagonisti di esse questi cinque anni sono Kennedy, e Giovanni XIII. Il primo e il mito della nuova politica, del tentativo di dialogo con il mondo socialista. Famosi sono i contatti avuti con bestia. Papa Giovanni XXIII invece, sarà determinante per una vera e propria trasformazione delle strategie politiche italiane e soprattutto democristiane. Il papa buono, con la sua meditazione spinge a procedere verso il progresso democratico e della giustizia sociale, alla ditta Aldina delle barriere ideologiche. Una vera impropria rivoluzione.
Questi elementi si inseriscono un momento determinante per la svolta della politica italiana. I dialoghi iniziati nella seconda legislatura dalla sinistra democristiana, proseguono con il PSI, il quale si deve prospettare la possibilità di "governare la richiesta". Questo quinquennio è quello del miracolo economico, della abbondanza, la disoccupazione i minimi storici, iniziano a girare soldi, la televisione entra nelle case costruendo quella società dei consumi di cui siamo attualmente figli. Ma il boom economico mette la sua improvvisa trasformazione della società, gettato nella popolazione uno stato d'animo di inquietudine, di difficile comprensione. Tanto che i giovani di questa generazione, quelli che avranno vent'anni nelle 1968, manifesteranno la particolare situazione di questo periodo.
Catalogo l'esperienza di governo inizia con un bicolore guidato da Fanfani con il compito di rilanciare il centrismo, che però dura pochi mesi. Gli succede Segni, con un governo monocolore ancora più debole dei precedenti. È chiaramente un governo di attesa, ad con il compito di tempo ondeggiare per convincere i partiti laici alla formulazione di un nuovo governo centrista, vista anche la nuova prospettiva incombente del centro sinistra. La debolezza di questo governo attira ovviamente l'MSI e i marchi che votano subito la sfiducia al comando a morte. L'indisponibilità del PRI e del PSDI diventano, per la DC, un elemento fondamentale per il futuro schieramento con i socialisti.
Ma l'approntamento della destra democristiana nel difendere il vecchio equilibrio spinge Gronchi a indicare Tamburini come nuovo presidente del consiglio. Il suo governo è immediatamente appoggiato dalle destre fascisti e monarchiche. Tambroni è costretto alle dimissioni, ma su proposta di Gronchi, Tambroni ripropone lo stesso esecutivo che ottiene una limitatissima fiducia.
Tambroni si rivela, non volendo, il vero e proprio artefice del futuro centro sinistra. Privo di una vera maggioranza egli tenta di rafforzare il governo con una manovra demagogia, quale è quella della riduzione dei prezzi. Tra l'altro tenta anche di ricompensare le tessere per latte l'appoggio ricevuto nel suo tentativo modulistica 8, concedendo all'MSI di tenere un congresso fascista a Genova, città medaglia al valore antifascista. La piazza si rivolta contro il presidente del consiglio che cade, gli succede un monocolore democristiano guidato da Fanfani con l'appoggio esterno dei vecchi alleati del centrismo. È aperta la via per i socialisti. Fanfani e Nenni hanno già previsto la prossima mossa. Nel 1962 ci sarà un nuovo governo Fanfani con l'appoggio esterno del PSI. L'ingresso in maggioranza dei socialisti coincide anche con l'elezione del presidente della repubblica segni. È chiara la contraddizione esistente: al Quirinale c'è un esponente DC eletto con una maggioranza di centro destra, ha palazzo Chigi c'è Fanfani eletto da una maggioranza di centro sinistra.
Quadro temporale dei governi della III Legislatura
Luglio 1958 - Febbraio 1959 |
II Gov. FANFANI |
DC PSDI |
Febbraio 1959 - Marzo 1960 |
II Gov. SEGNI |
Monocolore DC |
Marzo 1960 - Luglio 1960 |
Gov. TAMBRONI |
Monocolore DC |
Luglio 1960 - Febbraio 1962 |
III Gov. FANFANI |
Monocolore DC |
Febbraio 1962 - Giugno 1963 |
IV Gov. FANFANI |
DC PSDI PRI |
DC.
Fanfani è in piena contestazione da parte di tutti i capi-corrente. La sua nomina a presidente del consiglio spinge i capi corrente ad eleggere moro. (1959)
Moro ricostruisce il centro democristiano nel convento santa Doroteo. Nascono dei dorotei, eventi manovrabili democristiani. Moro abile mediatore.
Il centrismo è esaurito, caduto spegne c'è l'indisponibilità de
nelle pubblicani e dei socialdemocratici adoperare senza PSI. Si scatena la destra democristiana aiutato dall'azione cattolica, dalla Col diretti, e dalle gerarchie vaticane. Tambroni scatena la rivincita della sinistra democristiana. Dalla 1960 al 1962, si vive una fase cruciale nella DC per la trattativa con i socialisti.
Per Moro un'accordo di centrosinistra consente alla DC di rafforzare la sua immagine. Dagli accordi nasce una prima piattaforma programmatica per il primo governo di centro-sinistra. Nel 1962 governo Fanfani con appoggio esterno dei socialisti.
Moro sa che per conservare il suo ruolo egemonia con la DC deve conquistare ai suoi governi il consenso della maggior parte del paese, quindi anche i socialisti.
PSDI.
Parte da un risultato elettorale poco incoraggianti. Si stacca la corrente di Matteotti che confluisce nel PSI, all'indomani della mancata riunificazione cui Saragat non poco ha contribuito. Per in movimento il PSDI sia rotta su una posizione direttiva, diventando l'interlocutore privilegiato della DC di Fanfani. Anche il PSDI è in balia degli avvenimenti. Solo alla fine del 1961 si sblocca a favore del centro-sinistra. Staccato
La scelta è appagante. Saragat si vede proposto per il Quirinale, ma nello scontro vince segni. Comunque nelle elezioni del 1964, alla morte di Segni, egli verrà eletto presidente della repubblica. Le amministrative premiano la scelta del centro-sinistra, il PSDI cresce dell'1, 5%.
PSI.
All'indomani delle elezioni del'58, Nenni riprende la leadership nel partito. Nenni Lancia la teorizzazione di Lombardi alternativa democratica", con la quale intende dare un percorso di creazione di una coalizione delle forze democratiche, autonome da DC e PCI.
Altro questo proposito nemmeno utilizzato la teoria di lombardi del "riformismo rivoluzionario" che indica una possibile terza via tra il capitalismo e la rivoluzione comunista. L'obiettivo di Nenni è la creazione di un partito socialista che possa crescere fino ad diventare il partito egemonia della sinistra.
Obiezioni dalla sinistra socialista che diffidato della DC ed osteggiano l'intenzione di rompere i legami con il PCI a cominciare dalle " giunte rosse ".
L'immagine di un partito di governo quella che Nenni vuole dare. Sono ancora molte però le differenze soprattutto sul piano economico.
PCI.
Con il boom economico la situazione internazionale sta cambiando rapidamente. Il PCI si trova ad affrontare una difficile fase ideologica.
È rimesso l'inizio della revisione ideologica comunista. Già nel'56 il leader della CGIL di Vittorio aveva espresso un percorso di destalinizzazione e la necessità per il comunismo di avviarsi sulla via della democrazia. Il leader sindacale nuove nel'58. Prende le sue redini Giorgio Amendola, capo indiscusso della frazione riformista del PCI.
È lì inizio della. Revisione. Il PCI si muoverà in questa fase con molta, forse eccessiva, calma.
Togliatti elabora la teoria del poli-centrismo, secondo la quale ogni paese ha il diritto di individuare il suo modello rivoluzionario. È la base della via italiana al comunismo, già avanzata nella svolta di Salerno del'44. È necessario per il PCI accreditarsi come forza politica responsabile agli occhi del paese. Sono questi timori che vengono espressi nella formula: opposizione " morbida " in parlamento, " dura " sulle piazze.
La strategia di Togliatti funziona, alle elezioni del 1963 il PCI si attesta al 25, 3%.
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