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I Piani Urbanistici ed il P.R.G
Con il rapido sviluppo dei centri abitati, con lo sviluppo della società, si sono resi necessario disciplinarli con i piani urbanistici; infatti l' art. 4 della legge urbanistica prevede che la disciplina urbanistica si otterrà per mezzo dei piani regolatori territoriali, comunali e con le norme sull'attività costruttiva edilizia, quindi i piani regolatori costituiscono lo strumento d'attuazione della disciplina urbanistica.
I piani urbanistici si dividono in due categorie:
-Piani urbanistici generali
-Piani urbanistici speciali
I piani urbanistici generali sono quelli che danno una sistemazione generale al territorio considerandolo nel suo insieme e disciplinandolo in ogni sua parte, e si possono ripartire in base all' estensione territoriale:
-Piani territoriali di coordinamento o regionali
-Piani intercomunali
-Piani comunali
I piani urbanistici speciali sono invece:
-I piani paesistici, per la tutela delle zone considerate bellezze naturali.
-I piani formati dall' autorità militare, per disciplinare le costruzioni
edilizie in zone militari.
-I piani per le aree e nuclei di sviluppo industriale.
-I piani di zona per l'edilizia economica e popolare.
-I piani di trasferimento degli abitati, soggetti a movimenti franosi o
colpiti da eventi naturali.
I Piani Urbanistici generali
Piani di coordinamento
I piani territoriali di coordinamento, o piani regionali, di norma si estendono nell'ambito della regione; la loro funzione e quella di coordinare armonicamente lo sviluppo dei vari centri, (sia per l'assetto edilizio presente e futuro, sia per l'assetto delle vie di comunicazione di ogni genere) e la creazione, ubicazione o sistemazione delle industrie e di tutte le attività economiche.I piani di coordinamento non sono piani essenzialmente urbanistici perché, a differenza dei piani comunali loro costituiscono uno strumento di coordinamento di tutte le forme di attività, oltre all'edilizia. Dall'art. 6 della legge urbanistica del 1942 risulta che questi piani hanno durata illimitata e obbligano i comuni a uniformare i propri piani regolatori.
I P.C. sono essenzialmente costituiti da:
-Planimetria, tabelle e tavole illustrate, da cui si possa evidenziare il la situazione attuale del comprensorio
- Relazione, che illustri le direttive da seguire
- Un regolamento di esecuzione, nel quale vengono dettate le direttive che tutti i comuni devono seguire per la compilazione dei piani regolatori locali
Piani intercomunali
Secondo l'art. 12 della legge edilizia del1942 i piani intercomunali sono quelli che stabiliscono le caratteristiche di sviluppo degli aggregati edilizi di due o più comuni. Il piano in parola ha quindi il carattere di un piano consorziale, nel quale ogni comune ha veste paritaria con la possibilità di adottare decisioni e di procedere alla deliberazione del piano con lo scopo di risolvere in un unico momento i problemi di sviluppo abitativo. Le aree per le quali si è pensato ai piani intercomunali sono:
- Le grandi città la cui estensione si estende oltre la circoscrizione comunale ed interessa alcuni comuni satellite
- Le aree complementari, che nell'insieme hanno uno sviluppo unitario ma differente nelle sue parti, per cui i comuni si coordinano per sviluppare l'assetto urbanistico senza creare squilibri territoriali.
Piani comunali o P.R.G (Piano Regolatore Generale)
Il piano regolatore comunale, o generale, ha la funzione di fissare la disciplina urbanistica le zone di sviluppo e i tipi di costruzione che debbono sorgere in zone di nuova o vecchia costruzione. La formazione o compilazione di questo piano è quindi affidata al comune che provvede allo studio e alla stesura del progetto e degli allegati; e secondo la circolare n. 2495 del 1954 il piano regolatore deve contenere i seguenti elaborati tecnici, firmati da un ingegnere o da un architetto (anche se in realtà il P.R.G. viene redatto da liberi professionisti o dall'ufficio tecnico del comune):
- Schema regionale, con l'idicazione della posizione e l'importanza del comune in rapporto ai centri di più diretto interesse.
-Planimetria, in scala non inferiore a 1:10.000 di tutto il territorio comunale, riportando: l'altimetria, i fabbricati i monumenti, la distinzione delle aree di uso pubblico, l'ubicazione delle sedi degli edifici pubblici e la divisione del territorio in zone.
-Planimetria, in scala non inferiore a 1:10.000 con l'indicazione della rete stradale e di tutte le altre vie di comunicazione(treni,vie navigabili,ecc..).
-Planimetrie particolareggiate, di scala maggiore delle precedenti, redatte per evidenziare meglio alcuni particolari.
-Norme urbanistico-edilizie di attuazione , che precisino i caratteri e le limitazioni di zone nonché i vincoli di particolari servitù.
-Relazione finale, contenente lo stato di fatto del comune, l'individuazione dei principali problemi e delle esigenze, il programma di attuazione e gli schemi grafici.
Dopo essere stati redatti tali elaborati spetta al consiglio comunale approvarlo e depositarlo per 30 giorni consecutivi nella segreteria comunale dove il P.R.G potrà essere visionato dai cittadini e dai sindacati e gli enti pubblici. Solo dopo l'attuazione di tale iter il P.R.G potrà entrare in vigore rimanendo in vigore a tempo indeterminato , è possibile tuttavia effettuare varianti, le quali seguono lo stesso iter di attuazione del P.R.G . Inoltre il P.R.G limita è vincola la densità edilizia, le altezze e distanze tra fabbricati nonché i rapporti massimi tra spazi destinati a diverse categorie ( residenziale, verde pubblico,industriale). Le prescrizioni sul P.R.G. devono essere rispettate dai privati, dagli enti a dalle amministrazioni pubbliche diverse dal comune.
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