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Fallisce il piano di successione monarchico al fascismo. Badoglio, di fronte, all'evolversi dei moti popolari, è costretto ad aprire il dialogo con gli antifascisti.
CLN. IL Comitato di Liberazione Nazionale è composto da sei partiti : PCI, PSIUP, da, Dc, Democrazia del Lavoro, PLI. Già dal governo Badoglio erano forti le tensioni tra la monarchia - che pretendeva di gestire quanto rimane della nazione all'indomani della caduta del fascismo - e i partiti antifascisti che, portatori legittimi di una opposizione ventennale al regime cui la monarchia aveva permesso l'instaurazione, rifiutavano la presenza monarchica.
L'8 Settembre contribuisce a delegittimare definitivamente la monarchia agli occhi del CLN che di principio rifiuta il giuramento di fedeltà al re. Il re della marcia su Roma, del delitto Matteotti, della guerra fascista. Ma non tutti i partiti ciellenisti attribuiscono lo stesso significato. L'estrema destra, PLI e Democrazia del Lavoro, è per una successione dinastica a Vittorio Emanuele III che salvi l'istituto monarchico, pilastro dell'ordine tradizionale. Comunisti, socialisti e azionisti vogliono invece la caduta della monarchia, da sempre antidemocratica e coagulo di forze reazionarie. I democristiani sembrano avere una posizione neutra. Per quanto diviso a suo interno dalle notevoli differenze di natura ideologica, la necessità di far fronte al comune nemico nazista permette un percorso unitario.
La prima vera verifica della politica unitaria degli antifascisti , si presenta però nel momento in cui si tenta di affrontare la questione monarchica. Il patteggiamento tra il re e il CLN si trascina fino al '44. E' l'intervento risolutore di Togliatti che permette di uscire dall'empasse, riuscendo a tessere un accordo mediante il quale la questione si risolverà nel dopoguerra - con il referendum appunto.
Il primo governo antifascista. Con l'accordo del '44 si realizza il primo governo antifascista, non ancora legittimato dal popolo con vere e proprie elezioni, ma con il compito di preparare il dopoguerra e la nascita della futura Repubblica Italiana.
Democrazia Cristiana.
(Alcide De Gasperi)
Destra DC: Fautori della continuità col prefascismo e coi principi autoritari basati sul trinomio Dio, Patria, Famiglia. Spera inizialmente nella soluzione autoritaria del re ma, caduta questa, accetta la trasformazione democratica e la nuova società basata sull'egemonia cattolica, guida degli italiani.
Centro DC: Stretto intorno a De Gasperi, è il ventre molle del partito, quello che guida la DC. Antifascista e democratico, vede nei partiti la realizzazione della democrazia. Netta è la volontà di rottura col passato fascista, e prontamente raccoglie la sfida democratica lanciata dai partiti marxisti che stanno allargando il loro consenso.
Sinistra DC: Cristiano-sociali e sindacalisti cattolici, condividono l'impostazione di fondo di De Gasperi ( coi quali si alleano) ma sono diverse le premesse culturali. La fede religiosa non innalza barricate. Osteggiano quindi l'autoritarismo sostenuto dalla destra, il processo di ascesa delle masse, che provengono da situazioni sociali di ingiustizia, miseria, ignoranza, non può essere frenato. E' giusto che i cattolici si confrontino apertamente con le sinistre marxiste su questo aspetto.
Alleanza Centro-Sinistra DC, in nome della rottura col fascismo.
Partito pigliatutto (Catch-All Party), connaturato interclassismo, denota l'assenza di un vero partito borghese di massa.
Ricerca l'unità politica di tutti i cattolici. La Dc E' il Partito Cattolico,mentre il PPI era un partito di cattolici.
A questo progetto però è necessaria la macchina della Chiesa, che fornisce l'imprimatur alla DC che è preclusivo alla formazione di altri partiti cattolici.
Partito Socialista Italiano.
(Pietro Nenni)
Si ricostruisce in Italia col nome di PSIUP nel '42, fonde in sé tutte le attività clandestine disperse ai tempi delle leggi speciali.
Si divide in tre aree: Riformisti, massimalisti e fusionisti.
Riformisti. (Destra PSI). Guidata da Saragat, erede del riformismo di Turati, vedono il patto d'unità coi comunisti come una costrizione dovuta all'emergenza. L'ancoraggio all'Occidente democratico è un presupposto intoccabile.
Massimalisti (Centro PSI). Guidato da Nenni, ha come bagaglio dottrinario la democrazia, per i quali è diventata un vincolo fondamentale dopo la parentesi fascista. Criticano il comunismo, unanime a Stalin ma, diversamente dai riformisti non esasperano la critica al comunismo. Il mito della Rivoluzione D'Ottobre, lo Stato della rivoluzione proletaria baluardo contro il nazismo. L'alleanza coi comunisti è quindi fisiologica.
Fusionisti (Sinistra PSI). Vogliono la fusione coi comunisti per riparare alla Scissione di Livorno del '21, nel nome dell'Unità della Sinistra.
(Palmiro Togliatti)
Prima col nome Partito Comunista d'Italia, nel 1944, con la svolta di Salerno, Togliatti dà l'avvio ad una profonda trasformazione della linea strategica del partito ed il cambio del nome è significativo. Guardando già all'imminente dopoguerra e alla divisione del mondo sancita a Yalta, Togliatti vuole trasformare il partito da avanguardia rivoluzionaria a partito di integrazione di massa. Strategia della democrazia progressiva e del Partito Nuovo, di fronte alla futura Italia capitalista e occidentale.
Non esistono divisioni. Il centralismo democratico lo vieta.
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