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IL GOVERNO
IL GOVERNO NEL SISTEMA POLITICO E COSTITUZIONALE
Il governo è il più "forte" organo costituzionale. Esso si occupa della pubblica amministrazione e dell'uso della forza pubblica (esercito, polizia) e delle risorse finanziarie dello stato (riscuote le imposte ed effettua le spese). Tiene i rapporti con gli altri stati, prende le decisioni rapide perché è un governo ristretto e politicamente omogeneo (a differenza del parlamento che è formato da due camere, numerose e politicamente disomogenee) ed è in grado di metterle in pratica. Nel governo si realizza la massima concentrazione di potere all'interno dello Stato, per questo motivo sono stati dati dei limiti ai poteri del governo, in modo da evitare l'esercizio di un potere incontrollato, e di garantire che il governo usasse il so potere in modo democratico ossia in modo corrispondente alla volontà della maggioranza della popolazione. Il primo problema (quello dei limiti) è stato risolto sottoponendo il governo alla sovranità della legge (principio di legalità) in base a questo principio il governo può agire esclusivamente nei limiti fissati preventivamente dalla legge e i sui atti possono essere sottoposti al giudizio dell'autorità giudiziaria che può annullarli se risultano illegittimi. Il secondo problema (quella della legittimazione democratica del governo) è stato risolto in modo diverso: sia in forme di governo presidenziali e sia in forme di governo parlamentari.
- nelle forme di governo presidenziali il governo gode di una legittimazione democratica propria alla pari del parlamento poiché esso è eletto direttamente dal popolo.
- nelle forme di governo parlamentari il governo gode di una legittimazione democratica derivata e rappresenta la maggioranza politica che si costituisce in seno al parlamento; per governare deve ottenere la sua fiducia ed è obbligato a dimettersi quando tale fiducia viene a mancare. Ma anche all'interno delle forme parlamentari esistono notevoli differenze, esse dipendono da due circostanze principali:
- la coesione e la stabilità della maggioranza parlamentare di cui il governo è espressione.
- il grado di autonomia della figura del capo del governo nella scelta dei ministri e nei suoi rapporti con il parlamento
GOVERNI "ELETTI" E GOVERNI "CONTRATTATI"
Nei paesi in cui esiste un sistema bipartitico o comunque di tipo bipolare i risultati delle elezioni per i parlamento determinano automaticamente la formazione del governo. Il partito che vince le elezioni va al governo e il suo leader ne diventa il presidente. Nei paesi in cui esistono numerosi partiti e in cui nessuno di essi è in grado di conquistare da solo la maggioranza dei seggi in parlamento per formare un governo, è necessario un accordo tra più partiti che insieme dispongano almeno della maggioranza dei seggi in parlamento. In tale situazione di governi sono sempre GOVERNI DI COALIZIONE. I governi di coalizione sono in genere meno stabili, il loro programma è il frutto di un compromesso tra partiti. Vi è quindi una notevole probabilità che nel corso della vita di un governo, sorgano divergenze tra i partiti tali da rompere l'accordo e da portare ad una crisi di governo
I GOVERNI IN ITALIA
Il governo italiano ha le seguenti caratteristiche:
a) l'instabilità. i governi in Italia hanno avuto per lo più una vita molto breve. Nelle prime 11 legislature (1948- 1992) ci sono stati 45 governi in 44 anni: la durata media dei governi è stato quindi inferiore all'anno. Nessun governo è stato in gradi di reggere per tutta la legislatura.
b) la continuità. benché i governi siano cambiati spesso, essi sono stati formati in grosso modo dagli stessi uomini e dagli stessi uomini e dagli stessi partiti. Il maggiore partito italiano (DC) è stato sempre e ininterrottamente al governo. Ovvero Non si è mai realizzata l'alternanza al governo: nel 1994 (il Polo Della Libertà), nel 1996 (l'Ulivo), nel 2001 (la Casa Delle Libertà). Come detto precedentemente l'11 e la 12 legislatura sono state le più brevi della storia repubblicana. Un cambiamento si è verificato durante le ultime due legislature (la 13 e la 14) il governo Prodi e Berlusconi hanno avuto una vita superiore alla media dei governi.
LA COMPOSIZIONE DEL GOVERNO
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
MINISTRI
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
SOTTOSEGRETARI
VICE MINISTRI
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
Il presidente del consiglio ha una posizione ha una posizione di preminenza sugli altri membri del governo. Innanzitutto egli ha il compito di formare il governo, una volta ricevuto l'incarico da parte dello Stato, e di scegliere, quindi, i ministri, secondo l'art. 92c.2cost della costituzione. Le sue dimissioni provocano la caduta dell'intero governo. Inoltre egli <<dirige la politica generale del governo>> <<mantiene l'unità dell'indirizzo politico, amministrativo promuovendo e coordinando l'attività dei ministri>>. Convoca le riunioni del consiglio dei ministri, ne stabilisce l'ordine del giorno e lo presiede. Egli non può dare ordini ai singoli ministri nei settori di loro competenza (non è un loro superiore gerarchico), ma può impartire loro direttive in attuazione delle decisioni del consiglio, può sospendere atti da parte dei ministri e può chiedere loro di concordare con lui le dichiarazioni pubbliche che essi intendono rilasciare. La presidenza del consiglio ha sede a Roma a Palazzo Chigi. All'interno del governo uno o più ministri possono ricoprire l'incarico dei vece presidente del consiglio, con il compito di sostituire il presidente in caso di assenza o di impedimento temporaneo di questi.
I MINISTRI
Ciascun ministro è capo di un particolare ramo della costituzione che viene chiamato ministero. Il numero e le competenze dei ministeri sono stabiliti per legge. Attualmente i ministeri sono 14.
I ministri hanno quindi una doppia funzione:
sono collocati al vertice di un ramo della pubblica amministrazione e sono quindi organi amministrativi.
Come membri del consiglio dei ministri essi contribuiscono a definirlo l'indirizzo politico e sono quindi organi costituzionali. Accanto ai ministri responsabili di un ministero possono esservene altri chiamati ministri senza portafoglio, che non hanno alle loro dipendenze un ministero ma svolgono incarichi particolari e spesso sono chiamati a dirigere speciali dipartimenti organizzati in seno alla presidenza del consiglio. Il numero dei ministri con e senza portafoglio oscillano tra 17 e 32.
IL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Il consiglio dei ministri è un organo collegiale composto dal presidente del consiglio e dai ministri. Le sue riunioni non sono pubbliche, non sono ammessi i giornalisti, non ne vengono pubblicati i resoconti. Il consiglio dei ministri è la sede in cui viene definita la politica generale del governo. Tutte le decisioni più importanti de governo devono essere discusse e approvate nel consiglio dei ministri. Tra di essi:
Il programma da presentare al parlamento al momento della formazione del governo
I disegni di legge da sottoporre all'approvazione del parlamento;
i decreti legge;
I decreti legislativi;
I regolamenti governativi;
Le nomine dei più alti funzionari dello stato
I SOTTOSEGRETARI
Del governo fanno anche parte, ma in modo subordinato, i sottosegretari. Essi vengono designati dal consiglio dei ministri e decadono con le dimissioni del governo. Non partecipano alle riunioni del consiglio, il loro compito è quello di coadiuvare il ministro a qui fanno capo, nelle funzioni che egli delega loro e di rappresentarlo nelle sedute parlamentari, alcuni sottosegretari cui viene assegnata la responsabilità di un dipartimento all'interno di un ministero assumono al carica di vice ministro.
LA FORMAZIONE DEL GOVERNO
Si procede alla formazione di un nuovo governo quando il precedente ha rassegnato le dimissioni, quando cioè si è aperta una crisi di governo. Si ha comunque la formazione di un nuovo governo con l'inizio di ogni legislatura. La costituzione italiana ha invece preferito affidare la nomina del nuovo governo al presidente della repubblica, per garantire la presenza di una figura istituzionalmente al di sopra delle parti in un momento così delicato della vita politica del paese e ha previsto l'intervento del parlamento in un momento successivo mediante il voto di fiducia. Per la formazione del governo la costituzione si limita a stabilire che "il presidente della repubblica nomina il presidente del consiglio e, sul presupposto di questo, i ministri".
LE CONSULTAZIONI E L'INCARICO
Appena il presidente del consiglio uscente comunica le sue dimissioni al presidente della repubblica (aprendo formalmente la crisi di governo) quest'ultimo da inizio alle consultazioni. Riceve cioè quelle personalità politiche (in pratica i leader di tutti i partiti presenti in parlamento) che possono offrirgli l'indicazione sulla soluzione della crisi. Terminate le consultazioni, egli decide l'esponente politico a cui affidare l'incarico di formare il governo. Se dalle elezioni è emersa con chiarezza una coalizione vincente e se la coalizione ha un prorpio leader riconosciuto, il presidente della repubblica non ha scelta: deve designarlo come presidente del consiglio. In caso contrario il presidente della prepubblica ha una maggiore libertà, ma deve comunque individuare una persona che possa raccogliere attorno al suo nome una maggioranza parlamentare.
Una volta ricevuto l'incarico di formare il governo, il presidente del consiglio incaricato dovrebbe procedere alla scelta dei ministri.
Se il presidente incaricato non riesce a raggiungere l'accordo per formare il governo e rinuncia all'incarico, il presidente del governo procede a nuove consultazioni e all'assegnazione di un nuovo incarico. Se la formazione del nuovo governo dovesse risultare impossibile, il presidente della repubblica può sciogliere le camere e indire elezioni anticipate.
LE NOMINE
Formato il governo, il presidente del consiglio sceglie i ministri che vengono a loro volta nominati dal capo dello Stato con proprio decreto. Una volta nominati, tutti i membri del governo (presidente del consiglio e ministri) prestano giuramento nelle mani del capo dello stato. Da questo momento il nuovo governo entra in carica e sostituisce il governo precedente.
IL VOTO DI FIDUCIA
Per ottenere la pienezza dei suoi poteri il governo deve ottenere la fiducia del parlamento. Per ottenere quest'ultima entro 10 giorni dal giuramento il governo deve presentarsi davanti le due camere, dove il presidente del consiglio espone il programma del suo governo. Dopo una discussione sugli argomenti riguardanti il programma avviene la votazione della mozione di fiducia. la mozione di fiducia è un documento, presentato dai parlamentari della maggioranza in cui si afferma che la camera approva le dichiarazioni programmatiche del presidente del consiglio e accorda la fiducia al governo. Può accadere che il parlamento neghi la fiducia al governo. In questo caso il governo è costretto a dimettersi, ma continuerà ad esercitare le sue funzioni fino all'insediamento del governo successivo.
LA DURATA DELLA CRISI
La durata della crisi di governo può essere più o meno lunga, a seconda della situazione politica e della maggiore o minore facilità con cui i partiti della maggioranza riescono a trovare un accordo tra di loro.
LE CRISI DI GOVERNO
Il governo è obbligato a dimettersi quando il parlamento gli da la sfiducia. La Costituzione, nel tentativo di evitare crisi di governo troppo frequenti, ha stabilito in proposito due regole:
a) se il parlamento respinge un disegno di legge o un decreto-legge voluto dal governo, non va inteso come espressione di sfiducia e pertanto il parlamento può restare i carica;
b) il governo è giuridicamente obbligato a dimettersi solo quando il parlamento approva una mozione di sfiducia
IL CARATTERE EXTRAPARLAMENTARE DELLE CRISI DI GOVERNO
In genere, quando il governo si rende conto che non esiste più una maggioranza parlamentare che lo sostiene, preferisce dimettersi prima che le camere abbiano discusso e approvato la mozione di sfiducia. Queste crisi di governo vengono chiamate crisi extraparlamentari perché nascono da valutazioni politiche compiute all'esterno del parlamento. Il governo dimissionario rimane in carica fino alla nomina del governo successivo per evitare un "vuoto di potere". tuttavia le funzioni del governo dimissionario sono limitate.
LA QUESTIONE DI FIDUCIA
Il governo può a sua volta provocare un voto di fiducia da parte del parlamento. Quando presso le camere è in discussione un provvedimento che il governo considera di grande importanza, esso può porre la questione di fiducia : ossia annunciare che considererà una prova di sfiducia la mancata approvazione di quel provvedimento e in quel caso si dimetterà. Una volta posta la questione di fiducia, il provvedimento viene messo ai voti. Lo scopo del governo è quello di mettere il parlamento di fronte ad una secca alternativa: o accettare la volontà del governo o provocare la crisi.
LA RESPONSABILITA' POLITICA E LA RESPONSABILITA' PENALE
Il governo ha due tipi di responsabilità: una politica e una penale.
a) responsabilità politica: responsabilità di fronte al parlamento per la politica seguita dal governo
b) responsabilità penale: responsabilità sei ministri per i reati commessi nell'esercizio delle loro funzioni. I ministri sono giudicati dalla magistratura ordinaria previa autorizzazione della camera cui appartengono (o del senato se non sono parlamentari).
LE FUNZIONI DEL GOVERNO
Nella tradizionale tripartizione dei poteri il governo è considerato il titolare del potere esecutivo, ma il governo non si limita a "eseguire" (mettere in pratica) le decisioni del parlamento. Possiamo dire che il governo ha tre tipi di funzioni: la funzione di indirizzo politico, la funzione amministrativa ( o esecutiva) e la funzione amministrativa.
a) funzione politica: elaborazione del programma di governo; iniziativa legislativa e altri atti
b) funzione amministrativa: attuazione delle leggi; emanazione dei regolamenti; direzione della pubblica amministrazione.
c) funzione legislativa: decreti-legge; decreti legislativi.
I DECRETI LEGGE
Possono essere adottati solo in casi straordinari di necessità e di urgenza.
Sono approvati dal consiglio dei ministri
Entrano in vigore subito dopo l'emanazione.
Devono essere convertiti in legge dal parlamento entro 60 giorni.
In caso di mancata conversione perdono efficacia fin dall'inizio.
I DECRETI LEGISLATIVI
Il parlamento approva una legge delega.
La legge delega deve indicare i prinicipi e i criteri direttivi.
Il governo approva il decreto legislativo sulla base dei criteri stabiliti nella legge delega.
Il decreto legislativo ha forza di legge.
REGOLAMENTI
I regolamenti sono fonti secondarie del diritto
Possono essere governativi o ministeriali.
Non possono regolare materie coperte dalla riserva di legge.
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