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EVOLUZIONE STORICA DELLA FEDE CRISTIANA E DEL DIRITTO CANONICO
EPOCA ROMANA
L'Impero di Roma tollera tutte le fedi religiose tranne quella cristiana perché collide con la religione ufficiale di Roma, che non è la religione dell'uomo, ma la religione dello Stato: della salvezza terrena dell'uomo nello Stato e per lo Stato. Il Cristianesimo include una spinta missionaria pericolosa per l'ordine pubblico dell'Impero e soprattutto, religione degli ultimi, capovolge le tavole di valori riconosciute. L'Impero reagisce contro il Cristianesimo con le persecuzioni, che non serviranno a spegnere l'animo cristiano; Roma così dovrà riconoscersi vinta.
Nel 313 Costantino e Licinio con l'Editto di Milano riconoscono libertà giuridica ai cristiani, ponendo fine alla persecuzioni e discriminazioni. Il compromesso con l'Impero segna la fine della primitiva ed eroica avventura cristiana.
Nel 476 d.C. cade l'Impero romano d'Occidente sotto l'urto delle milizie barbariche, ma ancor più sotto l'azione corrosiva dei barbari interni. In Oriente l'Impero sopravvive soprattutto perché si lega alla Chiesa di Bisanzio che elabora un diritto ecclesiastico proprio, distinto da quello che vige in Occidente. La separazione dall'Occidente è inevitabile, e nelle coscienze è già consumata da un pezzo. In Occidente dopo il 476 di ciò che fu l'Impero romano non rimase più nulla, anche se l'idea di Roma sopravvive. Sarà un giorno importante quello in cui, nel 713, Liutprando, re dei Longobardi, aprirà il suo editto intitolandosi princeps christianus ac catholicus.
SACRO ROMANO IMPERO
Quando sul trono di Francia sale Carlo, Papa Leone III, nella notte di Natale dell'800, lo incorona imperatore del Sacro Romano Impero. L'Impero è soprattutto sacro e si prospettano per la Chiesa possibili collaborazioni e alleanze, ma anche possibili scontri e divisioni.
RIFORMA GREGORIANA
Il culmine della battaglia della Chiesa per la sua libertà si ha con la riforma gregoriana, quando il pontefice Gregorio VII giungerà a dire che i prìncipi devono inchinarsi al soglio papale e che il Papa da nessuno può essere giudicato. Era un sogno impossibile, ed era inevitabile che il contrasto dovesse risolversi attraverso un patto tra Chiesa e Impero che ne garantisse almeno un precario equilibrio. Questo patto si concretizzò nel Concordato di Worms, che aprì una nuova epoca nella storia del diritto canonico.
PRIME RACCOLTE DI MATERIALE CANONISTICO
La separazione tra Chiesa gerarchica e comunità di fedeli, fra cultura ufficiale e coscienza popolare si fa sempre più netta: il segno di questa divaricazione è il pullulare di correnti ereticali. La Chiesa risponde a queste con l'elaborazione di una propria cultura, che ne assicuri l'egemonia, e soprattutto tramite la repressione giuridica. Viene incontro alla Chiesa anche il sorgere dell'Università al centro della quale vi era la rinascita degli studi giuridici. Con l'anno Mille la società aveva bisogno di un diritto più complesso e aderente alla vita economica e agli interessi dei nuovi ceti borghesi, così vennero riutilizzati i libri legales di Giustiniano. Fu quindi lo spirito d'intrapresa della borghesia cittadina a creare l'Università di Bologna. Nella stessa epoca di Irnerio, viveva a Bologna un monaco, Graziano, che aveva fondato una piccola scuola monastica e che decise di raccogliere tutto il materiale canonistico per far fronte ad esigenze della sua scuola. La novità di Graziano sta nel metodo seguito nel selezionare il materiale e nel commentarlo. Non tutti i testi ecclesiastici confluiscono nella sua raccolta, ma solo quelli giuridici o giuridicamente rilevanti. Graziano seleziona i testi e se trova delle antinomie applica i criteri classici: la legge posteriore deroga quella anteriore, la legge speciale prevale sulla generale. L'opera di Graziano verrà ribattezzata col nome Decretum, è una raccolta privata.
ETA' COMUNALE
Nell'età comunale è tutto un ribollire di fermenti sociali e di ansie di riscatto che si esprimono attraverso correnti ereticali a cui la Chiesa risponderà tramite gli ordini mendicanti e una spietata re-pressione. Dopo il Decretum si avverte la necessità di una codificazione ufficiale del diritto canoni-co che sarà svolta su iniziativa di Papa Gregorio IX, nel 1230: nasceranno così le Decretali di Gre-gorio IX. Si avranno poi il Liber Sextus di Bonifacio VIII (1298) e le Clementinae di Clemente V. Tutte queste collezioni verranno poi raccolte nel 1500 da un giurista francese nel Corpus juris canonici.
RIFORMA PROTESTANTE
Verso la fine del 400 si sentiva l'esigenza di una riforma religiosa, e il paese in cui vi erano le condizioni più adatte era la Germania, in cui si era instaurato un rapporto diretto tra il credente e Dio nel quale la Chiesa era posta in secondo piano. Era inevitabile quindi che, con la sua comparsa, Lutero (religioso tedesco) sarebbe riuscito a riunire queste esigenze di riforma diffuse nella coscienza popolare e a convogliarle verso un esito storicamente decisivo. Lutero sosteneva che l'uomo non si salva grazie alle sue opere, tutte inutili al cospetto di Dio, egli si salva solo per la fede, che è un dono gratuito di Dio. Ciò era in contrasto col cattolicesimo romano. L'occasione che fece capire a Lutero le implicazioni rivoluzionarie della sua dottrina fu quella della vendita delle Indulgenze in Germania. La rottura definitiva si avrà solo qualche anno dopo, quando Lutero, coi suoi studenti, durante una cerimonia bruciò la bolla di scomunica insieme ai libri di diritto canonico. Lutero metteva in discussione la struttura gerarchica della Chiesa che aveva l'amministrazione esclusiva dei Sacramenti. Secondo Lutero l'unica fonte divina è la Scrittura che il singolo credente reinterpreta in un libero dialogo con Dio; in questa prospettiva non c'è spazio per il diritto canonico. Solo l'Italia rimase estranea al moto riformatore. A questo moto la Chiesa cercò fa far fronte con una propria riforma interna (detta Contro-Riforma) vista però come opera politica e non religiosa.
La risposta della Chiesa alla Rivoluzione Protestante fu affidata dall'autorità ecclesiastica ad un Concilio ecumenico. Nel Concilio di Trento del 1545 Paolo III si proponeva di riaffermare tutti i capisaldi della dottrina cattolica e una riforma che consentisse alla Chiesa di combattere l'eresia protestante. Il Concilio si concluse nel 1563 con la richiesta dell'approvazione papale per i suoi decreti in cui erano stati ribaditi i principi contestati dai riformatori: la salvezza per la fede, ma anche per le opere, la dottrina dei Sacramenti e delle Indulgenze. Nel suo sforzo di ricostruzione dell'edificio dottrinale e pratico del cattolicesimo la Chiesa post-tridentina fu aiutata dalla "Compagnia di Gesù", fondata da Ignazio di Loyola. Questa operò prevalentemente sul terreno della formazione della classe dirigente delle monarchie assolute, marcando con la sua presenza la vita delle corti europee. La Chiesa si configura sempre di più come una monarchia, temperata dalla presenza del corpo episcopale. La Chiesa deve combattere una battaglia su due fronti:
contro le monarchie assolute, che rivendicano la loro indipendenza e pretendono di invadere anche la sfera spirituale oltre a quella temporale;
contro le Chiese formatesi dalla Riforma, che si danno strutture ormai stabili.
L'idea del controllo, da parte di uno Stato, dell'ingresso delle leggi canoniche nel proprio ordinamento, è affiorata per la prima volta in Francia dopo lo Scisma d'Occidente: quando più papi e antipapi pretendevano di essere legittimi titolari della potestà pontificia, il problema che si pose all'autorità laica fu quello di riconoscere come efficaci le sole costituzioni che emanassero dal vero titolare della cattedra di S. Pietro. Ciò che si rivendicava allo Stato era una generale potestà giuridica di controllo preventivo, che comportava un vaglio di tutta la produzione della Chiesa universale. Le condizioni propizie a ciò si presentarono alla metà del XVI secolo: quando la Riforma Protestante avrebbe messo in crisi la stessa idea di legittimità del diritto canonico e il processo di consolidamento delle Monarchie Nazionali avrebbe dato luogo a una matura teorizzazione del concetto di sovranità dello Stato. Per quanto riguarda la ricezione dei decreti del Concilio di Trento, furono rifiutati in Francia dove si era formata la Chiesa gallicana e furono ricevuti tempestivamente in Spagna.
CONCILIO VATICANO I
Se per la Chiesa la convivenza con lo Stato assoluto era stata difficile, ancora di più lo sarebbe stata con i nuovi Stati usciti dalla Rivoluzione francese e dalle guerre napoleoniche. Con la convocazione del Concilio Vaticano I, Pio IX ottenne la costituzione dogmatica Pastor Aeternus, con la quale il processo di accentramento ecclesiastico poteva dirsi compiuto. Già in questo Concilio era stata avanzata la richiesta di procedere a una codificazione del diritto canonico, ma bisognò aspettare il 19-03-1904 perché Pio X col motu proprio desse l'incarico a una commissione di gettare le basi per una codificazione. Coordinatore dei lavori fu Pietro Gasparri; i lavori si conclusero nel 1916 e il Codex juris canonici fu promulgato da Benedetto XV. Il Codex era diviso in 5 libri (che rispettano la tripartizione di Gaio) e non comprendeva il diritto pubblico ecclesiastico esterno e la potestà della Chiesa in materia temporale. La codificazione canonica non dà alcuno spazio ai diritti individuali. La codificazione doveva coronare l'edificio della Controriforma.
CONCILIO VATICANO II
Dopo il pontificato di Pio XII, salì Giovanni XXIII che convocò il Concilio ecumenico Vaticano II il 25-12-1961 che avrebbe dovuto svolgere una funzione pastorale e non produrre nuovi dogmi. La morte di Giovanni XXIII non causò la chiusura del Concilio, che venne ripreso dal suo successore Paolo VI. Subito dopo la chiusura del Concilio si è aperta una nuova fase per la Chiesa che va sino alla promulgazione del nuovo codice. Dopo una lunga preparazione, nel 1983, vide la luce il nuovo codice di diritto canonico chiamato giovanneo-paolino (a richiamare i pontificati di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II). Questo codice nasce dalla volontà di dare attuazione normativa agli indirizzi del Concilio. Questa codificazione abbandona la tripartizione gaiana del 1917 e designa l'immagine complessiva della Chiesa come popolo di Dio e fa largo a quelle funzioni che costituiscono lo specifico dell'esperienza cristiana: la funzione di insegnare e predicare la parola di Dio, e quella di santificare, amministrare i Sacramenti.
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